
Recensione di Belgravia. Domenica sera è andata in onda su iTV l’ultima puntata di Belgravia, la serie tv tratta dal romanzo di Fellowes.
Come avevo già scritto in occasione del pilot (qui la recensione), la sceneggiatura – in quanto scritta dallo stesso Fellowes – è il libro trasposto per la televisione. Motivo per cui, si capisce, la fedeltà al romanzo è quasi nelle virgole.
Quello che però è il pregio più grande della serie tv è anche, secondo me, responsabile del suo peggior – e unico – difetto: la lentezza nella narrazione, o meglio la scarsa vivacità delle puntate.
Le vicende si sono susseguite una dopo l’altra come una sequela di tableaux vivants, arrivando a coinvolgere realmente lo spettatore solo nelle ultime due puntate.
La differenza col libro sta proprio in questo: le stesse vicende che nel romanzo hanno un andamento vorticoso fino all’epilogo finale, qui assumono reale suspance solo verso la fine. Un po’ un peccato, a pensarci bene.
Nelle cinque puntate che hanno seguito il pilot da me recensito, il pubblico ha avuto modo di conoscere – in alcuni casi, di conoscere meglio – gli altri protagonisti della storia.
L’aspetto corale della vicenda è stata una delle cose che ho più apprezzato. Se da un lato ci ha privato della progressione dell’amicizia fra Mrs Trenchard e Lady Brockenhurst, facendola sembrare a tratti troppo veloce, dall’altro ha saputo ben tratteggiare i coprotagonisti, dando loro spessore.
Ci sono ben chiari i moventi che si celano dietro le azioni e le decisioni prese da ciascuno di loro e il pubblico non ha dubitato nemmeno un minuto di fronte alla comprensione di taluni eventi.
Personalmente ho apprezzato molto la vivacità di Lady Maria Grey: l’attrice ha saputo vestire i panni del personaggio calibrando molto bene la gioventù e genuinità dell’ereditiera con la sua intelligenza, curiosità e cultura (malgrado le convenzioni dell’epoca che volevano la donna prevalentemente ignorante). Il suo serrato corteggiamento di Charles Pope mi ha divertito molto e, esattamente come nel libro, ho tifato per loro fin dal primo incontro.
Un altro personaggio che merita di essere menzionato è Mrs Oliver Trenchard. Benché la recitazione di Alice Eve non mi sia piaciuta moltissimo, il modo in cui la nuora di Mrs Trenchard è stata scritta è stato molto interessante. Nel libro è più facile spiegare al lettore cosa pensi e provi il personaggio in dati momenti; il mezzo visivo priva lo spettatore della spiegazione, per cui diventano fondamentali la recitazione e le battute scritte.
Il personaggio della giovane moglie di Oliver è uno di quei personaggi non del tutto positivi ma nemmeno negativi che tanto spesso si trovavano in società: giovani donne con patrimoni importanti alle spalle ottenuti tramite il commercio che aspirano tramite il matrimonio ad avere anche uno status sociale di rilievo. La tranquillità economica, la sicurezza di un futuro per sé e i propri figli diventava fondamentale e non tutte le giovani donne erano incentivate ad ottenerli con matrimoni d’amore.
Susan ha sposato un uomo mediocre, non alla sua altezza per intelligenza ed interessi, quindi cade molto facilmente vittima del fascino (e dello status sociale) dell’erede di casa Brockenhurst. Peccato che Bellasis, come molti uomini, la sottovaluti… e ne paghi le conseguenze.
Nel complesso la mia recensione di Belgravia è piuttosto soddisfatta e consiglierei la miniserie, più che per una visione settimanale, per una bella maratona di un pomeriggio (io penso che la farò).
I personaggi, come già scritto, sono stati ben tratteggiati e la storia, per quanto prevedibile a tratti, ha saputo incuriosirmi molto quando lessi il romanzo. Ovviamente non mi ha incuriosito nella serie tv per il semplice fatto che sapevo già cosa sarebbe accaduto.
Infine, è da lodare il modo in cui hanno saputo trattare il tema dell’ascesa delle nuove classi sociali e la lenta decadenza dell’antica aristocrazia.
Sebbene gli attriti siano meno violenti e astiosi di quelli contemporanei che l’antica nobiltà stava vivendo con il nascente proletariato (guardate The English Game – pure quello di Fellowes – per averne un’idea), la sceneggiatura non esula dal porre al centro le difficoltà della nuova convivenza. Un tema storico che trovo sempre molto interessante e che Fellowes ama molto, come si può osservare nella sua produzione.
TOP 3 della stagione di Belgravia:
- L’accuratezza di costumi e scenografie.
- I personaggi femminili: tutti molto curati e veri motori della storia
- La sigla e le musiche: il sodalizio fra Fellowes e il compositore John Lunn si conferma una garanzia.
Prima di chiudere la mia recensione di Belgravia, vi ricordo di passare da queste meravigliose pagine sempre aggiornate con notizie sul mondo British e period.