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Lucifer | Recensione 1×13 – Take Me Back To Hell [SEASON FINALE]

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Lucifer | Recensione 1×13 – Take Me Back To Hell [SEASON FINALE]

Ed è finita così, in un cliffhanger pesantissimo ma non emotivamente devastante per i nostri poveri cuori già messi duramente alla prova – grazie autori – che è seguito a quaranta minuti di episodio che in compenso non ci hanno lasciato respirare nemmeno per un breve, brevissimo, secondo.

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Questo season finale si è aperto in piena azione, riprendendo nell’esatto secondo in cui era terminato #TeamLucifer, con il nostro Lucifer accusato di omicidio e Chloe (con mezzo dipartimento di polizia alle spalle) che gli punta una pistola contro. E il dolore è lì, è immediatamente palpabile e ci prende subito a pugni nello stomaco, e non sono passati nemmeno venti secondi dall’inizio della puntata. È lì negli occhi di Lucifer che si sente tradito da Chloe, ferito dal fatto che lei possa crederlo seriamente capace di un atto come l’omicidio insensato di un falso predicatore che per quanto possa averlo irritato era comunque ininfluente nella sua vita, ferito dal fatto che lei – proprio lei – possa ritenerlo la personificazione del male come già tutto il resto del genere umano fa. E Chloe, Chloe che sa che Lucifer è innocente, lo sa nel profondo, ma di fronte all’evidenza non ha alternativa che puntargli quella pistola contro e cercare di trascinarlo illeso in centrale, sperando nel mentre di riuscire a scagionarlo in qualche maniera. Lucifer però non lo sa, non lo capisce, vede solo l’arma puntata al suo petto e quella che era diventata la sua più cara amica e molto, molto, molto di più, rivoltarglisi contro e qualcosa dentro di lui si spezza. Si spezza al punto da implorare Amenadiel di riportarlo all’Inferno dal quale è scappato, perché preferisce tornare a condurre una vita che non gli appartiene e che odia piuttosto di dover sopportare il dolore causatogli dal fatto che Chloe apparentemente non creda più in lui. A lei dice che l’unica cosa che conta è ciò che lei crede, ad Amenadiel dice che non ha più motivo per rimanere sulla Terra. E tutto perché il suo motivo era diventato Chloe e no, non c’era più niente di scientifico nel suo interesse per lei.

Okay, facciamo un respiro profondo e ricomponiamoci. Riprendiamoci da questa sequenza di apertura che da sola è valsa un’intera stagione, facciamo gli ormai soliti applausi a Tom Ellis e respiriamo. Ci sono state tantissime dinamiche diverse in questo episodio, dinamiche che hanno portato i rapporti fra i nostri personaggi a evolversi in fretta ma non con quella fretta di chi vuole arrivare a un certo punto entro fine episodio a tutti i costi, bensì con la fretta naturale che scaturisce dal percorso fatto da tutti quanti in questi tredici episodi. Abbiamo avuto una sorta di riconciliazione fra Lucifer e Amenadiel, che decidono di unire le proprie forze perché nonostante le loro differenze, nonostante vengano dai due poli opposti dell’aldilà e abbiano due visioni diametralmente differenti del mondo, nonostante abbiano cercato di uccidersi a vicenda, alla fine della giornata rimangono comunque fratelli e come tali bisticciano, si prendono a botte, si fanno male sia verbalmente che fisicamente, ma sono lì pronti a esserci l’uno per l’altro quando entrambi finiscono per toccare il fondo. Abbiamo visto Maze e Amenadiel avvicinarsi tantissimo, lei che ha sacrificato la sua ultima speranza di poter tornare all’Inferno per salvare l’angelo da morte certa, perché in fondo il loro fare team uniti dal comune proposito di riportare Lucifer a casa, ha finito con il farli diventare molto più che un semplice angelo e demone che si usano a vicenda. Abbiamo visto perfino Douche perdere l’appellativo di Douche per riconquistare il proprio nome completo – che per la cronaca è Daniel Espinoza – perché finalmente dopo tutti i fatti a cui ha assistito è riuscito a capire che c’è molto di più che un semplice “personaggio” dietro a Lucifer e che è arrivato il momento di fare la cosa giusta e rimettere tutti i tasselli del puzzle al proprio posto. Abbiamo visto perfino Maze e Chloe lavorare spalla a spalla, perché nonostante siano divise dalla profonda gelosia che provano l’una dei confronti dell’altra, sono comunque unite dalle diverse sfumature di amore che provano per Lucifer.

Non che ci siano mai stati momenti morti o noiosi in questi tredici episodi, ma a questo giro sono riusciti a superare se stessi, tutti quanti – nuovamente, aggiungerei. Senza mai perdere la sua struttura fatta a casi della settimana, questa volta il caso in questione è diventato prima Lucifer stesso, poi Chloe con il rapimento di Trixie, mostrandoci prima la caccia a Malcolm per scagionare Lucifer e poi la caccia a Malcolm per salvare Trixie. E questa doppia caccia alla stessa persona è stata svolta in maniera da mostrarci in modo più che mai evidente quanto i due ci tengano l’uno all’altra.

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Chloe che deve dimostrare la colpevolezza di Malcolm per dimostrare a Lucifer che non ha mai smesso di credere in lui, ma che prima ancora di fare ciò vuole trovare Lucifer per dirglielo apertamente – Lucifer thinks I abandoned him, I have to find him – mentre Lucifer deve trovare Malcolm e deve tenerlo alla larga da Chloe e da Trixie perché non esiste che una delle due si possa far male, non nel suo mondo. È così che va consapevolmente incontro alla propria morte, che si becca una pallottola in pieno petto e muore perché Chloe è lì presente e quindi lui è vulnerabile. È così che si ritrova ad invocare daddy dearest e a promettergli che si sottometterà a lui e al suo volere, smettendo di fare l’angelo caduto ribelle e smettendo di scappare dal proprio destino, il tutto in cambio dell’incolumità di Chloe. Lucifer compie il sacrificio supremo – la propria vita e la propria libertà – per salvare Chloe, per essere sicuro che non debba soffrire, che non si faccia male, che possa essere felice. Non gli importa cosa succederà a lui e cosa la sua promessa potrebbe implicare, l’unica cosa di cui vuole essere sicuro è che Chloe esca da quella faccenda illesa. E adesso ditemi, come possiamo non pensare che questo sia AMORE, con tutte le lettere maiuscole? Lucifer ama Chloe, e Chloe ama Lucifer, e l’abbiamo ripetuto fino all’esasperazione e non è mai stato più reale e palese di ora.

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Magari pensavamo che la loro relazione avrebbe fatto dei passi concreti entro il season finale – io quantomeno – o che lei avrebbe aperto gli occhi sulla natura di Lucifer – e santissimo cielo, come si può essere così ciechi?! Perfino Daniel Douche Espinoza ci è praticamente arrivato! – ma sapete cosa vi dico? Sono contenta che dopo tredici episodi non si sia ancora arrivati a quel punto. Questo sarebbe stato fare le cose di fretta, usare quella fretta di arrivare alla meta di cui parlavo prima e di cui sono grata agli autori di non aver mai fatto uso. Un giorno, magari nel corso della prossima stagione, forse avremo un episodio da cardiopalma come questo, in cui tutto si risolverà in fretta ma di una fretta giusta, di quella fretta di quando realizzi cose che hai avuto di fronte agli occhi per mesi e devi agire. E sarà bellissimo.

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E infine abbiamo avuto il cliffhanger finale, quello che ci ha lasciati sì destabilizzati, ma non al punto da volerci strappare il cuore dalla gabbia toracica, almeno questo. Nel breve lasso di tempo in cui Lucifer è rimasto morto è tornato all’Inferno, e qui non solo abbiamo avuto per la prima volta un piccolo assaggio di ciò che questo Inferno potrebbe essere, ma abbiamo anche scoperto che qualcuno è riuscito a spezzare le proprie catene e a scappare. Nulla di preoccupante a prima vista, nemmeno Amenadiel con il suo perenne sguardo corrucciato sembra dare particolarmente peso alla notizia, non fino a quando non si rende conto che Lucifer ha paura. Non la paura umana che aveva di perdere Chloe, ma una sorta di paura primordiale, paura di qualcosa di molto più grande di lui e anche di Amenadiel. È così che scopriamo che a essere evasa dalla sua prigione infernale è stata Mom, e che daddy dearest vuole che Lucifer la ritrovi e la riporti alla sua prigione. Mom che sappiamo tutti essere Lilith, e insomma, abbiamo visto abbastanza telefilm sovrannaturali e letto abbastanza storie e scavato quanto basta nella mitologia religiosa per sapere che Lilith è decisamente bad news. Quindi ci ritroviamo con una seconda stagione la cui produzione non è nemmeno iniziata, e già le aspettative sono alle stelle – perché vedremo Lucifer (e Amenadiel), alle prese con mommy dearest, senza contare tutte le storyline lasciate in sospeso e che non aspettano altro che vedere scritti interi capitoli infiniti su di loro, e sì, sto parlando proprio dei Chlucifer.

Inutile dire che ho goduto tantissimo quando Malcolm ha finalmente incontrato la propria fine e ovviamente non posso non fare la mia solita menzione speciale a Trixie che non ama Malcolm perché, come al solito, Trixie knows.

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E alla nostra amica Linda-la-psicologa che ci ha regalato l’unico momento “leggero” dell’episodio quando si è resa conto che Amenadiel non solo non è uno psicologo, ma ha le stesse manie “metaforiche” del “fratello” Lucifer, e che i due già sono ingestibili presi singolarmente, figurarsi presi in coppia seduti sul suo divano.

A me non resta altro da fare che scrivere una volta di più quanto sia da ammirare l’interpretazione magistrale di Tom Ellis, nonché la perfezione del lavoro svolto dagli autori, io sono davvero senza parole. La meraviglia. E ovviamente ci tengo tantissimo a ringraziare Telefilm Addicted per l’opportunità di recensire questa serie che si è rivelata fantastica, e tutti quanti voi che mi avete fatto compagnia settimana dopo settimana. Grazie di cuore!

-Elsa

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

4 COMMENTS

  1. Bella recensione, serie bella e intrigante anche se a prima lettura non lo si direbbe..Il diavolo in vacanza a LA..ma daii, invece è una delle serie che grazie agli italici subber guardo non appena escono, grazie, siete magnifici!!!
    Peccato per le 13 puntate, striminzite, un bel 24 li avrebbe meritati tutti.
    E lei è una gran bella ragazza, era bellossissima 😉 in Hawaii five e qui ancora di più :)..lui non mi interessa mica tanto :), magari alle gentil donzelle si ehehehe 🙂
    Ci si risente tra otto nove mesi

    • grazie per il commento 🙂

      Sì sarebbe stato bellissimo avere una serie intera da 23/24 episodi invece che 13, anche perché gli spunti narrativi c’erano tutti per non annoiare mai! Magari chissà, da qui all’anno prossimo decidono di cambiare il format della serie e allungarla, non sarebbe la prima volta 😛 *incrocia le dita*

  2. Bravissima ChelseaH! Anche stavolta cogli nel segno… Io non sono sicurissima che chloe abbia capito di essere già innamorata di luci..lo vede con occhi diversi ma ancora è coinvolta da Dan.. Per il resto ho adorato amenadiel e maze.. E amenadiel e luci.. Insieme faranno scintille, tutti e tre insieme!
    Ci vediamo per la season 2!

    • Sì, può essere che Chloe non sia ancora consapevole dei propri sentimenti, spero se ne renda conto presto xD (che poi “presto”… dobbiamo aspettare un’eternità noi SIGH).

      Grazie per il commento cara <3

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