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Blindspot | Recensione 2×02 – Heave Fiery Knot

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Blindspot | Recensione 2×02 – Heave Fiery Knot
Ben ritrovati!
Ebbene, anche questa seconda puntata è stata bella piena di eventi e ha avuto un bel ritmo: gli autori stanno cercando di mantenere alta la tensione e la trama è sicuramente ricca (signori, ci sono 22 puntate in una stagione, cerchiamo di non mandare tutto in vacca a metà. Grazie). Abbiamo davanti a noi un bel puzzle, avete presente quelli con tipo 5.000 pezzi di cui 3500 nelle varie gradazioni di nero?
Ecco, esattamente. E noi, dopo aver a fatica separato i vari pezzi per colore, siamo incredibilmente riusciti a finire i bordi.
Blindspot è un po’ così: migliaia di pezzi difficili da distinguere che adesso vanno inseriti in una cornice fatta di Orion, Sandstorm e buchi neri. Il tutto per avere finalmente una visione chiara di quella che è non tanto l’identità di Jane, alla fine a quanto pare l’abbiamo scoperto, ma l’obiettivo del suo piano, del piano di Remi e Sheperd, e le motivazioni che li hanno mossi.
Jane ormai è a tutti gli effetti una pedina per l’FBI pertanto riporta tutto ciò che Sheperd e Roman le dicono. Bellissime le inquadrature iniziali su Jane che parla e riporta non solo i suoi ricordi ma anche ciò che le hanno poi detto i capi di Sandstorm. Jane sembra sola, non tanto fisicamente quanto psicologicamente, sembra riportare gli eventi più a se stessa che agli altri. Come se, ripeterli ad alta voce, li faccia sembrare ancora reali, ancora più vivi.
Settimana scorsa avevamo visto nei dati della Mayfair una foto di Jane in tuta mimetica svenuta nel deserto ed oggi scopriamo che quella foto altro non è che la fine (apparente) della prima (forse neanche la prima mi sa…) vita di Jane. In missione in Afghanistan apparentemente qualcosa va storto e lei sembra morta.
Tutta la puntata ruota attorno al concetto di buoni/cattivi. E’ interessante vedere come Jane stia cercando di capire quale sia il lato giusto in cui stare, non è facile trovarsi fra due fuochi in cui da una parte ci sono persone (una famiglia?) che continuamente danno indizi per fermare atti terroristico/criminali di diversa natura ma che vengono considerati “nemici” e dall’altra il tuo team dell’FBI che, teoricamente, è lì per risolvere la situazione e aiutare il Paese. E’ davvero tutto così come sembra?
Orion era un programma dell’NSA (proprio l’organizzazione di Nas…coincidenze?!?) che si occupava di missioni ILLEGALI segrete e, casualmente, Remi ne faceva parte ma, quando il pesce marcio ha iniziato a puzzare e l’odore ha iniziato a diffondersi ovviamente la CIA è intervenuta chiudendo il programma, beh, facendo sparire ogni traccia di esso. Ancora modi poco legali: ecco spiegata la scena nel deserto e la foto di Remi a terra. La CIA ha cercato di uccidere tutte le persone che conoscevano e facevano parte del programma. Ma Remi è sopravvissuta. Anche se loro la credevano morta. Ed in effetti tutto questo sembra proprio incastrarsi alla perfezione con le paure che Tom Carter (CIA) aveva espresso alla Mayfair (FBI) ancora nella prima stagione, all’inizio di essa, quando vedeva in Jane una minaccia alla loro posizione.
Interessante notare come, all’interno di quella che dovrebbe essere la “GIUSTIZIA”, tutte le varie organizzazioni ad essa deputate abbiano una propria parte da recitare. Parte che sta pian venendo a galla e che si sta inserendo nel quadro più grande delle cose.
Dicevamo prima che questa puntata vuole un po’ affrontare il tema del “cosa è giusto e cosa è sbagliato”, Shepherd e Roman hanno raccontato a Jane la verità su Orion ma la loro conclusione è che il Paese debba ricominciare da zero. Ok ma, partendo da dove? E’ l’eterno dilemma delle guerre: può la violenza far nascere qualcosa di migliore? Può un attacco portare la pace? La storia ci insegna di no. Anzi. Eppure sembra proprio che l’obiettivo di Sandstorm (caso vuole che una tempesta di sabbia cancelli, o meglio copra, tutto ciò che si trova sulla sua strada al suo passaggio… Sandstorm racchiude in sè il suo stesso obiettivo) sia la distruzione. La distruzione per una rinascita.O almeno così sembra (voglio dire, gli indizi che ci hanno dato sono quello che sembra essere un razzo e poi la frase “ripartire da zero”…)
Quante informazioni in pochissimi minuti. Sembra proprio che gli autori, quest’anno, ci vogliano davvero aiutare a capire… ok, dove sta la fregatura? Perché nel giro di due puntate abbiamo scoperto chi è Jane (sort of…), chi è Shepherd (sort of…), cosa è Orion… Mi sembra un bel po’ di roba! Con tutto che nuovi misteri ci sono stati presentati: la figura di Roman e il suo legame con Remi, Shepherd come madre adottiva, il ruolo di Jane nell’esercito, la presenza di una talpa nell’FBI.
Ma andiamo con ordine.
Nel dialogo tra Roman, Shepherd e Remi si vede davvero come Roman sia legato alla sorella, quanto si fidi di lei a tal punto da volerle già raccontare tutti i loro piani, è come se lei non fosse mai andata via da lui. Lei è parte della Famiglia e quindi del suo team. Ma Shepherd è astuta, sa benissimo che Jane è nel team FBI quindi deve giocare bene le sue carte non solo per evitare di esporsi ma anche per riuscire a portare Jane “on board” in modo fisiologico, far sì che lei si schieri dalla loro parte perché lo vuole, perché riconosce in loro i “buoni”.
Questa puntata segna anche il ritorno del lavoro sui tatuaggi di Jane ma con una modalità tutta nuova. Non è più il team FBI a risolvere i vari rebus celati all’interno dei tattoos. No, è Sandstorm a dare gli indizi su di un tatuaggio ben specifico che deve essere risolto in tempi ben precisi. Sono loro adesso a dettare le priorità nei tatuaggi, sono loro a decidere su quali lavorare.
È chiaro che le forze in gioco sono ben inserite altrimenti non si capisce come potrebbero avere così tante informazioni. Shepherd e i suoi hanno agganci altolocati, persone influenti da cui prendono le informazioni. D’altronde Shepherd stessa sembra essere una persona influente, probabilmente non solo nell’esercito. Mi chiedo: se conosce Orion e tutto il resto, come mai la CIA non ha cercato di farla fuori? Come mai non si riesce a decifrare la sua identità nonostante Jane abbia fornito una sua descrizione (nella puntata si vede bene come ci sia un disegno di Shepherd nelle mani del team)?
Il caso del giorno è però, per noi, solo una scusa per vivere le dinamiche del team: Tasha, Reade, Patterson, Weller, Jane e Nas non sono certo il team perfetto. Non ora. Tasha e Reade non sono felici di lavorare con Jane e ancora meno di portarsela dietro sul campo. Oltre alla rabbia e al rancore che portano con sè per la fine fatta dalla Mayfair, c’è anche la paura che nasce dal non fidarsi di lei, paura che lei si rivolti (ancora?) contro di loro. diciamo che anche in questa puntata è Reade a descriverla meglio “sua madre è il leader e suo fratello un maniaco omicida (io non lo definirei proprio così btw!!!), ce l’ha nel sangue Sandstorm“. E già, perché la verità è che noi (e loro) ancora non sappiamo cosa sia successo a Remi per decidere di prendere parte a questo progetto. Eppure mi ricordo che uno dei primissimi flashback che le sono tornati in mente è stata proprio una scena di lei che, in chiesa, uccide una suora. Non abbiamo mai nemmeno scoperto il perché. Cosa le è successo per farle decidere che valesse la pena ricominciare da zero”? E allora mi chiedo, il team FBI può davvero essere biasimato per la mancanza di fiducia? In un certo senso no MA Jane ha più volte dimostrato di tenere a loro e lo fa anche in questa puntata, salvando la vita di Reade, letteralmente.
Ma la verità è anche Jane è insofferente. Sente il peso dei pensieri (detti o solo percepiti) degli altri e fa male. Fa male perché lei si mette al loro posto, lei sa di averli traditi MA anche loro hanno tradito lei, l’hanno abbandonata senza il beneficio del dubbio, e anche ora che conoscono la verità la additano a traditrice e colpevole di tutti i loro mali. Ma, per ora, anche lei è solo una vittima. Dico per ora perché lo potrà essere davvero solo quando scopriremo le reali motivazioni del suo coinvolgimento in tutta questa storia. Non dimentichiamoci che nel video che Oscar le aveva mostrato il giorno dell’uccisione di Carter la se stessa del passato le diceva che era stata proprio lei a volerlo, e che quello era il piano.
In mezzo a tutto questo ci sono poi i battibecchi tra Patterson e Nas: la prima è in gamba, decisamente molto in gamba, ma il non poter avere accesso alle tecnologie migliori, quelle che le consentirebbero di essere ancora più in gamba, non le va giù e per questo punzecchia sempre Nas, la quale, per suo conto, continua a comportarsi come se FBI e NAS non stessero collaborando, come se fossero due entità distinte. E in un certo senso è così però è anche giusto far sì che le persone che possono abbiano i mezzi per decifrare ed aiutare il team PRINCIPALE di lavoro.

Ho adorato la presa di POTERE di Kurt, è il suo ruolo certo MA si vede come il suo carisma sia legato non solo all’affetto che le sue persone provano per lui, ma anche e soprattutto da quella capacità di leggere le situazioni e saper rimettere ognuno al suo posto, senza essere mai violento o sgarbato ma sempre con TONO e PRECISIONE rimanendo focalizzato sull’obiettivo. Kurt è un LEADER.
Dico questo perché Nas si è presentata e si pone come colei che tira le fila e SI’, sicuramente ha molte informazioni più di tutti loro ma è chiaro che é Weller il capo riconosciuto, colui che il team segue. Ed è appunto lui a rimettere ordine, a creare gioco di squadra, a cercare di ristabilire un po’ di equilibrio.
Ora, a prescindere da quello che fosse l’obiettivo del tattoo è stato bello vedere questi ragazzi collaborare e mettersi in azione. Primo perché tutto questo mancava a tutti loro, sono le missioni che adorano, che li fanno sentire parte di qualcosa di importante, e secondo perché saranno proprio queste missioni a far rinascere la fiducia tra di loro. Credo. Spero.
In mezzo a tutto questo ci sono le sedute che ognuno di loro, in particolare per il momento Weller e Jane, portano avanti con il dottor Border. Jane chiaramente non è tranquilla, non ha pace, le immagini del passato si mischiano con le torture nel presente, alla fine lei è sempre al centro del mirino, una mina vagante da far saltare per aria. Perché? Non deve essere facile da gestire. E, soprattutto, non deve essere facile fidarsi di coloro che ti volevano/vogliono morta. Ma Jane lo fa perché si fida di LORO, perché il dottore ha ragione, LORO sono ciò che più si avvicina ad una famiglia che lei abbia.

Ma è davvero così? Perché a quanto pare Remi una famiglia ce l’ha, Jane no, ma Remi sì. E Roman tiene a lei. cavolo se tiene a lei.
Quando si tratta di Remi lui sembra uscire di testa, sembra perdere lucidità. Dice che lei si è sempre presa cura di lui…Questi ragazzi hanno visto uccidere i loro genitori, sono stati reclutati da corpi speciali e poi da Shepherd…e da lì? Quello che è certo è che Shepherd sa che Remi è forte, che non si lascerà piegare. Deve fare il suo lavoro.
Ma Roman? A questo punto della storia mi sembra sia il punto debole di Shepherd, perché è imprevedibile. Ma il potere di Shepherd, la sua autorità è tangibile. Su tutti. Ma lei tiene a Roman. E c’è una frase di lui che mi ha colpita “se io muoio non importa a nessuno. Ma se muore lei…“. Perché Remi è così importante? Solo perché è sua sorella?
E, in questa ricerca di ciò che davvero è il lato buono, il lato giusto in cui stare, da che parte deciderà di stare Jane/Remi? A mio avviso, semplicemente dalla parte che continuerà ad essere corretta. Almeno per ora.
E in mezzo a tutto questo ci sono loro. Kurt e Jane. Così autodistruttivi con se stessi. Soprattutto Kurt, si tiene sempre tutto dentro, pensando di essere così forte e poi… e poi vedi i suoi occhi che stanno per crollare. Perché Jane ha il coraggio di aprirsi, di essere sincera, di aprire nuovamente una porta verso di “loro”. Perché lui è il suo collegamento. E ti verrebbe solo voglia di abbracciarli.
I miss being her. And maybe that’s a horrible thing to say to you, but we’re trying to be honest with each other now, right? Well, that’s the truth. I miss being Taylor Shaw. And I understand you not wanting to be in the same room with me because if I were you, I would hate me, too” 


Io li adoro.
In tutto questo c’è stata la storia parallela condotta da Reade, che sta cercando di incastrare una volta per tutte il suo vecchio allenatore per gli abusi sui minori. Reade mi piace da sempre. Corretto, integerrimo… eppure scopriamo qualcosa sul suo passato che nemmeno lui sa come affrontare. Non ricorda il suo passato. Non ricorda di essere stato anche lui una vittima di quello stesso allenatore. Come è possibile tutto questo? E se avesse preso anche lui lo stesso cancella-memoria di Remi? E se anche lui avesse un ruolo in Sandstorm? E se fosse lui la talpa nell’FBI da attivare (attivare è una parola di Roman e potrebbe essere ricollegata ad una sorta di riattivazione della memoria…no? L’ho sparata eh…).
Infine, udite udite. Le bugie hanno le gambe corte e ovviamente la sfiga ci vede benissimo perché evidentemente aver coinvolto Cade (forse morto ma il cui corpo non si è mai trovato…che strano…) nel piano di ritorno di Jane da Sandstorm non è stata proprio l’idea del secolo. Gli uomini  di Sheperd l’hanno individuato e qualcosa mi dice che tutto questo ha a che fare con il fatto che la puntata si chiude con Roman che seda Remi…voglio dire, avrebbe potuto semplicemente chiederle di seguirlo no? E invece la “obbliga”…butta molto male mi sa…
PS. Vogliamo parlare di Alli che va da Kurt e gli confessa di essere incinta già da tre mesi?!? Ora, Jane è stata nelle mani della CIA per tre mesi eppure se non erro Kurt e Alli si erano lasciati un bel pò prima della fine della prima stagione… non dovrebbe essere almeno al quarto mese?…mmmhhhh…o io non ho fatto bene i conti o hanno avuto comunque una tresca durante l’assenza di Jane…illuminatemi! Ah poi mitico lui che davanti all’ecografia l’unica cosa che dice è “mia madre mi ha sempre che sono come mio padre” ovvero, non sarei un buon padre… è tipo un modo neanche troppo velato per dire “ciccia, meglio se fai da sola”?!? Mah, di fronte ad un figlio poi le cose cambiano e Kurt non mi sembra il tipo da lasciar correre…
PPS. Vogliamo anche parlare di Border che ci prova con Patterson?!? No ma parliamone perché sono stati così CARINI!!!! E il sorriso di lei…quanto tempo! Io sono salpata con loro. Non fateli soffrire vi prego.
PPPS. Dopo tutta l’acidità Tasha che si scusa con Jane per la pallottola…e lei che risponde di esserla cercata. Sono la mia BROTP. Le adoro.
Per questa settimana passo e chiudo, vi lascio con il promo del prossimo episodio!
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Nata negli anni 80, grazie al suo papà clone di Magnum P.I., cresce a pane e “Genitori in blue jeans” (dove si innamora di Leonardo di Caprio che troverà poi in quei film tanto amati come "What's Eating Gilbert Grape" o “Total eclipse”), l’uomo da 6 milioni di dollari, l’A-Team, Supercar e SuperVicky. L’adolescenza l’ha trascorsa tra Beverly Hills 90210, Santa Monica e Melrose Place..il suo cuore era sul pianeta di Mork e alle Hawaii..anche se fisicamente (ahimè) era sempre e solo nella provincia bergamasca. Lettrice compulsiva fin dal giorno in cui in prima elementare le hanno regalato Labirinth è appassionata di fantasy (Tolkien è il suo re, Ann Rice e Zimmer Bradley le sue regine) e di manga (Video Girl AI in primis per arrivare a Paradise Kiss e Nana), anche se ultimamente è più orientata a letture propedeutiche pediatriche! Ama studiare (tra laurea, dottorato e master ha cominciato a lavorare a 28 anni!!) ed imparare, ma non fatela arrabbiare altrimenti non ce ne è per nessuno!

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