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Le 10 migliori miniserie da recuperare durante lo hiatus

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Le 10 migliori miniserie da recuperare durante lo hiatus

Oh! Le miniserie!
Una forma d’arte così piccola, per noi telefilm addicted, ma in grado di essere tanto grande e stupefacente!

Lo hiatus indica una pausa nella messa in onda di una serie tv.
Una pausa che divide gli spettatori in due grandi gruppi:
1. i disperati, coloro che soffrono e lanciano esclamazioni del tipo “oddio come farò senza le mie serie per due mesi! Son pazzi, non possono farmi questo! Arrestiamoli tutti!”;
2. gli ottimisti, coloro che guardano alla pausa, in questo caso natalizia, con grande aplomb e nonchalance, sapendo che di certo non rimarranno senza episodi. Li riconosci subito, sono quelli che esordiscono con “finalmente potrò recuperare le 34 serie che avevo in lista!”.

Questo articolo ha quale obiettivo l’allungamento della lista dei secondi e il difficile compito di consolare i primi.
E’ una classifica che vuole prendere in considerazione molti dei nuovi prodotti andati in onda, con qualche incursione nei classici. Sono tutte miniserie che mi hanno colpito e che ritengo degli ottimi prodotti.
Bando alle ciance ed iniziamo con la top 10!

10. The Book of Negroes

Andata in onda agli inizi di questo 2015 su CBC, emittente canadese, The Book of Negroes è emotivamente un pugno nello stomaco.
Tratto dal romanzo di Lawrence Hill, la miniserie racconta la storia di Aminata Diallo, una bambina africana rapita, ridotta in schiavitù e spedita in America.
Attraverso gli occhi della protagonista si racconta parte della storia della schiavitù durante la rivoluzione americana. Una storia fatta di profondi controsensi ed ipocrisia, dove i bianchi lottavano per la libertà e l’indipendenza dalla madrepatria inglese ma non trovavano nulla di male nel ridurre in schiavitù migliaia e migliaia di neri.
E’ una storia che impressiona e che commuove in più punti, con un’attrice protagonista, Aunjanue Ellis, a cui vanno tutti i miei applausi per la prova offerta. Una grande interpretazione per una storia dolorosa.
Il trailer.

9. The Missing

Per chi bazzica premi e affini The Missing non sarà un nome sconosciuto. La miniserie ha ottenuto la nomination come best tv movie or mini-series ai Golden Globes del 2015 e la nomination come best actress per Frances O’Connor.
Coproduzione BBC e Starz (collaborazione che pare essere molto proficua negli ultimi anni), The Missing mette in scena il peggior incubo di qualsiasi genitore: la scomparsa improvvisa del proprio figlio. Ambientato in parte nel 2006, durante i Mondiali di calcio, una coppia di inglesi con il figlio Oliver trascorre le proprie vacanze nel nord della Francia. Il piccolo scompare improvvisamente e misteriosamente, dando il via alla storia.
Da qui la narrazione è divisa tra il 2006, ripercorrendo quello che accadde in quei giorni concitati, e il 2014, quando il padre, totalmente distrutto e incapace di farsene una ragione, ritorna sul luogo della sparizione.
Scelta perfetta per chi ama i gialli, la miniserie sceglie la carta vincente della doppia lingua, aspettatevi una massiccia dose di francese!
Il trailer che vi dà già un’idea dell’ansia e dell’inquietudine lo trovate qui .

8. Flesh and Bone

Ballerine, ex ballerine, appassionati di danza, qui c’è pane per i vostri denti.
Amanti dei drammoni, venite avanti anche voi perché la cosa potrebbe interessarvi molto.
Flesh and Bone è una delle grandi scoperte di questo 2015. Una miniserie diventata tale per volere della Starz, composta da sole 8 puntate, con un finale soddisfacente ma che avrebbe ben potuto essere la base per una seconda stagione.
La trama in breve: Claire è una giovane ballerina dal passato oscuro e problematico. Si trasferisce a New York, in fuga dai suoi demoni, cercando di realizzare il suo sogno: entrare nell’American Ballet Company.
Come ben saprete il mondo della danza è in grado di dare molti schiaffoni, qui viene paragonato al mondo militare con titoli di puntata tutti a tema.
Il grandissimo pregio di Flesh and Bone è l’aver ingaggiato dei ballerini professionisti. Molti di loro sono alla loro prima esperienza recitativa, alcuni li abbiamo già visti in film sulla danza, ma questo piccolo, grandissimo, particolare conferisce alla storia un forte senso di realismo.
Per esempio Sarah Hay, la protagonista, al primo ruolo da attrice, è solista nella compagnia Semperoper di Dresda. Per il ruolo ha ottenuto una nomination ai Golden Globes (ok, a dir la verità la reputo un po’ eccessiva, nonostante sia decisamente brava tenendo conto che è la sua prima prova attoriale, ma viste le nomination in altre categorie, direi che il suo nome ci sta più che bene).
Flesh and Bone credo si possa riassumere bene solo con una parola: disagio.
E’ un drama di quelli belli potenti in grado di non soffermarsi unicamente sulla danza, raccontando anche le complicate e difficili vite dei protagonisti. Da non perdere.

7. Wolf Hall

Possiamo chiamarla la versione seria dei Tudors?
Wolf Hall, trasposizione dei romanzi storici di Hilary Mantel, ambientato tra il 1500 ed il 1535, si concentra sull’ascesa al poter di Thomas Cromwell, interpretato da un Mark Rylance in stato in grazia.
Enrico VIII è il Damien Lewis di Homelandiana memoria, Anna Bolena è Claire Foy, del tutto in grado di competere con la sua predecessora Dormer, seppur con mezzi differenti.
E segnatevi il nome, perché Claire Foy interpreterà un’altra regina, questa volta molto più vicina a noi, in una produzione Netflix. Sarà Elisabetta II in The Crown (con consorte un tizio che si faceva chiamare Dottore e andava in giro per il tempo e per lo spazio, Matt Smith).
Se la storia è in alcune parti romanzata, la resa rasenta la perfezione.
Recitazione ad alti livelli, pathos, narrazione, fotografia: ha tutti gli elementi per essere definita una delle migliori miniserie degli ultimi anni.

6. The Honourable Woman

Rimaniamo in casa BBC, con un drama duro e spietato.
Le tematiche trattate da The Honourable Woman non sono per nulla semplici, trattando la controversa ed attuale questione mediorientale con intelligenza e senza parteggiare apertamente per una parte o per l’altra. Anzi, non si fa alcun problema nell’esporre e sottolineare le zone d’ombra e gli ideali distorti tanto degli Israeliani quanto dei Palestinesi.
Maggie Gyllenhaal è Nessa Stein, un’anglo-israeliana a capo della grossa azienda di famiglia, da sempre impegnata attivamente nel raggiungere la pace in Medio Oriente. Dopo un misterioso suicidio, inizia finalmente a rendersi conto di cosa realmente significhi contrattare con persone il cui obiettivo è diametralmente opposto al suo.
Il cast di The Honourable Woman è eccellente. A partire da Andrew Buchan (Broadchurch) la cui interpretazione è una delle migliori della miniserie, a Stephen Rea per arrivare alla sempre impeccabile Janet McTeer.
Un drama intelligente, ben scritto, in grado di affrontare tematiche politiche attuali, che alza sempre l’asticella procedendo con le puntate, con una fotografia come poche.
E cercando di convincervi vi lascio il trailer. E posso fare la ruffiana cercando di accalappiare le fan di Outlander? C’è Tobias Menzies!

5. The Hollow Crown

“Uneasy lies the head that wears a crown.”

Sono a disagio a parlare di The Hollow Crown.
Siamo davanti a sua maestà William Shakespeare e il timore reverenziale si fa sentire potente.
Riccardo II;
Enrico IV – parte 1 e 2;
Enrico V.
Sono queste le opere shakespeariane riadattate per la televisione ed andate in onda nel 2012. A queste si aggiungeranno a breve l’Enrico VI e il Riccardo III interpretato da Benedict Cumberbatch.
Siamo davanti all’opera d’arte, all’esperimento riuscitissimo di portare in tv il teatro, alla recitazione massima e pura, al talento, ad attori che non finiresti mai di ammirare (GIURO che non mi riferisco solo a Tom Hiddleston, GIURO!).
Tra le 3 opere la mia preferita è il Riccardo II, interpretato da Ben Whishaw. Non si tratta solo di una preferenza a livello di storia, ma è l’attore che più mi ha colpito dei tre, nonostante anche gli altri due siano eccellenti (ho detto l’ovvio, I know).
Dovrete pur arrivare preparati all’Enrico VI e al Riccardo III che arriveranno nel 2016, giusto? E’ arrivato il momento di recuperare The Hollow Crown!

4. Show me a Hero

Ed entriamo nel trittico di miniserie HBO, un’assoluta garanzia sul punto, partendo dalla più recente: Show me a hero.
Con alle spalle il creatore di The Wire, David Simon, Show me a hero si ispira a fatti realmente accaduti tra la metà degli anni 80 e i primi anni degli anni 90 nella East Coast.
E’ la storia di Nick Wasicsko, interpretato da Oscar Isaacs, il più giovane sindaco di un grande città negli States, Yonkers. E’ la storia di una comunità che si oppone strenuamente alla costruzione di nuove case popolari per i neri in quartieri bianchi. E’ la storia di una minoranza che tenta per lunghi anni l’integrazione, sperando in una vita migliore, sopportando angherie.
“Show me a hero and I’ll write you a tragedy”, così scriveva F.S. Fitzgerald.
Sta a voi decidere se Nick Wasicsko sia realmente un eroe. Una cosa è sicura, non è una miniserie che vi lascerà impassibili.

3. Mildred Pierce

Kate Winslet.
Vi ho già convinto?
Mildred Pierce è una miniserie HBO in 5 parti, tratto dal romanzo di James M. Cain, e già adattato per il cinema nel 1945 con Joan Crawford, che per il ruolo vinse l’oscar.
Kate Winslet ha invece vinto il Golden Globe, l’Emmy, un SAG award e il Satellite Award. E quando lo vedrete creerete il vostro premio personale per darglielo.
Mildred Pierce è la storia di una donna forte in un momento storico non a favore del genere femminile. Ed infatti è ambientato negli anni 30, anni in cui una donna che divorzia dal marito e decide di provvedere autonomamente al mantenimento delle sue due figlie non è di certo ben vista.
Mildred è una donna che viaggia come un treno, impegnandosi al massimo per poter far vivere agiatamente le sue due figlie.
Ed è qui che incontrerete la bambina, poi adolescente, poi giovane donna, più odiosa dell’intero universo televisivo. Colei che vi farà ricredere almeno su una decina di altri personaggi che avete sempre detestato. Veda Pierce stabilisce nuovi livelli di cattiveria ed antipatia.

2. Olive Kitteridge

Vi faccio vedere l’opening, non è poesia?
E poi vi faccio vedere il trailer in modo tale che possiate farvi subito un’idea della storia.
Olive Kitteridge è una donna, un’insegnante di matematica, scorbutica, scostante e fredda. La miniserie racconta 25 anni della sua vita.
Siamo arrivati all’ultima miniserie del trittico HBO, quella che più mi è rimasta nel cuore, quello che considero un vero gioiello, un prodotto come pochi. Credo di aver letteralmente amato Frances McDormand nel ruolo di Olive, una donna complicata, con la quale è difficile entrare in sintonia, ma che proprio per la sua complessità e per il suo brutto carattere, ho amato tanto.
Ogni singolo personaggio è un piccolo capolavoro.
Quattro episodi pieni di poesia.

1. Pride & Prejudice  

E per finire una robina da poco, d’altronde è solo il miglior period drama mai prodotto ed entrato di diritto nella storia.
Mettiamo caso che qualcuno non lo abbia ancora visto, perché recuperarlo proprio ora, dopo 20 anni dalla messa in onda?
Pride and Prejudice, tratto dall’omonimo romanzo di quella gran donna di Jane Austen, vede alla sceneggiatura un nome altisonante, uno di quelli che lo leggi e compri a scatola chiusa: Andrew Davies.
L’unico uomo in grado di scrivere adattamenti di romanzi e non sbagliare praticamente mai, l’unico in grado di inserire una scena, la famosa wet-shirt, e alla rilettura del romanzo sorprendersi perché non c’è, l’uomo dietro House of Cards.
E nel 2016 andrà in onda, sulla BBC, War and Peace, di cui è sceneggiatore, tocca arrivare preparati all’evento e conoscere questo grande uomo, per poterlo apprezzare ancora di più.
Pride and Prejudice, andato in onda nel 1995, è fedele al celebre romanzo, riuscendone a trasporre atmosfere e sensazioni. E’ Jane Austen al 100%.
Colin Firth è riuscito a dar vita ad un Darcy che difficilmente sarà mai eguagliato, ma difficilmente potrà esserci altra trasposizione che possa superarla. Se avete visto solo l’adattamento cinematografico con Kiera Knightley, che amichevolmente chiamo eresia, è giunta l’ora di approcciarsi ad un prodotto totalmente differente (sembra strano dirlo dato che trattasi dell’adattamento del medesimo romanzo, ma sì, sono due mondi completamente diversi. Il film del 2005 più che la Austen sembra un romanzo delle sorelle Bronte) e fare conoscenza con IL period drama per eccellenza.

6 COMMENTS

  1. Che meraviglia di articolo!! E pensare che faccio parte di chi crede che gli hiatus siano punizioni divine. Se mi metti p&p al primo posto io alzo le mani. Non esistono altri adattamenti di orgoglio e pregiudizio. Questo È orgoglio e pregiudizio.
    Segnalo anche io Flesh and Bone da guardare assolutamente preparandosi al disagio e volevo già guardare olive e mildred avendo letto i libri.

    • Death comes to Pemberley ha 3 cose che mi piacciono molto:
      Matthew Rhys (nonostante sia basso per i canoni di Darcy)
      Matthew Goode
      Jenna Coleman che è stata PERFETTA.
      Il resto purtroppo non mi ha entusiasmato.

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