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Hannibal | Intervista a Hugh Dancy

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Hannibal | Intervista a Hugh Dancy

Will_Graham_Hannibal Hugh Dancy è sempre stato “uno che mangia in modo avventuroso, per non dire avventato” e il suo appetito è rimasto forte e stabile, nonostante il continuo coinvolgimento in scene (straordinariamente belle e innegabilmente raccapriccianti) di cannibalismo in Hannibal di NBC. “Non è cambiato nulla!” dice ridendo di cuore.

Non si può dire la stessa cosa, tuttavia, per il personaggio di Dancy, il confuso profiler dell’FBI Will Graham durante la seconda stagione elogiata dalla critica.

“Nella prima metà della stagione Will è arrivato al punto da assecondare sul serio quella parte di sé che era pronta a fare qualcosa di atroce” dice Dancy del suo personaggio che, incarcerato, trama per convincere un dipendente della prigione a uccidere il sociopatico Dr. Lecter. “Per me è stato un ottimo punto da raggiungere perché, anche se amo la terribile tana di coniglio in cui Will è sprofondato nella prima stagione, per lui è stata una batosta: è stato tormentato in modo terribile. E, finalmente, ho potuto recitare mostrando un po’ di aggressività e manipolazione…ed è stato davvero molto divertente”.

TVLine ha raggiunto Dancy per parlare della sfida di recitare in una gabbia, omaggio dello show al classico immaginario di Il Silenzio degli Innocenti e delle implicazioni del bagno di sangue del finale.

Il tuo personaggio ha iniziato la stagione in un ambiente molto statico: in cella o in una gabbia. Com’è stato dal punto di vista della recitazione? Lo hai trovato costrittivo? O è stata una sfida divertente?
Un po’ entrambe le cose. Per la prima volta il personaggio aveva un quadro completo di quello che gli era successo, quindi, in un certo senso, interpretavo qualcuno di leggermente diverso dalla stagione 1: è stato liberatorio. Ovviamente non è liberatorio essere in una cella 10×10. Ero entusiasta di iniziare perché sembrava che fosse molto in linea con il classico immaginario di Hannibal Lecter, hai presente? E dopo circa il terzo giorno ho realizzato: “Sono quasi a corto di cose da fare qui” [ride]. Ma penso che abbiamo fatto un lavoro molto buono: non si tratta solo di me, ma un sacco dipende dai diversi registi che si sono alternati, mantenendo lo show il più fluido possibile e non permettendo che diventasse ripetitivo. La sfida maggiore è stato l’inizio della stagione.

La gabbia in cui le persone andavano a trovare Will, in particolare, sembrava molto piccola. Ti ha mai fatto sentire claustrofobico?
No. Si chiamano “gabbie per la terapia” ed esistono sul serio. Ma, al centro di quella grande stanza, è stato quasi bello rendersi conto all’inizio della scena che, letteralmente, non avevo decisioni da prendere, almeno per quanto riguarda il “blocking”. Ma è stata una prova di recitazione molto specifica. Bisogna fare molta attenzione a non esagerare nel controbilanciare e, al tempo stesso, a trovare qualcosa da fare, in modo da non essere solo un uomo statico in una scatola.

Hannibal - Season 2Hai citato il classico immaginario del Baltimore State Hospital for the Criminally Insane di Hannibal. C’è stato anche il momento in cui Will va a vedere la scena dell’omicidio di Beverly Katz e indossa la classica maschera di Hannibal e la camicia di forza quando viene fatto scenedere dal furgone. Com’è stata quell’esperienza?
Sono abbastanza sicuro che nel film Il Silenzio degli Innocenti Hannibal parlasse con addosso la maschera. Con la mia maschera non era possibile. Ero completamente immobile e muto, quindi l’unica cosa che ho davvero dovuto preparare era un ottimo sguardo torvo. È un’immagine molto forte. Richiama alla mente qualcosa di molto familiare per il pubblico, ma rappresenta anche il totale cambiamento di situazione che sta vivendo Will.

Vi hai già accennato, ma vediamo che Will esplora i propri istinti omicidi mentre è bloccato nell’ospedale psichiatrico, senza garanzie che ne uscirà mai. Pensi che abbia cercato di far assassinare il Dr. Lecter perché, a quel punto, era la sua unica possibilità di fermarlo? O c’era una parte di lui che ci ha provato semplicemente perché era eccitante?
Questa è un’ottima domanda. C’era la sensazione di essere stato messo all’angolo. Sì, c’è la circostanza conveniente della presenza di un serial killer che lavora all’ospedale. Ma il modo in cui Will arriva a fare quel collegamento attraverso Freddie Lounds e il modo in cui convince il ragazzo a farlo per lui è stato molto freddo. Non era partito con l’intenzione di farlo per divertimento, ma, in parte, penso che gli piacesse questa nuova versione di se stesso, magari inaspettatamente. E lo show è proseguito in questo modo nella seconda metà della stagione: la cosa più preoccupante per Will è quanto possa piacergli.

E, ovviamente, la prima cosa che Will fa dopo aver riottenuto la libertà è tornare in terapia dal Dr. Lecter! Will è l’unico a sapere che cosa sia realmente Hannibal e di che cosa sia capace e cerca di farlo cadere in trappola. Ma, al tempo stesso, sembra che Will esplori delle parti di sé. Quelle scene sulla terapia erano, al tempo stesso, molto stratificate e strane e inquietanti e notevoli. Com’è quando ci siete solo tu e Mads Mikkelsen seduti l’uno di fronte all’altro durante quei lunghi dialoghi?
È uno dei grandi piaceri dello show. È molto improbabile poter assistere in più scene di ogni episodio a due uomini seduti l’uno di fronte all’altro a parlare in un grandioso modo poetico e criptico e il fatto che ci sia Mads, ovviamente, rende il tutto ancora migliore. Ricordo di aver innanzitutto pensato: “Non puoi mentire ad Hannibal Lecter”. E, poi, c’è un legame ancora troppo forte tra i due personaggi perché Will vada da Hannibal con l’unico scopo di ingannarlo e farlo capitolare. Ha troppe domande su di sé a cui deve rispondere relative ad Hannibal. Penso che sia stratificato e complicato e ci sia la sensazione che quando sei a due terzi della stagione ti sei davvero addentrato nelle profondità della selva e tieni le dita incrociate. Le persone impazziranno. Ma Mads, Bryan [Fuller] ed io avevamo un’idea piuttosto chiara di questa torre traballante che stavamo costruendo. L’hai praticamente descritta. L’idea è che quanto più Will si avvicina al suo obiettivo, che è, be’, non è chiaro quale sia, se catturare Hannibal, ucciderlo, magari scappare con lui, più vi si avvicina, più i suoi progetti diventano confusi.

Nello show c’è un sacco di materiale onirico, come le immagini del “Willdigo”, per fare un unico esempio. Guardi gli episodi quando vanno in onda per avere una migliore comprensione dell’aspetto visivo?
Li guarderò. Cioè, ho visto la prima stagione. Ho visto parte della seconda stagione, principalmente perché sono stato alle proiezioni degli episodi. Quindi li guarderò probabilmente quando torneremo ad occuparci della terza stagione… troverò il tempo! [ride] Ma sono molto consapevole dell’immaginario visivo perché il 90% di esso è descritto nel copione. Sappiamo quello che stiamo interpretando, il che è piuttosto essenziale perché c’è una strana logica interna allo svolgimento di quelle immagini oniriche con il procedere della stagione. Non vuoi sentirti come se stessi semplicemente facendo una strana faccia introversa…per poi farti piantare addosso un paio di corna di cervo.

[Ride] Giusto.
Sono relativamente maniacale nel cercare di assicurarmi di stare facendo la scelta giusta. Quindi, per questo aspetto, sono fortunato che Bryan sia molto generoso e collaborativo come autore e showrunner e che, al meglio delle sue possibilità, sia disposto a condividere con gli altri le future storylines, eccetera. E, onestamente, non penso che il nostro show potrebbe funzionare in nessun altro modo perché a volte è molto complicato: è talmente amplificato in modo stravagante che si ha bisogno di ogni aiuto.

Parliamo della seconda metà della stagione, il climax verso il finale. Abbiamo avuto l’ ”uomo-mostro” Randall Tier, la storyline di Margo e Mason Verger, tutte queste persone bizzare e terribili che entrano in contatto con Will. Vediamo che Will uccide e forse mutila Randall ed è presente quando Mason si mangia la faccia. Mentre esploravi il personaggio, pensi che si stesse avventurando su quella strada solamente con l’intenzione di catturare Hannibal? O c’era una parte di lui che sognava di scappare con il Dr. Lecter?
Penso decisamente entrambe le cose. Possono coesistere e parte della qualità della scrittura di Bryan è che mantiene in gioco entrambe le possibilità fino alla fine. Quando arriviamo all’ultimo episodio e tutto si sistema e vediamo Mason mangiarsi la faccia, ci stiamo anche preparando per una sorta di resa dei conti. E non è possibile immaginare alcun risultato che sia esclusivamente soddisfacente per Will. Ha passato il punto in cui semplicemente arrestare Hannibal farà chiudere tutta la questione per lui perché ha causato una situazione troppo problematica nella sua stessa psiche. Allo stesso modo, non avrebbe mai tirato fuori la pistola a sparato ad Hannibal. Hanno superato quel punto. Ma l’idea di correre verso l’orizzonte con Hannibal per una sorta di splendido rifugio mediterraneo per serial killer è anche…chiaramente per Will c’è più di questo. Ha creato una situazione per se stesso che, nella migliore delle ipotesi, può risolvere solo a metà e ovviamente si scopre essere molto peggio di così.

Il che ci porta al bagno di sangue del finale e a quel momento in cui Will si avvicina ad Hannibal. Mi sono ritrovato a voler gridare: “Perché stai andando da Hannibal e ti stai avvicinando così tanto? Non lo sai che ti sventrerà?”. Sì, è scioccato per aver visto che Abigail è viva e magari si sta immaginando questa vita alternativa con la tazza da té ricostruita che Hannibal aveva rotto. Che cosa pensavi mentre leggevi il copione?
La prima stagione era delineata più chiaramente dal principio, probabilmente perché c’era più tempo a disposizione. Sì, era comunque folle a modo suo, ma dal punto di vista della narrazione era più tradizionale. Tuttavia, durante la prima stagione, Bryan me l’ha descritta dall’inizio, dicendo: “Okay, alla fine della stagione vomiterai un orecchio. E non avrai idea di come sia finito lì”. E questo, in realtà, mi è stato di grande aiuto per capire fin dove dovevo arrivare. Nella seconda stagione l’equivalente era l’idea di essere sventrato, accoltellato da Hannibal. Ne ho parlato con Mads e Bryan e l’ho visto non solo come “Oddio, mi stanno fuoriuscendo le viscere!” ma quasi come la conclusione della loro relazione, o comunque vogliate chiamarla…amicizia, reciproca ossessione, qualunque cosa sia.

Come ho detto, a quel punto non c’è alcun risultato positivo per Will e, anche se non può sapere che Hannibal ha in mano un coltello, da qualche parte nel suo cervello sa esattamente che cosa sta diventando e lo vuole. Vuole quella conclusione e vuole essere accoltellato e vuole qualunque cosa abbia interiorizzato per portarla alla luce. E in realtà Bryan lo ha in qualche modo reso letterale quando, mentre sono steso sul pavimento a sanguinare in quell’ultima immagine nella cucina, si vede il cervo in cucina che sanguina a sua volta. Dovremo vedere dove questo ci porta per quel che riguarda la persona che Will sarà nella prossima stagione. Ma sì, se affronti la scena in modo letterale, pensi: “Will, che diavolo stai facendo?”. Innanzitutto avevo una pistola! Ma l’avvelenamento causato dalla loro amicizia a quel punto ha prevalso su entrambi.

La morte del cervo rappresenta la morte dello spaventoso lato della natura di Will che stava esplorando? Una parte di esso viene ucciso quando viene pugnalato?
Ammettiamolo, non penso che le cose saranno mai facili per Will. Lo si può vedere in due modi: sì, potrebbe essere che quella parte oscura che ha condiviso con Hannibal sia stata strappata da lui e lui sia libero ora. Ma potrebbe anche essere che quel cervo rappresentasse il modo in cui quell’oscurità lo perseguitava. E forse significa che, andando avanti, sarà capace di atti oscuri, semplicemente senza senso di colpa. Francamente non lo so. Penso che sarebbe interessante vedere un Will meno oscuro e scoprire qualcosa di più sul suo passato. Ma sono sicuro che, mentre parliamo, tutto ciò sta già bollendo nella pentola di Bryan.

Hannibal - Season 2Dunque, dal momento che stiamo parlando di Hannibal e di Will e della loro reciproca ossessione, Bryan Fuller ha fatto riferimento con TVLine ai sottointesi in qualche modo sessuali tra i personaggi in questa stagione e ha detto: “L’omoerotismo era assolutamente intenzionale. Se aveste potuto sentirmi ridere sonoramente nella sala montaggio, lo avreste preso con l’ammiccamento osè che era previsto per una certa porzione di pubblico”. Sapevi da prima quello che succedeva nella sua testa o i sottointesi sono venuti fuori solo con la messa in onda degli episodi?
Penso che sia plausibile dire che non li abbia scritti con quello in mente: è solo che rimane bloccato nella sala montaggio dopo che tutti gli altri sono andati a casa ed è per questo che ride sonoramente. Senti, non credo, e non penso che nemmeno Bryan lo creda, che questi due siano attratti l’uno dall’altro in quel senso: è un vero amore, ma non è di tipo sessuale. Detto questo, penso anche che Bryan sia un uomo malvagio [ride].

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Con il corpo è in Italia, con il cuore è in Giappone, con la testa è negli USA. Ritiene di avere ottime potenzialità come sceneggiatrice di “finali alternativi” e come moglie di attori talentuosi e affascinanti (magari con l’accento british e le fossette). In una serie cerca persone e non semplici personaggi, mondi più che location, non un sottofondo ma vere e proprie emozioni musicate, vita, non una storyline. Nel suo universo ideale la birra è rossa e il sushi è in quantità abbondante, le Harley Davidson sono meno costose, la frangia non è mai né troppo lunga né troppo corta e il suo favorito arriva incolume al finale di serie. Forse ha troppi smalti, mentre per i tatuaggi, i cani, i gadget di Spongebob e i libri troverà sempre il posto. Tiene pronti la balestra, i viveri e l’hard-disk zeppo di serie: l’Apocalisse Zombie non la coglierà impreparata!

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