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“Mamma Mia 2” promosso o affondato?

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“Mamma Mia 2” promosso o affondato?

So di essere in ritardo clamoroso visto che il film è uscito il 6 settembre, ma ero via per lavoro e ho potuto soddisfare la mia curiosità di vedere quanto questo sequel mi avrebbe delusa (perché that’s what sequels do, non perché sono io a essere prevenuta!) solo ieri. Che dire? Si è in realtà rivelato meglio di quanto avrei creduto! Non all’altezza del primo, ma quello è quasi impossibile per un sequel in generale, e quando si tratta di Mamma Mia! nello specifico (uno dei musical più coinvolgenti degli ultimi anni, tradotto ovviamente in un film altrettanto spumeggiante anche grazie alle azzeccatissime scelte di casting) la missione è ancora più ardua, ma comunque questo Here we go again è riuscito a creare un buon paio d’ore di intrattenimento mescolando abilmente romanticismo, drama, ironia e tutto quello che di buono c’era già nel primo.
Ovviamente la storia non è priva di difetti, e ora vi dico brevemente cosa mi è piaciuto e cosa mi ha lasciata in dubbio:

Casting e “plot twist” – Parto col dire che mi ero solo velocemente informata sul cast ma, per mantenere un po’ di suspense, a parte il teaser trailer di quasi un anno fa non ho visto altro… e per fortuna! Ora che ho visto anche il trailer esteso so che avrebbe rovinato gran parte delle sorprese della trama, che di per sé non è che brilli proprio per originalità quindi vammela pure a spoilerare… In particolare le sequenze del presente: preparazione a un grande evento, tempesta che sembra rovinare i piani, momento di desolazione, lieto fine e grande festa con tutti che ballano, cantano, si divertono e boom, ti piomba lì Cher vestita da Lady Gaga (anche di lei sapevo dal casting, ma almeno non mi sono rovinata la scoperta di Fernando). Idem per la partecipazione di Stellan Skarsgård, Colin Firth e Meryl Streep, citati tra i membri del cast ma che avrebbero potuto tranquillamente rivelarsi solo brevi camei, magari in flashback: l’introduzione di Donna morta un anno prima degli eventi, ad esempio, sembrava lasciare poco spazio a una grande presenza della Streep, e Sophie che spiega come Harry e Bill proprio non hanno potuto liberarsi dagli impegni per presenziare all’inaugurazione dell’albergo sembrava la classica scusa per giustificare il fatto che i due attori non fossero riusciti a far rientrare il progetto nelle loro agende.

Quindi, in definitiva, perfetto caso di come un trailer può creare hype ma, allo stesso tempo, rischiare di rovinarti la visione: la presenza di tutti e tre i papà è stata, così come nel primo film, spesso fonte di momenti di ilarità e di alcune delle scene più divertenti e a volte commoventi del film, e che dire di Donna che divide solo pochi minuti di screentime con sua figlia ma che, attraverso un meraviglioso parallelo nella scena della chiesa, ricrea la stessa atmosfera di “Slipping Through My Fingers”? Ecco, ho di nuovo i lacrimoni… Date 5 minuti di spazio a Meryl Streep e farà sempre e comunque risplendere anche la più insulsa delle scene, mic drop.

Soundtrack – Della colonna sonora made by ABBA c’è poco da commentare, le canzoni sono orecchiabili e diventano quasi virali, esci dal cinema che ancora te le canticchi tra te e te, quindi un successo a prescindere. Sono contenta che in questo sequel/prequel abbiano aggiunto hit del gruppo svedese che non avevano trovato spazio nel primo, in primis “Fernando”, ma anche che abbiano esteso tracce che erano state cantate solo en passant in Mamma Mia! tipo “Waterloo”, che adoro, e “I Have a Dream” (mi è piaciuta questa versione con base musicale dal sapore “grecheggiante”).  All’inizio non ero sicura di come giudicare il fatto che quasi il 50% della soundtrack fosse para para al primo film, quando si sarebbe invece potuto attingere di più al repertorio per variare un po’, ma quando si tratta di classici come, appunto, “Mamma Mia” o “Dancing Queen” capisco che non si sarebbe potuto prescindere dal reinserirle, quindi ok.
E poi, è inutile che provo a fare la difficile: io ero quella in nona fila che ha cantato in sing-along dall’inizio alla fine! Sorry vicini di posto…

Della serie “anche l’occhio vuole la sua parte” – Chiamatemi pure superficiale, ma tra i punti apprezzabili del film per me ci sono anche le scelte dei tre possibili padri da giovani, perché chi non avrebbe fatto la facile se ti capitavano davanti quelli lì?

  

Per un attimo ho pensato che sarebbe stato figo vedere  uno dei membri del clan Skarsgård interpretare Bill da giovane, ma magari Alexander aveva di meglio da fare… e, non me ne vogliano gli altri fratelli, ma non sarebbe stato altrettanto credibile che Donna si invaghisse così al primo colpo di un Gustav qualsiasi… per dire…
A parte gli scherzi, Josh Dylan come affascinante scandinavo avventuroso e con la barca promosso, Hugh Skinner è stato proprio quel mix di adorabile e un po’ goffo che potresti tranquillamente immaginare diventare Harry da grande e Jeremy Irvine come giovane Sam era semplicemente il perfetto tipo per cui perdere immediatamente la testa prima di rimanere fregata.
Parlando del passato, ottime scelte anche per Tanya e Rosie da giovani: io AMO Christine Baranski e Julie Walters e vedrei uno spin-off sui loro personaggi in Mamma Mia! anche subito, ma anche le loro controparti nel passato se la sono cavata egregiamente.

Già che siamo in tema, ho apprezzato la storyline del passato, è il giusto equilibrio di spensierata, divertente e struggente, va a completare la storia che già conoscevamo collegandosi anche ai piccoli dettagli marginali: non ne sentivo il bisogno, ma già che c’è stata proposta l’ho guardata con gusto. E devo ammettere che in questo frangente ci sono state anche sorprese positive per quanto mi riguarda, prima fra tutte:

Lily James – Lo so, sono stupita più io di voi da questa mia affermazione! Non che lei non mi piaccia a prescindere, ma non l’ho mai trovata particolarmente congeniale ai miei gusti come attrice e questo, unito al fatto che non solo avrebbe dovuto interpretare la versione giovane di Meryl Streep (che io letteralmente VENERO) ma anche portare sullo schermo il personaggio di Donna Sheridan (frizzante, un po’ spregiudicata, determinata)… non so, non glielo riuscivo proprio a vedere addosso questo ruolo. Invece se l’è cavata tutto sommato bene, siamo lontani dai fasti di una Amanda Seyfried che sta al musical come la Nutella sul pandoro, ma d’altronde essendo già impegnata nel ruolo di Sophie nel presente sarebbe stato strano vederla anche come Donna da ragazza. Continuo a pensare che ci sarebbero potute essere altre opzioni di casting che non mi avrebbero fatto passare la prima mezz’ora di film con l’orticaria, prima di accettare che la cosa potesse tutto sommato funzionare, ma va bene comunque…
Dal punto di vista canoro, potrei sbagliarmi, ma mi è sembrato di percepire un intervento correttivo. Sono certa che abbia una bellissima voce, ma è uscita fuori come poco naturale… again, magari sono io a essere prevenuta, mi è piaciuta abbastanza (brava anche nella parte coreografica) ma non impeccabile, e calcolando che quasi tutte le canzoni del film le canta lei, almeno in parte… basta Ale, stai ancora pensando alla Streep che canta tutto dal vivo e non in playback, non puoi fare paragoni di questo tipo!

In definitiva promosso perché da un sequel non mi aspetto mai l’eccellenza e questo, perlomeno, non mi ha fatto pentire di aver speso i soldi del biglietto: sicuramente lo rivedrò in dvd e, anche questo, è un buon segno. Voi invece che ne pensate? Spero che nelle oltre due settimane passate dall’uscita non vi siate già stancati di parlarne perché aspetto di leggere i vostri commenti qui sotto.
Intanto mi preparo al prossimo film che andrò a vedere, so per certo che ci sarà Adam Driver, per voi invece cosa c’è in programma?
Fatemi sapere, alla prossima!

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

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