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Cult | Recensione 1×07 – Suffer the Children

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Cult | Recensione 1×07 – Suffer  the Children

562307_303441129785663_386023869_nDopo che la settimana scorsa ho ronfato profondamente durante la visione dell’episodio di Cult, ammetto che Suffer the Children mi è piaciuto. Siamo ben lontani dal capire lo scopo finale di tutti questi segreti, ma quanto meno si è alzato il velo su alcune situazioni scomode. Lo show televisivo non può essere ancora decretato un buon prodotto di intrattenimento, però  questa puntata, nel suo piccolo è riuscita a tenere alta l’attenzione del pubblico, evitando sbadigli ed inutili scatti d’ira. Una domanda mi sorge spontanea: “Ma con 590 mila telespettatori, la CW ancora non ha cestinato la serie?”

Questa settimana vediamo Jeff distrutto dal dolore, quando scopre che il suo editore ed amico, è stato ucciso dalla diabolica detective Sakelik. Skye, mentre cerca di stare vicino al suo amico/amante, si accorge che all’interno della redazione di Cult c’è qualcosa che non quadra: un suo collega sta indagando su di lei e sul rapporto che ha instaurato con Jeff. Quest’ultimo, intanto, cercando qualche scheletro nell’armadio della detective, compie insieme a Skye un lungo viaggio in una località sperduta della California. I due provetti detective si troveranno a scoprire un torbido  segreto fatto di omicidi, maltrattamenti e chi più ne ha più ne metta. Sakelik, da ragazza, sembra già aver formato la mente di svariati True Belivers e sembra proprio che proprio la detective sia l’unica a conoscere l’identità di Steven Rae. Intanto Robert viene nuovamente avvicinato da Stuart che gli fa una proposta di lavoro a cui l’attore non può rinunciare. 184913_303441139785662_1560754657_n

Seppur in maniera eccessivamente fantasiosa, Suffer the Children regala un episodio interessante e con un’atmosfera tesa e malsana. La bellezza di Cult finisce qui, però. Nonostante questo settimo appuntamento sia degno di nota, la serie rimane ancora nell’anonimato. Lo show, infatti, anche se può contare su un buon cast ed una recitazione piuttosto convincente, non arriva dritta al cuore e non riesce ancora ad empatizzare con il pubblico nel creare l’effetto “non vedo l’ora che arrivi venerdì per vedere il nuovo episodio”. Sarà a causa del fatto che Cult è partita in svantaggio e sconfitta fin dall’inizio, ma è possibile che, dopo 7 episodi, non si riesca a trovare quasi nulla di buono? Questa, che a conti fatti è la puntata più bella fino ad ora trasmessa, risulta comunque essere una goccia nell’oceano che non servirà a molto per salvare le sorti di una serie che è già partita sconfitta. Dopo sette settimane di programmazione, quindi, possiamo affermare che Cult, nonostante il suo grande potenziale, è una serie del tutto evitabile. Consapevoli che non riuscirà mai ad empatizzare con il pubblico, almeno godiamoci la vista di Matt Davis fino al prossimo maggio, nella speranza che, presto o tardi, possa trovare fortuna in una produzione televisiva.

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