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Constantine | Recensione 1×07 – Blessed Are the Damned

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Constantine | Recensione 1×07 – Blessed Are the Damned

Ho un annuncio da fare. So bene che potrà sembrarvi folle ma credo di aver finalmente compreso la trama orizzontale di questa serie tv.

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Sì, d’accordo… è dura da credere, so che una qualsiasi leggenda metropolitana di bimbi infilati nel forno o coccodrilli nelle fogne sarebbe più credibile di qualsiasi cosa stia per dirvi, ma davvero, sono bastate due paroline in croce di Manny e Constantine per farmi comprendere il significato intrinseco di questa stagione. Tenetevi forte…

Il confine tra la Terra e l’Inferno si sta distruggendo!

So bene che quel continuo reminder de “l’Oscurità sta sorgendo” doveva far suonare un campanello, ma questo dettaglio rende tutto un po’ più chiaro. Per esempio:

  • Questo spiega perché John abbia non poche difficoltà ad affrontare determinati nemici;
  • Questo spiega perché i nemici siano più forti dato che, di fatto, alcuni sono scappati dall’inferno.

Ora non sto dicendo che questa “grande rivelazione” salva capra e cavoli, ma è anche vero che mi permette di affrontare il tutto sapendo che andremo a parare da qualche parte: la fuga di un big bad dall’inferno? Qualcuno passerà al lato oscuro?
Inoltre la fine dell’episodio lascia spazio a qualche domanda in più, come ad esempio: chi è davvero Zed? Quali sono le sue potenzialità reali? Perché il sosia dei poveri di Killian di Witches of East End le vuole tendere una trappola?
Generalmente non mi piace restare con troppe domande – sono una persona curiosa! – ma avere qualche domanda in più in una serie che, francamente, non mi stava regalando nulla è già un inizio.
Iniziando la visione ho pensato per un momento di essermi ritrovata di fronte all’ennesimo episodio “guarda come mi ricorda Supernatural!”. Per chi non lo ricordasse, il tema del predicatore in grado di guarire qualcuno grazie a un “dono” non esattamente definibile come tale era stato trattato nel dodicesimo episodio della prima stagione di Supernatural, Faith.
Però, seguendo l’andamento dell’episodio, si è discostato non poco dalle mie precedenti aspettative; infatti, il predicatore agisce grazie alla piuma di un angelo, i “benedetti” si trasformano in dannati per recuperare la piuma e consegnarla ad Imogen, un angelo caduto il cui unico scopo è quello di restare sulla Terra.
Sapete già cosa è accaduto, non è il caso di ripeterlo, quindi direi di passare direttamente ai punti salienti e interessanti di questa puntata:

  • Zed e la fede. Ho davvero apprezzato il ruolo di Zed – Angelica a parte, sia chiaro – perché rappresenta al meglio l’antitesi di John. Sia John che Zed hanno avuto esperienze passate difficili (di John lo sappiamo già mentre di Zed lo presumiamo) ma mentre John rimane cinico NONOSTANTE tutto ciò che sa, Zed vuole credere. La ragazza vuole pensare che ci sia del bene in mezzo a tutto il marcio, anche se ha conosciuto più oscurità che luce. La sua reazione non appena vede Imogen è molto tenera, la sua innocenza fa a pugni con il contesto ma non possiamo fare a meno di identificarci in lei.

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  • Manny e l’empatia. Su Manny non avevo mai avuto un’opinione ben precisa, ma adesso è diventato uno dei miei personaggi preferiti. Sarà che ho un debole per gli angeli che mettono in dubbio la propria posizione nel mondo per colpa di un umano (ogni riferimento a piumati in trenchcoat è puramente casuale), ma Manny ha fatto la cosa giusta per una ragione: sa di non poter fare nulla per influenzare la vita degli uomini, ma sa anche che li invidia. Non quell’invidia malevola di cui si macchia Imogen, no. Manny si domanda cosa si prova ad avere un pianeta come la Terra tutto per sé, sentire il sole sulla pelle, gli odori della natura… Manny è genuinamente incuriosito da quello che crede di conoscere ma in realtà può solo fermarsi ad osservare da spettatore degli eventi. Uccidere Imogen è stato il primo vero passo verso la mortalità, non intesa nel senso letterale del termine bensì da un punto di vista meramente ideale: Manny adesso si è avvicinato a John, ha iniziato ad ascoltarlo, per certi versi ha iniziato a vivere senza la paura di interferire… perché lo ha già fatto.

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  • Imogen e la ribellione. Non appena Imogen ha definito gli angeli come “stampelle per creature difettose (gli umani)” non ho potuto fare a meno di notare la bellezza di questa definizione. Sì, lei è stata abbastanza sprezzante, ma il significato – per quanto mortificante per l’uomo – non è che la pura e semplice verità. Per questo motivo, nonostante Imogen sia quello che è, sono certa che Manny farà tesoro di questa definizione.

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Episodio superiore ai precedenti che mi fa ben sperare in… qualcosa. Non so ancora cosa, ma qualcosa! Come sempre, vi invito a lasciarmi le vostre riflessioni e vi lascio con il promo del prossimo episodio.

https://www.youtube.com/watch?v=LtAvQ6BN0Gk

1 COMMENT

  1. a me è piaciuta parecchio questa puntata! in particolare la sequenza in cui Imogen mostra la sua vera “natura”, e il bello è che si è addirittura stupita del fatto che l’abbiano cacciata dal Paradiso!
    a suo dire non è poi così grave che abbia ucciso un umano perché? perché non aveva niente di meglio da fare! voleva vedere se davvero fosse così facile ucciderli -_-
    “every magic comes with a price!” Tremotino non vi ha insegnato nulla?!?
    la prossima volta Zachary pensaci prima di giocare a fare il creatore!

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