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American Horror Story | Recensione 4×03 – Edward Mordrake, part 1

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American Horror Story | Recensione 4×03 – Edward Mordrake, part 1

In the land of gods and monsters, I was an angel, living in the garden of evil; screwed up, scared, doing everything that I needed, shining like a fiery beacon.

C’é una doverosa premessa che devo fare, prima di commentare questa puntata. O meglio, una serie di premesse. Uno, Halloween é probabilmente il periodo dell’anno che mi affascina di più, sarà perché é vicino al mio compleanno, sarà la mitologia celtica, sarà che la magia ha sempre significato molto per me, ed é sempre stata parte del mio immaginario fin da quando ero piccola. Due, io venero Lana del Rey. É triste e depressa e canta di droghe e relazioni poco sane, ma io la adoro, e quel suo sound anni Cinquanta mi fa impazzire, così come tutto il suo repertorio di miti americani. Tre, Gods & Monsters, oltre ad essere una delle mie canzoni preferite ever, é la canzone che ho sempre associato a Castiel e anche se non mi conoscete così bene probabilmente avrete capito che per me Supernatural é tipo un culto e quindi questa canzone é Molto Molto Importante. Oggi c’erano Gods & Monsters, con tanto di Jessica Lange e atmosfera Halloween. É un miracolo che io sia sopravvissuta a questa meravigliosa, meravigliosa 4×03, «Edward Mordrake, part 1».

Damn you, Murphy. E damn you perché sei un genio, e questo é stato uno special di Halloween (o meglio, la prima parte di uno special di Halloween) coi controfiocchi. Certo però che se magari non mi imbottivi di feels su Ethel già nei primi minuti dell’episodio io sarei stata più contenta, ma ehi, che vita é se non si soffre un po? Vediamo infatti la nostra donna barbuta nello studio di un dottore ad aspettare l’esito di alcune analisi, che non si rivelano particolarmente buone: il medico le comunica che ha una cirrosi epatica, e che le resta al massimo un anno da vivere. Perché la vita di Ethel era stata tutta rose e fiori fino a quel momento, ci voleva proprio un altro po’ di dramma. Eppure non é questa notizia a far piangere Ethel. No, lei piange perché il dottore é stato il primo a trattarla come una persona normale, invece di vederla come un fenomeno da baraccone. Il dottore non dice niente, semplicemente le stringe la mano, e tutti possiamo immaginare i pensieri che gli passano per la testa: sa che Ethel ha di sicuro visto il peggio della natura umana, glielo dice lei stessa. Un’incredibile performance di Kathy Bathes, e ovviamente non mi sono risparmiata nemmeno io. La mia soglia di empatia emotiva é praticamente alle stelle, e se c’é un attore che piange sullo schermo, potete star sicuri che io sono dall’altra parte del computer a singhiozzare disperata (indizio: anche questa volta non é stato diverso). Come avevo già scritto, ho da sempre un debole per i personaggi che ricoprono il ruolo di mamma orso, e la mia simpatia per Ethel conta anche sull’affetto che ho per la Bathes, quindi ho amato vederla comparire molto di più che nello scorso episodio – così come ho amato scoprire la sua backstory. Non che la backstory sia così allegra, ma sono abbastanza abituata ai tragici passati di tutti i miei personaggi preferiti.

 
 

Il medico consiglia a Ethel di ridurre al minimo la carne e di non bere neanche una goccia di alcol, per allungare un po’ il poco tempo che le rimane, e lei ovviamente, appena tornata al freak show, si versa quattro o cinque bicchieri di whiskey potente, per affogare i suoi dispiaceri. Intorno a lei, intanto i freaks di Fraulein Elsa stanno festeggiando davanti agli occhi stupiti di Bette e Dot, che non capiscono né perché siano tutti così allegri quando Meep é appena stato brutalmente ucciso né perché nessuno sembri preoccuparsi dello spettacolo di quella sera. E non appena le gemelle danno voce alle loro perplessità, l’espressione collettiva dei freaks diventa automaticamente quella di Ygritte in Game Of Thrones. You know nothing, Bette and Dot. Mamma Ethel si prende il compito di spiegare alle nuove arrivate (e a noi) che nessun freak show va in scena ad Halloween. Perché, chiederete voi? Presto detto. Per colpa di Edward Mordrake. Chi é Edward Mordrake? Praticamente il professor Raptor versione Stati Uniti.

Lo so, non faceva ridere, va bene, ritorno seria. Ammetto che non avevo mai sentito parlare di Edward Mordrake, quindi grazie, AHS, per aver fornito ai miei incubi altro materiale da propinarmi la notte. Edward Mordrake era il giovane rampollo di una nobile famiglia inglese, educato, colto, di talento, ma con una maledizione: una seconda faccia, una demon face, sul retro della testa. Questa faccia non mangiava né beveva, restando contorta in un ghigno, ma Edward la sentiva sussurrare cose terribili, e non importa quante volte avesse cercato di ucciderla, la demon face continuava a non morire. I genitori di Edward finirono per rinchiuderlo a Bedlam, ovviamente, da dove Edward altrettanto ovviamente scappò per finire i suoi giorni in un freak show, dove suonava della meravigliosa musica da lui composta, e alla fine della performance, si toglieva il capello e faceva un inchino, terrorizzando i presenti. Almeno finché la demon face non decise di farla finita e lo costrinse ad uccidere tutta la troupe del freak show, e poi ad impiccarsi. Da allora, nessun freak sale sul palco ad Halloween, perché lo spirito di Edward Mordrake verrebbe a portarlo via.

  
 
 

Wow, mi sono appena venuti i brividi a scrivere la storia. Direi che il personaggio di Wes Bentley (che tra l’altro sembra condannato ad interpretare sempre personaggi con una barba «importante», se guardiamo anche al suo ruolo di Seneca Crane in Hunger Games) ha fatto il suo lavoro, e ci ha terrorizzati tutti per benino – o meglio, se non lui, di sicuro la faccia che si porta appresso sulla nuca. Ho letto in giro che tutta questa faccenda della testa malvagia che ti sussurra cose che tu solo puoi sentire potrebbe essere una metafora del processo creativo e artistico, al che mi chiedo, Murphy, non é che ci nascondi qualcosa, sotto quei baschi che indossi sempre?

Ma a parte il mio povero senso dell’umorismo, ecco il motivo per cui nessun freak show fa spettacolo ad Halloween. Jimmy non é molto convinto, ma Ethel lo assicura che le storie su Edward non sono solo leggende circensi, sono vere. E basta aspettare la fine della puntata per vedere quanto effettivamente sono reali. Nel frattempo, lo spettro dalle due facce non é l’unico visitatore che il freak show deve aspettarsi: ecco arrivare altri due abituées di AHS, Emma Roberts e Denis O’Hare, due imbroglioni che cercano un modo per fare tanti soldi in modo semplice. Dopo che nella scena di apertura della puntata sono stati mandati a stendere dal direttore dell’American Morbidity Museum perché hanno cercato di vendergli un finto Sasquatch, i due sono partiti alla volta della Florida, per cercare uno degli ultimi freak show rimasti negli USA. E quindi eccoli atterrare a Jupiter. Mentre il personaggio di O’Hare, Mansfield, se ne rimane in un hotel a darsi alla pazza gioia con un dio vichingo, la Roberts va sotto copertura al freak show nel ruolo di Miss Esmeralda, una chiaroveggente. Jimmy ne rimane affascinato, e la porta da Elsa, mentre Dot comincia a capire che forse ci sarà della competizione per l’affetto del nostro Darling.

 
 

Ora, come chiunque abbia letto Harry Potter sa, i veri veggenti sono più unici che rari. Miss Esmeralda non vede un bel niente in quella sua palla di vetro, ma in compenso ha delle capacità di osservazione e deduzione che farebbero invidia a Sherlock, e infatti riesce subito a inquadrare che tipo di persona Elsa sia, quali siano i suoi sogni e le sue aspirazioni, e la intorta, passatemi il termine, in quattro e quattr’otto assicurandole che il suo momento arriverà presto, e che anche lei diventerà una star come la Dietrich. Fraulein Elsa va in brodo di giuggiole, e Esmeralda é assunta, anche se, come rivela telefonando poi al suo partner in crime, non si sente proprio tranquilla a dormire assieme a tutti gli altri freaks. Immagino verrà scoperta, prima o poi, o magari sceglieranno la strada del «l’imbrogliona si rivela essere davvero una veggente»? Anche quello sarebbe interessante.


(My name’s Mystic Miss Esmeralda. I’m a fortune teller.)

Nel frattempo, anche Bette e Dot sono tormentate dalle visioni. O meglio, solo Bette ne é tormentata, visto che per Dot non c’é niente di meglio che immaginare di raccogliere abbastanza denaro per poter pagare qualcuno che tagli via la testa di sua sorella. Bette le chiede, «Non hai paura che ti mancherò?», e Dot, lapidaria e realista, risponde, «Almeno una di noi merita di avere la possibilità di essere felice». Immagino non debba essere facile condividere il corpo con qualcuno che vuole ucciderti, e ho come l’impressione che le parole di Fraulein Elsa, nella scorsa puntata, cominceranno a fare effetto su Bette se Dot continua a forzarle nella testa certe visioni. In sintesi, mark me down as incredibly excited for the twins’ storyline.


Un personaggio che invece proprio non mi sta piacendo é Dell. Sarà che non sopporto gli uomini violenti, e lui sembra proprio il prototipo di uomo che si infuria e ti riempie di botte prima e il secondo dopo é lì a chiederti scusa e a dirti che ti ama. Non penso sia solo l’impotenza a renderlo così, credo sia una cosa di carattere, e Desiree ne ha un po’ le scatole piene, visto che a quanto pare é un evento ricorrente da un po’. Dell se ne esce dalla roulotte tutto infuriato ed incontra proprio Ethel, che nel frattempo non ha smesso di darci dentro col whiskey e gli chiede tutto il contrario di quello che gli aveva chiesto la settimana scorsa: siamo passati da, «Stai lontano dal mio bambino», a «Aiutalo a crescere perché io sto morendo». Cosa che, se consideriamo il punto di vista di Ethel, ha anche il suo senso. Escludendo l’ubriachezza, Ethel ha appena scoperto di avere ben poco tempo da passare con Jimmy, e si preoccupa per suo figlio: si preoccupa di lasciarlo da solo in un mondo che non é gentile, con quelli come lui; si preoccupa perché sa che tipo di persona é Jimmy, e perché non vuole lasciarlo da solo. É disperata, e arriva persino a chiedere a Dell di tenere d’occhio il ragazzo, quando sappiamo benissimo che vorrebbe che Jimmy non avesse mai niente a che fare col padre, ma a mali estremi estremi rimedi. Quella che non capisco é la posizione di Dell. Prima dice di non averla mai amata, poi si chiede cosa sarebbe successo se fosse rimasto, e si interessa di Jimmy, quando la scorsa puntata non si é fatto problemi a pestarlo come un sacco da pugilato. Senza contare quello che abbiamo scoperto su di lui dal racconto di Ethel. Mi dispiace, Dell, ma proprio non mi piaci e sinceramente spero che Mordrake scelga te, la prossima puntata. Il tutto senza nulla togliere a Chiklis, che é fantastico e incredibile come tutti, lì dentro.

 
 
(Lo sai cosa ti meriti, Dell? Un paio di pugni ben piazzati.)

E se si parla di attori magnifici, come non parlare di quello che per me é stato il grande momento della serata? Mentre Bette e Dot stanno provando il loro numero, sotto gli occhi un po’ preoccupati dei freaks perché anche solo la semplice prova potrebbe evocare Mordrake, ecco arrivare Elsa, avvolta in vestito verde bottiglia con tanto di boa di piume, che le manda via dal palco sottolineando chi sia ancora l’HBIC, e si prende il suo posto nello spotlight. E nel mio cuore, perché Jessica Lange ci delizia con la cover di «Gods & Monsters» che tanto aspettavo.

https://www.youtube.com/watch?v=jH_WehcMYro

Ora, a parte il palese anacronismo di «I’m living like Jim Morrison», io ho trovato tutto perfetto: se ben ci si pensa, Lana del Rey e la sua mitologia personale calzano a pennello con il personaggio di Fraulein Elsa. La continua associazione dell’amore con la morte, e soprattutto quest’idea della fama come una droga, che crea assuefazione e porta a una distruzione, se non fisica, almeno spirituale. Ed é proprio questo che fa Elsa, no? Cerca disperatamente la fama, che lei crede spettarle di diritto, non capendo che forse il momento che tanto aspetta non arriverà mai. Lei é ancora convinta di essere un angelo nella terra degli dei e dei mostri, di essere un faro di pura luce. E quest’idea di decadenza, sì, ma di decadenza incredibilmente poetica (di nuovo, un altro soggetto con cui la del Rey ci va a nozze) non può che convincermi ancora una volta che Elsa é decisamente la mia preferita.

  
 
 

Ma ovviamente, come da manuale, Edward Mordrake fa la sua apparizione, richiamato dalla canzone di Elsa, accompagnato da una nebbia verde che fa molto film di Halloween anni Novanta, e comincia a cercare per tutto il freak show una nuova vittima, una nuova anima peccatrice da aggiungere alla sua compagnia di tormentati. Ammetto che quando é apparso nella tenda di Ethel ho lanciato i popcorn che stavo mangiando contro lo schermo, perché seriously, demon face? Tra tutti i presenti vai a lanciarti su questa povera donna? Fatti aggiustare il radar-rivela-cattivi perché mi sa che sta facendo cilecca.

 

Ethel é, come ci si potrebbe aspettare, terrorizzata, ma racconta a Edward tutta la sua storia, perché lo spettro deve capire se lei é davvero la vittima destinata. E quindi scopriamo che sì, la vita di Ethel non é stata rose e fiori. Ma proprio per niente. La vediamo da giovane, con un suo spettacolo comico che l’aveva resa una beniamina del pubblico. E poi la vediamo incontrare e innamorarsi di Dell, che però sembra avere il cuore già occupato da un altro grande amore: il denaro. Le propone un nuovo spettacolo, per «attirare la gente ricca», e la mette a recitare Shakespeare, rendendola ridicola e grottesca e facendola cadere in disgrazia. E alla fine, l’unico modo che ha per racimolare qualche soldo é permettere a Dell di vendere i biglietti per assistere al suo parto, e non solo: Dell acchiappa il piccolo neonato Jimmy e lo dichiara immediatamente un freak, offrendo agli spettatori la possibilità di tenerlo in braccio. Pagando, ovviamente. E Ethel, di nuovo, piange. Si vergogna della vita che ha dato a Jimmy, si vergogna di quello che ha fatto, e a quanto pare la demon face si rende conto di aver fatto uno sbaglio, perché Edward scompare, alla ricerca di un’altra vittima. Se vuoi un suggerimento, io direi Dell. Perché é un uomo meschino e disgustoso, perché ha distrutto la vita di Ethel, e svenduto quella di Jimmy. Di nuovo, Dell ha un aspetto apparentemente normale, ma chi é il vero mostro, tra lui e Ethel? Credo che la risposta sia abbastanza facile.

E parlando di mostri che sembrano normali, concludiamo con Dandy, in piena fase capricci perché il suo costume di Halloween non gli piace e non potrà andare in giro a fare dolcetto o scherzetto per colpa del coprifuoco. Io giuro sulla barba di Merlino che se qualcuno non gli tira due ceffoni prima della fine della serie mi sentirò personalmente offesa. Nemmeno il mio cuginetto di cinque anni é così irritante. Insomma, Dandy si sente ancora una volta vittima del mondo intero, e quindi, forbici alla mano, si cuce da solo un costume da clown, indossa una maschera, con la quale la serie ci regala un fantastico omaggio al film Halloween, quello originale, e dopo non esser riuscito a far fuori la cameriera, Dora, la donna che l’ha cresciuto e nella quale ripongo tutte le mie speranze nella sopraccitata questione schiaffoni, se ne va a passare un po’ di tempo con il suo nuovo migliore amico Twisty, che nel frattempo ha fatto lo stalker di una bambina per tutto il giorno e poi le ha rapito il fratello, per aggiungerlo alle sue vittime ingabbiate. Immagino che i clown saranno una parte considerevole poi della seconda parte dell’episodio, perché sono stati un po’ sacrificati questa settimana. Non che la cosa mi dispiaccia particolarmente perché io di notte ci terrei anche a dormire, ogni tanto.

 

In conclusione, a me la puntata é piaciuta davvero molto, e ha ribadito il nuovo filone di paura su cui corre questa stagione di AHS. Non la paura immediata, visiva, quella da picco di terrore alla Psycho, ma quella più lenta, costante, sempre presente, quella che ti fa scendere i brividi sulla schiena e ti fa controllare se non hai qualcuno alle spalle. Quel tipo di paura che io, personalmente, trovo molto più spaventosa, forse perché al giorno d’oggi siamo talmente abituati allo splatter da classificarlo subito come finto, mentre questo tipo di crepyness parla ancora ad una parte ancestrale di noi, quella meno razionale, quella che non dice Bloody Mary davanti allo specchio. Quella parte di noi che ama Halloween, insomma.

E dopo questa perla di saggezza filosofico-antropologica, io vi ringrazio per aver letto e vi saluto fino alla prossima settimana, dove vedremo la conclusione della storia con la 4×04, «Edward Mordrake, part 2». Qui sotto vi lascio il promo, e intanto, se volete terrorizzarvi ancora un po’ di più, passate dalla nostra affiliata Citazioni improbabili da American Horror Story. Bye, people, e mi raccomando, state attenti adesso che si avvicina Halloween! Niente ouija boards, niente evocazioni, niente rituali satanici! Non fate le persone bianche nei film horror, che ci tengo alla vostra salute! Love y’all.

https://www.youtube.com/watch?v=YzQf1JEdpKU

2 COMMENTS

  1. Gli episodi di Halloween di AHS sono sempre FANTASTICI!!! ADORO!!! Complimenti per la recensione meravigliosa! Well Done!!!

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