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Graceland | Recensione 2×06 – Guardian Angel / The Unlucky One

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Graceland | Recensione 2×06 – Guardian Angel / The Unlucky One

Ammetto che questa 2×06, dal titolo un po’ ambiguo, visto che nel promo era «Guardian Angel» che poi sembra essersi trasformato in «The Unlucky One», é stato l’episodio che ho aspettato con più ansia ed emozione dell’intera serie. Non che Graceland non mi coinvolga, ma di solito non sono raggomitolata davanti al computer in preda a una crisi isterica – mi succede solo con pochi show, per fortuna, o a quest’ora il mio sistema nervoso sarebbe devastato. Ma sto divagando.

Breve riassunto: Paige si ritrova imprigionata insieme a un gruppo di altre ragazze dell’Est Europa in mano a un branco di trafficanti umani, e rincontra Lina. Il team si mobilita per tirarla fuori di lì: Mike e Briggs torturano il capo della ditta dei bus, Lawrence, per ottenere delle informazioni sulle ragazze. Alla fine Mike riesce a recuperarla, e sul finire della puntata scopriamo che uno dei membri della LAPD Gang Task Force potrebbe essere l’informatore dei Solano all’interno delle forze dell’ordine.

Per la prima volta da molto, molto tempo, gli agenti di Graceland si riuniscono per risolvere qualcosa a cui tutti tengono, invece di litigare furiosamente l’uno con l’altro: quando Jakes chiama la casa dalla prigione, e viene fuori che nessuno ha più sentito niente da Paige, i conflitti si appianano, mentre ciascuno tira fuori il meglio di sé per salvare la loro collega, la loro amica. E decisamente sono pronti a fare di tutto, come si vede dalla scena con Mike, Briggs e Lawrence. Scena che, lo ammetto, mi ha lasciata davvero disturbata – come del resto la maggior parte della puntata, visto che tratta temi decisamente non leggeri -, perché quello che Mike e Briggs fanno a Lawrence é tortura. E sebbene l’uomo sia invischiato con le mafie, resta un essere umano, e la tortura resta orribile. Ma essendo una serie tv, e conoscendo le motivazioni dei personaggi, posso capire cosa ha forzato la mano dei due agenti, anche se non riesco a perdonarlo o a giustificarlo. Lawrence alla fine organizza un incontro per Mike, che lo lascia libero con un passaporto falso e abbastanza soldi per andarsene dal Paese, se non fosse che alla fine della puntata fa comunque una brutta fine: viene trovato morto in casa sua, ucciso dai Solano, con tutta probabilità, ed é in quest’ultima scena che a Mike viene il sospetto di aver trovato l’informatore che ha bruciato, letteralmente, la loro operazione al deposito bus: potrebbe essere qualcuno dalla Gang Task Force della polizia di Los Angeles. Ora, va bene che forse tutto il mio odio per Jessica é un pochino di parte, e magari lei non c’entra davvero niente con tutta questa storia dell’informatore, ma mi dà fastidio che nessuno abbia pensato che la talpa potesse essere lei. O che almeno le abbia attribuito un po’ di responsabilità per la storia di Paige: se sono tutti pronti a puntare il dito contro Jakes, che é stato arrestato e ha comunque cercato di spiegare la situazione ai due poliziotti, dobbiamo ricordare che é stata Jessica a bloccare a monte l’operazione di Paige, non assegnandole una task force solo perché era impegnata a fare la bambina di dodici anni sullo stile ‘a Mike piaci tu e allora io ti taglio l’operazione gne gne’. Da un agente del calibro di Jessica ci si aspetterebbe un po’ di discernimento in più, soprattutto sulla differenza tra questioni di cuore e questioni ben più importanti.

E per concludere su Jessica, sono terribilmente orgogliosa di Mike per averla lasciata partire per Dc senza seguirla, per aver scelto di non godersi quella piccolissima vittoria di Pirro, ma di restare a lottare contro una rete di crimini terribili. Mike é senza dubbio maturato: non vuole più essere la rockstar dell’FBI, vuole essere una persona buona. Lo si vede anche dal suo rimorso per come ha tirato fuori le informazioni da Lawrence, e credo di non sbagliarmi quando dico che questa cosa lo tormenterà per un bel po’.

E ora, finalmente, arriviamo a Paige. Quando arriva nel posto in cui sono tenute le altre ragazze, e dopo aver rimesso tutta la droga che aveva ingoiato, si presenta subito il primo problema: manca una dose, quella che che si era aperta nello stomaco di Anika, uccidendola. Dopo aver provato a chiamare Carlito per delle risposte, il capo della baracca la porta in una stanza dove la costringe a spogliarsi per farle delle foto, che finiranno sul sito web dell’operazione, una sorta di terribile ‘catalogo umano’ per eventuali compratori. Paige ritrova Lina tra le altre ragazze, e dopo un giorno comincia a capire che qualcosa dev’essere andato storto, se la squadra non é ancora intervenuta: e allora, visto che Paige non é di sicuro una Damsel In Distress, organizza lei stessa un piano per scappare. Lei e Lina riescono a uscire dall’edificio, ma vengono bloccate e riportare indietro da Sulla, il capo. Il giorno dopo, arriva un nuovo potenziale compratore, che altri non é se non Mike, che «compra» Paige nonostante le rimostranze della ragazza, che vuole aiutare anche le altre ragazze, o perlomeno Lina – e infatti chiede a Mike di comprare Lina, e di lasciare lei lì a sostenere le altre vittime.

 
 
(The pain is real.)

In questa situazione, noi spettatori abbiamo entrambi i punti di vista. Comprendiamo le ragioni di Paige, e quelle di Mike, e vorremmo dare ragione a entrambi. Personalmente, credo sia questo spettro di emozioni, di grigi, che rende uno show davvero di qualità. Perché sono ben pochi gli esseri umani «veri» che vivono tutto in bianco o nero: la maggior parte di noi scende a compromessi, prova emozioni contrastanti, e le cose non sono mai semplicemente definibili come ‘buone’ o ‘cattive’. La stessa cosa succede a Mike e Paige: entrambi hanno i loro obbiettivi, ed entrambi non riescono davvero a capirsi fino in fondo.


(The pain is real. AGAIN.)

Da un lato c’é Paige, che ha un grande cuore, che é una bravissima agente, ma che non ha potuto fare troppe ricerche prima di prendere il posto di Anika. Si ritrova in questo posto terribile, dove esseri umani sono venduti alla stregua di cose per ventimila dollari a testa (Graceland sta facendo davvero una scelta coraggiosa, parlando di questa piaga del mondo, e sono contenta della consapevolezza che sta diffondendo). Si sente responsabile per ciascuna di queste ragazze, e vorrebbe salvarle tutte, come credo vorrebbe fare chiunque con un’anima: la situazione e il pericolo di sicuro non le permettono di ragionare lucidamente, e quando solo lei viene salvata, é investita da una valanga, uno tsunami di sensi di colpa. Paige é un’eroina, questo é innegabile – non é riuscita a salvare tutte le altre ragazze, ma ha lottato con Mike fino all’ultimo, ha corso ogni rischio possibile, spingendosi probabilmente molto più in là di quanto avrebbe fatto la maggior parte di noi. É una donna coraggiosa, Paige Arkin, e di sicuro non si fermerà fino a che non avrà abbattuto tutto quel traffico di ragazze. Forse le ci vorrà un po’ per riprendersi dallo shock post-traumatico, ma quando ritornerà in pista sarà per disintegrare Sulla e il suo orribile giro d’affari.

 
 

Ma sull’altro lato della medaglia c’é Mike, e sono sicura che Paige, anche se a fine stagione, riuscirà a capire perché Mike non ha ascoltato la sua richiesta di salvare prima Lina. Nonostante in questa stagione le mie emozioni siano altalenati tra il volerlo abbracciare all’infinito e il riempirlo di schiaffi, in quest’episodio mi sono davvero identificata con lui – e credo che buona parte del merito vada alla performance di Aaron Tveit, soprattutto nella scena in cui vede la fotografia di Paige online. Quello é il momento in cui un uomo vede la donna che ama in una situazione di pericolo terribile, per la sua vita, per la sua salute fisica e psicologica. Tutto quello che vuole Mike é riportare Paige al sicuro, e quindi va avanti nel suo intento, la porta al sicuro, nonostante le sue proteste. Senza contare che sicuramente Paige avrebbe saputo cavarsela, ma se Mike avesse comprato Lina probabilmente Sulla avrebbe fatto due più due, visto che Paige era scappata con Lina solo la sera prima, e allora sarebbero stati tutti in pericolo. E forse il piano di Mike lavorerà davvero sul lungo periodo, portando allo scoperto tutte le attività criminali del cartello Solano: Mike é diventato ossessionato da questo cartello, ma nonostante tutto riesce ancora a vedere i suoi obbiettivi, e non volterà mai le spalle e una situazione del genere. Sarebbe troppo OOC, troppo disumano. Manterrà la promessa che ha fatto a Paige, e non solo per lei, ma perché é un essere umano. Un essere umano con un cuore.



Un’ultima menzione d’onore va alla straziante scena finale tra Jakes e Paige: vediamo Paige nella sua stanza, al sicuro ma solo fisicamente, mentre ancora si arrovella su come fare per salvare le ragazze. E poi Jakes, anche lui pieno di sensi di colpa, che le porta un regalo: un carillon che era appartenuto a sua mamma, con una piccola ballerina. Come Lina. E le dice che é solo un pallido sostituto, ma può tenere quello finché non riavrà Lina indietro. E poi le lacrime, sia di Paige che di Jakes, e un abbraccio disperato, che si chiude con una domanda, rivolta da Paige non solo a Jakes, ma credo anche a tutti gli spettatori. «If we’re not fighting for Lina, then who are we fighting for?».

 

Applausi, Graceland. Applausi, perché questo episodio é uno dei migliori che la serie abbia mai prodotto. Vi lascio qui col promo della 2×07, «The Unlucky One», (io non li sto capendo, questi titoli), e ci vediamo la prossima settimana!

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