
“Il diavolo messo a nudo” potrebbe benissimo essere il sottotitolo della quarta stagione di Lucifer, approdata mercoledì scorso su Netflix. Leggendo le recensioni prive di spoiler di chi ha avuto la fortuna di vedere questi dieci episodi in anteprima, mi ero un po’ preoccupata visto che i commenti non erano proprio del tutto entusiasti – e considerando il fatto che la terza stagione aveva avuto degli alti e bassi – ma sono felicissima di poter dire di aver assolutamente ADORATO ogni singolo momento di ogni singolo episodio. Sto cercando di trovare qualche elemento che mi abbia lasciato con l’amaro in bocca, giusto per donare un po’ di pepe all’articolo, ma non riesco a trovare nulla. Ci sono stati dei momenti in cui ho pensato che si fossero persi dei pezzi per strada, ma poi tempo un episodio e risolvevano ogni mio dilemma con una scrittura ineccepibile per la quale io davvero, mi inchino al cospetto degli sceneggiatori.
Ma quali sono stati i punti di forza maggiori di questa nuova stagione?
- Il diavolo messo a nudo è stato il tema portante, perché non solo abbiamo avuto modo di ammirare le grazie di Lucifer – e di Tom Ellis – più e più volte nel corso della stagione, ma per la prima volta abbiamo potuto osservare il suo vero aspetto nella sua integrità, nonché fare un viaggio profondissimo nella sua psiche. Ora sappiamo che Lucifer odia se stesso, che non riesce a perdonarsi per tutto ciò che volente o nolente è stato costretto a fare e a diventare, che sente di dover essere punito più di tutti quelli che lui stesso ha dovuto punire e che la sola e unica cosa a cui ambisce è l’accettazione da parte degli altri per ciò che davvero è. Okay, voi mi direte che sono più o meno cose che sapevamo già, ma non le avevamo mai viste con una tale intensità, non avevamo mai visto Lucifer osservarsi e odiarsi così tanto, non essere in grado di accettarsi con una tale e dolorosa forza. Era sempre stata colpa di daddy dearest, ma stavolta no, ora si guarda allo specchio e non incolpa più paparino – o quantomeno non incolpa più solo lui – della propria condizione, incolpa anche e soprattutto se stesso. Decide in maniera consapevole e definitiva di non voler essere quella persona, di non voler essere cattivo, di non voler più avere niente a che fare con ciò che era.
- Parliamo di Chloe, parliamo della sua reazione di fronte alla scoperta della vera identità di Lucifer, parliamo della maniera così realistica con la quale ha affrontato il tutto. Scappa, e la possiamo capire. Decide che deve mettere da parte i propri sentimenti per Lucifer per il bene dell’umanità, e la possiamo capire. Si rende conto che non importa quale sia il volto di Lucifer, lui non è cattivo, non c’è motivo di doverlo rimandare all’inferno, e la capiamo a facciamo tutti il tifo per lei. Gli urla contro piangendo che sa benissimo che lui non è malvagio, ma allo stesso tempo non sa se sia in grado di accettare proprio tutto di lui e anche qui, la capiamo.
Arriva a tanto così dal perdere Lucifer per sempre e prende consapevolezza del fatto che non importa chi lui sia o quale sia la sua vera forma o quali le sue origini, non importa perché lui è sempre stato sincero con lei e non le si è mai mostrato per ciò che non è. Si rende conto di conoscerlo e di non aver paura di lui, di non aver nulla da temere, di amarlo e di voler solo stare con lui, e siamo tutti in piedi sul divano a piangere con lei mentre lo supplica di non andarsene. Potevano rovinare completamente lo show maneggiando le reazioni di Chloe e invece non hanno sbagliato una singola scena. - Il percorso di Amenadiel mi ha ricordato moltissimo quello di Castiel in Supernatural, e credo basti questo per dirvi quanto io abbia amato la sua evoluzione. Anche qui, proprio come con Chloe, non hanno sbagliato un colpo. Accetta finalmente le imperfezioni dell’umanità, per poi ricredersi quando tocca con mano tutta l’ingiustizia di cui è permeato il mondo, salvo poi ricredersi nuovamente quando Linda gli dona Charlie e lui capisce che sì, la Terra è piena di pericoli e malintenzionati ma c’è anche del bene ed è proprio per preservare questo bene che lui non può né andarsene, né privare una madre del proprio figlio, né crescere detto figlio nella Silver City.
- Anche gli altri personaggi sono stati tutti solidissimi: Linda, Ella, Maze e Douche, anche se hanno avuto un ruolo molto più marginale rispetto alle stagioni passate, hanno intrapreso ognuno un proprio percorso narrativo senza mezzo difetto. In particolare ho amato Maze che deve fare i conti con il proprio bisogno di dare e ricevere affetto, e il percorso verso il ritrovamento della fede intrapreso da Ella.
Poi c’è Eve, Eve che è stata superlativa.
Un altro casting perfetto e un personaggio che pur non essendo propriamente uno dei buoni nel senso più stretto del termine, si è comunque rivelato impossibile da non amare – esattamente come Charlotte – e soprattutto riesce a incarnare la quintessenza dell’essere umano “tipo”, piena, strapiena, strabordante di ogni sfumatura di umanità, positiva o negativa che sia, lei che è stata la peccatrice originale.
Dicevo all’inizio che qua e là mi è venuto il dubbio che si fossero persi dei pezzi per strada: ad esempio mi ha lasciata inizialmente perplessa l’alleanza di Chloe con Padre Kinley, ma poi è stata spiegata benissimo. Mi sembrava avessero dimenticato tutta la storia delle ali e neanche il tempo di formulare il pensiero che tac, Lucifer ammette di non aver più avuto il coraggio di controllarle e scopriamo il loro nuovo aspetto. Dan mi pareva uno psicolabile e invece stava solo cercando di trovare una maniera per processare il dolore provocatogli dalla morte di Charlotte.
Ma il vero e più grande punto di forza di questa stagione, è stato lo stesso di tutta la serie finora: l’incredibile interpretazione di Tom Ellis che è riuscito a cucirsi addosso questo personaggio come se fosse una seconda pelle. È stato lui a fare in modo che Lucifer, il diavolo, fosse messo a nudo. Bastava che gli diventassero lucidi gli occhi perché i miei iniziassero a lacrimare come se fosse appena stata aperta una diga e ripeto quello che credo di aver ripetuto fino all’esaurimento recensendo questa serie: è stato il casting più azzeccato nell’intero palinsesto televisivo americano degli ultimi anni. Senza di lui sarebbe una serie carina, ben recitata, con del potenziale, anche ben scritta, ma nulla di particolarmente eclatante. Con lui diventa pura poesia, quasi inarrivabile nel suo genere.
A voi è piaciuta questa quarta stagione? C’è anche da dire che la formula in dieci episodi è stata vincente, perché ha permesso di sviluppare una trama orizzontale solidissima e senza nemmeno un punto morto, pur mantenendo lo schema del caso della settimana e senza privarci di quel sarcasmo luciferino che abbiamo imparato ad amare fin dal pilot. A differenza della terza stagione in cui molto materiale poteva essere tranquillamente eliminato, qui non c’è stata una sola scena di troppo, un solo dialogo messo lì giusto per occupare pellicola, un solo momento di noia. Hanno fatto proprio un ottimo lavoro stavolta, e il finale lascia presumere che ci sarà una quinta stagione, il che non può che rendermi ulteriormente felice!
Vi saluto dicendovi che nei prossimi giorni arriverà l’articolo Deckerstar che tutti state aspettando (io lo so!), e vi lascio con LA gif per eccellenza, perché il diavolo messo a nudo di qua, messo a nudo di là, ma le grazie di Lucifer ancora non ve le ho fatte vedere ed è imperdonabile!
Dio lo benedica!
mi ricordo una tua recensione del finale della seconda stagione nella quale accennavi proprio a netflix! sei stata quasi una veggente dato che, dopo 3 anni, stiamo parlando di Lucifer serie originale netflix
convinta del rinnovo anche perché la piattaforma sembra adorare il diavolo 😉
god save lucifer!!! lo adoro!!! voglio la 5 la 6 la 7 la 8 LA 9 LA 10…..