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Lucifer | Recensione 1×11 – St. Lucifer

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Lucifer | Recensione 1×11 – St. Lucifer

“Did we ever…?”

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Sì, sì, sì, sì, sììììììì.
No, invece no.
Umpft, onestamente non so se essere fiera di Lucy per il suo immenso autocontrollo, o se avercela con lui per aver sprecato l’occasione della vita – proprio della vita magari no, della stagione corrente diciamo?! (a proposito, AVETE SENTITO CHE IL NOSTRO SHOW PREFERITO È STATO RINNOVATO?) Dopo attenta analisi – in fondo grazie alla pausa ho avuto ben due settimane per rimuginarci sopra – penso di provare orgoglio nei confronti di Lucifer, lui che più di chiunque altro sa quanto sia facile cedere alla tentazione costituita dai propri desideri più nascosti – anche se in questo caso non è che lo siano poi tanto, nascosti dico – è riuscito a contenersi, a fermarsi, ad avere Chloe nuda nel suo letto e a non sfiorarla nemmeno con un dito. Sarebbe stato facile, sarebbe stato liberatorio (per noi spettatori sicuramente), sarebbe stato tante cose… fra cui una scelta terribilmente sbagliata. Si sarebbe creato imbarazzo fra di loro perché non era il momento giusto, non c’erano le motivazioni giuste e in più entrambi devono ancora fare chiarezza dentro di loro e insomma, sarebbero finiti con l’allontanarsi e con il distruggere tutto ciò che sono riusciti a costruire finora. Quindi sì, anche se mi sono ritrovata ad urlare un sonoro no allo schermo incolpevole del mio povero computer, in realtà sono felice che le cose siano andate così. Credo.

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Sicuramente Chloe lo è, e a quanto pare lo è anche Lucifer che sembra averla presa piuttosto con filosofia – forse consapevole del fatto che è stata una sua scelta quella di osservare la castità per una volta nella sua vita, e portando a casa la piccola vittoria costituita dal fatto che nel momento del bisogno è da lui che Chloe è corsa senza pensarci due volte. Ma ecco che dal letto di Lucifer veniamo catapultati direttamente su una scena del crimine e nel mezzo del caso della settimana, che tratta dell’omicidio di un ex giocatore NBA che ha lasciato un passato turbolento alle proprie spalle e si è dato alla filantropia.
“Bad boy turned good, interesting”, riflette Lucifer che improvvisamente si trasforma da diavolo custode di Chloe a persona che vuole fare di tutto per aiutare il prossimo, ma sappiamo bene tutti cosa accade quando ci si sforza troppo ad essere qualcosa che non si è. La riflessione in questo caso verte su come Lucifer si senta comunque attirato dal lato buono della cosa, come si senta stuzzicato dall’idea di fare del bene, di trasformarsi da custode degli inferi a benefattore del prossimo – o di chiunque gli capiti a tiro, arrivando perfino a donare il proprio completo firmato Prada a uno dei sospettati. È in questo suo perseguire il bene a tutti i costi che perde di vista l’obiettivo – ovvero trovare l’assassino – e questo ci consente di assistere a una dinamica fra lui e Chloe del tutto nuova. Fare il buon samaritano, trasformarsi in St. Lucifer – come lo rinomina Chloe – lo porta non solo a perdere di vista il paglione con il bersaglio attaccato sopra, ma anche a lasciare Chloe abbandonata a se stessa nell’indagine perché troppo preoccupato a trovare modi sempre diversi per poter fare del bene. Ma goodness isn’t a toy, e sorprendentemente questa nuova versione di Lucifer a Chloe non piace.

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Perché? Perché un personaggio come Chloe, votato alla giustizia e che finora si è sempre opposto e ha sempre criticato i modi poco ortodossi di fare di Lucifer, non apprezza questa sua improvvisa vocazione al bene? Semplice, perché quello non è Lucifer. E Chloe sa che il vero Lucifer non è esattamente un esempio di moralità e bontà, ma sa anche che quel Lucifer a modo suo è onesto e sincero come poche altre persone al mondo. Cosa più importante, sa che quel Lucifer non è disposto a fermarsi di fronte a nulla pur di arrivare alla verità e alla stessa maniera sa che su quel Lucifer può contare sempre e comunque. E glielo dice, gli rinfaccia questo suo cambiamento all’apparenza positivo urlandogli contro la propria rabbia per il fatto che quell’altro Lucifer, quello sconsiderato e con una visione completamente personale e assolutamente opinabile del giusto e sbagliato, non l’avrebbe mai piantata in asso per sorseggiare champagne a una serata di beneficienza indetta proprio al Lux con la collaborazione di colei che alla fine si rivelerà essere la colpevole.

Ancora più interessante, è vedere come Chloe – improvvisamente rimasta orfana del suo braccio destro infernale, decida di adottare la tecnica di Lucifer per arrivare alla verità, ovvero quella di andare a setacciare fra i desideri più nascosti dell’animo umano per capire con chi ha a che fare. Per un attimo i ruoli si invertono, con Chloe che risolve il caso da sola ma alla maniera di Lucifer, e Lucifer che in un attacco di ingenuità si fa invece raggirare – arrivando perfino a farsi sparare contro – dalla colpevole dell’omicidio.

Arriviamo così alla doppia rivelazione – perché non sarebbe un episodio di Lucifer senza la nostra dose di rivelazioni a fine episodio – in cui vediamo che questo allontanamento temporaneo dei due ha portato entrambi a realizzare che sì, hanno bisogno l’una dell’altro e viceversa per rimanere sui binari giusti, ma che sono anche uno il tallone d’Achille dell’altra e viceversa.

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Chloe arriva a fine episodio sollevata che non sia successo nulla fra lei e Lucifer perché ha realizzato che il loro rapporto va ben oltre l’aspetto lavorativo ma va anche ben oltre – molto oltre – quello sessuale. “You make me vulnerable”, gli dice ed è meraviglioso. È una dichiarazione potente quanto il rifiuto di lui nell’episodio precedente (OH GOD), il sentirsi vulnerabile quando lui è nei paraggi e allo stesso tempo sentire questo legame che va oltre, che non è definibile o che forse lo è fin troppo ma definirlo complicherebbe ulteriormente le cose. E Lucifer ha la conferma di ciò che avevamo già ipotizzato tempo fa, ovvero che lui sanguina solo in sua presenza. Quando lei gli ha sparato lui si è fatto male, ma quando la vedova/assassina gli ha puntato una pistola contro scaricandogli addosso un intero caricatore – e Chloe era ben lontana – lui si è rialzato senza nemmeno un graffio. Per poi sanguinare copiosamente per un semplice taglio auto inflitto in presenza di lei per provare questa sua nuova teoria. Ebbene sì, Lucifer è davvero vulnerabile – fisicamente vulnerabile – quando Chloe è presente.

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Ma come mai? Perché Chloe è speciale? È per via dei sentimenti che prova nei suoi confronti? O c’è davvero lo zampino di daddy dearest dietro? E se Chloe fosse stata mandata davvero da daddy dearest per fargli una sorta di dispetto – come lui stesso aveva ironicamente ipotizzato a inizio stagione, dopo aver scoperto l’immunità della donna ai suoi poteri – e poi qualcosa fosse andato storto e i due si fossero avvicinati più di quanto Dio avesse potuto prevedere? Sono domande che giunti a questo punto dobbiamo farci e a cui (probabilmente) avremo una risposta entro il finale di stagione.

In tutto questo, scopriamo che Detective Douche è ancora vivo e vegeto e che Malcolm sta progettando di far ricadere su di lui la colpa per l’omicidio che si appresta a compiere. E qui mi è partita spontanea una riflessione, sì un’altra. Malcolm è stato all’inferno – letteralmente parlando – e lo racconta apertamente a Dan che qualche ora dopo vede Lucifer rialzarsi illeso dopo che una scarica di proiettili gli si è abbattuta in pieno petto. Ora, eccovi il mio quesito: e se Douche arrivasse alla verità prima di Chloe? Se capisse chi è Lucifer, se iniziasse a credere veramente che si tratta proprio di quel Lucifer? Penso che sarebbe uno spunto interessantissimo, in grado di dare uno sviluppo del tutto nuovo alla vicenda, nonché un senso al suo personaggio (finalmente). Personalmente, non credo che Lucifer si renda pienamente conto delle ripercussioni che la verità potrebbe avere sul suo rapporto con Chloe. Del resto, ricordiamo tutti lo sguardo dipinto sul volto della detective quando era arrivata a sparargli perché doveva sapere, doveva avere la conferma che quello che si era permessa di pensare per un piccolissimo lasso di tempo – ovvero che Lucifer potesse essere ciò che in realtà è – non fosse vero, e ricordiamo altrettanto bene il sollievo alla vista del sangue che aveva preso a colare dalla ferita, vivida testimonianza del fatto che lui fosse fatto di carne e ossa esattamente come lei. Quindi, cosa comporterebbe un Douche che scopre la verità? E insomma, okay che fa Douche di soprannome per un motivo, ma non può essere così stupido da non iniziare a farsi domande serie dopo ciò che ha visto a sto giro. E come reagirebbe? Correrebbe a raccontarlo a Chloe oppure si formerebbe una strana e improbabile alleanza fra lui e Lucifer? E in caso, Chloe sarebbe disposta a credere a lui, dopo che per tutto questo tempo ha evitato di prendere atto di ciò aveva proprio di fronte agli occhi? E come reagirebbe Chloe di fronte alla realtà di ciò che è Lucifer? E qui sottolineo di nuovo che in questo particolare episodio abbiamo scoperto che lei preferisce la versione the devilSt. Lucifer, perché più vera.

Il punto è che ci troviamo in una situazione un po’ atipica, il contrario di quello a cui siamo abituati nelle serie canoniche. Prendiamo i vari Oliver Queen, Clark Kent e compagnia bella, che fanno di tutto per tenere nascosta la propria identità segreta che però nel giro di una manciata di stagioni diventa letteralmente e inesorabilmente dominio praticamente del mondo. Lucifer invece no, Lucifer va in giro a sbandierare la verità sulla propria identità ai quattro venti, niente maschere, niente sintetizzatori vocali, niente sotterfugi. Lui, il diavolo che veste Prada e che si presenta come tale, non si fa problemi a mostrarsi per ciò che è realmente eppure paradossalmente è proprio per questo che nessuno è disposto a dare credito a ciò che dice. Non Chloe, non Linda-la-psicologa (che anche stavolta è stata relegata a mera comparsa, e un po’ mi dispiace), non Douche – almeno fino ad ora. Staremo a vedere.

In questo episodio abbiamo anche visto che Lucifer si è separato dalla sua preziosa moneta, e anche il fatto che l’abbia data a Malcolm sicuramente avrà conseguenze che vedremo da qui al finale di stagione, visto che ora il potere di entrare e uscire dall’inferno a piacimento si trova nelle mani di un soggettone come lui. Un altro punto molto interessante, è che Lucifer abbia deciso di ricominciare a parlare a Maze proprio dopo aver sperimentato che la filantropia forzata non fa per lui, mostrando una sorta di affetto sincero nei confronti della demone, la cui caratterizzazione però continua a non convincermi particolarmente. Diciamo che se dovessi trovare un anello debole nel lavoro svolto dagli autori di questa serie, questo sarebbe Maze, ancor più dell’inutilità di Dan (che quantomeno ha un proprio percorso da seguire). E pensare che nello scorso episodio mi aveva lasciato intravedere uno spiraglio di luce, una sorta di abbozzo di storyline – Maze alla scoperta dell’umanità – che avrebbe potuto rivelarsi estremamente bello da vedere.

Infine una menzione speciale a Tom Ellis che torna a fare il canterino e a deliziarci tutti quanti, nella cornice di questo pranzo di beneficienza con una tavolata che sembra essere stata imbandita da Victoria Grayson in persona, pace all’anima sua.

Vi lascio con il promo del prossimo episodio,”#TeamLucifer” , e con l’aspettativa alle stelle per ciò che ci riserverà l’amico Lucy nelle prossime due settimane!

-Elsa

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

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