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Doctor Who 11×03 – Quando la storia è emozione

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Doctor Who 11×03 – Quando la storia è emozione

Partiamo dal presupposto che l’episodio di domenica mi è piaciuto, e tanto. Dopo una premiere sfortunata e una seconda puntata promettente, questa conferma mi ha decisamente sollevata.

“Rosa” è al contempo una lezione di storia e un racconto delicato che sfrutta finalmente a pieno l’incredibile narrativa poetica di Chibnall. In meno di un’ora la serie è infatti riuscita a regalarci un convincente ritratto di una donna perennemente divisa fra sicurezza personale e sete di giustizia.

Andiamo a vedere gli aspetti dell’episodio che mi hanno particolarmente convinta.

Jodie Whittaker. Con la sua freschezza, Jodie si sta rivelando sempre più una conferma. La naturalezza con cui riesce ad alternare momenti di ilarità a scene fortemente drammatiche la rendono un’interprete virtualmente perfetta per il ruolo del Dottore.
La ferrea volontà di Thirteen di non intervenire nonostante ogni fibra del suo essere le imponga di farlo, mi ha ricordato enormemente l’eterna sofferenza dei suoi predecessori. Mi ha ricordato tantissimo la rabbia sofferente di Ten in “The Fires of Pompeii”, anche se quella volta il Dottore fu in grado di permettersi un’eccezione che qui non era nemmeno contemplabile.

Montgomery, Alabama, 1955. Il modo in cui gli autori hanno saputo ricostruire il clima di razzismo che si respirava in America in quegli anni è assolutamente impeccabile. Gli sguardi diffidenti e ostili, le inquadrature dei dettagli, tutto contribuisce a ricostruire una realtà ormai superata, eppure ancora terribilmente attuale.
I cartelli che indicano il posto dei passeggeri bianchi sul bus diventano essi stessi personaggi del racconto. Con poche sapienti fotogrammi, diventano l’incarnazione di un pregiudizio e di una condanna muta e onnipresente.
La rabbia repressa degli autisti e dei cittadini, chiaramente sempre sul punto di esplodere, contribuisce a creare un clima d’ansia che lo spettatore non riesce a scrollarsi di dosso.

Le reazioni del gruppo. Le reazioni del Dottore, Graham, Yaz e Ryan esprimono in pieno lo shock culturale a cui si trovano sottoposti.
Un gesto così semplice come la restituzione di un oggetto caduto al suolo si trasforma in un pretesto per un’aggressione e gli occhi di Ryan esprimono chiaramente confusione e incredulità.
Yasmin non sa come trovare il suo posto e come classificarsi in una realtà in cui la sua esistenza sembra essere a malapena contemplata.
Su tutto torreggia la desolazione impotente di Graham, costretto ad assistere senza poter intervenire a qualcosa che va contro le sue convinzioni più profonde. Vedere Rosa Parks portata via come una criminale è un po’ come lasciar morire un pezzetto di sé.

Una nuova potenziale trama orizzontale. Il modo in cui Krasko è uscito di scena mi fa pensare che non sarà l’ultima volta in cui lo vedremo. A rafforzare questa convinzione c’è il fatto che gli autori non abbiano rivelato il motivo per cui l’uomo sembrava tanto determinato a impedire il compimento del destino di Rosa. Se ci aggiungiamo che il personaggio è interpretato da Josh Bowman e non dall’ultimo degli sconosciuti, le possibilità (e la speranza) di ritrovarlo appaiono davvero altissime.

Passiamo ora alla top 3 di questo episodio:

  1. Il Dottore. A ogni episodio, Jodie si appropria sempre di più dei panni del Dottore e lo fa con un brio e una sicurezza ineccepibili.
  2. La ricostruzione di Montgomery. Come ho già ampiamente scritto, è stato un aspetto riuscitissimo dell’episodio, un aspetto magistrale della narrazione.
  3. Il TARDIS. Ancora una volta, in sordina, il TARDIS non ha portato il Dottore nel posto in cui doveva andare, ma lo ha sicuramente portato nel posto in cui doveva essere.

Aspettando domenica, ecco il trailer del prossimo episodio, “Arachnids in the UK”.

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Nata come Elisa, fin da bambina dimostra un’inquietante e insopprimibile attrazione per i telefilm e per il bad boy di turno. Le domeniche della sua infanzia le trascorre sfrecciando con Bo e Luke per le stradine polverose della sperduta contea di Hazzard. Gli anni dell’adolescenza scivolano via fra varie serie, senza incontrarne però nessuna che scateni definitivamente il mostro che dorme dentro di lei. L’irreparabile accade quando un’amica le presta i DVD di Roswell: dieci minuti in compagnia di Michael le bastano per perdersi per sempre. Dal primo amore alla follia il passo è breve: in preda a una frenesia inarrestabile comincia a recuperare titoli su titoli, stagioni su stagioni, passando da “Gilmore Girls” fino ad arrivare a serie culto quali “Friends” ed “ER”. Comedy, drama, musical… nessun genere con lei al sicuro. Al momento sta ancora cercando di superare il lutto per la fine di “Sons of Anarchy”, ma potrebbe forse riuscire a consolarsi con il ritorno di Alec in quel di Broadchurch…

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