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Il Giardino Segreto – Recensione del film di Amazon Prime

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Il Giardino Segreto – Recensione del film di Amazon Prime

Benvenuti alla recensione de “Il Giardino Segreto”, la nuova versione di un classico della letteratura per ragazzi, disponibile su Amazon Prime.

È indubbio che leggere un romanzo quando si è bambini contribuisca a renderlo caro al tuo cuore e alla tua fantasia. Fin dall’inizio, ricordo, ho iniziato a creare nella mia mente quei luoghi descritti nelle storie che leggevo e “Il Giardino Segreto” – capolavoro di Frances Hodgson Burnett – è uno dei libri ai quali sono più legata.

Da bambina, poi, ricordo che ne avessero realizzato anche l’anime. Si chiamava “Mary e il giardino dei misteri” e lo trasmettevano ogni giorno su Canale 5.

Mentre, per quanto riguarda le versioni cinematografiche, ne esistono 6: l’ultima del 2020. Io, ad esempio, sono molto affezionata alla versione del ’93 con Maggie Smith e John Lynch.

L’entusiasmo e la curiosità con cui mi sono avvicinata al nuovo film, quindi, erano notevoli. A fare da attrattiva non c’è solo il cast che ha nomi di rilievo quali Colin Firth e Julie Walters, ma anche la possibilità data dalle tecnologie di realizzare effetti visivi per il giardino in grado di rendere giustizia alle meraviglie che la giovane Mary trova nascoste nella brughiera inglese.

TRAMA: Mary perde entrambi i genitori e viene così costretta a tornare in Inghilterra dall’India perché affidata alle cure di suo zio Archibald Craven. Una volta nella residenza dello Yorkshire, Mary scopre che la casa custodisce alcuni segreti. Il primo è sicuramente il cugino sempre malato Colin, il secondo è un lussureggiante giardino, luogo amatissimo dalla defunta Mrs. Craven. Le giornate di Mary si dividono così tra le fughe da Mrs. Medlock, la governante, e i pomeriggi trascorsi con Colin e Dickon, fratello di una cameriera della casa.

“Il Giardino Segreto” – Recensione del film di Amazon Prime

Gli effetti speciali. L’uso della computer grafica ha permesso di ricreare sullo schermo il giardino lussureggiante che nel libro è nascosto nella villa del signor Craven. Vedere fiorire e appassire la natura a seconda delle emozioni dei personaggi è stato sicuramente un punto a favore per la trasposizione.

L’uso della luce. Il contrasto fra il sole pieno dei giorni indiani e la nebbia dello Yorkshire inframmezzata unicamente dalle luci del giardino segreto sono un altro dei pregi della trasposizione. Specchio della trama, accompagnano lo spettatore attraverso le vicende.

L’interpretazione della giovanissima Dixie Egerickx/Mary Lennox. Nonostante la giovane età, l’attrice riesce a sostenere i primi piani come i colleghi più esperti. La sua interpretazione di Mary è molto convincente e, malgrado il personaggio sia stato reso dalla sceneggiatura più antipatico che altro, la giovane interprete ha svolto benissimo il suo lavoro.

Lo sbilanciamento fra prima e seconda parte del film è il primo difetto che salta all’occhio dello spettatore. La parte introduttiva ha molto spazio e approfondimento mentre la seconda parte – quella che dovrebbe essere più importante – è affrettata e poco approfondita.

A patire le conseguenze di questo sbilanciamento è sicuramente la rappresentazione dei personaggi e dei loro legami. Se Mary si salva perché essendo la protagonista riesce a godere di un minimo di evoluzione – per quanto resti una ragazzina insopportabile fino ai titoli di coda, cosa che nel libro non è – Colin e Dickon, i suoi due luogotenenti, sono bidimensionali. Il rapporto con Dickon è quasi nullo, solo presentato come nato e cresciuto, quello con Colin è ai limiti della schizofrenia. Un momento il rampollo dei Craven è malaticcio e petulante nel suo letto e non vuole vedere Mary o avere qualcosa a che fare con lei, il momento dopo si fa condurre nel giardino e diventa grande amico della cugina. Un momento non ha la forza nemmeno di alzarsi dal letto, quello dopo sprizza entusiasmo e allegria. L’amicizia che lega i tre ragazzini è il cuore dell’intero romanzo: tre persone diversissime tra loro, trovano in ciascuno il naturale compagno di giochi e confidente abbattendo tutte le barriere sociali. È un peccato che non abbiano saputo rappresentarli correttamente.

Le terribili invenzioni aggiunte alla trama – perché un incendio?! Perché?! – solo per indurre la suspense nello spettatore o… beh, di alcuni cambiamenti proprio non mi spiego la ragione.

“Il Giardino Segreto” – Recensione del film di Amazon Prime

Il giardino. Poiché splende e fiorisce o appassisce e muore a seconda delle emozioni di chi lo attraversa, lo reputo un vero personaggio. Quando i ragazzi sono al suo interno, la scena prende vita e tutto diventa interessante. Fuori dal giardino, è la noia e la tristezza.

L’ingresso nel giardino sotto la coltre di alberi dalle foglie gialle: l’intera sequenza dà allo spettatore la netta percezione di stare entrando in luogo magico. L’allargarsi dell’inquadratura sui mille colori naturali, poi, scatena l’effetto WOW e incanta.

“Il Giardino Segreto” – Recensione del film di Amazon Prime

Come avrete intuito sono rimasta molto delusa da questa trasposizione.

Il racconto del preambolo alla scoperta del giardino è eccessivamente lungo e toglie minuti utili allo sviluppo delle vicende successive.

Come accennavo poco sopra, a patire sono soprattutto le relazioni tra i personaggi. Non solo l’amicizia fra i ragazzi che ci appare effimera e priva di reali momenti in cui leghino, ma anche il rapporto fra lo stesso Mr. Craven e suo figlio. Craven/Firth ci viene mostrato addolorato alla porta del figlio, chiuso nella disperazione nel suo ufficio, infuriato con la nipote perché ha osato entrare nella camera/memoriale della defunta moglie; poi, all’improvviso, lo vediamo scappare da un incendio causato da lui stesso e redimersi guardando suo figlio camminare sereno nel giardino. Sorvolando sul fatto che nel romanzo Craven non ci sia quasi mai e che la sua stessa assenza è un personaggio con un suo peso nella trama – d’altronde capisco che se hai assunto Colin Firth tu voglia sfruttarlo – il rapporto col figlio viaggia per quadri di sequenza. Come se avessero dei tableau vivant accostati l’uno all’altro senza alcun collegamento fra loro.

Dopo aver passato quasi un’ora e mezza a presentarci Mary e le sue peregrinazioni nella tenuta dei Craven, improvvisamente scopriamo il giardino, improvvisamente Mary e Dickon sono diventati amici, improvvisamente Colin si convince ad uscire, improvvisamente Mary è scoperta e minacciata, improvvisamente scoppia un incendio, improvvisamente vissero tutti felici e contenti. Tutto troppo subitaneo e privo di una preparazione precedente.

Per quanto riguarda, poi, le modifiche alla trama del romanzo, sono basita. Non c’è una sola scena che sia stata aggiunta o cambiata che sia giustificabile ai fini del diverso mezzo espressivo usato. Il Colin del romanzo cammina la prima volta quando minaccia il giardiniere di farlo licenziare se non permette loro di usare il giardino di sua madre, stessa cosa farà con Mrs. Medlock. Qui lo fa per aprire una porta e cacciare Mary. Perché, non si sa. L’introduzione dei ricordi/fantasmi è altresì superflua, per quanto affascinante. L’impressione è che si volesse affrontare il tema del lutto e della rinascita ma non si sapesse bene come e quindi si è scelto di rappresentarlo fisicamente con le due sorelle (le mamme di Colin e Mary). Perché poi rappresentare Mr. Craven come uno sciatto ubriacone? Nel romanzo è un uomo il cui dolore è così forte da condurlo lontano da casa e dal figlio che crede moribondo. Una rappresentazione persino più drammatica del cliché del vedovo ubriaco e perennemente in disordine.

I grandiosi effetti speciali non riescono a salvare una trama mal assortita e piena di modifiche al libro totalmente immotivate e uno scarso approfondimento degli eventi e dei personaggi.

60/100

 

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Ha un passato da ladra insieme alle sorelle Occhi di gatto, ha difeso la Terra nel team delle guerriere Sailor e fatto magie con Terry e Maggie. Ha fornito i sigari sottobanco ad Hannibal e il suo A-Team, indagato con gli Angeli di Charlie Townsend, ha riso con la tata Francesca ed è cresciuta con i 6 Friends di NY. Ha imparato ad amare San Francisco difendendo gli innocenti con le Streghe, è stata un pivello insieme a Jd-Turk-Elliott, ha risolto crimini efferati con praticamente il 90% di poliziotti e avvocati del piccolo schermo e amato la provincia americana con Lorelai e Rory Gilmore. Avrebbe voluto che il Fabbricatorte non chiudesse mai e non ha mai smesso di immaginare Chuck e Sarah che «sedano rivoluzioni con una forchetta». Lettrice appassionata, Janeites per fede, amante delle storie sotto ogni forma fin da piccola. Segue serie poliziesche, comedy e sit-com soprattutto, uniche allergie riconosciute sono quelle allo sci-fi e all'horror.

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