
L’episodio che non mi aspettavo. E ciò che non mi aspettavo, considerata ad ogni modo la situazione non propriamente favorevole che il team sta attraversando, era un’atmosfera talmente leggera e luminosa, nonostante le tonalità sempre un po’ anguste che colorano la serie in questa fase, da ricordarmi quasi lo stile della prima stagione, quando tutti loro erano innocentemente inconsapevoli dell’oscurità che li attendeva.
Successivo allo straordinario evento del centesimo, questo episodio realizza a mio parere un obiettivo fondamentale per non permettere alla serie di incupirsi più di quanto sia necessario: farci credere con un sorriso che andrà tutto bene anche quando nulla in realtà in questo momento va effettivamente per il verso giusto. Il loop temporale in cui gli agenti dello S.H.I.E.L.D. sono intrappolati non è ancora stato spezzato; il futuro apocalittico da cui sono appena fuggiti è in realtà ancora lì che li aspetta, pronto a realizzarsi volta dopo volta; Elena non riesce a ritrovare la speranza necessaria che la spinga a lottare e a credere di poter cambiare davvero ciò che ha visto e ascoltato e Coulson è ancora condannato a ricongiungersi con il momento da cui tutto ha avuto inizio: la sua dipartita. Ma oltre ogni aspettativa, questo episodio riporta un po’ di luce in ognuno di questi drammi, con semplicità, senza troppe pretese, senza affermarsi come un grande evento televisivo, con l’umile intento di far sorridere e di concedere magari una pausa che serva per riprendere fiato e poi ripartire, riuscendo nel frattempo anche a mostrare una backstory di cui non sapevo di aver bisogno.
Hey, Mack Hammer … “can’t touch this” – Ancora “ispirati” dall’atmosfera “nostalgica” e “revival” che si respirava nel centesimo, anche questo episodio ha riportato in vita dal glorioso passato nomi e storie impossibili da dimenticare, come Ian Quinn, le tecnologie all’avanguardia della compagnia Cybertek e Raina, tutti ricordi che ora vengono richiamati per una serie di problemi che sembrano condividere un’unica soluzione: il Gravitonium e gli scienziati che sono stati in grado di controllarlo e in seguito nasconderlo. Questa storyline di partenza ha permesso però alla serie di illuminarci sul passato di Mack e su un lato della sua personalità che è ancora facilmente riscontrabile ma che adesso rende la sua caratterizzazione più profonda e tridimensionale. Come ho già accennato nella precedente recensione, il mondo di Mack è sempre stato particolarmente netto nella divisione dei contrasti primordiali, bianco o nero, buono o cattivo, giusto o sbagliato, e questo ha instillato in lui una moralità quasi ferrea, un aspetto della sua personalità che lo ho reso un uomo tanto straordinario quanto a tratti “intransigente”, almeno all’inizio del suo percorso con il team S.H.I.E.L.D. guidato da Coulson. Ma se proprio questa squadra e in particolar modo Daisy ed Elena hanno permesso a Mack di smussare quell’intransigenza di partenza sfumando la sua realtà e aiutandolo a riconoscere zone grigie fondamentali da accettare in un lavoro che troppe volte appare come una battaglia perenne, inespugnabile resta la moralità di un uomo che ha già guardato negli occhi il lato peggiore dell’umanità e che comunque crede ancora nella proverbiale cosa giusta da fare, crede nella possibilità di non dover scendere obbligatoriamente a compromessi per portare a termine una missione, crede ancora nel potere di un legame umano in grado di superare qualsiasi avversità.
Il modo in cui non ha mai rinunciato a Daisy quando era sotto l’influenza di Hive, la caparbietà nel non voler smarrire la strada più “giusta” da percorrere anche di fronte a un futuro inaccettabile, la speranza costante e imperterrita con cui adesso compensa le paure e la disillusione di Elena, sono tutti lati di sé che confluiscono facilmente con il ritratto che il suo vecchio compagno di college “Candyman” dipinge di lui, di un ragazzo che all’epoca rasentava quasi l’impeccabilità, fedele alle regole e avverso a qualsiasi tipo di illegalità. L’aspetto più bello di Mack è che intimamente lui è ancora il “Mack Hammer” che Caine ha conosciuto, è ancora il tipo d’uomo che si imbarazza quando si parla di sentimenti ma comunque non ha vergogna ad ammettere davanti agli altri di amare Elena per il suo cuore e per il suo animo e non per ciò che il suo corpo ha perso, semplicemente adesso Mack è anche di più, è un uomo di spessore, completo, che ha imparato anche a sue spese quanto la realtà che è chiamato a vivere abbia bisogno di sfumature, ma soprattutto è un uomo che non si arrende affinché tra tutte quelle sfumature a trionfare siano ancora una volta quelle più luminose, le stesse che lo rendono ciò che personalmente reputo “un eroe”.
“The steps you take don’t need to be big, they just need to take you in the right direction” – La dinamica familiare finalmente rivelata che unisce Jemma, Fitz e Deke è stata onestamente una delle storyline migliori dell’episodio, una scelta narrativa quasi “accogliente” e squisitamente umana soprattutto nel momento in cui ti rendi conto di quanto Deke sia effettivamente la perfetta combinazione di Jemma & Fitz, riprendendo soprattutto da quest’ultimo una purezza d’animo che si traduce a volte in atteggiamenti adorabilmente nerd e imbranati e altre volte in un’apparente corazza difensiva formata da cinismo e distacco emotivo solo perché le emozioni che prova sono talmente travolgenti da non riuscire a controllarle.
È straordinario notare come le caratterizzazioni dei tre personaggi siano assolutamente complementari non solo in questo episodio ma anche nel percorso che hanno compiuto finora in questa stagione. Nonostante l’aspetto da uomo formato e vissuto con cui Deke si è presentato inizialmente, è sinceramente delizioso assistere a quella che è in realtà la sua natura genuina, una natura che ha modo di emergere solo in questo contesto perché la reazione di Deke di fronte alle “novità” del suo passato sono le stesse di un ragazzino di fronte a meraviglie che credeva possibili sono nelle storie raccontate da sua madre.
E in questo scenario, Jemma e Fitz non potrebbero incarnare meglio i ruoli “genitoriali”: Jemma ha sempre posseduto una dolcezza fortemente “materna”, riuscendo a trovare le parole più giuste per infondere coraggio e sicurezza e sapendo quando restare in silenzio ad ascoltare, entrambi modi di fare con cui si è rapportata proprio a Deke in questo episodio; Fitz invece, con il suo carattere un po’ burbero e distaccato, assume nei confronti di Deke un autentico ruolo “paterno”, creando con lui un rapporto inizialmente conflittuale ma anche un’inaspettata collaborazione che assume tanto le sembianze di un legame generazionale che si sviluppa tramite una passione comune, come un padre e un figlio che lavorano su una macchina insieme o assistono a una partita di baseball.
E restando proprio in ambito di famiglie non propriamente tradizionali, la possibilità di entrare nuovamente in contatto con la Cybertek e con i servizi innovativi che offriva spinge Daisy & May verso quel cammino che nel futuro Elena aveva riconosciuto come la causa scatenante della sua apocalisse, innescata dal disperato desiderio di salvare Coulson a tutti i costi: se lui sembra aver fatto pace con la concreta possibilità di aver raggiunto il suo traguardo finale, la famiglia che ha creato nel frattempo non appare così ben disposta a rinunciare a lui e a lasciarlo andare.
Sul fronte villain infine, il generale Hale si sta dimostrando più stabile di quanto credessi all’inizio e soprattutto questo suo piano a lungo termine, di cui al momento riusciamo a intravedere solo “l’esercito” composto da vecchie conoscenze dello S.H.I.E.L.D. e dal piccolo demonietto biondo, si assomiglia sempre di più ai piani di conquista ideati in passato dall’Hydra, nonostante la Hale sembri convinta di possedere l’arma in più che le permetterà di trionfare contrariamente ai fallimenti che l’hanno preceduta.
In conclusione dunque, vi lascio con l’immancabile TOP 3 dei momenti che più ho apprezzato nell’episodio e vi do appuntamento alla prossima settimana!
- Coulson, Daisy e May scoprono i meravigliosi dettagli della giovinezza di Mack “Hammer”, imperdibili!
- Deke capisce che Jemma è in realtà sua nonna e la guarda come se fosse un sogno;
- Mack & Elena si rivedono a fine episodio e alimentano la fioca speranza di un futuro migliore, insieme.
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