Home Agents of S.H.I.E.L.D. Agents of S.H.I.E.L.D. | Recensione 1×03 – The Asset

Agents of S.H.I.E.L.D. | Recensione 1×03 – The Asset

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“Dobbiamo vivere con le scelte che facciamo.”
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Avviene l’inevitabile. Lo show della Marvel compie il processo prestabilito. Non mi riferisco solo alla costruzione dell’episodio in sè (il caso della settimana affiancato dall’apprendimento delle ragioni che spingono i membri del team a fare quel che fanno), mi riferisco all’indubbia personalità che Agents of S.H.I.E.L.D. ha bisogno di costruirsi. Non è strano che il prodotto, con Whedon al timone, abbia raccolto l’eredità del cinema (The Avengers in particolare).
Ma le sole due puntate andate in onda prima di The Asset hanno evidenziato pressantemente che non tutta la stagione può essere basata su così poche premesse. Ed è qui che il destino si compie. E’ qui che la serie inizia ad acquistare spessore, manifestando il bisogno di camminare con le proprie gambe, iniziando a delineare una mitologia che muoverà i battenti. Parlando in termini televisivi, il relativo calo di ascolti non infastidisce auoti e produttori, perchè Agents of S.H.I.E.L.D. rimane un successone, che spinge anzi l’ABC a confermare le 22 puntate. Esatto, un’ intera prima stagione ci attende, e se queste sono le premesse allora avremo indubbiamente materiale interessante su cui scrivere.

La vicenda questa volta ruota intorno al rapimento del Dr.Franklin Hall, precedentemente insegnante di Fitz-Simmons.
Le leggi gravitazionali vengono ad essere capovolte da un misterioso elemento, il Gravitonium, scovato da Ian Quinn, ex collaboratore dello scienziato sopra citato, l’unico capace di manipolarlo al meglio.
Skye e Ward vengono consì interrotti dal loro allenamento e dalle loro confessioni cuore a cuore, richiamati all’azione dallo stesso Coulson.
Scoperta la posizione di Quinn, che risiede momentaneamente a Malta, la squadra è combattuta, in quanto lo S.H.I.E.L.D. non ha accesso all’isola secondo la legge internazionale.
Ma Skye, non membro ufficiale, propone l’infiltrazione. La squadra è completamente al lavoro, nonostante Melinda May non stia collaborando direttamente sul campo.
Ma qualcosa non va come previsto e Skye viene scoperta; ne segue un colpo di scena irrilevante, che vede la giovane hacker pugnalare la squadra alle spalle (la pesantezza del cliff-hanger precedente si fa sentire) rivelando che lo S.H.I.E.L.D. è in ascolto.
Intanto si vanno a delineare le intenzioni di Hall, che non vuole essere salvato poichè sta cercando di portare il gravitonio al punto di rottura, affinchè più nessun altro possa utilizzarlo per scopi futili.
Quinn viene invece messo alle strette da Ward e dalla stessa Skye, sorprendetemente mostratasi una doppia giochista, che non teme di mettere in pratica quanto il suo mentore gli ha insegnato.
Coulson, consapevole che assecondare il dottore significhi sacrificare le proprie vite e quelle di coloro che si trovano nell’edifico, prende la difficile decisione di uccidere Frank, che precipita verso il nucleo in una sequenza ben costruita.
Tornati al quartier generale, la May specifica le sue intenzioni di tornare all’azione, mentre un altra scena tra Ward e Skye (avanti shipper, dateci dentro) svela in parte la storia di questi due personaggi e l intenzione della ragazza di abbracciare la causa.

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Introspezione e narrazione trovano il loro equilibrio, donando una visione apprezzabile, con tanto di effetti speciali magistralmente curati e una soundtrack che enfatizza la drammaticità di alcune scene.
I personaggi trovano le strade per svilupparsi ulteriormente, e malgrado alcuni scivoloni temporanei che vanno da qui e tornano indietro a 0-8-4, la conferma dei 22 episodi fa presagire che di tempo ce ne sarà a sufficienza.
Aver scavato nel passato di Ward e di Skye è stato il pretesto non solo per raccontare al pubblico altri tasselli della loro storia, ma anche per farli avvicinare ulteriormente. Mezzo abbastanza tradizionale, che fa ben intendere la possibilità di vedere prossimi sviluppi nel loro rapporto.
Ed ho apprezzato questi momenti così dediti alla loro storia, che per quanto reale rimane profondamente drammatica e capace di strappare un sorriso amaro per il modo in cui è stata raccontata, ma nonostante ciò rimango profondamente turbato dall’utilizzo degli altri membri. Capisco perchè l’attenzione venga tanto posta su Skye, sulla civile media che viene reclutata e che non sa bene come comportarsi. Non solo il fandom riesce ad immedesimarsi in lei con più facilità, ma lei sin dalla sua prima apparizione è risultata un pò come il bruco nella mela (dove chiaramentela la mela è lo S.H.I.E.L.D.), ma mi dispiacerebbe se gli altri personaggi si limitassero ad essere alquanto macchietistici (sì Fitz e Simmons, ce l’ ho proprio con voi). Non dopo che ci hanno insegnato a vedere “la squadra” come protagonista indiscussa.

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Ad ogni modo, la puntata seppur autoconclusiva ha toccato importanti questioni e si è ben radicata in quella mitologia che si sta tentando di costruire:

  • I dialoghi ben scritti svolgono, oltre al lavoro che c’ è dietro le citazioni, anche quello di occupare un crescendo psicologico che induce i protagonisti a compiere quelle scelte che condizioneranno il loro futuro. Grant ne da un esempio, Skye lo eredità facendolo suo.
  •  Si delineano le prime story-line, complice la scena dopo i credit card, che ha rivelato la mutevole condizione del Dr. Hall. Forse lo show ha trovato il primo villain con cui scontrarsi.

E’ oggettivamente troppo presto per lanciare le somme, e non sono sicuro di essere pronto a dare un giudizio totalitario. Ma voglio parlare francamente. A me questo show sta piacendo molto. La puntata è stata ben costruita, ci sono stati ottimi spunti di riflessione e le storie sono interessanti. Personalmente credo che se si continuerà su questa lunghezza d’onda il prodotto potrebbe davvero essere considerato a qualità di marchio.

Come sempre, prima di lasciarvi al promo, vi ricordo di tenervi informati o di placare le vostre curiosità passando per Marvel’s Agents of Shield Italia (e mi raccomando, se non avete già fatto riempite di ‘mi piace).


http://youtu.be/vmAGEkNk4Tc

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Gli ormai lontani anni che segnarono la sua infanzia videro l' interesse dirompente per le storie, i racconti, i tanto amati film Disney che hanno accompagnato la crescita di milioni di bambini. Ma l' acquisto di un nuovo televisore al plasma e di un decoder satellitare, fecero slittare un diverso tipo di interesse alle stelle. Il continuo zapping e la curiosità delle novità che la televisione offriva sballottolarono il ragazzo in universi misteriosi e bizzarri. Lele visitò quindi, in compagnia dei personaggi che lo hanno tramutato in un ossessionato, Newport Beach, Stars Hollow, Capeside e la tanto famosa Sunnydale. I vari processi che lo porteranno ad essere una persona (quasi) adulta, saranno notevolmente influenzati da un' isola abitata da orsi bianchi e fumi tenebrosi, da vampiri con complessi interni, da terapie magiche e, in fine, da infiniti viaggi per le oscure strade d' america a bordo di una rockeggiante impala del '67. Cosa cerca da una serie? Emozione. Qual'è il suo sogno nel cassetto? Magari essere egli stesso ideatore di un best-seller.

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