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How To Get Away With Murder | Recensione 3×01 – We’re Good People Now

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How To Get Away With Murder | Recensione 3×01 – We’re Good People Now

Ciao a tutti e benvenuti a una nuova annata di sospetti, indizi e soprattutto morti ammazzati in circostanze misteriose tutte da rivelare poco alla volta, ai più noto come How To Get Away With Murder.
È la prima volta che mi trovo a recensire la stessa serie per due anni di seguito e l’effetto di riprendere in mano qualcosa di familiare fa davvero piacere, specie poi se al season finale dello scorso anno mi ero trovata a fare delle supposizioni su come questo show avrebbe potuto mantenersi a galla a ottimi livelli per un terzo capitolo senza scadere nel ripetitivo.

 

La cosa mi era tornata in mente l’altro giorno leggendo la recensione di Scream Queens… lo so, lo so, stiamo parlando di due show diversi come il giorno e la notte, ma il discorso della ripetizione è lo stesso. E se con Scream Queens, che notoriamente non si prende affatto sul serio, anche solo pensare di criticare la scelta di ripetere le stesse identiche situazioni introduttive della stagione precedente sarebbe un po’ come sparare sulla Croce Rossa, le mie riflessioni a riguardo a pochi giorni dall’inizio di HTGAWM mi avevano riportata a quel giorno di circa un anno fa in cui mi ero ritrovata a chiedermi, dopo aver visto la premiere della seconda stagione, cosa pensavo del fatto che le azioni dei personaggi e le situazioni a cui stavamo assistendo ricalcavano quasi come una carta carbone il layout del pilot dell’anno prima.
Certo, squadra che vince non si cambia, ma da una novità di successo com’era stata HTGAWM nella sua prima annata non potevo accettare che semplicemente ci si adagiasse sugli allori, magari ripetendo lo stesso schema visto e rivisto anno dopo anno fino a che gli ascolti in calo avrebbero costretto la ABC a staccare la spina. Avevo idea che il potenziale per fare molto di più ci fosse e avevo espresso questo desiderio di vedere la qualità rimanere invariata mentre tutto intorno la storia prendeva vie diverse.

Sono felice di poter dire che se il season finale dello scorso anno, con quel ritmo tutt’altro che concitato e apparentemente una maggiore concentrazione sull’introspezione di alcuni personaggi, mi aveva dato da sperare che si proseguisse su quella linea anche quest’anno, le mie speranze non sono state deluse da un buon inizio di questa terza stagione.
Ho apprezzato moltissimo l’aver comunque introdotto un caso orizzontale che andrà srotolandosi episodio dopo episodio nel corso della stagione, come sempre, ma con una tecnica diversa dalle stagioni precedenti, senza partire in quinta con i flashforward enigmatici ma facendoci inizialmente credere che stessimo guardando qualcos’altro – che la barella con sopra un corpo trasportata verso l’ambulanza fosse parte dell’immediato seguito all’uccisione di Mahoney – per poi riportarci a quel punto sul finale e rivelare invece un’altra verità, anche questa appesa sapientemente a un filo, con un gioco di visto/non visto che può dare subito il via al nostro toto-nomi per la vittima di questa stagione.

In breve, assistiamo via flashback a un recap delle vite di Annalise e dei nostri Keating5 nell’arco dell’estate che ha separato l’omicidio di Mahoney dal rientro al campus, e in tutte queste piccole parentesi Annalise sembra una donna diversa verso i suoi “protetti”: mentre inizialmente aveva decisamente un occhio di riguardo in particolare per Wes, ora ha un atteggiamento molto più “materno” con quasi tutti e cinque, come si può vedere in particolare dalla scena con Connor. Alla luce dei minuti finali dell’episodio, il cambiamento di Annalise dopo l’addio simbolico al suo bambino (perché questo è l’evento più significativo dello scorso finale di stagione a cui mi sento di collegare questa diversa attitudine) nei confronti dei suoi studenti sembra quasi inserito apposta per farci vedere un nuovo lato del rapporto con loro, così da portarci a sospettare che uno qualsiasi dei cinque potrebbe essere sotto quel lenzuolo e la reazione straziata di Annalise sarebbe comunque la stessa… eppure io non credo, tra i miei “sospettati” potrebbe esserci forse giusto Wes ma con un notevole sforzo di autoconvinzione: sono abbastanza sicura che tutti e 5 arriveranno al finale, quindi per quelli che inserirò nella mia lista dei nomi avrò motivazioni diverse.

In generale comunque mi è piaciuto vedere questo legame più profondo e sincero, non più lei che dà loro direttive spicciole senza un minimo di apparente compenetrazione e loro che per questo nutrono astio nei suoi confronti, ma un tentativo di avvicinarsi e mettersi sullo stesso piano. Una Annalise più umana che sembra il naturale proseguo della Annalise che era scappata a casa di sua madre l’anno scorso e che, nel finale di stagione, era apparsa più vulnerabile che mai.
Ma la professoressa, al di là di un nuovo approccio ai suoi Five, resta sempre una donna rigida nelle apparenze generali, lo dimostra nella quasi noncuranza che rivolge ai volantini che iniziano a circolare nel campus, con la sua foto e la scritta “killer”. Mi fa quasi sorridere come una dei pochi a non essersi concretamente macchiata di omicidio sia al centro di una tale campagna diffamatoria e mi incuriosisce provare a pensare a chi potrebbe esserci dietro: ovviamente non si tratta di “uno studente scontento”, e tanto meno penso che possa essere la scontata mano di Frank, visto che già ci è stato rivelato a pochi minuti dall’inizio dell’episodio che la supposizione più ovvia che avevo avuto l’anno scorso (che potesse aver premuto lui il grilletto verso Mahoney) sia giusta. Frank viene nominato più volte nel corso dell’episodio ma avvistato effettivamente solo in un paio di momenti (la barba! Oh mio Dio LA BARBA!!!), e ogni volta che se ne parla non si perde occasione per dire che volendo potrebbe rovinare Annalise e tutti gli altri visto quello che sa. Davvero quello che viene più volte indicato come potenziale pericolo al “buon nome” della Keating finirà per rivelarsi proprio quello che la sta diffamando dandole dell’assassina in pubblico? Mi sembra troppo, ma davvero troppo banale come risoluzione, e se mi può andar bene aver azzeccato l’assassino di Mahoney con così tanta semplicità perché, ok, ogni tanto la soluzione può anche essere facile, soprattutto se è l’unica che abbia senso, che sia così due volte di seguito e con lo stesso protagonista comincia a diventare ridicolo.
Ma quindi di chi può trattarsi? Se per la vittima di metà stagione ho già qualche nome che mi frulla in testa, per questo brancolo ancora nel buio.

Veniamo ora all’aspetto romantico, in cui abbiamo tre fronti dai risvolti a mio vedere diametralmente opposti: dispiacere e un tetro senso di foreshadowing per il break-up tra Connor e Oliver (spiegherò poi il foreshadowing ma riguardo il dispiacere penso sia ovvio, anche se posso in parte capire le motivazioni di Ollie: avevo già commentato l’aver tramato alle spalle di Connor cancellando la sua e-mail di ammissione a Stanford come una cosa non da lui, quasi una dimostrazione che, come Connor temeva, la vicinanza allo studio Keating corrompa le persone. Oliver stesso se n’è accorto e, in una dimostrazione di quanto le persone fondamentalmente buone esistano ancora in questo show, decide che interrompere la relazione con Connor sia l’unico modo per “ritrovare se stesso”), dubbio ma quasi tendente all’approvazione verso questo vago, quasi impercettibile accenno di romance tra Laurel e Wes (forse l’hiatus mi ha dato tempo per metabolizzare la cosa ma sono arrivata alla convinzione che sì, forse insieme ce li vedrei pure bene, soprattutto ora che Frank sembra essere diventato il nemico pubblico n°1. Laurel ha un atteggiamento decisamente controverso nei confronti della cosa ma tendenzialmente sembra intenzionata a non perdonarlo, e purché sia davvero così e non si porti dietro il fantasma del suo amante in un’eventuale futura relazione con Wes perché no? Avete la mia benedizione, per quanto possa contare…),  e assoluto, totale sconcerto per il fatto che Micheala sembri ancora inspiegabilmente attratta da questo improbabile affaire con Asher… ok, dopo un pluriomicida Faccia-da-fesso fa una figura da gran signore, ma i suoi gusti in fatto di uomini continuano a lasciarmi interdetta.

Anche il caso del giorno ha smosso corde diverse per quanto mi riguarda: soprattutto vista l’ingiustizia del risvolto finale, è stato difficile non farmi coinvolgere emotivamente, molto più di quanto mi era successo nella scorsa stagione con casi che occupavano comunque un minutaggio limitato all’interno dell’episodio.

Arriviamo quindi al toto-nomi, vi presento qui le mie proposte con una possibile spiegazione ma attendo di leggere anche le vostre opinioni a riguardo nei commenti:
Wes – come detto prima è la mia ipotesi più debole, non ci credo veramente ma se così fosse eliminare uno dei protagonisti sarebbe un colpo di scena non da poco e lo strazio di Annalise sarebbe più che giustificato. Narrativamente parlando potrebbe anche esserci un richiamo tra le sue urla a fine episodio e a quelle che ha condiviso proprio con Wes all’inizio… ma forse ora mi sto lasciando trasportare troppo dai miei voli pindarici.
Frank – parlando con Bonnie riguardo il suo ex-assistente Annalise rivela di non essere un’assassina, che nonostante tutto non se la sentirebbe di ucciderlo per punirlo di quanto le ha fatto o, peggio ancora, solo per eliminarne la minaccia. Questa dichiarazione potrebbe essere confermata dal fatto che, nonostante avesse in realtà mandato qualcuno a sbarazzarsene, al momento di dare l’ordine decisivo la vediamo esitare con sofferenza. Io credo davvero all’animo essenzialmente buono di Annalise, e sono certa che creda davvero di non volere la morte di Frank nonostante tutto. Se gli eventi dei prossimi episodi la portassero in qualche modo a essere comunque responsabile di ciò, credo che la reazione sarebbe proprio un colpevole dolore.
Oliver – il momento tête-à-tête tra Annalise e Connor nei flashback, come detto prima, è forse il più appassionato tra tutti: il modo in cui lei dimostra di capire il sentimento sincero del ragazzo e accetta di assecondare la sua richiesta potrebbe sposarsi bene con un dolore così forte nello scoprire che aver comunque scelto di assumere Ollie, averlo fatto avvicinare al suo mondo pericoloso, ne abbia causato la morte in circostante misteriose. Pensare di dover fronteggiare un Connor fuori di sé dalla rabbia per la perdita che poteva essere evitata semplicemente mantenendo una promessa metterebbe in uno stato di colpa così straziato anche me!

Proprio come ho avuto modo di ripetere in qualche occasione durante la scorsa stagione, HTGAWM ha tutte le carte in regola per reinventarsi ogni anno senza perdere la sua identità fondamentale ma allo stesso tempo senza riproporci la stessa solfa di stagione in stagione. Inoltre ha personaggi ben tratteggiati e interessanti, che possono rendersi ottimi protagonisti di sottotrame a sé stanti senza dover necessariamente far parte di un complotto di copertura di un omicidio. Trovo che, in entrambi questi aspetti, questa premiere mi dia di che ben sperare per un’interessante terza stagione.
Voi che ne pensate? Attendo i vostri pareri qui sotto nei commenti e, in attesa del secondo episodio, sono contenta di poter rinnovare la collaborazioni con le fantastiche pagine dedicate allo show che ci hanno tenuto compagnia con news e molto altro anche l’anno scorso. Fate un salto da:

How To Get Away With Murder – Italian Fanpage
How To Get Away With Murder Italia

Alla prossima!

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

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