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Home Gunpowder

Gunpowder – Kit Harington Racconta La Storia

Sam by Sam
3 Novembre 2017
in Gunpowder, Recensioni
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Sulla BBC in queste settimane va in onda “Gunpowder”, serie sulla famosa Congiura delle Polveri del 1605, nella quale Guy Fawkes tentò, insieme a molti altri, di far saltare in aria il palazzo di Westminster, sede del Parlamento inglese.

“Remember remember
The Fitfth of November,
The Gunpowder treason and plot;
I know of no reason
Why the Gunpowder treason
Should ever be forgot!”

Quante volte abbiamo sentito questa filastrocca, che in verità fa parte di un poema molto più lungo, del quale è solo l’inizio? Innumerevoli, direi. Tanto per fare un esempio, è recitato anche in “V Per Vendetta”, strepitoso adattamento cinematografico della conosciuta graphic novel, uscito nel 2005.
Il poema in realtà esalta il fallimento della Congiura delle Polveri e si conclude negli ultimi versi con un “God save the King!”, ma poi nel corso del tempo questi primi sei versi dello stesso hanno assunto tutt’altro significato, vivendo di vita propria, possiamo dire.

Kit Harington, avendo origini che risalgono fino agli esponenti più illustri della Congiura delle Polveri e trovando evidentemente interessante il tema, ha voluto portarlo sullo schermo e così è nata “Gunpowder”, miniserie in tre episodi attualmente in onda sulla BBC One (si concluderà sabato sera).
La narrazione degli eventi comincia e si concentra proprio su quel periodo, lasciando a un’introduzione scritta, iniziale, la contestualizzazione dello stesso: è il 1605, Elisabetta I, sovrana figlia di Enrico VIII, ovvero il Re che ha condotto l’Inghilterra alla scissione dal Cattolicesimo (per potersi portare legalmente a letto chi voleva, cioè Anna Bolena, madre di Elisabetta I), è morta da pochi anni e sul trono siede il figlio di quella Regina che Elisabetta ha tanto temuto, ovvero Mary Stuart (le cui vicende, per quanto in modo fantasioso, sono state narrate in epoca recente in “Reign”, della CW, conclusosi in primavera). James Stuart, legittimo sovrano di Scozia col nome di James VI, sale quindi al trono in seguito alla morte di Elisabetta I (cugina di sua madre Mary, Queen Of Scots, che di Elisabetta è stata prigioniera per vent’anni e che è stata infine da lei condannata a morte per decapitazione, segnando un punto di svolta nella Storia: la prima volta che un sovrano unto da Dio è stato condannato a morte) e diventa James I Re d’Inghilterra, unendo così le due Corone (anche se non i regni). Il Regno, però, non è come ci si aspettava fosse sotto uno Stuart. Elisabetta I aveva creato un’età d’oro per l’Inghilterra, tentando anche la via della tolleranza religiosa (risultata in ogni caso molto complicata da attuare), ma poi i conflitti tra Protestanti e Cattolici erano scoppiati e sotto il Regno di James Stuart, nato Cattolico (Mary Stuart e il marito erano di fede cattolica) ma cresciuto come Protestante dallo zio e dai successivi nobili che assunsero la Reggenza, raggiungono l’apice.

Tutto questo porta alcuni Cattolici, capeggiati da Robert Catesby, a ordire la ribellione contro la Corona, stanchi delle persecuzioni, delle torture e delle ingiustizie. E così Robert Catesby si unisce a Guy Fawkes e nasce la Congiura delle Polveri.
Ovviamente nello show ci sono dei cambiamenti rispetto all’effettivo svolgimento dei fatti, per esigenze del mezzo narrativo e per rendere, dunque, la narrazione più avvincente. E tuttavia, in generale essa è piuttosto realistica e fedele, anche negli aspetti più terribili, come quello dell’esecuzione della zia, del giovane Daniel, e di tutte le altre persone. E’ incredibile pensare a cosa si fosse giunti a causa del capriccio di Enrico VIII e la differenza a cui si era arrivati: dal volere Mary Stuart sul trono d’Inghilterra, in quanto cattolica, al voler uccidere suo figlio.
Nel primo episodio è molto bello il finale, con l’introduzione di Guy Fawkes, colui che è maggiormente ricordato dalla Storia, il cui volto è divenuto un simbolo tutt’oggi utilizzato (basti pensare ad Anonymous, ad esempio), ma la Congiura delle Polveri è stata complessa, ideata da più persone. Grazie a questa miniserie, dunque, vediamo non solo la vera mente, ma si capisce anche il perché essa fu ideata, ovvero la disperazione. Un elemento importante, proprio visto il processo di “idealizzazione” cui poi questo complotto è andato incontro nel tempo, assurgendo a emblema di lotta contro la “tirannia del potere” (non per niente, una delle frasi più famose pronunciate da V, il protagonista di “V Per Vendetta”, che indossa sempre la maschera col volto di Guy Fawkes, è “I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi. I governi dovrebbero avere paura dei loro popoli”).

L’aspetto più interessante dello show è proprio la contrapposizione tra Cattolici e Protestanti, quindi tra Catesby, Fawkes e gli altri uomini che ordirono e parteciparono al complotto, e Cecil e gli altri, poiché in verità ciò che emerge è che nessuno aveva ragione o torto, entrambi avevano ambedue. E questo perché le due fazioni si sono macchiate di atrocità. Vediamo Catesby dire che in seguito al successo del loro piano si tornerà all’Inghilterra d’oro di un tempo, ma questo vorrebbe dire persecuzioni ai danni dei Protestanti. Ambedue le parti sono vittime e carnefici.
Inoltre, per quanto con piccoli particolari, si fa riferimento alla legislazione inglese e al famoso Habeas Corpus, ad esempio nella parte in cui Anne Vaux, cugina di Robert Catesby, paga la multa per lui e Tom e fa appello, per l’appunto, a tale legislazione per ricordare che loro devono essere liberati.
Un altro punto interessante è costituito dalla rappresentazione del tradimento spagnolo, che mostra come la cattolicissima Spagna fosse ben disposta a mettere da parte l’importanza del proprio credo (per il quale ha perseguito innumerevoli innocenti) dinanzi ai propri scopi.

Un aspetto negativo della miniserie è che per via dei pochi episodi, la Congiura sembra organizzata in un brevissimo periodo di tempo (quando invece la sua organizzazione richiese più di un anno e mezzo) e l’organizzazione della stessa appare, dunque, del tutto approssimativa. Per l’appunto, è probabile che questo sia dovuto al limitato numero di episodi e quindi allo spazio narrativo particolarmente ristretto.


In ogni caso, lo show è generalmente ben realizzato, per i costumi, le ambientazioni, l’uso molto particolare e molto bello della luce; esso presenta una bella regia, una bella fotografia e, ovviamente, un cast davvero notevole. Kit Harington, il famoso Jon Aegon Snow-Stark-Targaryen di “Game Of Thrones”, interpreta Robert Catesby (oltre a essere creatore e co-produttore esecutivo della serie), ma il cast vanta la presenza di Mark Gatiss, Liv Tyler, David Bamber, Peter Mullan. Come si può intuire, dunque, la recitazione è davvero di buon livello.
Le doti attoriali di Kit Harington sono molto migliorate in questi anni. Quando è iniziato “Game Of Thrones” lui era molto giovane, ma adesso l’esperienza inizia a farsi vedere, particolarmente quella teatrale di questi ultimi anni, che ha influito positivamente; inoltre, è innegabile che Kit Harington abbia una presenza carismatica e autorevole, uno sguardo intenso, particolarmente adatto a questo tipo di personaggi.

E chiudiamo proprio parlando di come è stato reso Robert Catesby, mente della Congiura delle Polveri. Ci troviamo dinanzi a una persona realmente esistita, che nella serie è tratteggiata apparentemente come un personaggio simile a Jon Snow per quanto concerne l’idealismo, ma che si rivela, poi, profondamente diversa dal famoso personaggio de “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” (“A Song Of Ice And Fire” in originale) per ciò che concerne la personalità. Robert Catesby per quasi tutto l’arco della narrazione sembra privo di quella profonda umanità che caratterizza Jon, della sua capacità di non farsi guidare dalle emozioni negative. In questo Catesby risulta all’opposto, arrivando a rimproverare al suo unico figlio la morte dell’amata moglie, a dichiarare di non avere spazio, nel suo cuore, per l’amore, ma solo per odio e rabbia. E questo evidenzia il personaggio come caratterizzato da luci e ombre e sottolinea, altresì, la drammaticità del periodo storico.


Ancora una volta, dunque, un buon prodotto targato BBC e british television, interessante, drammatico e avvincente, che ci mostra gli avvenimenti che hanno segnato la Storia assurgendo poi a simbolo di lotta e di ribellione contro un potere corrotto e divenuto tirannia, un simbolo del risveglio della coscienza del popolo, che decide infine di opporsi all’ingiustizia.

https://www.youtube.com/watch?v=KKvvOFIHs4k

 

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Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

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