
Devo ammetterlo: non ne sono convinta. Voi tutti sapete che amo Castle incondizionatamente e nel complesso non si può definire un brutto episodio (anche perché la coppia Terence Paul Winter – Thomas Wright è sublime come sempre) ma, almeno per quello che mi riguarda, la storia del papà super agente CIA in stile James Bond non mi ha mai convinta, neanche nella sua prima apparizione nella quinta stagione dove però gli episodi erano così magnifici che avevo riposto in un cassetto i miei dubbi. Ma bando alle castlate (marchio registrato), parliamo dell’episodio.
Il mio nome è Castle, Castle Senior
“Castle” ha uno schema fisso negli episodi che si potrebbe riassumere in “nascita del caso – momento personale – indagini – momento personale”, come una sorta di ordinato cerchio. La quinta era la stagione della luna di miele , la sesta è la stagione del matrimonio che, se non vuole rimanere solo una proposta, ha bisogno di una data. Dell’anno prossimo non se ne parla perché i due cuccioli Caskett non vogliono aspettare, in inverno fa freddo, in estate fa caldo (e l’acqua è troppo bagnata e la neve troppo ghiacciata), in Ottobre papà Beckett è in Europa, a Settembre, mese a quanto pare perfetto, Castle ha una serie di impegni per il libro. Inventeranno quindi un altro mese, chiamato il Caskettembre, per farli sposare. In realtà come al solito il genio della situazione è sempre Martha che dà voce al mio sogno proibito di smettere di programmare tutto e semplicemente sposarsi subito, senza troppi preparativi. Ma anche se i promessi sposi non sembrano d’accordo, la data dovrà aspettare ancora un po’ perché si entra nel vivo delle indagini, con il primo passo: il ritrovamento del corpo.
Il caso sembra uno dei tanti, la vittima un giovane ragazzo con alcuni scheletri nell’armadio … o un laptop sotto le assi del pavimento. Ma dato che i New York Finest non sono lì a pettinar le giraffe o a sfottere il neo-papà Kevin Ryan,
Beckett e la sua squadra (che comprende anche l’esperta d’informatica che ci ripropongono di tanto in tanto in questa stagione ma a questo punto io pretendo anche il ritorno di Hastings) riescono subito a mettere insieme i primi elementi dell’indagine: la vittima era un hacker piuttosto esperto che, dopo alcuni problemi avuti in passato, aveva apparentemente messo la testa a posto. In realtà l’accesso al suo laptop super segreto aveva evidenziato dei movimenti elettronici non del tutto legali che riconducevano al sistema informatico di una banca, filiale newyorkese di una grande compagnia. Arrivati in banca tra uno scherzo e un altro, Beckett chiede di poter parlare con il direttore e a Castle viene quasi un infarto quando riconosce nell’uomo, suo padre Jackson Hunt.
Quella che segue è una scena quasi paradossale dove Beckett parla amabilmente con suo suocero mentre Castle sembra uno studente al liceo con il foglio dei suggerimenti sotto al banco mentre l’insegnante si avvicina inesorabilmente. Il massimo arriva quando Beckett pronuncia le paroline magiche “Ci siamo già conosciuti? Perché ha un viso familiare!”, primo momento top dell’episodio.
Durante lo sviluppo delle indagini, Castle resta stranamente distante dal mondo, dalle sue teorie improbabili, da tutti quegli elementi che normalmente lo avrebbero entusiasmato ma soprattutto resta distante da Beckett che lo nota ma che non riesce a mettere a fuoco la motivazione.
Continuando però sulla serie “l’idea non mi convince”, Castle incontra suo padre in un parco, con tutte quelle precauzioni da film di spionaggio che non si sposano secondo me con lo stile dello show ma andiamo avanti lo stesso e così scopriamo che la vittima era certamente legata al lavoro di Castle Senior che a questo punto chiede a suo figlio di tenerlo informato nascondendo invece informazioni alle persone che più ama … ma questo da dove è uscito??
Ciò che però papà Hunt non aveva considerato era la tenacia e l’intelligenza di Beckett che non impiega molto a collegare il familiare direttore con il rapimento di Alexis e successivamente con ex agente CIA “gone rogue” come direbbero in Nikita, ossia che ha lasciato il guinzaglio e adesso agisce da freelance, prendendo ordini soltanto da sé stesso.
Un aspetto interessante che la storia di Castle Senior tira fuori è la reazione di Castle di fronte a una situazione nuova per lui, che non può domare con una battuta o con un libro. Confuso e dubbioso, Castle rivela la verità a sua madre che, riconfermandosi personaggio migliore dell’episodio, gli consiglia di fidarsi di quelle persone che da sempre gli sono vicine, Kate in primis. Ma Jackson rovina tutto ancora una volta presentandosi a casa Castle gravemente ferito. In un’esilarante scena di famiglia in cui Castle e Martha mettono in atto anni e anni di pratica all’Allegro Chirurgo con Hunt, continua a non convincermi l’assenza di dolore di daddy-spy mentre Castle fruga nel suo corpo per tirar fuori il proiettile.
Ma il secondo momento top arriva con l’inevitabile entrata in scena di Kate e Castle grazie al cielo smette di mentirle e fa le presentazioni ufficiali.
A questo punto Beckett torna al suo posto di “donna straordinaria” e ricorda a Castle di non dover niente a un uomo con cui condivide esclusivamente parte del patrimonio genetico, la Famiglia è un’altra cosa.
E in un’insolita riunione in casa Castle, tutti i punti vengono collegati e la figura che ne esce è quella di Jackson Hunt che arriva e complica la vita a tutti. Il super agente segreto aveva infatti reclutato la vittima per aiutarlo a scovare una talpa della CIA in possesso di informazioni e segreti pronti per essere venduti.
Dopo averlo studiato durante il suo racconto da Mille e una Notte, Beckett decide di aiutare Jackson a fermare la transazione ma solo per poter poi assicurare alla giustizia l’assassino. Così mentre Martha mostra a Jackson cosa davvero vuol dire essere genitore, Castle e Beckett diventano inconsapevoli esche in una trappola. Ovviamente Hunt arriva tempestivamente per fare l’eroe, salvare Castle, chiudere le indagini e scomparire nell’ombra come Batman.
Nonostante l’innegabile bravura di James Brolin, il personaggio di Hunt continua a non convincermi, forse perché lo sento “vuoto”, forse perché non è un padre ma una spia o più semplicemente perché non conosce suo figlio e si nasconde dietro il suo lavoro per paura di non essere coraggioso abbastanza da mettersi in gioco nella missione più difficile di tutte: la vita quotidiana.
Il finale è il terzo momento top dell’episodio: Castle è tornato sé stesso, libero da dubbi ma con la certezza di poter sempre contare su quella famiglia che si è costruito senza troppi sforzi perché l’amore dovrebbe essere incondizionato e non un premio da guadagnare.
In uno dei momenti più belli, veri e unici della storia Caskett, Castle manda al diavolo gli impegni e i fantasmi del passato, sceglie Kate e sceglie il mese perfetto: Settembre, mettendo sul viso di Beckett il sorriso più dolce della storia.
Ora vi lascio e vado a scegliere cosa indossare al matrimonio!