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Legends of Tomorrow | Recensione 1×04 – White Knights

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Legends of Tomorrow | Recensione 1×04 – White Knights

“Us criminals have a code. You never leave one of your own behind.”
– Leonard Snart, a.k.a. Captain Cold, a.k.a. a supervillain, being probably the most ethical person on the team at the moment

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Hola, Legends! La recensione di questa settimana arriva un po’ in ritardo rispetto all’effettiva uscita dell’episodio, ma cercate di comprendere: la sessione invernale, gli esami, il crollo del sistema nervoso… Tuttavia questo non mi ha impedito di vedere l’episodio nell’esatto momento in cui è saltato fuori, come per magia, per gentile concessione del Canada.
Ah, il Canada, quella nazione meravigliosa, da sempre amica dei telefilm addicted…
Certo, l’aspetto peggiore è che White Knights ci ha lasciati con un bel cliffhanger e ci toccherà aspettare più del previsto per avere qualche risposta.
Sono sicura al 34% che Catullo, con Odi et Amo, era solito riferirsi agli episodi delle sue serie preferite usciti in anticipo.
Ma ciancio alle bande, analizziamo questo episodio insieme.

Sara/Kendra. Togliamoci subito questo sassolino dalla scarpa: le loro scene mi hanno annoiata in maniera inverosimile. Sulla carta il pretesto che le unisce funziona, ma concretamente mi è sembrata più un’accozzaglia di scene a caso, volte a far riunire due personaggi che fino ad ora non si erano rivolti la parola.
Ad esempio, non so che tipo di droga fabbrichino nel futuro, ma Rip che invita Sara ad addestrare Kendra, pur sapendo dei suoi recentissimi problemi di autocontrollo, non è stata la mossa più geniale del secolo.
Mettere nella stessa stanza una dea incazzata e un’ex assassina affetta da stress post-traumatico non poteva portare niente di buono, figuriamoci uno “scontro” costruttivo.
Non è che a parole si risolve tutto, il discorso “vi potete aiutare a vicenda perché siete ugualmente incasinate” può funzionare tra le detenute di Orange is the New Black, non tra due donne che potrebbero staccarsi la testa a vicenda senza battere ciglio.
Avrei preferito un avvicinamento diverso con un pretesto diverso: la perdita della persona amata, la paura del cambiamento e non qualcosa sulla scia del io uccido senza controllo, tu pure, diventiamo BFF?

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Alla fine scopriamo che il compito di Kendra è quello di tirare fuori il lato umano di Sara, mentre quello di Sara è aiutare Kendra ad abbracciare la propria natura, cosa che per Kendra va più che bene, ma per Sara… no. Insomma, capisco tutto, capisco la sete di sangue, la ferocia, ma perché trasformarla in una stronza che reprime i propri sentimenti? Sara non è mai stata così. Ha più volte dimostrato il suo affetto per Laurel, per il padre, persino per Oliver. Trovo che sia terribilmente out of character: il Pozzo ti succhia via l’anima, non il cervello o la memoria a lungo termine.
Se poi aggiungiamo che per via di questo addestramento privo di senso le ragazze non sono state in grado di partecipare agli eventi che hanno coinvolto il resto della squadra, possiamo dire con certezza che Kendra e Sara si sono guadagnate il gradino più basso della classifica settimanale.

Stein/Jefferson. Indubbiamente questi due personaggi hanno dominato gli eventi e il loro scontro mi ha davvero colpita. Come ho già ripetuto più e più volte, Jax e Martin sono due persone profondamente diverse e appianare quelle diversità è più difficile di quanto pensavamo.
Innanzitutto, Jefferson non ha mai chiesto di diventare un “supereroe” e credo che questo sia già di per sé difficile da capire per Martin: quale ragazzo al mondo non vorrebbe avere un potere come quello di Firestorm? Sotto questo punto di vista, mi trovo ad empatizzare con Jefferson, dal momento che, nonostante la sua giovinezza ed inesperienza, sembra l’unico ad aver chiaro il concetto che essere supereroi non significa solo svolazzare in cielo e dar fuoco a qualcosa, ma comporta dei sacrifici, come rinunciare alla tua vita, alla tua famiglia. Sacrifici che non puoi chiedere a cuor leggero ad un ragazzo di vent’anni quando tu per primo hai già vissuto una vita intera, hai avuto un’istruzione, una moglie e una famiglia. Suona ipocrita, ed egoista.

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Ma al tempo stesso non posso accusare il professor Stein fino in fondo, perché ha ragione: da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e con un potere come quello di Firestorm non si può rimanere in un angolo ad arrostire marshmellow, non con il mondo sull’orlo del collasso.
In realtà Stein ha solo paura di perdere Jax perché non potrebbe sopportarlo, non dopo la morte di Ronnie. E sì, il riferimento a Ronnie mi ha emotivamente distrutta. #madovevaiseilcuginoAmellnoncel’hai

Leonard Snart. Se dipendesse da me, farei uno spin-off solo su Leonard che ruba documenti e portafogli a gente a caso. Se dipendesse da me, lo farei diventare sindaco (eh eh, avete visto l’ultimo episodio di The Flash, vero?).
Tralasciando ciò che ce lo fa immensamente amare (Two good reasons: his face and his personality cit.) al momento il punto forte di questo personaggio è che, semplicemente, inizia a tenere alla squadra. Non ci pensa due volte a salvare i propri compagni, si tormenta per aver lasciato Rory e gli altri indietro e non gli importa di morire se questo significa dare agli altri una possibilità.
Ragazzi, anche questa settimana abbiamo un vincitore.
Voglio vivere in un mondo in cui tutto è Leonard Snart e niente fa male.

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Commenti random

  • Ho rivisto Anastasia qualche giorno fa, e la somiglianza tra Savage e Rasputin mi ha sinceramente turbata.
  • Valentina e la nuova matrice Firestorm: com’è che negli anni dell’iPhone, dei droni e del wi-fi free c’è voluta l’esplosione di un acceleratore di particelle per creare Firestorm, mentre negli anni ’80 basta, letteralmente, una palla d’acciaio?
  • Il capo di Rip, il tizio le cui ostili intenzioni sarebbero state ancora più evidenti se solo se le fosse tatuate in fronte, ha rappresentato quella parte di episodio che avrei volentieri passato a fare tutt’altro. Nessuno mi restituirà quei dieci minuti della mia vita. Nessuno.

I momenti migliori della settimana

Leonard e l’arte del furto. Della serie, “deruba anche me, ti prego”

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Ray e Snart, due amici improbabili. Molto improbabili.

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Ray che cita Top Gun.

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Bonus: per tutti i WhiteCold che hanno avuto poco di cui gioire nelle ultime due puntate, ecco una scena eliminata dal pilot.

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Ora, riusciranno i nostri eroi a salvarsi? Lavoreranno come una squadra, almeno una volta nella vita? Lo scopriremo la settimana prossima. Prima di lasciavi con il promo del prossimo episodio, beccatevi questa foto che spiega nel dettaglio – e quindi, scientificamente – come creare il perfetto Firestorm.

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Classe 1992, messinese, ha viaggiato molto durante la sua vita pur non avendo staccato gli occhi dal computer: ha passato un certo periodo a San Francisco con le sorelle Halliwell e ha frequentato il liceo di Sunnydale; ha bazzicato per un po' al Sacro Cuore, è precipitata su un'isola sconosciuta e ha passato parte dei suoi anni on the road a bordo di una Chevy Impala del '67. Deve alle serie tv la sua felicità attuale e la sua più che certa infelicità futura (sa fin troppo bene di non poter incontrare un Klaus o un Dean Winchester dietro l'angolo, purtroppo). È ossessionata dagli angeli, da Leo di Charmed ad Angemon dei Digimon; da Angel di Buffy (che non è un angelo ma... who cares?) a Castiel di Supernatural, e spera di cuore che arrivi a salvarla dalla perdizione telefilmica, almeno quel tanto che basta da farla laureare senza problemi in tempi accettabili.

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