Home Hannibal Bryan Fuller: la questione stupro in ‘Hannibal’ e la scena di ‘Game of Thrones’

Bryan Fuller: la questione stupro in ‘Hannibal’ e la scena di ‘Game of Thrones’

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Bryan Fuller: la questione stupro in ‘Hannibal’ e la scena di ‘Game of Thrones’

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L’acclamato thriller di Bryan Fuller targato NBC, Hannibal, è sicuramente lo show più dark, raccapricciante, e operisticamente violento della tv. Eppure c’è un atto di aggressione troppo comune che Fuller ha promesso da tempo di non mostrare, nonostante sembra essere sempre più frequente in altri show. Con Hollywood sempre di più sotto attacco per l’uso di storyline sullo stupro (ad esempio in show come Scandal, Reign, House of Cards, Game of Thrones e altri—per menzionare i crime drama più famosi), abbiamo parlato con Fuller delle motivazioni per questo suo divieto auto-imposto e come la sua posizione venga messa alla prova dalla terza stagione del suo stesso show, che racconta la storia del torturato serial killer di Thomas Harris, Red Dragon (interpretato dall’attore de Lo Hobbit, Richard Armitage). In un mare di forti opinioni sullo stupro in TV lunghi un tweet e il cauto silenzio da parte di molti esecutivi dell’industria, Fuller offre una visione candida e ponderata su un problema creativo impegnativo e controverso.

Entertainment Weekly: Hai il divieto di raccontare storie di stupro in Hannibal…
Bryan Fuller: È una di quelle cose che volevamo davvero evitare nello show. Se ne vedono spesso in televisione, e c’è un’intera serie [Law & Order: SVU] che parla di stupro. È stato complicato raccontare la storia di Red Dragon, perché i crimini che Francis Dolarhyde commette [nel romanzo] includono il terribile stupro di cadaveri, e quasi-cadaveri. Nel modellare l’arco della storia di Red Dragon, è diventata una sfida rimanere fedeli al romanzo senza enfatizzare il fatto che una donna venisse stuprata. Quella è stata una delle grandi sfide, mantenere la nostra promessa [di non raccontare storie di stupro] al nostro pubblico — che è in gran parte femminile — e rendere giustizia al romanzo. Era diventata una questione complicata quella di non enfatizzare che le donne vengano prese di mira, e rendere più pronunciati i crimini contro la famiglia della vittima nel complesso. Non volevamo glorificarlo — beh, non “glorificare”, perché penso che nessuno dei procedurali “glorifichi” lo stupro. Ma sicuramente viene esplorato così spesso che raramente sembra autentico.

Quindi ci sarà comunque lo stupro, ma verrà solo suggerito?
Dovrete leggere tra le righe. Avviene, ma è una ciliegia orribile su una merdosa torta di crimini commessi contro una famiglia.

Cosa ti disturba sul modo in cui gli altri show approcciano la cosa ?
Ci sono frequenti esempi di uso dello stupro come la via più facile per sconvolgere il pubblico. Il motivo per cui lo stupro viene usato così di frequente è perché è una cosa orribile che è reale e accade davvero. Ma a causa del fatto che viene usata troppo spesso, diventa insensibile. È qualcosa da cui non posso derivarne intrattenimento come membro del pubblico – e io sono il primo fan di Hannibal. Il mio ruolo, come showrunner, è quello di voler guardare lo show che stiamo creando. E se qualcosa sembra sfruttata o superflua, cercherò di evitarla.

“Un personaggio viene stuprato” è una storia molto facile da lanciare per un drama. E porta con sé una serie di analogie che non vengono spesso elevate a livello drammatico o emotivo. Trovo che non sia necessariamente ponderato nei più comuni crime procedurali. Ci si riduce ad abbreviare, e non penso ci possa essere alcuna abbreviazione per quella violazione – è un tradimento incredibilmente personale e intimo di qualcosa che dovrebbe essere positivo e salutare. E spesso viene esplorato in maniera così debole perché non hai abbastanza tempo in 42 minuti per scavare abbastanza a fondo in cosa voglia dire essere una vittima di stupro. Appare sempre di più nei procedurali senza aumentare la posta in gioco e senza esplorare tutto ciò che avviene. Tutti gli elementi strutturali di come raccontiamo storie nei procedurali sul crimine restringono l’estensione dell’efficacia nell’esplorazione di cosa voglia dire attraversare questa esperienza.

E lo dico io, una persona che può derivare immenso intrattenimento dal cannibalismo – c’è un’ironia nel cannibalismo che trovo orribile e divertente. Posso gestire la questione del cannibalismo e divertirmi. Ma con lo stupro? Non proprio.

Inoltre il cannibalismo è così raro ed estremo, è come se fosse un crime fantasy; non un problema sociale. Ma è sicuramente interessante perché Hannibal è così infinitamente creativo nell’esplorare altre forme di violenza, ma ne togli una che è così frequentemente usata.
Prendo molto seriamente il trovare un modo per evitare questo aspetto di ciò che sta accadendo ai personaggi. E questo potrebbe essere sbagliato per certi aspetti. Se avessi voluto supportare davvero quello che dico, avrei dovuto esplorare lo stupro così minuziosamente che avrebbe dovuto sopraffare lo show. Ma c’erano altri elementi che sembravano più piacevoli per il pubblico da esplorare rispetto a quello.

Abbiamo parlato di Game of Thrones prima di questa intervista. Cosa ne pensi della controversa scena di Sansa Stark?
Ho pensato che fosse stata gestita con gusto, tutto considerato. Avrebbero potuto mostrarla. Con Game of Thrones, racconti una storia basata su un periodo dove questo tipo di violazioni erano comuni. E le donne non avevano una posizione in quel mondo tale da poter davvero resistere. E con Sansa Stark, e quel particolare attacco, sappiamo che Ramsay Bolton è un violatore terribile di ogni cosa che sia umana – ciò che ha fatto a Theon Greyjoy è parte integrante di questa sua crudeltà. Quindi è sembrato organico con quel mondo — non solo quello che è accaduto a Sansa, ma [l’attentato stupro di] Gilly. Sembra essere nel Wild Wild West, e ciò fa parte del modo in cui hanno deciso di esplorare la storia. Capisco perché hanno fatto determinate scelte nelle storie che raccontano, quindi non posso criticarli per aver usato quel mezzo.

Nel caso di Sansa Stark, sembra che stiano costruendo per arrivare a qualcosa che questa donna deve superare, e alcune terribili lezioni che deve imparare sul patriarcato che la circonda – come il fatto che Ditocorto sapeva cosa sarebbe potuto accaderle e sapendo che potrebbe portarla ad attuare una vendetta più drastica [contro i Bolton] che potrebbe giovargli. Se io fossi lo showrunner di Game of Thrones, farei le stesse scelte? Non ne ho idea. Ma per quanto riguarda l’avere a che fare con una storia procedurale in Hannibal e vedere cose che non mi piacciono degli altri crime show procedurali, per me è più facile dire che non voglio quell’aspetto in ciò che sto facendo.

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Chiara, classe 1990. Incapace di vivere senza telefilm, musica, libri e film, ha iniziato a sviluppare una passione per il teatro. Predilige la lingua originale, ma sogna da sempre di entrare nel mondo del doppiaggio - magari per riportare gli adattamenti sulla retta via. All'inizio di ogni stagione telefilmica si impone di non iniziare nuove serie e sistematicamente si ritrova ad allungare la già infinita lista. Non ha un genere preferito, l'importante è che coinvolga ed intrattenga. Si affeziona troppo ai personaggi di fantasia e parla di loro come se fossero persone reali. Adora tutto ciò che è british - potrebbe passare ore ed ore ad ascoltare uomini britannici dalla voce suadente mentre leggono l'elenco telefonico - si diverte a imparare i vari accenti e cerca con scarso successo di imitarli; nel suo cuore c'è un posto riservato anche per USA e Canada. Quando Photoshop chiama, non può far altro che rispondere e darsi ai lavori di grafica e, nei momenti di ispirazione, crea anche video. Ogni tanto scrive fanfiction, ma più che altro le piace leggerle. E sì, le ship e le OTP fanno parte della sua vita, ma le usa con moderazione. Le piace viaggiare e visitare posti nuovi, ma nella vita di tutti i giorni è una pantofolaia. Nonostante il suo costante desiderio di fuggire da una realtà a cui non sente di appartenere, ama profondamente la sua famiglia. Ringrazia sempre il giorno in cui fece amicizia con un gruppo di pazze sparse per l'Italia, che sono diventate la sua famiglia virtuale. Ha incontrato David Tennant due volte in due giorni ed è ancora viva. E' rimasta in silenzio ad ammirare la sua celebrity crush tenere un'intervista a pochi metri da lei. Quando si sente giù di morale, ascoltare i rumori del suo modellino di Tardis la fa sentire meglio. P.S.: E' più pazza di quello che sembra. Uomo avvisato...

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