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British Addicted | #15

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British Addicted | #15

Summer is coming.
E andando avanti con le settimane ce ne accorgiamo sempre di più, con i finali di stagione e le news che si riducono sempre di più all’osso.
Ma l’estate ci porterà anche Poldark ed improvvisamente il caldo diventerà torrido!
Ad oggi non abbiamo ancora una data certa, ma siamo a fine maggio e giugno è alle porte, manca ormai pochissimo alla terza stagione.

Ormai è destino che ogni volta che si parla di Poldark deve venir fuori anche quello che è stato il suo diretto concorrente lo scorso anno e che, ufficiosamente, è stato anche il motivo per il quale la serie con Aidan Turner è stata anticipata a giugno.
Parlo di Victoria, l’acclamata serie ITV con protagonista Jenna Coleman, che in occasione del Victoria Day (celebrato il lunedì precedente al 24 maggio, giorno di nascita della regina) ha visto il rilascio di un piccolo teaser della seconda stagione.
E’ la scena del battesimo della prima figlia di Victoria e Albert, un’occasione solenne dove lo sguardo della regina sembra quasi ambiguo, misto tra gioia e preoccupazione.
Avremo modo di vedere come Daisy Goodwin, l’autrice della serie, gestirà la maternità di Victoria, le cui fonti la descrivono mancante di istinto materno.

La Coleman ci connette subito a quello che è, fino ad ora, la serie più importante della sua filmografia: Doctor Who.
Ai cinesi deve piacere molto l’alieno con due cuori che se ne va in giro con la sua cabina blu, tanto che hanno comprato la serie, per distribuirla sul mercato cinese, per le prossime 5 stagioni.
Possiamo essere abbastanza tranquilli nell’affermare che non ci sbarazzeremo del signore del tempo almeno fino alla quindicesima stagione!

In attesa di rivederlo sui nostri schermi nei panni del Master, è notizia di questa settimana che John Simm sarà il protagonista di una miniserie, in 3 puntate, prodotta da ITV. Le riprese inizieranno a breve e, presumibilmente, andrà in onda agli inizi del 2018.
La serie, intitolata Trauma, racconterà la tragedia di un padre, interpretato da Simm, il cui figlio quindicenne è stato pugnalato a morte. A nulla servirà l’intervento del chirurgo, interpretato da Adrian Lester.

Qualche settimana fa vi avevo parlato di A very english scandal, serie sulla storia del politico Jeremy Thorpe, accusato di aver fatto uccidere il suo amante che aveva minacciato di rivelare la sua omosessualità.
Il processo a Thorpe scosse l’intero paese e, di fatto, mise fine alla sua carriera politica nonostante venne poi assolto nel 1979.
Ora sappiamo chi lo interpreterà: Hugh Grant.
A very english scandal si comporrà di 3 puntate e l’autore è un nome molto noto ai fan di Doctor Who: Russel T. Davies.

Terminato l’angolo delle news, è arrivato l’atteso momento dell’angolo dei consigli, quest’oggi a cura di Syl.

In origine avevo pensato di consigliarvi un altro telefilm, ma dopo aver divorato questa miniserie in tre puntate in poche ore, ho deciso che era assolutamente necessario parlarne. (Lo spunto l’ho trovato in questo articolo colpevole della mia mancanza di vita sociale per il prossimo futuro).
Si tratta di una storia vera e, come tale, ancora più agghiacciante. Perché agghiacciante lo è davvero, pur nella semplicità di realizzazione. Si tratta di un caso di abusi sessuali a danni di tre minori, che è stato al centro dell’attenzione qualche anno fa, soprattutto per il modo in cui l’indagine è stata condotta e quello che ha scoperchiato della società britannica. Stiamo parlando di ragazzine di 13-15 anni, con qualche problema in famiglia – una di esse con difficoltà di apprendimento -, tendenzialmente ribelli, adescate, manipolate e coercite da un gruppo di Pakistani del quartiere, che non si sono fatti alcuno scrupolo a violentarle in prima persona – dopo averle abbindolate con l’offerta di cibo, alcol e un clima di generale accoglienza e affetto che queste ragazzine bramavano – e a costringerle a prostituirsi.

Verrebbe naturale pensare che la società intera, in primis polizia e assistenti sociali, si sia precipitata a metterle in salvo dai loro aguzzini. Ma non è andata decisamente così ed è proprio questo lo scopo della miniserie. Dimostrare cioè come i tutori della Legge, quelli che dovrebbero difendere le categorie di cittadini più deboli, si siano resi colpevoli di un clamoroso caso di quella che io chiamerei negligenza professionale, se non addirittura comportamento criminale.
In una vicenda del genere, la prima considerazione spontanea e anche piuttosto logica che ci viene in mente, per come siamo abituati a ragionare, è che stiamo parlando di adolescenti: non sono vittime per principio, proprio in virtù della loro età? Sono poco più che bambine alle prese con uomini adulti. E invece, con sommo orrore, queste ragazzine non sono state credute perché giudicate utilizzando i peggiori stereotipi degni di una società medievale. Il problema è stato il loro essere “oppositive” e avere uno stile di vita “disordinato”. In sostanza, non erano, nell’immaginario collettivo, le classiche vittime innocenti di abusi sessuali. Sono state accusate di essersi inventate tutto, di essere prostitute (!!) e una di loro perfino di essere complice degli uomini nel giro di sesso a pagamento, per guadagnarci in prima persona, cosa che la rendeva peggiore degli uomini stessi (!!). Ho passato il tempo a chiedermi che cosa stessi guardando e dove fosse nascosta la gente sana di mente. Il fatto che le ragazze vivessero in effetti una vita meno che ordinata all’interno di regole predeterminate, alle quali si ribellavano, il fatto di avere conflitti in famiglia o di essere trascurate dall’adulto di riferimento è proprio il motivo che le ha rese vittime in the first place, perché ha permesso a questi uomini di approfittarsi di loro – minacciandole, oltretutto – con molta più facilità. Non mi sembrava una constatazione psicologica tanto difficile.
Nel gruppo di funzionari menefreghisti, omertosi e dal giudizio facile, due donne di incredibile valore e umanità si stagliano tra i personaggi che compongono la serie. Sono donne che hanno creduto alle ragazze, hanno lottato al loro fianco, hanno cercato di far sentire la loro voce, si sono scusate di averle deluse e le hanno trattate da esseri umani, aiutandole a ricostruire quella fiducia in loro stesse che gli anni di accuse e colpevolizzazioni avevano demolito. Nonostante il risultato del processo, queste persone hanno pagato un prezzo piuttosto alto per essersi schierate dalla parte della verità, senza mai però rinunciare a farlo.

Un saluto alle pagine affiliate ed arrivederci a sabato prossimo!

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