
E infine, ci siamo. Penultimo episodio di Da Vinci’s Demons, che si avvia alla sua conclusione e, quindi, a dirci addio. O quantomeno, arrivederci, nel caso fra qualche anno ci sia la nuova breve serie ambientata anni dopo, come sembra secondo alcune voci che girano. Questo nono episodio, “Angelus Iratissimus”, ha presentato dei momenti di notevole impatto, su tutti quello che ha avuto come protagonista Laura Cereta.
Procediamo con ordine.
Partiamo da Lucrezia.
L’ho già detto, lo so, ma lo ripeto: la sua evoluzione è veramente bella, in questa stagione in particolare. Apprezzo moltissimo la forza raggiunta e mostrata da questo personaggio.
E’ stata fantastica nel confronto col padre, il “vero” Papa Sisto.
Grazie a loro abbiamo avuto una rivelazione sorprendente: il fine dei Figli di Mitra (quantomeno del gruppo che noi conosciamo) è unificare l’Italia. Con tre secoli di anticipo. La domanda è: a che scopo vogliono quest’unificazione?
Passiamo a Vanessa e Lorenzo.
Va bene l’analogia tra i due, che ho descritto la settimana scorsa, va bene la solitudine e la disperazione, ma quando ho detto che i due hanno un legame non intendevo certo che dovessero finire insieme! Devo essere onesta e dire che non condivido affatto questa scelta.
L’unico aspetto positivo è che Lorenzo ha tagliato la barba, speriamo che in questo breve tempo che ci resta per godere di questa storia, lui torni quello di prima, almeno in parte, visto che in ogni caso è e resterà profondamente segnato da quanto ha vissuto.
Nella parte a Firenze abbiamo avuto la possibilità di vedere la situazione di Riario… e l’arrivo (come se ne sentissimo il bisogno) dell’Architetto.
Girolamo continua a persistere nel suo pessimo tempismo, con la sua volontà di pagare per i propri errori (nemmeno voluti e neanche compiuti con consapevolezza di sé).
Come abbiamo visto, l’Architetto ha nuovamente ripiegato su Riario e la domanda, come direbbe qualcuno, sorge spontanea: cosa ha guidato questa sua scelta, la perdita di Carlo o la mera e davvero scatenata follia?
Mi auguro che Girolamo non ricada in questo tranello, che non sia nuovamente traviato, dopo tutto quello che Leonardo e Laura Cereta hanno fatto per lui. E trovo anche inquietante questa persuasione che l’Architetto è sembrato avere nei confronti di Singh.
Altra questione. Posto che il suo discorso ha creato una scena potente ed evocativa, lui resta un esaltato… potrebbe essere lui quello che brucia nella visione, pagando finalmente per ciò che ha fatto, in una Firenze che si ribella al suo giogo? Non sarebbe male.
Veniamo a Laura Cereta.
Le scene che l’hanno vista protagonista sono state una delle parti migliori dell’episodio, a partire da quella della sua “investitura”. Il discorso alle truppe è stato un momento incredibile e favoloso: il falso Sisto, con la sua arroganza, il suo disinteresse per i destini del popolo, non ha ottenuto nulla dalle truppe, alcuna reazione, anzi, ha suscitato imbarazzo, indifferenza e un certo… come dire, desiderio di abbandonare i ranghi e non battersi affatto; invece, Laura, una donna, con la sua forza d’animo, la genuina fede, non solo e non tanto (in questa circostanza) in Dio, ma nella correttezza della loro causa (per l’Italia e per tutti, non solo per uno, come Sisto ha detto, “Per il vostro Papa”), li ha ispirati, portati ad acclamare, li ha convinti a combattere, ha infuso loro coraggio e voglia di battersi per la salvezza del popolo.
Una donna, un’altra che vale quanto e più di un uomo. Clarice, Lucrezia, Vanessa, Singh, Laura, Sophia… donne che hanno fatto e mostrato valore quanto gli uomini e ben più di alcuni di loro… Un bel messaggio per una storia ambientata in quei tempi.
E veniamo, infine, a Leo, Sophia e Zo.
Il momento tra i tre, immediatamente successivo all’arrivo di Zo, è stato bellissimo, nonché divertente e spumeggiante.
Zo è sembrato affascinato e spaventato da Sophia, quasi come a dire “Oddio, Leo non bastava?”
Pensiero non certo infondato, visto che nel modo di parlare, di muoversi quando stanno scoprendo qualcosa, avendo un’idea, fratello e sorella sono incredibilmente simili.
Sophia sembrava una creaturina spaventata e fragile, invece si sta rivelando diversa, quindi quando noi l’abbiamo incontrata, nella casa di Lupo, era l’estenuante e prolungata prigionia ad averla stremata, il che è comprensibile. Anche con il diario di Leonardo, Sophia si è riconfermata intelligente come il fratello.
Questa scelta di presentare una donna geniale quanto Leonardo, il genio dei geni, è molto bella; i due insieme mi piacciono.
Il momento intercorso tra loro, nel bosco, la notte, è stato tenero, fratello e sorella che imparano a conoscersi, cercano di recuperare il tempo perduto.
Posso dire che mi aspettavo che lei si rivelasse la figlia di Al Rahim? Non poteva essere la figlia di Piero e chi altri poteva essere il padre, se non lui?
E con Leonardo e Zo, ovviamente, abbiamo ritrovato ancora Vlad. La cosa che apprezzo della sua presenza è la sua figura di esperto guerriero e condottiero. Il suo confronto con Leonardo è stato divertente.
Con la spedizione nel campo degli Ottomani, Leonardo si è ritrovato incredibilmente vicino a Lucrezia: i due si ritroveranno?
Zo e Sophia, invece, con il più classico dei colpi di scena, sono stati scoperti proprio alla fine (dannazione). Io non voglio che muoia nessuno di loro. Mi va benissimo che muoiano i due Sisto, Al Rahim, che non ha tradito solo Leonardo, ma anche noi spettatori, in quanto ci aspettavamo che lui fosse una guida per il genio, un modo per acquisire incredibili conoscenze, saggezza, e invece ha portato con sé spargimenti di sangue. Non voglio, però, che muoia “qualcuno dei nostri”.
Ebbene, anche per questa settimana ho terminato.
Manca poco al gran finale, con “Ira Deorum”, del quale vi lascio la preview (incredibilmente è uscita in tempo).
Ci ritroviamo, dunque, dopo il series finale.
Buon Natale a tutti!