
Sono passati alcuni giorni dal ritorno sugli schermi Netflix del nostro cavallo preferito e, non mentiamo, siamo tutti in preda alla malinconia. Sappiamo bene che questa prima parte della stagione 6 di Bojack Horseman non è altro che l’inizio della fine… Ma nonostante la tristezza, vi assicuro che questa recensione non sarà altro che una dichiarazione d’amore.
Quando Netflix ha annunciato che la sesta stagione di Bojack Horseman sarebbe stata l’ultima, tutti i fan si sono uniti in protesta. Lo stesso Aaron Paul, il Jesse Pinkman di Breaking Bad che in Bojack presta la voce a Todd Chavez, ha espresso in un tweet la delusione per la decisione della piattaforma. Ma la nota positiva in questa valle di lacrime, è che la “tragedia” annunciata dà la possibilità agli autori di chiudere la serie dignitosamente. E in questa prima parte della stagione vediamo già tutti i presupposti per la realizzazione della suddetta possibilità.
Bojack Horseman – Recensione prima parte stagione 6
Il primo episodio si apre mostrando Bojack ai tempi della morte di Sarah Lynn, uno degli eventi chiave per comprendere la rovinosa caduta del protagonista in quel baratro fatto di alcool, farmaci e autocommiserazione. Facciamo poi un salto in avanti, ritrovandolo dove lo avevamo lasciato alla fine della quinta stagione: la clinica riabilitativa Pastiches. Quello per tornare sobrio è un percorso tortuoso, che mette Bojack di fronte alle proprie paure e al proprio passato. Il piccolo mondo del centro di rehab diventa una comfort zone e ritrovarsi solo e vulnerabile nel mondo reale lo terrorizza, per questo farà di tutto per restare alla Pastiches il più a lungo possibile. Ovviamente, i tentativi per prolungare la permanenza saranno coerenti con il personaggio: disastrosi.
Gli altri personaggi principali non se la passano meglio:
Diane ha un nuovo lavoro, un nuovo ragazzo e una nuovo posto nel mondo, ma la depressione e la sua tendenza all’auto-sabotaggio sono dietro l’angolo per rovinare tutto.
Mr. Peanutbutter gira una nuova serie tv e finalmente ottiene qualcosa che si avvicina al tanto desiderato episodio crossover. Ma la relazione con Pickles è scombussolata dai tradimenti con Diane, e per riparare al suo errore trova una soluzione alquanto bizzarra.
Todd… è il solito Todd. Ma anche il re del nonsense in questa stagione affronta dei problemi seri. Quando sua madre si ammala e ha bisogno d’aiuto, deve fare i conti con i rapporti tesi con i suoi genitori. Una gioia per Todd, però: a quanto pare la sua app di incontri tra asessuali gli ha trovato un match…
E infine Princess Carolyn, il personaggio che più ho preferito in questo inizio di stagione. Il secondo episodio è quasi interamente dedicato a lei, una donna in carriera e una madre in difficoltà. L’arrivo della piccola Progetto senza nome di Princess Carolyn le stravolge l’esistenza, non sa più come organizzare le giornate per farci stare i mille impegni. I creatori rappresentano decine di copie sbiadite della gatta rosa, che corrono a destra e a manca con viso triste e stanco. Quante neomamme si saranno riviste in quelle copie sbiadite, nell’annullamento di sé stesse in favore dei pargoli? Ma soprattutto, nel senso di inadeguatezza e nella vergogna di “non provare quello che dovrebbero provare o che si aspettavano di provare” per i figli appena nati? Sono rimasta colpita dalla capacità di una serie animata di trattare un tema così delicato.
Una menzione la merita anche la nuova clip per la sigla. La decisione di cambiarla per la stagione finale l’ho apprezzata molto. Ripercorre tutti gli episodi che hanno lasciato il segno nella vita di Bojack, che lo hanno reso quello che è ora e che, diciamocelo, gli hanno incasinato il cervello.
Bojack Horseman – Recensione prima parte stagione 6: Conclusioni
Uno dei leitmotiv della stagione è prendersi le proprie responsabilità e non pensare di riuscire a farla franca. Le proprie colpe e le proprie debolezze, non spariranno magicamente perché semplicemente smettiamo di pensarci. Verranno a bussare alla nostra porta prima o poi e riapriranno delle ferite che per un attimo avevamo dimenticato di avere. Il cliffhanger alla fine dell’ultimo episodio si muove proprio in questa direzione.
Gli autori stanno avviando alla conclusione i percorsi dei personaggi, rendendoli sempre coerenti con sé stessi. Nessun lieto fine facile: Bojack Horseman è lo specchio in cui si riflette questa società, e di certo qui nulla è facile.