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Fear The Walking Dead – Morgan protagonista indesiderato

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Fear The Walking Dead – Morgan protagonista indesiderato

Dopo una prima metà di stagione che, per usare un eufemismo, non mi aveva convinto (e se vi siete persi il mio commento entusiasta, potete recuperarlo qui), eccomi con estrema fatica arrivata al finale di questa season 4, sempre più delusa e amareggiata.

Avevamo chiuso quest’estate spazzando letteralmente via i protagonisti storici (Madison e Nick) e distruggendo quel poco di nesso logico che rimaneva nella serie, il tutto apparentemente per fare spazio a Morgan e alle sue pippe mentali, e per fare del resto del gruppo i figuranti di supporto alla nuova reginetta della serie. Sarò limitata, ma questa scelta per me non ha il minimo senso.

Morgan è un personaggio che ha già dato, o meglio, che aveva delle potenzialità ma che è stato bellamente sprecato già nella serie madre; riproporlo qui, in questo contesto, senza neppure tentare di dare una svolta alla sua storia, ma facendogli ripercorrere per l’ennesima volta gli stessi passi, è del tutto inutile.

E davvero non mi spiego come, all’improvviso, tutte le vicende abbiano iniziato a ruotare attorno a lui, come sia diventato tanto indispensabile per dei perfetti sconosciuti (alcuni dei quali sono insieme dall’inizio dell’apocalisse zombie) e come ogni storyline abbia perso di senso se non collegata a lui.

Alicia ha brillato nel suo episodio (quasi) solista e poi è scomparsa, così come Strand e Luciana. Loro, che dovrebbero essere i protagonisti di questa storia, sono stati completamente accantonati per fare da spalla a Morgan: poca introspezione e approfondimento dopo tutto quello che hanno passato, e il buon MoMo come salvatore della patria che li trascina fuori dal baratro.

Anche le nuove leve non hanno avuto modo di emergere, introdotte sotto la pesantissima ombra dell’uomo col bastone. Di loro sappiamo poco o niente, ed è un vero peccato perché sono davvero curiosa, ad esempio, di conoscere la storia di Al e di godermi la naturale verve comica dei “fratelli” Sarah e Wendell. L’impressione è che tutto sia stato sacrificato proprio in funzione di Morgan, lasciando il resto sullo sfondo. Le scene corali sono state belle, forse un po’ troppo smielate, ma un po’ di speranza e di coesione è quello che serviva; peccato che ogni volta la nostra drama queen sia dovuta intervenire per fare l’eroe della situazione, spostando ancora una volta l’attenzione dal gruppo a se stesso.

Salvo solo una cosa, ovvero l’idea di base dell’organizzazione di Polar Bear, il senso profondo di dare speranza a chi ha perduto tutto e trovare un nuovo scopo nella vita in un mondo che praticamente è ormai sull’orlo del collasso. Il concetto c’è, ora bisogna solo vedere se sarà accompagnato da un po’ di sostanza. Questa è la mia unica speranza per la prossima stagione.

E voi, avete aspettative migliori? Quali sono le vostre impressioni su questa quarta stagione?

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