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Homeland | Recensione 3×10 – Good Night

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Homeland | Recensione 3×10 – Good Night

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La decima puntata di Homeland è come se mi avesse portato in una serie diversa. Nel senso che, fino alla puntata scorsa ho trovato che mancasse un po’ di azione, e che tutta la storia, troppo ricca e piena di particolari, si stava trascinando delle appendici senza senso di esistere.
In questo episodio tutto viene invece capovolto: non c’è più nulla da poter pensare e non c’è più lo spazio per le storie di personaggi di dubbio gusto, siamo dentro ad una lotta per la sopravvivenza, all’incontro tra il “bene” e il “male” e dove di certo non mancano i colpi di scena. In quest’ultima puntata, e per le prossime due, il piano di Saul prende vita in direzioni imprevedibili… E’ il momento anche di Saul che deve dimostrarsi più di ottimo stratega, e di Carrie che ancora una volta dovrà dimostrarsi pronta ad affrontare l’ennesima situazione senza via di uscita.
Partendo da quest’antefatto, ci troviamo a pochi chilometri dal confine con l’Iran che Brody – così come è stato istruito – deve attraversare periran poi consegnarsi alle autorità iraniane ed incontrare Akbari, grazie all’aiuto di Javadi, e ucciderlo. Se tutto andrà secondo il piano, Brody avrà modo di tornare negli Stati Uniti (non si sa ancora bene se da uomo libero o no, ma che vuoi che sia … Dettagli!!).
Sono davvero in una sorta di guerra: la CIA che sorveglia la squadra in Iran da Langley anche con un drone chiamato Mietitore (ahah il simpatico cinismo dei Servizi Segreti), Dar Adal che è con il Vice Presidente, entrambi spettatori di questa invasione sovversiva (mancano solo i pop corn), Saul tesissimo perché si sta giocando tutto sè stesso in questa missione, Carrie che non c’è bisogno di dire, sempre con gli occhi gonfi di lacrime pronti a scoppiare e Lockhart, aggiuntosi alla combriccola, in quanto nel bene e nel male le conseguenze di questa campagna le subirà lui in qualità di futuro nuovo Capo dell’Agenzia.

brody4Tutti gli occhi puntati su Brody e sulla sua squadra di mercenari: sembra tutto filare liscio per i primi quindici minuti fino a quando Brody non si rivolge verso la Mecca e inizia a pregare. Cala la notte, le comunicazioni con Langley funzionano, non sembra ci siano nemici da una parte o dall’altra (essendo una zona di confine “calda” puoi incontrarci chiunque e sempre con delle cattive intenzioni). Finché l’auto su cui viaggiano non viene fermata dalla polizia locale, le comunicazioni con la CIA saltano e tutto prende una piega terribile.
A parte l’infinita sfiga sotto cui è nata questa missione e che l’ha caratterizzata per l’intera puntata, tanto da farmi dire ad un certo punto: “piano geniale Saul, se non fosse stata la sfiga a rovinarti tutto”, all’improvviso tutto lo scenario cambia. E si passa dall’uccisione degli agenti di polizia (parola d’ordine: Good night … Questa ironia macabra da addetto ai lavori mi ha fatto divertire tantissimo), alla crisi di panico di Brody (prontamente tamponata con quell’incoraggiamento che solo gli americani sanno fare), alle mine che fanno saltare in aria l’auto di Brody, all’amputazione della gamba dell’altro uomo in macchina, alla ritirata strategica, alla generosità nell’andare a salvare il compagno rimasto indietro, rivelatasi un’iniziativa benedetta, dato che Brody e l’altro agente si sono ritrovati letteralmente accerchiati da Iraniani.

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E’ fatta. Inspiegabilmente e quando ormai persino Saul aveva gettato la spugna, Brody è prigioniero degli Iraniani. È nelle loro mani, chiede rifugio in quanto attentatore di Langley e diventa in pratica un rifugiato politico.
Brody, dopo essere stato fatto prigioniero dagli iraniani, sempre insieme all’altro uomo, viene portato nelle carceri. I contatti con Langley sono persi, nessuno sa più nulla di lui, l’ultima informazione a loro nota è che ha passato il confine e si è consegnato alle autorità giuste.
Mentre è in carcere, come dal piano di Saul, arriva Javadi in persona per portarlo a Teheran.Javadi, glaciale, uccide con un colpo alla testa l’altro uomo. Così, senza rivolgergli una parola, senza fargli delle domande, senza minacciarlo… Per me è stata la scena più cruda dell’intera puntata. Hanno reso il personaggio di Javadi senz’anima.

saul+carrie+quinn

A Langley tirano un sospiro di sollievo, nello stupore generale perché, nonostante quanto accaduto, per la CIA questa è una vittoria, anche se mezza. Non è ancora il momento di stappare le bottiglie ma è il momento di metterle in frigo, diciamo così.
Sicuramente, questa parte di puntata, che lascia molto poco spazio al resto, mi ha tenuto con gli occhi incollati sullo schermo nella speranza di non vedere quello che sembrava inevitabile… La morte di Brody, la ritirata della CIA, la fine di Saul, le lacrime di Carrie e la soddisfazione malefica di Lockhart. Non è accaduto nulla di tutto ciò, la storia si è ribaltata, ha avuto colpi di scena fino davvero all’ultimo minuto.
Una mezza promessa di non so se amore o di fiducia… Ma qualcosa di sentimentale in tutto ciò l’abbiamo quando Carrie cerca di convincere Brody a ritirarsi per ripianificare tutto e lui le dice che non torna indietro perché sa che Carrie lo riporterà a casa salvo. Le passa una grossa responsabilità, ma anche in questo caso, improvvisamente, sembra che non sia cambiato nulla tra di loro. Questa è stata la mia sensazione, una sorta di malinconia mista a orgoglio, perché nonostante tutto è una coppia che non può stare distante, perché insieme funzionano meglio che da separati.

quimm+carrieL’imboscata iraniana ha quindi lasciato poco spazio al resto: sicuramente da non dimenticare che Quinn sa della gravidanza di Carrie. Tutta la conversazione nasce e muore nel giro di un viaggio in ascensore dove lui si raccomanda, lei gli dice che il padre non è Brody e le dice di farsi i cazzi suoi. Forse un po’ di delusione per Peter, credo che un po’ ci sperasse in un risvolto sentimentale con Carrie. E giusto perché è una puntata per certi versi ironica, Quinn si scusa per averla ferita e le dice che ha dovuto spararle ma l’ha fatto lui per essere sicuro che non rimanesse uccisa.
Beh, detto da un killer è quasi una sorta di dichiarazione d’affetto.
Infine Carrie parla a Fara… La coinvolge in tutta la missione segreta e le chiede una casa sicura a Teheran, visto che lei ha parenti in zona e sono il contatto migliore. Bel modo di lavorare ha la CIA coinvolgendo i parenti mettendoli a rischio… Sicuramente non c’è altra soluzione però mi è parsa davvero assurda come richiesta!

carrie+fara

Credo che Carrie abbia intenzione di andare in Iran per portarsi a casa Brody. È palese che a tutta la CIA interessi esclusivamente la buona riuscita della missione, mentre dell’uomo non frega nulla a nessuno e anzi la sua vita è il prezzo che sono disposti a pagare pur di portarsi a casa la testa di Akbari.
Ma siamo davvero ad un passo dalla pace e dal ritorno alla normalità per le vite di tutti i personaggi coinvolti in questa serie? Oppure questa missione suicida avrà effetti collaterali talmente radicati che faranno da base alla prossima stagione? L’intuito mi dice di non aspettarmi un happy ending.

 

Mi raccomando, per news e foto non dimenticate di  visitate la pagina Homeland ITA!

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