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E vai di revival con The 100, Outlander, Poldark, TVD e Dominion

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E vai di revival con The 100, Outlander, Poldark, TVD e Dominion

Buon giorno!! E, soprattutto, BEN RITROVATI! E’ passato un bel po’ di tempo dal mio ultimo articolo e ho fatto davvero fatica a trovare un argomento serio di cui parlarvi oggi… e niente, ovviamente non ce l’ho fatta! C’ho provato giuro, ma niente, in questo periodo non sono ispirata ed effettivamente vi confesso che quest’estate non sono state molte le serie TV che mi hanno “presa”. Mi ricordo che l’anno scorso in questo periodo ero totalmente in visibilio per Outlander e Penny Dreadful, due serie nuove, iniziate durante la stagione estiva, che mi hanno letteralmente conquistata. E quest’anno… il nulla. Perché Sense8 non vale visto che l’ho guardata più o meno a metà giugno in tipo due giorni. Però poi niente. Ho guardato il pilot di Humans, ma non mi ha coinvolta come speravo. Ho iniziato Vikings ma boh, dopo tre puntate l’ho lasciato lì, ad aspettare il giorno (remoto) in cui gli concederò una nuova possibilità. Per fortuna la mia amica Simo (che voi conoscete meglio come Sam80) mi ha parlato di Dominion e così mi sono intrippata (non credo sia proprio italiano ma concedetemi il termine) pure io e nel giro di poco tempo mi sono messa in pari con la programmazione (ho finito la prima stagione prima di lei.. mi odia ancora per questo!) e così adesso ogni settimana aspetto con ansia l’uscita della puntata. GRAZIE DI ESISTERE ARCANGELI!!!

E allora, in questa mancanza di cose interessanti, mi sono detta “Mari: manca poco all’inizio delle nuove stagioni (GRAZIE AL CIELO quest’attesa sta per finire!!!), perché non parli delle scene che più ti hanno colpita nella scorsa stagione?!?” Ora, è risaputo che la mia memoria sia scarsi a livelli vergognosi ma, non ci crederete, mi è sembrata un’idea carina. Ripercorrere insieme a voi alcuni momenti che mi sono rimasti dentro e che magari hanno cambiato il modo in cui io personalmente guardavo quella serie o che semplicemente mi hanno fatto storcere il naso o procurato qualsiasi altra emozione. Che dite? Un’ idea poco originale??? Cosa vi devo dire… sto cercando di sopravvivere a quest’estate di vuoto cosmico (se avete suggerimenti vi prego datemeli!) e mi attacco a quello che è stato, compatitemi!

Let’s go!

  1. THE 100 – LA MORTE DI FINN

The 100 è una serie che mi è piaciuta da subito: atmosfere cupe, paesaggi post-atomici, personaggi interessanti con una bella caratterizzazione. Insomma il giusto mix. Non sono mai stata una fan del Bellark, più che altro non sono mai stata una fan di Bellamy, almeno nella prima stagione: il classico spocchioso che si nasconde dietro il suo passato difficile e una maturità raggiunta troppo in fretta. Cosa vi devo dire, sono una voce fuori dal coro ma non mi è piaciuto il modo in cui ce l’hanno presentato (e l’avevo detto anche in un altro articolo). Poi sono sincera, col passare del tempo mi sono affezionata anche lui perché in fondo anche il suo è un bel personaggio. Io avevo un debole per Finn: corretto, coraggioso e coscienzioso, sempre pronto a fare la cosa giusta e ad essere comunque in prima linea. Mi piaceva il suo rapporto con Clarke, mi piaceva l’influenza che aveva su Clarke. Ed ecco cosa mi è sembrato di vedere. Nella seconda stagione Finn letteralmente impazzisce quando scopre che Clarke non c’è più, crede l’abbiano rapita i Grounders e quindi parte in una caccia contro il tempo in cui, sfortunatamente, la preda non sarà che lui stesso. Gli autori ci hanno presentato a mio avviso un Finn totalmente fuori personaggio: lui che si è sempre prodigato per difendere gli altri, per il dialogo parte per la tangente ed arriva a sterminare quasi un intero villaggio. Ma quando mai?!? E a giustificazione di questo suo comportamento cosa fate? Mi rivelate che il suo imprigionamento nello spazio era dovuto al fatto che lui si è sacrificato per evitare che Raven (maggiorenne) venisse uccisa perché aveva sprecato dell’aria?

Ora, carissimi, ditemi un po’ che link ci può essere tra “io per la ragazza che amo sono disposto anche ad andare in prigione” e “la mia ragazza è sparita e io sono talmente disperato che vi ammazzo tutti”?

Suvvia, non ci sta. NON CI STA. Nel giro di due puntate hanno trasformato un personaggio che non ucciderebbe se e solo se necessario ad un pazzo omicida. Finn è quello che si consegna ed è disposto a morire per gli altri, non quello che ci hanno voluto far vedere.

E poi va beh, l’epilogo lo sappiamo tutti, Clarke gli fa un favore e lo ammazza prima che i Grounders gli infliggano ognuno una pena. Ma per me The 100 è finito con questa puntata, non perché abbiano ammazzato Finn, ma per il modo in cui hanno trattato il suo personaggio. Per il modo in cui, almeno secondo me, gli autori hanno deciso di gestire la sua uscita di scena. Non vi nascondo che sono rimasta in lutto per mesi e solo da poco ho ripreso a vedere la serie ma con scarso interesse, tant’è vero che mi guardo una puntata solo quando non ho null’altro da fare.

  1. OUTLANDER – LA VIOLENZA SU JAMIE

La scorsa stagione Outlander è stata una piacevole scoperta. Personalmente non conoscevo i libri ma le serie in costume hanno sempre un fascino incredibile per me. Le atmosfere, i costumi e i paesaggi d’altri tempi mi catturano e mi trasportano indietro nel tempo insieme ai personaggi. In questo caso specifico la storia è davvero ben strutturata e gli autori hanno reso ogni scena in modo assolutamente realistico. Tutto è curato in ogni dettaglio, gli attori sono talmente bravi che ti sembra di provare quello che provano loro, tu sei lì che vivi con loro. Devo dire che Outlander in questa stagione in più di un’occasione ha osato moltissimo. In primis ha incentrato un’intera puntata sulla prima notte di nozze dei due protagonisti, il tutto senza volgarità ma lasciandoti addosso l’incredibile passione, la grandissima intesa e l’attrazione reciproca tra i due protagonisti. Innamorati ancora prima di rendersene conto davvero. E tu sei lì con loro che vivi il loro amore, la loro complicità.

Eppure è alla fine della stagione che c’è la scena (direi più che altro l’episodio) che più mi ha sconvolta. Jamie è nelle mani di Randall, è in sua balìa, suo prigioniero e noi lo siamo con lui. La violenza fisica che Jamie subisce, la subiamo anche noi. Quanti di voi quando il martello scende sulla mano di Jamie non hanno stretto la propria mano e urlato di agonia? Giuro, io stavo malissimo. Mi ricordo che ero conciatissima: piangevo e inveivo contro Randall contemporaneamente e poi continuavo a sgranchirmi la mano perché mi sembrava di sentire dolore. Una scena terribile. (Peraltro se fossi stata nei panni di Claire sarei tipo svenuta come una poveraccia).

Anche lo stupro non è stato facile da sopportare. Eppure nulla al confronto della violenza psicologica di cui è stato vittima il nostro eroe. Se ci penso ho ancora i brividi.

La lacrima di Jamie apre solo la strada ad una lacerazione interiore, sentirsi privati non solo del proprio corpo ma anche e soprattutto della propria volontà fino a vedere quest’ultima piegata al volere di qualcun altro, del tuo peggiore nemico, a tal punto da arrivare ad assecondarlo. La violazione del corpo e della mente, resa perpetua (come scopriremo nel finale) da un marchio a fuoco sul corpo stesso. A memoria di quello che è stato, a sigillo del proprio piegamento fisico e mentale. Marchio che è simbolo della vergogna di Jamie proprio per ciò che significa. Qualcosa di agghiacciante a mio avviso. Kudos agli autori per tanto coraggio e kudos hai protagonisti per averci accompagnato in modo così emozionante in questo percorso. Un percorso che alla fine ti lascia così, svuotato.

  1. POLDARK – LA MORTE DELLA FIGLIA DI ROSS E DEMELZA

Altra serie in costume e altra serie che mi è stata consigliata dalla super Simo (se non ci fosse bisognerebbe inventarla!). Otto episodi che ti rapiscono per la scenografia, le musiche, per i personaggi meravigliosamente caratterizzati e per la storia che in realtà è tratta da una serie di libri (che io sfortunatamente non ho letto… shame on me!).

Diciamo che fin da subito si è portati a shippare come se non ci fosse un domani Ross (il protagonista) e Demelza. Lei ragazza di basso rango, senza cultura ma dotata per natura di una raffinata bellezza. Lui nobile di nascita ma in rovina che cerca di riscattare la miniera di famiglia e di portare un po’ di uguaglianza sociale in una Cornovaglia in cui ciò che conta è solo il proprio titolo (reale o acquisito).

E loro sono bellissimi. Tra di loro c’è un understanding, c’è un legame fatto non solo di desiderio, perché lui vede in lei una donna coraggiosa, leale, giusta forse senza molta cultura ma sicuramente ben consapevole di come va il mondo, delle sue regole ma altrettanto consapevole di come lei vuole che sia. Sono due anime fondamentalmente affini nei principi e nei valori perché entrambi vedono l’uomo al di là dello status. Così nel giro di breve si perdono l’uno nell’altra, si sposano e si innamorano e poi hanno una bellissima bimba.

Ma poi un’epidemia arriva nel paese e Demelza, nonostante il grande rischio di ammalarsi, si prodiga per aiutare la famiglia di Elizabeth: li accudisce e si prende cura di loro fino a quando non sono fuori pericolo ma questo le costerà caro. Davvero molto caro. Demelza si ammala e con lei la sua bimba. Ross è disperato, non vuole perdere il suo amore.

E la bambina non ce la fa. Non so quanti di voi siano mamme o papà (probabilmente pochissimi) ma io lo sono e vi giuro che è il peggior incubo che si possa vivere. Nessuno dovrebbe mai sopravvivere ai propri figli. E la scena di Ross che porta in spalla la piccola bara è straziante così come vedere lui in quello stato. Angosciante.

Ma non è finita qui perché Demelza ancora non lo sa ed è proprio la sua reazione che mi dà il colpo di grazia. Sono sopraffatta io stessa dal dolore. Fa troppo male.

Piano piano la vita va avanti, bisogna lasciare andare le cose e le persone, bisogna avere speranza nel futuro (sicuramente in quegli anni la perdita di un figlio non era cosa grave o opprimente come potrebbe esserlo al giorno d’oggi, ma il primo figlio è il primo figlio quindi c’è sempre un legame particolare), bisogna credere che qualcosa di buono arriverà ancora.

(Ecco diciamo che la fine della serie con Ross che viene portato via dalle guardie non è esattamente il futuro roseo che uno si sarebbe aspettato… però in questo caso scattano le bestemmie…)

  1. THE VAMPIRE DIARIES – ELENA, LA BELLA ADDORMENTATA

Marzo/aprile 2015 (circa): Nina Dobrev annuncia la sua uscita dal cast di TVD. Ok, l’ho presa bene. Massì, che sarà mai perdere la protagonista… quando comunque questa ha passato più o meno tutta la stagione a non essere protagonista. Insomma: non mi sembrava un tragedia. Però mi sono detta “speriamo che la Pleccona nazionale abbia il coraggio di fare qualcosa di memorabile”, ovvero un’uscita di scena con i contro mmmmmhhhh CENSURA. The Vampire Diaries mi ha fatta innamorare di Damon Salvatore, il vampiro egoista (ma chi ci ha mai creduta davvero?!?) e menefreghista fratello dell’eroe Stefan. E il potenziale del Delena era qualcosa di epico, di magico. Fino a quando non l’hanno realizzato (una quinta stagione da dimenticare eccezion fatta per l’ultima puntata… un po’ troppo poco direi). E va beh, non si può sempre fare centro.

Eppure The Vampire Diaries non è il Delena. Non è Elena Gilbert. Certo finora la storia è gravitata intorno a lei, alle sue sventure e al triangolo amoroso che la vede coinvolta. Ma la storia che mi piacerebbe vedere raccontata è quella dei fratelli Salvatore. Che litigano eppure ci sono sempre l’uno per l’altro (più o meno): ecco io vorrei sapere di più sul loro rapporto, su come erano, vorrei vedere flashback e vorrei vederli uniti e complici. Perché loro sono il cuore e l’anima dello show. (Però lo ammetto: mi mancherà il Delena, mi mancherà la chimica tra Ian e Nina, quella chimica che dava ad Elena e Damon una scintilla in più).

Premesso questo, mi aspettavo molto dal finale di quest’ultima stagione e invece cosa ci fanno vedere?!? Elena in una bara addormentata come una moderna “Aurora” che aspetta la morte fisiologica di Bonnie. Va beh ma davvero????

(Simo so che apprezzerai questa immagine!)

Alla fine gli autori non hanno rischiato, non hanno voluto la morte della protagonista perché sarebbe stato troppo, il fandom sarebbe andato in rivolta? Mah, non ne sono sicura. Così è tenere il piede in due scarpe, accontentare tutti: i fan perché la porta è sempre aperta e la storia perché un giorno Elena si sveglierà, Nina potrà cambiare idea. Mi sembra un po’ troppo comodo.

Guarderò ancora TVD? Sì, perché come ho detto la storia la fanno i Salvatore. Credo che Plec e Dries siano eccezionali? C’è la domanda di riserva?!? Se lo fossero avrebbero rischiato, avrebbero dato ad Elena il finale che meritava, tipo sacrificarsi davvero per i suoi amici o comunque qualsiasi cosa che non fosse il legarsi ad un escamotage della storia. Insomma ve lo devo dire, ci sono rimasta parecchio di male.

  1. DOMINION – IL SACRIFICIO DI NOMA

Dominion è una storia complessa, nella trama e nei personaggi. Tutto viene mostrato per un preciso motivo e ad un momento specifico. Nulla è lasciato al caso. In un mondo perennemente in guerra non c’è molto spazio per l’amore, questo viene vissuto come background alle vicende principali. Alex, il prescelto, è innamorato di Claire (ora Lady di Vega) ma il suo cuore da poco si è riavvicinato ad un Angelo Superiore (cosa che scopre solo molto dopo), la guerriera Noma.

Noma si è da sempre presa cura di Alex, stando spesso in disparte, mettendo perfino da parte i suoi sentimenti perché proteggerlo era il suo compito. Lui è la persona più importante al mondo, colui che è destinato a salvare uomini e angeli. Ma i sentimenti di Noma sono anche il motore che la muove. Lei è innamorata di Alex, farebbe di tutto per lui. Di tutto. Perfino strapparsi le sue bellissime ali. Vi rendete conto? LE SUE ALI. Io sono morta dentro a vederla compiere questo gesto estremo.

Questa scena è stata straziante. Il coraggio di Noma, la sua determinazione, il suo sacrificare addirittura la sua stessa natura per proteggere non solo il Prescelto (perché quello “era quello che doveva fare”) ma anche l’uomo che ama è AMMIRABILE. E da pochi. Ho condiviso il suo dolore fisico, il suo estremo sforzo, la sua immensa forza interiore e la sua grande sopportazione. Noma, io ti adoravo già prima ma così… mi spezzi il cuore e vorrei abbracciarti e stringerti forte, e dirti che sei il TOP.

E Alex non potrebbe essere più perfetto: di fronte allo smarrimento di lei, alla sua perdita di identità lui le dice le parole giuste, le dice esattamente quello che doveva essere detto. Noma “Non sono un’umana. Non sono più un angelo. Che cosa sono allora?” Alex “ Sei Nomes”. Non importa che cosa sei, perché alla fine sei sempre tu. Potrebbe essere più bello? Peccato ci sia ancora in giro Claire… scherzo ovviamente, anche Claire mi piace. Ma Noma… ha quel qualcosa in più!

E voi che ne pensate? Vi vengono in mente altre scene? Se andassi avanti credo che riempirei tipo 20 pagine word.. ma ora è meglio se passo la parola a voi quindi non siate timidi e buttatevi con me in questo revival prima di immergervi a capofitto nelle nuove stagioni!!

Alla prossima!

 

 

1 COMMENT

  1. Eccomi!

    Allora, prima di tutto: grazie per tutte queste dediche e belle parole! 😀 Grazie grazie. :-*
    Sì, ho molto apprezzato l’immagine di Martin-John. Davvero molto. 😀

    Concordo con te su tutto! A parte The 100, che non guardo.
    In particolare, mi trovi d’accordo sulla PESSIMA scelta del finale inerente a Elena. Che cosa ridicola. Doveva morire, in modo drammatico, per i fratelli e gli amici. Questo avrebbe dato pathos alla storia, in particolare al finale della ragazza che almeno per 5 stagioni è stata la protagonista (non in senso assoluto, ovviamente, ma tra le figure femminili lei lo è stata).
    Anche io, infatti, confido nel fatto che ora ci siano “solo” i fratelli. Sai mai che questo ridoni interesse alla trama… Speriamo.

    Poldark… già solo la sigla vale tutto. In più c’è il resto… Prego. 🙂
    Comunque ben pochi hanno letto i libri, sono vecchi! E qui difficili da trovare. Se lo show arrivasse in Italia magari si potrebbe avere una ristampa.

    Dominion: always grazie di esistere Arcangeli! Always.
    Ah, Noma, creatura meravigliosa… che scena straziante.

    😀

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