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Luna Nera | Recensione del pilot: delusione o apripista di genere?

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Luna Nera | Recensione del pilot: delusione o apripista di genere?

A qualche giorni dal rilascio dell’intera serie su Netflix, ho deciso anch’io di lanciarmi nella visione di Luna Nera, il cui trailer mi aveva molto incuriosita qualche mese fa.

Avevo deciso di mettere questa serie in lista per innumerevoli motivi, non ultimo il fatto che fosse una produzione originale Netflix interamente italiana dedicata a un genere finora alquanto inedito a casa nostra, ovvero il fantasy. Il trailer sembrava promettere una trama intrigante ed effetti speciali quasi all’altezza di una produzione d’oltreoceano, che non ci avrebbero fatto sorridere a un goffo tentativo di emulazione senza averne davvero i mezzi.
Conclusa la visione del primo episodio, sono seriamente in bilico se proseguire con la visione (dopotutto si tratta di soli sei episodi) o se arrendermi qui. Ecco i motivi…

LUNA NERA: NOTE STONATE

Il problema di Luna Nera è, come spesso accade con le produzioni nostrane, un vago senso di superficialità in ambiti come la sceneggiatura e, in questo caso in particolare, il cast. Tolte alcune notevoli eccezioni (le streghe che accolgono Ade nella città segreta nel cuore della foresta), per il resto i protagonisti faticano a farsi apprezzare dal mio orecchio per via di una recitazione quando sottotono e quando invece eccessivamente teatrale per il medium televisivo. La stessa protagonista, per quanto brava, non è riuscita a trasmettermi empatia in questo primo episodio. Forse per via del fatto che a questo punto della storia la ragazza è ancora agli albori del suo percorso di accettazione della sua vera natura… si presume che sarà nei prossimi episodi che affronterà un cammino di crescita che la farà maturare e raggiungere un certo spessore espressivo, ma al momento per me manca ancora quella connessione.
Pervenuta meno di zero invece questa apparente scintilla di passione tra la giovane e Pietro, quello che immagino sarà il principale personaggio maschile: di per sé una figura interessante questo ragazzo dedito allo studio scientifico per abbattere le superstizioni dell’epoca, ma l’interprete sembra mancare di quel quid in più che lo potrebbe rendere un personaggio perfettamente tridimensionale.
Al momento, quindi, ciò che sembra puntare verso una sottotrama romantica della storia è una serie di incontri fortuiti di mezzo minuto ciascuno, con poco approfondimento e la netta sensazione che, nonostante ciò, si darà alla storia d’amore più spazio di quello che potrebbe interessare agli spettatori… potrei sbagliarmi eh, è solo una sensazione.

MANCANZA DI CONTESTO SPECIFICO

Tornando alla recitazione, confesso qui di aver fatto una cosa inaudita: dopo circa cinque minuti di puntata sono dovuta intervenire sull’audio e sono passata alla versione doppiata in inglese per disperazione. Ciò mi porta a un paio di valutazioni random: innanzitutto, devo dire che questi doppiatori inglesi proprio pessimi non sono; secondo, la visione così si è resa quasi più fluida rispetto a prima (la colonna sonora in inglese ha aiutato a non far sentire uno stacco troppo netto con i dialoghi). Mi sono chiesta per un po’ se questa percezione fosse da considerare un pro o un contro di Luna Nera, e alla fine mi sono risposta che un contesto narrativo indistinto tanto positivo non possa essere: l’audio in inglese non disturba eccessivamente perché, tolti i nomi italiani dei personaggi (ma anche quelli, essendo piuttosto “arcaici”, non suonano comunque eccessivamente fuori posto in uno show ambientato secoli fa), alla storia non viene dato immediatamente un contorno ben delineato. Uno dei primi cambi di location ci mostra uno scorcio di Roma antica, con vista di Castel Sant’Angelo e, visibile e perfettamente integra in lontananza, la Cupola di San Pietro… il che, a meno che non ci troviamo ne I Tudor [historical accuracy nazi mode: ON], farebbe presupporre un periodo successivo al Cinquecento. Veniamo quindi trasportati in una pseudo-aula di studio in cui degli allievi vengono invitati a esaminare un cadavere e a dedurre se sia stata una malattia o un “maleficio” a uccidere l’uomo. Il discorso che ne segue fa intuire un contesto storico proto-Illuminista, quindi si fa strada l’idea di trovarsi poco prima del Settecento. Come prova del nove verifico con una sinossi del libro da cui è tratta la serie, che in effetti mi conferma che ci troviamo nei dintorni di Roma nel Seicento.
Ora, la mia piccola obiezione è questa: quanto poteva costare mettere una minuscola indicazione di tempo e luogo in sovrimpressione? Potrebbe sembrare una piccolezza ma credo che l’inquadramento storico-culturale di un prodotto di questo tipo sia importante: Roma, centro del Cattolicesimo, in epoca di oscurantismo… con la stregoneria come tema centrale della serie trovo che dare subito un’indicazione di questo tipo allo spettatore sia anche importante per settare le aspettative sul tono della storia, su che tipo di intrighi e giochi di potere possiamo aspettarci, quali sono le convinzioni dominanti dell’epoca ecc. (a meno che, certo, non si punti in una direzione del tutto diversa…).
Invece, tolto lo scorcio teverino, per gran parte dell’episodio ci si sente come se la storia avrebbe potuto essere ambientata un po’ ovunque.

LUNA NERA: LATI POSITIVI

Detto questo, la regia e la fotografia sono davvero ben fatte (sottolineo, in un periodo di critica per una generale mancanza di varietà di genere nelle nomination più tecniche a premi internazionali di lustro come Oscar e Golden Globe, che in Luna Nera questi reparti sono in mano a una squadra di talento quasi interamente al femminile). Ho inoltre apprezzato le location e i costumi, e l’attenzione alla credibilità degli effetti speciali sembra rispecchiare quanto promesso dal trailer.
Ciò che però ancora manca, per quanto mi riguarda, è un coinvolgimento più profondo, quello che potrebbe spingermi a dire “sì, voglio saperne di più”. Purtroppo si percepisce un senso di frettolosità e, come anticipato a inizio articolo, quasi di superficialità nella scrittura.

Magari è presto per dirlo, ma al di là di un generale senso di delusione per un inizio al di sotto delle aspettative, una parte di me non può che ribadire quanto già affermato in occasione dell’uscita de I Medici, con conseguenti critiche piovute da tutti i fronti per questo o quel difetto: è bene evidenziare ciò che può essere migliorato, perché è giusto voler puntare a una qualità che rifletta quella a cui siamo abituati con produzioni internazionali, ma dall’altro lato non me la sento neanche di stroncare per partito preso un prodotto che, si spera, possa essere un apripista per altri dello stesso genere, al momento latitante nei palinsesti italiani.

 

Quanti di voi hanno già visto il pilot di Luna Nera, o magari ne hanno già ultimato la visione? Avete pareri simili o la pensate diversamente, quali sono per voi i meriti e demeriti di questa serie? Aspetto di leggere le vostre opinioni qui sotto nei commenti (data la natura dell’articolo invito comunque a segnalare lo spoiler qualora si menzionino fatti da episodi successivi al primo).
Alla prossima!

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

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