C’è un’idea in un vecchio manuale di recitazione, secondo la quale se interpreti un personaggio cattivo, non devi renderlo uno di quelli che sogghignano giocando con i baffi. I cattivi in fondo sono esseri umani, e non pensano di essere per l’appunto cattivi.
Questo ci fornisce qualche spunto sull’approccio che Bradley James (Merlin, Homeland) ha seguito nel creare la figura adulta di Damien Thorn in Damien di A&E, il seguito in dieci episodi del film del 1976, The Omen, con Gregory Peck e Lee Remick.
“Qualcuno mi ha chiesto… ‘Cosa fai per diventare l’Anticristo?’ E ho pensato, ‘Be’, non è che puoi semplicemente presentarti lì e recitare l’Anticristo,'” ha detto a Zap2it l’attore trentaduenne. “I sovrani non sempre si comportano come tali. Lo diventano grazie alle persone da cui sono circondati. Viene loro dato questo status, e la stessa cosa succede con l’Anticristo. Assumi questo ruolo grazie alle persone e il mondo che ti circondano.”
“Si è quindi trattato di prendere un personaggio che esiste sulla carta… e renderlo umano e giocare con questo aspetto del suo essere grazie al quale le persone comprendono che può essere la versione dell’Anticristo che si immaginano, e sono consapevoli di questa possibilità.”
In questo nuovo scenario, Damien ha trent’anni e si trova nuovamente al centro di morte e disperazione, solo che stavolta non è lui a causarle ma piuttosto le documenta, nei panni di un fotografo che lavora in Syria insieme al collega Amani (Omid Abtahi, Better Call Saul). Nonostante gli eventi del proprio passato, è incosapevole delle forze sataniche che lo circondano – fino a quando nella premiere non è costretto a fronteggiare la sua vera identità.
Megalyn Echikunwoke (House of Lies), veste i panni di Simone, una donna la cui vita è scossa dalla tragedia, e Barbara Hershey (Beaches), è Ann Rutledge, una donna misteriosa che lavora dietro le quinte per assicurarsi che Damien compia il proprio destino.
L’attrice che vanta nomination agli Oscar e la vittoria di un Emmy, ha affermato che inizialmente è stata attratta da questo progetto dallo script e dai quesiti che esso solleva.
“Ero molto intrigata da… dalla domanda ‘Cosa fai quando scopri di essere l’Anticristo?'” ha detto la Hershey. “…Sono convinta che in ognuno di noi ci siano sia del bene che del male, e che ogni giorno facciamo delle scelte che ci portano a essere ciò che siamo. Quindi è un dilemma che ho sentito anche mio quando l’ho letto – esattamente come fa parte del mio personaggio. Ho pensato fosse intrigante. Non ero sicura di dove sarebbero andati a parare, ma ero pronta a rischiare.”
“Da quando alla fine del film originale il bambino sorride alla cinepresa, ha dimenticato tutto ciò che gli è accaduto. L’ha cancellato dal proprio cervello,” prosegue. “È stato il suo modo di reagire, e poi è diventato un fotografo di guerra e si è circondato sostanzialmente di dolore. E penso che lei sia rimasta tutto il tempo nell’ombra a pianificare, a guidarlo, a proteggerlo, stando attenta che tutto procedesse per il verso giusto… Ora che Damien ha compiuto i trent’anni, è giunto il momento di agire, e quindi lei è uscita dall’ombra e si è presentata a lui.”