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Gotham | Michael Chiklis: il nuovo capitano arriva come un uragano

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Gotham | Michael Chiklis: il nuovo capitano arriva come un uragano

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“Secondo lui la legge è quello che ci distingue dagli animali – è da quelle persone che si comportano da animali” ha raccontato l’attore a THR.

Essere un poliziotto a Gotham non è stato facile, fin dall’inizio della seconda stagione della serie drammatica della Fox. Un commissario è stato obbligato a lasciare il suo incarico dal capo dei criminali, un altro è stato assassinato nel bel mezzo della stazione di polizia – e la cattura del killer non è merito della polizia, ma di un altro genio del male.

Ma le cose stanno per cambiare. C’è un nuovo sceriffo in arrivò alla GCPD. É Michael Chiklis, nuovo series regular nei panni del capitano Nathaniel Barnes a partire dal quarto episodio della stagione, in onda lunedì. Uno con il quale non si scherza, determinato a ripulire la città, Barnes farà di tutto, e anche di più, per fermare i cattivi – ma sempre nei limiti della legge.

Qui THR parla con Chiklis dei fattori che fanno di Barnes una forza incontenibile – per i cattivi, ma anche per gli altri poliziotti.

Lo showrunner Bruno Heller descrive Barnes come una persona che crede nella legge sopra ad ogni altra cosa, e all’obbedire alla legge sempre e comunque. É così che vedete il personaggio?

Io lo vedo come un uomo che si attacca alla legge a causa delle sue esperienze personali. Secondo lui la legge distingue l’uomo dell’animale – e da quegli uomini che si comportano come animali. Questa stagione è chiamata Rise of the Villains (l’ascesa dei cattivi), e fino a questo momento i cattivi hanno fatto il culo a tutti e preso la gloria, e il mio personaggio controbilancia questa situazione. Arriva come un matto – come un toro, non in una cristalleria, ma in un’arena – é la cavalleria, che respinge i cattivi e guarda a questa situazione come ad una guerra.

Ma in che modo il suo modo di fare si riflette sulla sua relazione con gli altri poliziotti che combattono questa guerra giusta da un po’? 

Barnes guarda al giovane Jim Gordon come alla speranza è al futuro dell’ordine e della legge a Gotham. É preoccupato perché Gordon é in una brutta situazione ed ha iniziato a credere che il fine giustifica i mezzi, e, come l’esperienza gli ha insegnato, sta cercando di metterlo sulla retta via per il bene di Jim. Questo dà vita ad una tensione drammatica tra questi due personaggi perché é, nello stesso tempo, sia un mentore e un alleato, che un antagonista e qualcuno con cui Gordon non va d’accordo – e lo stesso vale per Harvey, in particolare per lui – nel corso della stagione.

Somiglia allora un po’ a Gordon all’inizio della serie – personaggio che arriva, vede un sistema corrotto e cerca di ripulirlo. Ma Jim si è ritrovato a fare delle scelte non troppo corrette dal punto di vista della morale. Credi che Barnes si ritroverà a fare delle scelte simili?

Non ne dubito. Specialmente visto l’episodio che abbiamo appena girato, il numero nove, che mi ha lasciato diversi segni, letteralmente, delle botte, dopo certe cose che sono successe con certi cattivi questa settimana – una caratteristica di Barnes é che non é uno da starsene seduto alla sua scrivania, é un uomo d’azione, che scende in campo e si butta nell’azione. Sta con i suoi uomini, si sporca le mani. Non dubito del fatto che gli avvertimenti che dà a Gordon valgano anche per lui stesso.

Nel nono episodio, rivela alcuni dettagli sul suo passato che lo rendono consapevole del potenziale di ogni persona [di essere debole]. Lo rende un personaggio a tutto tondo, scoprire cosa lo ha reso l’uomo che é, un mentore con problemi propri.

Cosa che spiega perché é così severo, per quanto riguarda l’attenersi alle regole.

Assolutamente. É parte del motivo che lo spinge a sentirsi obbligato ad essere così volenteroso di chiudere le cose. Vuole attaccare queste persone e spazzarli via, ma é severissimo sulle modalità. Devono seguire le leggi, come una guida, altrimenti nulla separerebbe “noi” da “loro”.

Senza spoilerare, puoi dirci se c’è un “loro” specifico, di cui Barnes dovrebbe occuparsi, che siano veri e propri cattivi o personaggi all’interno della stessa GCPD?

Non vedo davvero l’ora di avere un faccia a faccia con Robin (Lord Taylor), che interpreta Pinguino in maniera magistrale, e non vedo l’ora di scoprire come Nygma (Cory Michael Smith) emerge.

É stato bravissimo. Ma mi sono divertito molto a lavorare con il mio vecchio amico Donald Logue e anche con Ben McKenzie.

Hai accennato al fatto che Barnes é un personaggio a tutto tondo perché ha dei difetti, e Gotham é uno show pieno di personaggi con dei difetti. É diverso da altri lavori tratti da fumetti che hai fatto, come i Fantastici Quattro, o anche da No Ordinary Family…

Ero un appassionato di fumetti da bambino, quando avevo 12,13,14 anni. Questi sono anni cruciali alla formazione, e quello che ami in quel periodo te lo porti avanti, e i fumetti sono una grossa parte. Amo il genere, specialmente quando é fatto bene. E credo che sia fatto bene quando è basato su momenti umani, veri, quando gli si dà un peso che non richieda la sospensione dell’incredulità del pubblico.

Credo che abbiano fatto un buon lavoro quest’anno, nell’allontanarsi dai dettagli procedurali così presenti l’anno passato, specialmente a metà stagione. Ora si stanno muovendo verso questa storia più personale, seriale, che tutti vogliono – le storie originali dei cattivi e dei buoni di Gotham. C’è così tanto potenziale ora. Lo show ha iniziato ad andare a manetta e quando arrivo io le cose si sono fatte calde.

Ma é davvero Barnes l’uomo giusto che porterà la legge è l’ordine nella città? Oppure saranno Oswald, Theo Galavan o “la maledizione di Joker” ad impadronirmene prima che lui possa lasciarvi un segno?

Fonte

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Valentina, classe 1991. Da piccola il suo appuntamento quasi-fisso era con Young Hercules e Xena L’addiction però è arrivata più avanti, con Lost. Ricorda un momento preciso, come un colpo di fulmine: accende la tv e appare un gruppo di persone a lei ancora sconosciute, una ragazza bionda prende la mano di un ragazzo e poi un’asiatica esclama: “Boat, Boat!”. Ecco, quello è stato IL Momento. Dopo aver recuperato telefilm che le erano inspiegabilmente sfuggiti (Buffy in primis) inizia a guardare un numero sempre crescente di serie tv, vecchie e nuove, (tanto i network “risolvono il problema" facendo stragi e cancellandone una buona percentuale) e ad affezionarsi, sempre e comunque, a quei personaggi destinati a tirare le cuoia nei modi più assurdi e dolorosi. Per ora fa la spola tra Gotham City e l’Enchanted Forest, tra il Seattle Grace e Central City, tra Baltimora e il salotto di Freddie e Stuart… Ma è sempre alla ricerca di nuove destinazioni.

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