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Manifest – Una copia di “Lost”?

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Manifest – Una copia di “Lost”?

Ultimamente è andata affermandosi la tendenza a ricercare in ogni nuova uscita l’ombra dei grandi successi del passato. In un’epoca di reboot e rifacimenti vari ci siamo fatti sospettosi e basta la minima somiglianza per farci gridare al clone.

È successo lo stesso due anni fa per “Riverdale”, ingiustamente paragonato a “Twin Peaks” solo per il ritrovamento del cadavere di Jason in riva al fiume nei primi dieci minuti… pensateci bene, un’intera serie incasellata e stigmatizzata per una singola scelta narrativa!

D’altronde, in un’epoca in cui tutto è forse già stato raccontato, è sempre più difficile trovare proposte innovative che non abbiano almeno una microscopica porzione di già visto.

Quindi sì, in “Manifest” tutto comincia con un aereo, e più precisamente con il volo 828. Basta questo a renderlo un clone di “Lost”, come in molti avevano preannunciato?
Sembrerebbe proprio di no, perché la similitudine si ferma lì (almeno per il momento).

C’è da dire che è quasi impossibile valutare con certezza la qualità di una serie dai quaranta minuti di un pilot. Sono molte le cose che possono andare storte, ma di certo questa premiere ha generato speranze e aspettative notevoli. Devo ammettere che personalmente non rimanevo così colpita da un primo episodio fin dai tempi di “Fringe”.

Ma cos’è che ha reso questo esordio così speciale?

I personaggi. I fratelli Stone riescono fin da subito ad accattivarsi le simpatie dello spettatore. L’animo tormentato di Michaela e la faccia da bravo ragazzo di Ben (al secolo Josh Dallas/Prince Charming) lasciano subito intuire come in entrambi ci sia molto di più della caratterizzazione leggermente bidimensionale mostrata finora.
La sintonia e l’empatia con i protagonisti scattano quindi quasi in automatico, assieme alla voglia pressante di saperne di più, di scavare a fondo nelle loro vite.
Il personaggio di Ben, poi, è incredibilmente umano e mi si è stretto il cuore nelle scene in cui ha cercato, nonostante il comprensibile sconcerto, di riavvicinarsi a Olivia.

Le voci. Fin da subito era chiaro che il mistero della serie non sarebbe stato limitato al mero salto temporale. Quando Michaela ha cominciato a sentire le voci, quindi, non ho potuto fare a meno di lasciarmi sfuggire un “Ah-ah!”.
Il fatto che i personaggi sentano in realtà la loro stessa voce aggiunge poi un altro tocco di mistero. Da parte mia, devo ammettere che dopo un solo episodio ho già la testa piena di folli teorie e improbabili congetture.

L’accenno al governo. Come giustamente ha fatto notare Ben, è impossibile che il governo americano si lasci sfuggire l’occasione di studiare i superstiti del volo. Ora che l’aereo è stato distrutto, è solo questione di tempo prima che le autorità rivolgano i loro sguardi invadenti sui passeggeri.
Personalmente ho molto gradito questo vago accenno di teoria del complotto, complice forse il fatto che il rewatch di “Roswell” mi ha messo dell’umore giusto.

L’entità misteriosa. Gli autori non hanno perso tempo e hanno subito introdotto un accenno a un’entità  mistica responsabile di quanto sta accadendo a Ben e soci. Per quanto al momento gli indizi siano veramente pochi, una cosa almeno è chiara: di qualunque cosa si tratti, lotterà con le unghie e con i denti per tenere nascosti la sua identità e i suoi scopi.

L’unione fa la forza. Nel corso della prima parte dell’episodio, sono rimasta un po’ delusa dal fatto che l’attenzione fosse quasi unicamente focalizzata sui fratelli Stone. Ho apprezzato quindi particolarmente gli ultimi minuti dell’episodio, in cui Michaela ha messo in chiaro che TUTTI i passeggeri del volo avranno in qualche modo un ruolo determinante negli avvenimenti futuri.

Se devo esprimere un giudizio, quindi, per me questo pilot è promosso a pieni voti Continuerò sicuramente a seguire i prossimi episodi e ad arrovellarmi il cervello con ipotesi strampalate. Voi cosa ne avete pensato di questo primo capitolo, siete rimasti presi come me? Fatemelo sapere nei commenti!

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Nata come Elisa, fin da bambina dimostra un’inquietante e insopprimibile attrazione per i telefilm e per il bad boy di turno. Le domeniche della sua infanzia le trascorre sfrecciando con Bo e Luke per le stradine polverose della sperduta contea di Hazzard. Gli anni dell’adolescenza scivolano via fra varie serie, senza incontrarne però nessuna che scateni definitivamente il mostro che dorme dentro di lei. L’irreparabile accade quando un’amica le presta i DVD di Roswell: dieci minuti in compagnia di Michael le bastano per perdersi per sempre. Dal primo amore alla follia il passo è breve: in preda a una frenesia inarrestabile comincia a recuperare titoli su titoli, stagioni su stagioni, passando da “Gilmore Girls” fino ad arrivare a serie culto quali “Friends” ed “ER”. Comedy, drama, musical… nessun genere con lei al sicuro. Al momento sta ancora cercando di superare il lutto per la fine di “Sons of Anarchy”, ma potrebbe forse riuscire a consolarsi con il ritorno di Alec in quel di Broadchurch…

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