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I primi venti anni di Harry Potter – I personaggi femminili: comprimari o deus ex-machina?

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I primi venti anni di Harry Potter – I personaggi femminili: comprimari o deus ex-machina?

Bentornati al secondo appuntamento con gli articoli dedicati al magico e indimenticabile mondo di “Harry Potter”.
Sono passati 20 anni dalla pubblicazione de “La Pietra Filosofale”, ma a tratti sembra solo ieri.

Quest’oggi vi vogliamo parlare di uno dei grandi pregi che rendono questa saga non solo bella e intrigante, ma anche un perfetto libro da leggere quando si è adolescenti e si cercano modelli a cui ispirarsi: i suoi personaggi femminili.

Per me che ho letto la saga da quasi adulta – ho qualche annetto in più di gran parte di voi e ho recuperato i libri molto tardi – è stato facile riconoscere nelle donne della saga un altro motivo per amarla.
I suoi personaggi femminili sono a tutto tondo e sono portatrici di valori e modelli in cui ciascuno di noi può riconoscersi e a cui aspirare, ma soprattutto ci dicono innanzitutto che l’unica regola da seguire è ESSERE SE STESSE.

A ben vedere J.K. Rowling non ha descritto un solo tipo di donna ma un’intera costellazione: l’una diversa dall’altra e tutte accomunate proprio dalla volontà di rimanere fedeli a se stesse e a ciò in cui credono.

I personaggi femminili della saga sono divisibili in due gruppi: le più giovani, quelle che vediamo crescere e maturare nel corso dei libri, e le adulte, coloro che conosciamo nel pieno della forza e consapevolezza di sé.

Tante sono le caratteristiche che possiamo ritrovare in entrambi i gruppi, molte anche le differenze che le rendono uniche e inconfondibili.

A cominciare da Lily Evans, colei grazie alla quale tutto ha avuto inizio. Paladina dei giusti e dei piccoli, finisce per innamorarsi del bulletto della scuola andando oltre la coltre di fumo che James e i Malandrini (che, diciamocelo, erano totalmente alla sua mercé) spargevano attorno a sé e finendo per sacrificare la propria vita per salvare quella del suo piccolo Harry. È solo grazie a lei e al suo cuore di mamma che Harry sopravvive ed è solo grazie all’amore che Piton nutre per lei, che alla fine non solo Harry continua a sopravvivere ma finisce per vincere contro Voldemort.

E parlando di mamme mitiche, come non citare la matriarca della famiglia Weasley. Senza Molly, la famiglia Weasley non starebbe in piedi. Dopo aver perso entrambi i fratelli nella Prima Guerra contro Voldemort, Molly dedica tutta se stessa e la propria energia battagliera alla cura dei suoi sette figli e del marito, uomo coraggioso e dall’animo gentile. La sua energia, autorevolezza, l’incredibile affetto di cui è capace (e che estende anche a Harry e Hermione) la rendono un personaggio unico. Madre per antonomasia, ci lascia di lei il ricordo del suo momento migliore.

E come non ricordare le tre sorelle Black (che a noi sono note con i loro cognomi da sposate: Lestrange, Malfoy e Tonks).
Bellatrix è il terrore fatto personaggio: è lei che prima del marito aderisce alle idee di Voldemort, è lei la sua più devota guerriera, Bellatrix è meschina, crudele, imprevedibile ai limiti della pazzia, non c’è nessuno che le sia paragonabile nella schiera dei cattivi della storia e odiarla e ammirarne la crudele grandezza è decisamente facile.


Narcissa, invece, è una donna apparentemente debole e succube del marito che però, al momento giusto, davanti alla prospettiva di non rivedere più suo figlio, manda all’aria tutti i piani e tradisce Voldemort e i compagni Mangiamorte, salvando di fatto la vita di Harry.


Andromeda Tonks è la ribelle: come il cugino Sirius è nata in una famiglia della quale non condivideva le idee e se n’è tirata fuori sposandosi per amore e dando alla luce quel personaggio meraviglioso che è Nymphadora.

Ed è proprio lei che ci insegna una delle lezioni più importanti (lei, insieme a un altro personaggio): la vera forza è essere se stessi, a ogni costo, accettandosi per quello che si è, difetti compresi, e non avendo paura delle difficoltà che la vita ti porrà davanti, perché è nel proprio animo che si trova l’energia per affrontarle. Nymphadora è sbadata, un maschiaccio, anticonvenzionale, usa le sue abilità di Metamorfomagus per divertirsi e divertire chi le sta accanto (a parte quando sconfigge il Male come Auror) non ascoltando i rimproveri di Malocchio Moody che le intimano di moderare la propria stravaganza. Dora o Tonks, come preferiamo tutti chiamarla, si innamora di Lupin, fregandosene allegramente del fatto che lui fosse un lupo mannaro (un po’ come sua madre che ha sposato il padre Ted ribellandosi alla famiglia) e pronta ad affrontare qualunque cosa per proteggere quel sentimento, restando accanto a Remus fino all’ultimo momento.
…sto ancora piangendo, sappiatelo.

E come lei, la Rowling ci ha regalato Luna Lovegood. Il suo aspetto trasognato, bizzarro, ci coglie completamente impreparati, diventando la preferita di molti di noi: Evanna Lynch (la sua interprete) in primo luogo.

Luna è una ragazzina che ha perso sua madre quando era molto piccola e, crescendo con suo padre, è riuscita ad acquisire insieme a un’aura tutta particolare anche la fiducia in se stessa che le permette, nel corso dei tre libri in cui ci fa compagnia, di non lasciarsi influenzare dalle stupide opinioni degli altri. Luna è l’esortazione perfetta a essere semplicemente se stessi, ad amarsi così come si è perché le persone che ti apprezzeranno come sei sono intorno a te. Senza dimenticare che è una Corvonero come me, il che mi rende molto fiera.

Come Luna anche Hermione e Ginny attraversano una crescita eccezionale sotto i nostri occhi di lettori.

L’Hermione Granger che conosciamo nel primo libro è una bambina babbana che un mattina ha scoperto di poter diventare una strega (praticamente il sogno di tutti noi ndr)  e, consapevole di partire svantaggiata rispetto ai suoi futuri compagni di scuola, si immerge in ogni possibile fonte di conoscenza trovata in Diagon Alley, per mettersi in pari. Hermione è, soprattutto, un’adolescente come tante altre: è piena di insicurezze, è innamorata di uno zuccone che si sveglia dopo un bel po’ (sì, Ron, sto parlando di te), vuole andare al Ballo del Ceppo ed essere notata, insomma non ha nulla di eccezionale, è una ragazza come noi e questo fa sì che sia facile immedesimarsi in lei. Hermione, però, si distingue fin da subito per il suo acume, la sua determinazione, il suo coraggio e per essere molto spesso il cervello pensante del Trio (dopo tutto, lo ammettono sia Harry che Ron che non fosse stato per lei sarebbero già morti da un pezzo), per il suo ardore nel combattere le cause giuste (il C.R.E.P.A. e gli Elfi Domestici ringraziano). Il suo impegno a favore dei più deboli e la sua dedizione la porteranno a fare una brillante carriera politica fino a diventare Ministro della Magia (ma tutti sappiamo che, come Ron e Harry, è anche molto fiera di essere una figurina delle cioccorane).

E come lei, vediamo crescere e maturare in una donna meravigliosa anche Ginny. La ragazzina insicura e innamorata di Harry dei primi volumi si trasforma in una donna di tutt’altro genere nella seconda parte della saga, mantenendo della vecchia sé solo il coraggio temerario e la testardaggine che fa impazzire sua madre.
Ginny è incredibilmente divertente, è coraggiosa, forte, non si lascia intimorire da nessuno (soprattutto dai suoi sei fratelli maggiori) e non permette a nessuno di mancarle di rispetto, di giudicarla da meno degli altri. Diventa la migliore Cacciatrice dei Grifondoro facendo vincere alla squadra due Tornei di fila, affianca Neville e Luna nella resistenza alle angherie dei Carrow durante l’anno di dittatura, ehm… presidenza di Piton (povero Severus, così mal giudicato!), diventando una vera e propria spina nel fianco al punto che i suoi la porteranno via da Hogwarts e la terrano nascosta. Ginny combatte nella Prima e nella Seconda Battaglia di Hogwarts con coraggio e determinazione ma già Lumacorno nel sesto libro ne aveva ammirato le abilità magiche che, nell’Ordine della Fenice, avevano fatto sì che fosse la prima a trovare il proprio Patronus. In un’intervista la Rowling dichiarò che Ginny fosse il perfetto match per Harry e che dopo il matrimonio sarebbe stata capitano delle Holyhead Arpies e poi giornalista sportiva. Insomma, meglio di così!

Tuttavia, nessuna strega avrebbe mai potuto diventare quello che è senza gli insegnamenti della professoressa Minerva McGrannit (o McGonagall, se volessimo attenerci all’originale).
La professoressa McGrannit ci ha più o meno conquistati tutti nel primo capitolo della saga grazie alle sue abilità metamorfiche, per poi consacrare il suo posto nel nostro cuore quando, anziché rimproverare Harry per aver infranto le regole sul volo su scopa, lo propone Cercatore per la squadra di Quidditch. I motivi per usarla come golden stardard sono tanti: dalla sua apparente severità che nasconde un cuore con più scioglievolezza dei cioccolatini Lindt, alle sue battute sarcastiche, all’immensa pazienza con i ragazzi e la presenza accanto alle studentesse, all’umanità che la spinge a prendere le difese di Sibilla Cooman davanti alle accuse dell’arpia di rosa vestita, alla forza di guidare Hogwarts dopo la morte di Silente.

E come lei non possiamo non ricordare che alla scuola di magia di Beauxbaton la sua Preside, così come il Campione per il Torneo Tremaghi, sono donne e che Fleur, colei che credevamo superficiale e vana, è anche colei che si dimostra più dura dell’acciaio dopo il ferimento di Bill.

Insomma, se è vero che il protagonista e l’antagonista sono maschi, è anche vero che senza le donne, queste donne e tante altre che non ho citato per motivi di spazio, la saga non sarebbe stata la stessa. Anzi, non sarebbe nemmeno iniziata.

I nostri articoli dedicati alla saga di “Harry Potter” torneranno lunedì 6 con un bell’articolo della nostra ChelseaH sui Villain della saga. Inutile dire che vi aspettiamo numerosi.

 

Ricordatevi di passare in queste meravigliose pagine per aggiornamenti, news sui nostri attori e personaggi preferiti, sul mondo british e, ovviamente, sulla nostra Saga preferita!

An Anglophile Girl’s Diary

Gli Attori Britannici Hanno Rovinato La Mia Vita

Hogwartsite
La banda dei Malandrini

The White Queen Italia

 

3 COMMENTS

  1. Ciao! Ma che belli questi articoli su HP! Non potevate celebrare il ventesimo anniversario in modo migliore. 🙂
    Quoto tutto ciò che hai scritto. Brava!
    Le donne della saga sono la sua vera forza. Sono figure in cui tutte noi possiamo ritrovarci, con cui empatizzare, anche solo in parte. E non parlo solo dei personaggi positivi.
    Ognuna di loro è speciale nel proprio essere sempre presente a se stessa, nel bene e nel male.
    Che possa piacere o meno, JK ha scritto un capolavoro, sotto diversi punti di vista e nessuno mi convincerà mai del contrario.

    • Ciao!
      Vero? Sono tutti belli e, diciamocelo, non credo ci stancheremmo mai di Harry e del suo mondo 😉
      Grazie del complimento, avevo paura di non essere riuscita a trasmettere tutto il mio amore per quell’aspetto della saga…o il mio amore per Ginny XD Che rabbia quando riguardo i film e mi accorgo di quanto sia meno grandioso il suo personaggio!
      HP ha talmente tante cose meravigliose al suo interno che dovrebbe essere letto da tutti i ragazzi: è diventato uno dei più bei romanzi picareschi della letteratura contemporanea ed ha moltissime lezioni di vita importantissime che l’umanità dovrebbe non dimenticare. Come hai scritto tu, la Rowling ha scritto un capolavoro.
      Grazie ancora del commento!

      • Concordo con voi. Sono tutte donne forti, fedeli a loro stesse e sono la vera forza della saga. A volte anche gli uomini che le circondano sembrano inferiori rispetto a loro o comunque è come se godessero di luce riflessa e se senza di loro non sarebbero gli stessi.
        Mi piacciono praticamente tutte ma ho una predilezione particolare per Dora. Lei ha sfidato tutto e tutti per poter stare con l’uomo che amava, ha combattuto pure contro di lui in un certo senso e alla fine ha “vinto”. Non solo lo amava in modo intenso e assoluto (diciamocelo, come solo i Black sanno fare!!!), ma lo ha scelto, lo ha sposato, gli ha dato un figlio.

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