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Flash Recaps #33 | Outlander, The Originals, Castle, New Girl, TGW, Nashville, Orphan Black

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Flash Recaps #33 | Outlander, The Originals, Castle, New Girl, TGW, Nashville, Orphan Black

Outlander | 1×12 – Lallybroch By Sam

11182156_10206183024362155_4687728305751973076_nDopo l’intenso e commovente episodio della settimana scorsa, con la dodicesima puntata, “Lallybroch”, Outlander ci ha portato in una situazione tendenzialmente più tranquilla e rilassata e, soprattutto, nel “regno” dei Fraser, la tenuta di Lallybroch.

Siamo entrati, così, in una realtà per noi completamente diversa, in cui Jamie è il Laird, il signore di quelle terre e deve assumersi compiti e responsabilità che sinora abbiamo visto solo in capo ai MacKenzie. E personalmente trovo sia stato bello vedere questo giovane uomo che ha già vissuto così tanto, rischiando di morire più e più volte, costretto alla macchia, strappato alla propria casa e alla propria famiglia, in una situazione di normalità. La scena in cui lui rientra in camera ubriaco, al termine della giornata di festeggiamenti e celebrazioni, è stata molto divertente.

Inoltre, finalmente abbiamo fatto, così, la conoscenza della cerchia più ristretta della famiglia di Jamie, la sorella, Jenny, e il cognato, Ian.

Jenny è una giovane donna forte e combattiva, che ha sopportato l’arresto e la fuga del fratello, una quasi violenza (opera proprio di quell’uomo… the one and only, Black Jack Randall, praticamente il Joffrey di Outlander), la morte prematura del padre… e ne è uscita a testa alta, riuscendo a divenire, in assenza di Jamie, una perfetta signora della tenuta, gestendola nel modo migliore. Davvero una giovane donna notevole.

La parte della ricostruzione dei rapporti tra fratello e sorella è stata molto bella da vedere, entrambi così forti, così testardi, così fieri… ed entrambi così feriti. L’amore che li lega era già evidente nel flashback che mostrò ciò che Jamie aveva subito, quando lui raccontò quegli avvenimenti a Claire, e in questo episodio è divenuto quasi il tema portante, o, meglio, un aspetto di quello portante, ovvero l’amore familiare, in particolare all’interno del clan Fraser.

In un intimo momento tra Claire e Jamie abbiamo anche scoperto un aspetto delle vicende del nostro amato Fraser che ancora non conoscevamo, qualcosa che lo ha ferito nel profondo e lo ha torturato per molto tempo, sino al confronto con Claire, prima, e con sua sorella, poi.

Il padre di Jamie, il Laird del Clan Fraser, è morto di dolore, vedendo il figlio flagellato in quel modo, credendolo morto a causa della terribile tortura subita. E il povero Jamie, svenuto e imprigionato, non solo non ha potuto fare niente per tentare di salvarlo, ma non ha nemmeno visto il corpo di suo padre mentre veniva portato via, né ha potuto presenziare al suo funerale o vederne la tomba. Il tutto, ovviamente, a causa di Jack Randall, che abbiamo scoperto anche avere tendenze omosessuali (insomma, quest’uomo è fondamentalmente un represso, ecco da dove gli sorge tutta quella violenza) e aver avuto delle mire proprio su Jamie.

Il racconto del giovane uomo è stato davvero toccante e ho trovato che facesse pensare alla vicenda di Edmond Dantès, il Conte di Montecristo, il cui padre morì di dolore e stenti a causa di ciò che capitò al figlio. A causa dei carnefici del figlio, esattamente come è successo a Jamie. E, come avvenne per Edmond, anche Jamie non era “presente” quando ciò avvenne e non poté fare nulla perché imprigionato.

Outlander non sarebbe Outlander, però, se non capitasse almeno qualcosa, così ecco arrivare prima una ricognizione di Giubbe Rosse, dalle quali Jamie è riuscito a nascondersi per miracolo e grazie alla prontezza della sorella, e poi, proprio nel finale, abbiamo visto dei nemici fare irruzione nel castello e minacciare Jamie. Per quale motivo, lo scopriremo nel prossimo episodio.

The Originals | 2×20 – City Beneath The Sea By Sam

11140111_10206181266198202_6971093126594155301_nQuesto episodio ha presentato numerosi parallelismi tra Dahlia e i membri della famiglia Mikaelson.

Il discorso introduttivo della strega richiama quelli sentiti in passato, ad esempio dalla voce di Elijah nel primo episodio, “Always And Forever” (giramento di cui vediamo l’origine in questa puntata, peraltro).

Tuttavia, il ragionamento di Dahlia è in qualche modo distorto e dimostra la sua somiglianza con Klaus, che più di una volta ha mostrato la stessa concezione dei rapporti che ha la strega (pensiamo, ad esempio, ai suoi atteggiamenti nei confronti di Rebekah).

La somiglianza con l’Ibrido Originario è mostrata anche in altri particolari: la lenta introduzione di Dahlia ha richiamato quella di Klaus della seconda stagione di The Vampire Diaries, così come è analogo l’ultimatum della strega a tutti loro, in quanto richiama quello di Klaus a Elena, quando l’Ibrido Originario voleva spezzare la maledizione e minacciava di uccidere tutte le persone amate da Elena se lei non si fosse consegnata. Dahlia e Klaus, in verità, sono molto simili.

Nel flashback con il quale Dahlia mostra al nipote i suoi ricordi si vede, di nuovo, come i due abbiano lo stesso modo distorto di concepire i legami, come per loro amore significhi sottomissione e qualunque cosa meno di questo sia ritenuto tradimento. Dahlia ha fatto a Freya proprio ciò che Klaus ha fatto ai fratelli.

La stessa spiegazione che la strega fornisce a Klaus sui primogeniti della famiglia, per quanto plausibile, non è motivazione valida per il suo atteggiamento, in quanto lei ha agito con malvagità, perseguendo non solo i propri egoistici scopi, ma anche una vendetta nei confronti della sorella.

I due momenti più tristi dell’episodio sono stati il lutto e il funerale di Aiden (per il quale abbiamo visto Hayley compiere delle sagge scelte e dei momenti non solo belli e commoventi, ma anche dalla profonda valenza simbolica, in quanto ci hanno mostrato come dovrebbero essere Vampiri e Licantropi: uniti) e il messaggio lasciato da Hayley a Elijah, le cui parole sono tristemente vere.

Nella puntata hanno particolarmente brillato Elijah e Marcel, per le loro capacità di leadership (come mostrato dai vari dialoghi Elijah-Camille, Marcel-Josh, Marcel-Elijah e Marcel-Hayley, così come dalle scelte oculate dell’Originario, che non si fa guidare dalle proprie emozioni e dai timori, ma tenta, nonostante questi, di restare lucido e pensare e agire in modo strategico, esattamente come un leader deve fare).

La puntata ci ha mostrato anche una Davina posta dinanzi a una scelta che rivoluzionerebbe radicalmente la sua vita: diventare la leader delle nove congreghe di streghe di New Orleans, avendo così accesso a un sapere e un potere incredibili. Se accettasse potrebbe trovare il modo di riportare in vita Kol e di proteggere più efficacemente chi ama, ma la sua giovane età, tutto il dolore che ha provato e la rabbia che questo ha fatto nascere in lei potrebbero farla cadere preda delle inevitabili insidie che tale sapere e potere portano con loro. Cosa sceglierà di fare?

E qual è la vera posizione di Klaus? Ha davvero deciso di perseguire la follia di un’alleanza con Dahlia, contro la sua famiglia, spinto dalla sua “rabbia shakespeariana”, anche con un eventuale proprio piano di eliminare, poi, la zia, una volta recuperata la bambina? C’è da augurarsi che la risposta sia no e che il suo sia solo un bluff.

Castle | 7×21 – In Plane Sight by WalkeRita

11072589_1636444019923052_4044669293492325294_nPartiamo da un presupposto basilare: chiunque tu sia, se in una serie tv hai il coraggio di salire su un volo targato OCEANIC, ti meriti onestamente la metà delle disgrazie che quasi certamente di capiteranno. Se ci aggiungiamo poi la straordinaria capacità, simile quasi a un talento naturale, di Castle di trovare e abbracciare ogni tipo di situazione pericolosa, diventa quasi inevitabile che un tranquillo viaggio padre-figlia a Londra si colori di sfumature un po’ più turbolente, per restare in tema. Tra gli episodi “standard” e ordinari di questa stagione, quest’ultimo è probabilmente uno di quelli che più ho apprezzato non solo per la diversità di scenari e per un modo di raccontare la storia e i personaggi che mi ha ricordato molto le stagioni precedenti, ma anche per la presenza di Alexis che oltre ad essere un personaggio che ho sempre amato, rappresenta anche una variabile sempre piacevole negli schemi consueti di Castle. Anche il caso di omicidio che il team padre/figlia si ritrova a gestire ad alta quota si caratterizza di elementi molto più originali di quanto pensassimo all’inizio e se i sospetti rimbalzano tra le diverse personalità particolari che in qualche modo ci “insinuano” nel nostro panorama visivo evidenziandoli in maniera leggera, il movente e le sue conseguenze sono sorprendentemente quotidiani e più vicini alla realtà di tutti i giorni di quanto lo possa essere il desiderio di vendetta o un attacco terroristico. Il piano d’azione era per questo motivo ben fatto ma non certamente il frutto di una mente criminale e ciò che inizialmente doveva essere soltanto un furto, soltanto una ricompensa legittima dopo anni di duro lavoro, si trasforma purtroppo in tragedia trasformando in un solo momento, una vittima in colpevole. Oltre al meraviglioso legame che unisce Castle & Alexis, ho adorato il prezioso supporto da terra fornito da una preoccupatissima Beckett e dai suoi angeli custodi mentre ho un debole per quella storyline che da sempre avrei approfondito e che vede protagoniste Lanie e Alexis, entrambi personaggi così sottovalutati che insieme avrebbero potuto portare avanti senza problemi una parentesi diversa e originale della serie. Ultimo focus proprio su Alexis Castle che diventa (o meglio continua ad essere) l’emblema di una ragazza “atipica” ai giorni nostri: semplice, determinata, intelligente e allo stesso tempo fragile ed umana, ritratto che a mio parere Molly Quinn incarna alla perfezione.

New Girl | 4×21 – Panty Gate by Ale

11169904_10206720129192097_8086463722942802115_nIl penultimo episodio di questa stagione, pur alludendo con il titolo alla storyline Schmidt/Fawn, è principalmente un episodio Coach-centrico nel suo porre le basi per il saluto a Damon Wayans jr. che ci era già stato preannunciato da alcune news diversi mesi fa. Forse il sapere già dove si doveva andare a parare con il suo personaggio ha un po’ smorzato tutto l’hype che avrebbe potuto suscitare la rottura con May, che tutti avevamo inquadrato come un diverso tipo di interesse amoroso per lui, ma allo stesso tempo ricreare una situazione molto simile a quella che abbiamo vissuto nell’episodio in cui Coach è tornato ad abitare nel loft è stato un bel parallelo narrativo, anche per farci capire in che modo il personaggio sia maturato nell’arco di appena una stagione e mezza. Quindi le trovate puramente nonsense per strappare una risata hanno lasciato il posto a uno sviluppo sostanziale della trama, ed è stato un bene per permettere al pubblico di dare un saluto come si deve a questo personaggio che ha saputo farsi apprezzare sempre di più col tempo, sia dal punto di vista comico che come personaggio dotato di uno spessore al di là della parvenza superficiale da macho. L’intromissione di Jess e la sua fissa per l’esprimere i propri sentimenti rischia inizialmente di rovinare tutto tra Coach e May, ma poi aiuta l’amico ad aprirsi e ad ammettere ad alta voce di amare la ragazza e di volerla seguire dall’altra parte della nazione.

Jess in questo episodio si limita quindi a fare da collante nelle vicende amorose dei suoi amici (questioni di cuore che sono di fatto il leitmotiv della puntata), dispensando consigli a destra e a manca con la convinzione che le sue passate esperienze disastrose le abbiano conferito una conoscenza superiore dell’amore. E in effetti, pur inizialmente non ispirando un soldo di fiducia a nessuno (pubblico a casa compreso), alla fine dimostra di aver avuto ragione su più fronti: Coach&May, Winston&KC, perfino CeCe&Schmidt, seppure all’amica consiglierà di seguire il suo desiderio di allontanarsi un po’ da Schmidt e provare a realizzarsi in maniera diversa, se è di questo che sente di aver bisogno.

Ma veniamo proprio a Schmid e all’altra patata bollente dell’episodio (che sebbene sia anch’esso un punto focale per la trama generale viene giustamente oscurato dalla centralità della questione Coach in partenza): Schmidt che decide finalmente di dare un po’ retta al suo amor proprio e mollare Fawn. La consigliera era un personaggio esilarante, lo ripeterò sempre, una caricatura di quei personaggi che nella vita vera prenderesti a sberle dalla mattina alla sera per il modo egoistico e ingiusto di comportarsi, ma che in questo contesto ottiene il risultato opposto proprio per via di una interpretazione volutamente sopra le righe di Zoe Lister-Jones. Ma il tempo era maturo: dopo tanti tentennamenti del nostro Schmidty, il “panty gate” del titolo e l’umiliante dichiarazione che Fawn lo convince a rilasciare per uscirne pulita gli fornisce la prova finale del fatto che i due non sono fatti per stare insieme. Soggettivamente parlando, sono felice della rottura, e mi è piaciuto anche il modo in cui Schmidt, da vero signore, ha fatto un’ultima finta scenata in favore della donna che stava lasciando e il sorriso complice che le ha rivolto prima di andar via. Questo è un altro ottimo esempio di character-development all’interno dello show.

Gli unici quindi il cui rapporto non sembra svilupparsi sono Jess e Nick che, al termine di un evocativo discorso sul “con chi ti vedi da vecchio” da cui mi aspettavo scaturisse la DICHIARAZIONE DEFINITIVA, sembrano arenarsi in una friendzone rilassata, e probabilmente a questo punto è la scelta autoriale migliore per i due. Adesso punto tutto su un ritorno di fiamma CeCe-Schmidt nel finale di stagione, altrimenti una pioggia di waffle rocciosi travolgerà la FOX e neanche Ferguson ne uscirà vivo (sempre che lo sia ancora, nascosto da qualche parte…).

The Good Wife | 6×20 – The Deconstruction by bravissima6

11205505_10153272299174267_5120889220529927947_nMi rincresce dirlo, però questa parte finale della stagione mi sta un po’ deludendo, anzi togliamo anche “un po’”, soprattutto perché, se la paragoniamo alla prima parte, il divario qualitativo è proprio notevole. Oltre al fatto che stanno distruggendo tutto quello che hanno costruito fino a questo momento: dopo una campagna elettorale perfetta, nonostante gli intoppi, una vittoria schiacciante, ed un insediamento burrascoso, la fanno ritirare così, senza combattere, lasciando che la nostra guerriera si pieghi davanti ad uno sporco ricatto. A questo punto, mi chiedo quale sia stato il senso di farla candidare fin dall’inizio, se poi ci dobbiamo ritrovare sempre allo stesso punto, vale a dire questa logorante farsa sulla partnership dello studio legale. Anche questa storyline è vista, rivista e consumata. Che non abbiano più nulla da dire gli autori? Non so voi, ma io personalmente sono stanca di assistere a tutte queste trattative, sotterfugi, a tutto questo agire ognuno alle spalle degli altri, a tutti questi malintesi.

Fortuna che ci pensa Kalinda a risolvere tutto. E quando dico tutto, non intendo solo le faide all’interno dello studio, ma intendo anche situazioni esterne più complicate che implicano Bishop. L’uscita di scena della ragazza è l’unico evento che, per quanto straziante, è coerente con l’evolversi dei fatti. Lei ha combinato un bel guaio, mettendo a rischio la carriera di Diane, per cui deve essere lei a risolvere questa situazione e lo fa da gran signora, anche se ciò implica la sua uscita di scena. A noi non resta che sperare che non sia definitiva, ma i rumors dicono il contrario.

E mentre Kalinda va via convinta di aver sistemato le cose, non appena volta le spalle, tutto crolla nuovamente: Cary è devastato per aver perso la donna che ama e Alicia non riesce a trovare pace. Lo studio la ri-accoglie a braccia aperte una volta chiariti i malintesi, ma il nuovo e potente cliente di Diane non la vuole. Ma ci state prendendo per c**o?!

Nashville | 3×20 – Time Changes Things by The Lady and The Band

11006453_10205889269603833_97795998856347558_nL’episodio di questa settimana ci ha regalato alcuni momenti intensi ed emozionanti alternati a momenti di vera noia che in più di un’occasione mi hanno fatto controllare (ebbene sì) la barra della durata. I fili della storia si stanno sempre più dipanando verso la tranche finale della stagione portando molte situazioni al proprio limite.

Mentre Deacon a Nashville scopre che fare il padre di una quindicenne non è facilissimo, Reyna va a Biloxi nel disperato tentativo di convincere la sorella di Deacon a donare il fegato. Scopriamo le radici del rifiuto di Beverly: la donna si sente abbandonata dal fratello e dalla figlia e prova invidia verso Reyna alla quale attribuisce anche la responsabilità del fallimento della sua carriera (e del rapporto con Deacon). La decisione finale di Reyna, però, è discutibile: pagare la “cognata” perché si sottoponga al trapianto è stato di una bassezza incredibile. Sono sicura che Deacon non avrebbe mai e poi accettato una cosa del genere, per quanto compiuta per amore.

Teddy nel frattempo si ritrova messo alle strette. Natasha decide di lavarsi la coscienza avvisandolo delle indagini dell’FBI e lui pensa a scappare (in una scena di addio alle figlie che un po’ mi ha fatto intenerire). L’episodio si conclude con il procuratore che gli fa un’offerta che non si può rifiutare: cosa gli avrà chiesto?

Nel mentre Layla cerca scappatoie per il successo facile ad un party in piscina di Jade Saint-John, ostacolata dal Verme Viscido. Il rapporto fra i due, nato come qualcosa di positivo per entrambi, si sta rivelando sempre più pericoloso. Forse Layla dovrebbe fidarsi un po’ di più del giudizio di Jeff e forse quest’ultimo dovrebbe capire quale sia il motivo alla base delle sue decisioni su Layla: l’affetto disinteressato, l’acume da discografico o solo il timore che anche Layla lo abbandoni come ha fatto Jade in passato.

I Javery continuano sulla loro altalena di emozioni: conciliare carriera e famiglia sta diventando sempre più difficile e Juliette sta lentamente tornando l’uragano che era un tempo. Non nego che rivederli insieme sul quel palco mi sia piaciuto moltissimo e mi auguro che continuino a suonare insieme. Se però il comportamento di Juliette sia solo dovuto al suo egocentrismo e alla smania di tornare alla ribalta, è un’altra questione. Ho paura che vogliano introdurre il tema della depressione post-partum e che la vittima designata sia proprio Juliette.

In conclusione parliamo degli “Exes”. Qualche punto fondamentale:

1)lancio una petizione per spedire Gunnar a Lourdes. Ci mancava solo che Micah fosse frutto di uno stupro!

2)Io non credo che Kylie abbia detto la verità. Non mi fido di lei e non dovrebbe nemmeno Gunnar. Quella ragazza ha mentito per 9 anni e ha scaricato il figlio senza alcuna remora. Non prevedo nulla di buono: Gunnar apra gli occhi!

3)Go Scarlett!Ho adorato l’alterco fra miss O’Connor e mr Scott. Lei aveva ragione ed era ora che gli dicesse qualcosa per farlo svegliare un po’. È bellissimo che tengano ancora molto l’uno all’altro ed è stupendo vedere Scarlett tirar fuori la grinta e dire all’amico le cose come stanno. Spero che facciano presto la pace però: quella canzone alla radio era veramente carina.

Da notare, fra l’altro, come Scarlett abbia mentito al bel dottorino su chi fosse l’amico in difficoltà. Segno che si rende conto che potrebbe non essere ben visto da Caleb.

Alla Prossima!

Orphan Black | 3×02 – Transitory Sacrifices Of Crisis by Eilidh

11050714_10206623897781209_2259044474431881481_nLa settimana scorsa scrivevo che avevamo visto ancora poco i cloni Castor e mi lamentavo dell’assenza di Cal: questa settimana sono stata accontentata, perché abbiamo potuto conoscere un po’ meglio i due cloni maschili e abbiamo visto ricomparire sia Cal che Paul.

Anche i cloni Castor, come quelli Leda, hanno un forte legame tra di loro, si preoccupano l’uno dell’altro e sono interessati al genoma originale, ma sono più spietati: Sarah e le altre non concepirebbero mai l’idea di uccidere Cosima, qualunque risvolto abbia la sua malattia, mentre il clone malato viene ucciso da suo fratello, anche se l’assassino ne soffre. L’unico clone ad aver rifiutato il legame con i fratelli è il proletario. Abbiamo solo raschiato la superficie di questa storia, e probabilmente non abbiamo neanche conosciuto tutti i cloni creati.

Sembra proprio che questa stagione sia rivolta verso la scoperta del genoma originale, e penso che avremo una risposta (più o meno precisa, dipende da quanto gli autori hanno intenzione di torturarci), per la fine della stagione.

Tralasciando le teorie complottistiche, è straziante vedere Sarah essere costretta a mandare via Kira. Il quadretto familiare composto da lei, la bambina e Cal è magnifico, e sarebbe bello poterli vedere insieme, ma i tempi, ha ragione Mrs S., non sono sicuri, ed è ancora troppo presto per pensare a rimettere insieme la famiglia. Proprio la voglia di proteggere i propri figli riavvicina Mrs S. e Sarah: entrambe hanno sempre cercato di pensare al bene di tutti quelli che amavano. Mrs S. ha preso una decisione difficile, consegnando Helena, ma lo ha fatto per il bene di Sarah e di Kira, che sono sempre state al centro dei suoi pensieri. Non è l’ultima volta che vedremo Cal e Kira, ne sono sicura: i segreti nel passato di Cal non rimarranno nell’ombra per sempre, e dovrà fare i conti con Sarah, prima o poi.

L’unica un po’ staccata dalla storia, per ora, è Alison: sempre nevrotica, sempre pronta a combattere con le unghie e con i denti per la sua famiglia (e questo, a ben pensarci, si ricollega a tutto quello che sta succedendo a Sarah), ma è poco coinvolta nella faccenda del Dyad in questo episodio, e per quanto la prospettiva di vederla barcamenarsi nei meandri della politica di periferia (che, a quanto si vede, ha parecchi tratti in comune con quella nazionale), e di sicuro, conoscendola, darò filo da torcere alla sua avversaria, le sue vicende personali la allontanano molto dalle sorelle e da tutto quello che sta succedendo.

E per finire c’è Helena, quella che è più a rischio di tutte. Dalla sua storyline verremo a sapere molto, ed è confortante vederla rifiutarsi di credere di essere stata venduta dalle sorelle. Si fida di loro, le considera la sua famiglia, non accetta di pensare di essere stata tradita. Speriamo che si tenga ben stretta questa convinzione anche in futuro.

Siamo pieni di domande, a questo punto: chi sono gli originali? Perché sono stati scelti proprio loro, per l’esperimento? Entrambe le linee di cloni hanno problemi di salute… ci spiegheranno qualcosa di più?

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