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American Horror Story: Roanoke | Recensione 6×02 – Chapter 2

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American Horror Story: Roanoke | Recensione 6×02 – Chapter 2

Negli episodi precedenti di Altà Infedeltà Horror Story…

Una coppia composta da un onesto lavoratore americano e una donna che crede che insegnare yoga sia un mestiere (probabilmente la cosa più terrificante della stagione) decide di sperperare le proprie finanze acquistando una casa in mezzo al nulla, ad un’asta sospetta e senza fare ispezionare la casa. Ted Mosby docet.
La casa, manco a dirlo, è infestata. La coppia potrebbe scegliere se andare via o rimanere, e per qualche ragione che sfugge all’umano intelletto decidono di restare.
Intanto gli spettatori da casa iniziano a fare il tifo per la Casa della Morte, perché non si può essere così scemi.

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Bentornati ad un nuovo episodio di American Horror Story: Roanoke. Avevamo lasciato la nostra coraggiosa Shelby in mezzo al bosco, con l’espressione tipica di quella che si è imbucata a una grigliata di famiglia e non ha avuto nemmeno la decenza di portarsi dietro una torta o una bottiglia di vino. E poi grazie che la Bates si incazza come una iena.

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“Manco un po’ di tiramisù, oh! Niente!”

Questo episodio gridava Murder House un po’ ovunque. Letteralmente, se vogliamo.

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Coincidenze? Se devo essere sincera, le vibrazioni della prima stagione sono fin troppo evidenti e non credo sia un caso.
Quando il tipo dell’asta si è lavato le mani della vendita della casa di fronte a Shelby e Matt non avete avuto come l’impressione di vedere Marcy, l’agente immobiliare della Murder House? Sembrava che da un momento all’altro potesse dire “eh ma scusate, io per legge sono obbligato ad informarvi di gente morta male in casa negli ultimi tre anni” che però qui si è trasformato in “ma chi è il cretino che compra una casa e non se la controlla nemmeno?”. E c’ha ragione.

Ma concentriamoci su questo episodio e vediamo insieme cosa è successo di interessante.
Anche se pensavamo che ci avrebbero raccontato la storia della colonia di Roanoke, l’attenzione si è spostata sulle due tipe inquietanti che Shelby ha intravisto in giro per la casa la scorsa settimana.
Attraverso una videocassetta – lungi da me predire cosa accadrà, io l’avevo detto che ci sarebbe stata una videocassetta e una telefonata sospetta. Adesso manca solo il tornado di squali! – la coppia ascolta la storia del Dr. Elias Cunningham, un accademico che malauguratamente si è ritrovato invischiato con il soprannaturale legato alla casa. La storia riguarda Miranda e Bridget Jane, due infermiere sadiche ossessionate dall’omicidio. Avete visto l’episodio, non c’è alcun bisogno che vi spieghi cosa le due erano solite combinare e poi, considerando i fatti di cronaca che ci colpiscono ogni giorno, non è nemmeno una storia così lontana dalla realtà.
Come se avessi bisogno di un altro motivo per odiare le case di cura e le infermiere. Grazie AHS, grazie tante.

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Ma il fatto è questo: per quanto mentalmente instabili e disturbate, Miranda e Bridget non erano abbastanza cattive per quello che “vive” all’interno della casa.
Sono un sacco di informazioni da digerire, e i nostri eroi reagiscono così:

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Ora, va bene che questi due hanno investito i risparmi di una vita in questa casa e che perderli sarebbe un suicidio, ma mi volete far credere che non possono andare via? Non hanno amici o parenti che possono ospitarli mentre mettono in vendita la casa? Non hanno due lire per affittare una camera di motel? Cos’è, Shelby ha impegnato tutte le posizioni del guerriero e i chakra del suo repertorio?
Ma perché non imparano? L’ultima volta che una coppia di American Horror Story ha deciso di aspettare la vendita della casa per andare via non è che sia finita così bene…
Un applauso per l’idiozia.

Intanto Lee si occupa della figlia, la piccola Flora. La situazione è così rilassata che la bimba da subito inizia a parlare con l’oscurità e racconta di essersi trovata una nuova amica, Priscilla.

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Che spasso, i bambini!
Una volta ero in treno, di ritorno dall’università, e mi si sono sedute di fronte due bimbe, due gemelle. Quando la madre delle due stava per sedersi accanto a me, le bimbe l’hanno fulminata con lo sguardo e le hanno detto “mamma, no! È il posto di Anto!” e io, nella mia più totale fiducia nel genere umano, ho atteso che il sopracitato Anto si facesse vivo. Sarà il fratello, un amico di famiglia… mi sono detta.
Quando le bimbe hanno iniziato a parlare con il sedile vuoto, sono morta dentro.
Quando poi una delle due mi ha detto “lo sai, il nostro amico dice che gli piaci” ho sorriso e ho cambiato carrozza, valutando l’idea di non salire mai più su un treno.
E di sicuro non ho pensato che avessero subito un trauma o che fosse perfettamente normale per bimbe della loro età. No.
Ma Lee pensa che sia un meccanismo di difesa della figlia, una reazione al divorzio, e tutte quelle stronzate che dice solitamente la vittima del film horror prima di morire in mezzo ad atroci sofferenze.
Ma la piccola Flora non si ferma e rincara la dose:

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“C**** vostri, ci pensavate prima e mi compravate il pony che volevo, pezzenti!”

E poi è tutto un susseguirsi di accuse, urla, alcol, rapimenti e presunte allucinazioni.
Sinceramente non capisco perché Lee abbia avuto paura nel vedere le code di maiale infilzate alla parete muoversi allegramente. Cioè, la Casa della Morte è chiaramente felice di vederti! Le hai addirittura portato un bocconcino di bambina… tempo due settimane e starà seduta a comando. Tempo un anno e potrai portarla alle competizioni regionali di Case degli Orrori.
Non trovi più tua figlia? Sai come sono fatte le Case degli Orrori! L’avrà seppellita da qualche parte, salterà fuori! (oddio, questa mi è uscita proprio macabra… chiedo venia)

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Cosa abbiamo imparato, infine, da questo episodio?

  • del maiale non si butta via niente.
  • la mala sanità è ovunque.
  • se insegni yoga, è probabile che tu non abbia i soldi necessari per scappare da un posto in cui persino le tazzine da caffè vogliono farti fuori.

Non sono ancora riuscita ad inquadrare per bene la stagione, è ancora troppo presto. Ma la curiosità è viva e non vedo l’ora di saperne di più.
E voi cosa ne pensate di questo secondo episodio? Fatemelo sapere nei commenti! Prima di lasciarvi con il promo del prossimo episodio, vi invito a passare dalla meravigliosa pagina American Horror Story ITALIA!

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Classe 1992, messinese, ha viaggiato molto durante la sua vita pur non avendo staccato gli occhi dal computer: ha passato un certo periodo a San Francisco con le sorelle Halliwell e ha frequentato il liceo di Sunnydale; ha bazzicato per un po' al Sacro Cuore, è precipitata su un'isola sconosciuta e ha passato parte dei suoi anni on the road a bordo di una Chevy Impala del '67. Deve alle serie tv la sua felicità attuale e la sua più che certa infelicità futura (sa fin troppo bene di non poter incontrare un Klaus o un Dean Winchester dietro l'angolo, purtroppo). È ossessionata dagli angeli, da Leo di Charmed ad Angemon dei Digimon; da Angel di Buffy (che non è un angelo ma... who cares?) a Castiel di Supernatural, e spera di cuore che arrivi a salvarla dalla perdizione telefilmica, almeno quel tanto che basta da farla laureare senza problemi in tempi accettabili.

1 COMMENT

  1. Almeno ci ridiamo sopra! Premetto che questo “trash” tipico da film horror che tutte le volte ti fa ricredere sul limite che può raggiungere l’idiozia umana non mi dispiace; mi fa ridere, mi fa incazzare ma non dispiace. Diciamo poi che se l’intento dell’horror è spaventare, quella è un’altra storia.
    La storia della comunità sanguinaria della Bates mi era piaciuta tantissimo nella scorsa puntata, che già mi stavo sfregando le mani stile Mr Burnes; la testimonianza del ricercatore idem, adorata, da quel l’effetto Blair witch project che mette un po’ di pepe; ma ritornare sul tema murder House per favore no. Ho avuto la sensazione di fare un rewatch in alcune scene. Carne al fuoco per me ce n’è comunque, senza inserire altre storyline che poi date le stagioni passate finiscono per essere risolte male (tipo gli alieni in asylum, perché????)
    Diciamo poi che la stupidità dei protagonisti fa storcere il naso: avrei preferito un motivo anche sovrannaturale per la permanenza nella casa, un qualcosa che li trattenesse contro la loro volontà, non l’ostinazione di un’insegnante di yoga… così la butto lì: invece di far venire in aiuto la sorella instabile che poi si è giustamente trascinata dietro pure la figlia, che tanto stiamo al sicuro, non si potevano trasferire loro per qualche giorno da Lee ed evitare tutto il caos delle code di maiale e delle case infestate? Poi certo io non sono né americana né insegnante di yoga, quindi magari ragiono in piccolo…
    Murphy please stai attento…

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