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Gilmore Girls | 5 lezioni importanti che mi ha lasciato Gilmore Girls

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Gilmore Girls | 5 lezioni importanti che mi ha lasciato Gilmore Girls

Prima di scrivere questo articolo ne avevo pensato un altro: si sarebbe dovuto intitolare “Guida alla sopravvivenza in Gilmore Girls”. Al momento della redazione, però, mi sono accorta di una cosa importantissima: altro che sopravvivenza, se potessi trasferirmi in Stars Hollow lo farei anche subito!

Il pensiero ha scatenato una reazione alla John Dorian (“Scrubs”) per cui lo sguardo si è disperso verso l’orizzonte (ok, tecnicamente solo la mia veranda) e la mente ha iniziato un viaggio ricordandomi come “Una mamma per amica” sia – insieme a pochissimi altri – una di quelle serie tv delle quali avrò visto trilioni di volte gli episodi e non credo di essermene ancora stancata.

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La serie tv è iniziata nel 2000 e si è conclusa 7 anni dopo: in quell’arco di tempo ho frequentato le superiori ed ho preso la prima laurea…circa. Sono stati 7 anni di trasformazioni personali in cui ho iniziato a chiedermi chi fossi, cosa volessi dal mondo e chi potessi essere da grande. Benché all’epoca non avessi assolutamente idea di nessuna delle tre cose, non posso non dimenticare l’importanza che il mondo Gilmore ha avuto nella mia vita di amante dei libri e delle serie tv.

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“Gilmore Girls” mi ha insegnato molto e, a volte, quasi mi spiace quando l’attenzione dei media si concentra sulle ship. O meglio, anche io sono fan delle ship, anche io ho fangirlato al primo bacio fra Luke e Lorelai o ogni volta che ricompare Jess o quando la relazione con Logan si è stabilizzata e mr Hunzberger è diventato l’uomo che tutti sapevamo esserci da qualche parte. Ma “Una mamma per amica” è stato così tanto che mi ferisce il modo in cui l’attenzione mediatica si focalizza solo su alcuni dettagli. Importanti sì ma non sono i soli.

È per questo che ho deciso alla fine di dirottare l’articolo sui 5 insegnamenti importantissimi che ho ricevuto da questa serie tv.

L’aspetto fisico non conta…non veramente

Sookie St James, Babette, Patty: sono tre donne con le curve, quelle importanti, quelle che nella vita di tutti i giorni vengono sbeffeggiate, quelle che devono comprare un biglietto apposito sull’aereo, quelle che non riescono mai a vestirsi come vorrebbero perché non esistono ancora vestiti per il loro fisico che siano all’altezza del loro animo. In un mondo – e un network: la WB poi divenuta CW ha nei propri casting una corsia preferenziale per il mondo del modeling – dominato dall’ossessione per la linea perfetta, in cui la comicità arriva anche e soprattutto dalla fisicità dei personaggi, Gilmore Girls non ha fatto accenno alla linea dei tre personaggi nemmeno una volta. Nemmeno per sbaglio. Le insicurezze di Sookie non sono mai derivate dalla sua fisicità ma dal suo carattere, dalle capacità, da insicurezze lontanissime dall’aspetto fisico. E per una ragazza che aveva smesso di portare la 44 da un bel po’, è stato tantissimo. E non dovrebbe nemmeno poi stupirci che Melissa McCarthy sia divenuta bandiera dell’accettazione di se stessi: ha creato una linea di abbigliamento, è stata per anni protagonista di uno show in cui l’accettazione di se stessi e il rispetto per la propria persona erano uno dei capisaldi. Ma d’altronde, Miss Patty ha un passato turbolento e passionale e Babette e Morey sono una delle coppie più hot sulla piazza.

sookieSì, lo so: Rory e Lorelai non erano esattamente un perfetto esempio di questo discorso perché entrambe piuttosto belle e perfettamente nei canoni della bellezza CW ma anche nel loro caso l’aspetto fisico non ha mai contato. La donna in Gilmore Girls non è mai solo un pezzo di carne ma è un essere umano rappresentato per quella che è la sua caratteristica più importante: la personalità.

Le figure femminili forti e indipendenti

Per collegarmi al punto precedente, Gilmore Girls ci ha sempre mostrato figure femminili esempio di indipendenza, intelligenza, consapevolezza di sé e del proprio valore. Donne che si considerano in primo luogo dal punto di vista della realizzazione personale e solo dopo sono madri, figlie, amiche, fidanzate, mogli. E la scelta di Rory, alla fine della settima stagione, di non sposare Logan è solo l’ultima dimostrazione di quanto scritto finora: la realizzazione personale e professionale di Rory non sarebbe potuta avvenire se avesse sposato Logan, non importa quanto potesse amarlo, l’importanza che hanno le proprie esigenze in una coppia non è adatta assolutamente al desiderio di girare il mondo di Rory. Se si fossero sposati, quel matrimonio sarebbe finito presto.

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Ma soprattutto ci ha mostrato che non bisogna scegliere: Sookie è cuoca, madre, moglie e nessuno le hai mai chiesto di scegliere. Stesso dicasi per Lorelai e Mrs Kim.

Gilmore Girls è uno schiaffo metaforico a tutti gli -ismi che vogliono incasellare la donna e dire loro a chiare lettere: le donne hanno diritto di scegliere quello che vogliono e voi – società – non avete alcun diritto di parola su ciò.

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L’importanza di fare errori e affrontarne le conseguenze

Lorelai e Rory sono innanzitutto persone che compiono errori. Le abbiamo viste sbagliare milioni di volte nel corso di sette stagioni ma le abbiamo viste anche affrontare i propri sbagli, le abbiamo viste chiedere perdono e cercare di porre rimedio alle conseguenze dei propri errori.

Fra tutti, nella settima stagione, Rory nasconde a Lucy, una sua amica del college, il suo precedente rapporto di amicizia (anche se dall’altra parte non era così) con Marty, il ragazzo di Lucy. Quando la verità viene a galla, Rory subisce giustamente l’ira della ragazza e dopo ripetuti tentativi di chiederle perdono a voce, finisce per scriverle una lettera di scuse. E la lettera funziona.

L’intero litigio fra Rory e la madre nel corso della sesta stagione e il continuo tentativo di rinsaldare il proprio rapporto della famiglia Gilmore, sono la dimostrazione della continua lotta contro le proprie debolezze e dell’importanza del perdono e della comprensione.

La fallibilità è una delle caratteristiche proprie della natura umana e Lorelai e Rory mi hanno ricordato costantemente che l’importante è affrontare i propri sbagli a testa alta e fare sempre tutto il possibile per porre rimedio.

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Mettersi alla prova, sperimentare, scoprire la propria strada e seguirla ad ogni costo: in poche parole crescere.

Lorelai e Rory avevano due grandi obbiettivi: possedere una locanda propria, la prima, e andare ad Harvard per diventare giornalista, la seconda. Durante le sette stagioni molte cose cambiano e altre vengono raggiunte ma le ragazze Gilmore sono state lo specchio della ricerca di un obbiettivo e della lotta per realizzarlo.

Lorelai, che a 16 anni aveva dovuto lasciare la scuola e la casa per poter essere madre e indipendente, la donna con le idee chiare, riesce a realizzare il proprio sogno solo anni dopo. Anni di duro lavoro, dedizione e costante apprendimento del mestiere, anni in cui Lorelai riesce a concludere gli studi ed a risparmiare al punto da potersi permettere di aprire con Sookie il Dragonfly Inn.

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Lorelai e Rory dedicano metà della vita della più giovane delle due a prepararsi per Harvard. Un sogno che io ho sospettato fosse più un rimpianto di Lorelai che una genuina ambizione di Rory. Quando arriva l’ammissione a Yale, Rory è confusa. Non aveva pensato a Yale, non aveva pensato ad altre alternative, non aveva pensato che ci fosse qualcosa di diverso da Harvard, che Yale potesse essere una possibilità. E non lo aveva pensato nemmeno Lorelai, per la quale Yale significa soprattutto seguire le orme di Richard Gilmore, suo padre e rappresentante di un mondo dal quale la donna vuole tenere il più possibile lontana la figlia.

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Il momento in cui Rory sceglie Yale è il momento del distacco dall’esempio materno per iniziare a percorrere la propria strada, secondo le proprie regole. Non è un caso che l’inizio del college segni l’inizio della Rory che commette un errore dopo l’altro. Sul fronte personale, dopo la delusione ricevuta da Jess, finisce per tornare al suo porto sicuro – Dean – lo stesso porto che aveva lasciato (e lascerà) proprio perché privo di stimoli. Sul fronte dello studio, inizia ad eccellere, entra a far parte dello staff del giornale di Yale, capisce di amare il mestiere di giornalista, che quello è il suo futuro e si dedica ad esso con tutte le sue forze. Si impegna e le lodi che riceve da ogni direzione la convincono di essere fatta per quel mestiere. È per questo che le dure critiche di Mitchum Hunzberger la distruggono. Rory perde la bussola, perde se stessa, non sa più chi sia e per cosa stia lottando. Non ha importanza ciò che le dicano le persone che la circondano, lei ha smesso di crederci e, secondo me, un po’ si convince che lo dicano solo perché hanno di lei un’immagine – quella della brava ragazza modello destinata ad un futuro glorioso – nella quale Rory non si riconosce più. Sarà solo l’incontro con Jess, l’unico che l’abbia sempre vista per ciò che realmente è, a farle cambiare idea. Ma soprattutto Jess è divenuto ciò che lei aveva sempre saputo fosse in grado di diventare: uno scrittore. Il vedere qualcun altro realizzare i propri sogni e mettere a frutto le proprie capacità, anche a costo di duri sacrifici, convince Rory che la sua strada è tutt’altro che interrotta e che ora deve riprenderla e dimostrare al mondo che – per citare la sempre famosa marca di shampoo – lei vale. Da lì in poi è tutta strada in discesa: lo studio, la laurea e l’opportunità di uno stage nello staff di Christiane Amanpour. Un sogno che si realizza. Un sogno per il quale ora Rory sa di essere tagliata e che sposare Logan le impedirebbe di realizzare appieno.

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Insomma, le Gilmore ci hanno mostrato che non si cresce se non si smette mai di mettersi alla prova, di porsi domande su se stessi e su cosa si voglia veramente e soprattutto mi hanno ricordato che una volta scoperto cosa si voglia per se stessi, bisogna sempre impegnarsi al massimo per realizzarlo.

La gioia delle piccole cose

La vita delle Gilmore è, tutto sommato, estremamente semplice. La gioia del mondo di Stars Hollow arriva dalle piccole cose: le feste cittadine, il ridere dei dettagli, le serate pizza e film, l’amore per le serie tv, la colazione da Luke al mattino.

Non sono le grandi serate della buona società a darci gioia, non sono i grandi eventi, ma le piccole conversazioni, le piccole riunioni, la neve a Stars Hollow, le recite di Kirk, i pasticcini di Weston, la piccola libreria di paese, il negozio di dolciumi di Taylor.

E la gioia della semplicità è il motivo per cui quando si saluta Stars Hollow non è mai un addio ma un arrivederci perché si sa che, presto o tardi, si ritornerà e sarà come non essersene mai andati.

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Con questa perla io vi saluto…

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…e vi ricordo che se volete essere informati su tutte le novità del mondo Gilmore, ci sono due paginette niente male che fanno al caso vostro.

Milo Ventimiglia ItaliaAlexis Bledel Italia

 

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Ha un passato da ladra insieme alle sorelle Occhi di gatto, ha difeso la Terra nel team delle guerriere Sailor e fatto magie con Terry e Maggie. Ha fornito i sigari sottobanco ad Hannibal e il suo A-Team, indagato con gli Angeli di Charlie Townsend, ha riso con la tata Francesca ed è cresciuta con i 6 Friends di NY. Ha imparato ad amare San Francisco difendendo gli innocenti con le Streghe, è stata un pivello insieme a Jd-Turk-Elliott, ha risolto crimini efferati con praticamente il 90% di poliziotti e avvocati del piccolo schermo e amato la provincia americana con Lorelai e Rory Gilmore. Avrebbe voluto che il Fabbricatorte non chiudesse mai e non ha mai smesso di immaginare Chuck e Sarah che «sedano rivoluzioni con una forchetta». Lettrice appassionata, Janeites per fede, amante delle storie sotto ogni forma fin da piccola. Segue serie poliziesche, comedy e sit-com soprattutto, uniche allergie riconosciute sono quelle allo sci-fi e all'horror.

2 COMMENTS

  1. Ma che belli questi articoli dedicati alle Gilmore! Complimentissimi!
    In particolare questo riesce a sviscerare uno dei punti forti dello show.
    Se c’è una cosa che le ragazze Gilmore mi hanno insegnato è il mai darsi per vinti. Anche quando i tuoi sogni vanno in fumo (anche letteralmente… ti ricordi l’incendio all’Indipendence Inn?) o qualcuno cerca di spegnere le tue speranze (vedi Rory con il padre di Logan sulla questione giornalismo), non bisogna mai mollare.
    Once a Gilmore, always a Gilmore!

    • Ciao!!
      Grazie del commento!
      Eh si, le Gilmore hanno avuto un grande peso nella nostra crescita e dedicare loro lo spazio adeguato è più un atto dovuto che altro.Oltre al fatto che è un enorme piacere!
      Il mio unico rimpianto è che il mio punto 1 (quello sul peso) è stato smentito pesantemente da “Summer”‘e l’inutile e oltraggioso body shaming nei confronti del loro concittadino in costume da bagno. Peccato.
      Grazie ancora e alla prossima!

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