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Absentia 1×02 – Quando il gioco si fa duro…

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Absentia 1×02 – Quando il gioco si fa duro…

La seconda puntata di Absentia si assume l’onere, come naturalmente le compete, di impostare il ritmo della narrazione, che si sviluppa su due filoni: da un lato vediamo dipanarsi, per ogni personaggio coinvolto, le conseguenze emotive dovute al ritorno inaspettato di Emily, in primis su Emily stessa. Dall’altro non si può perder tempo perché il thriller incalza e lei deve difendersi dall’accusa di essere colpevole della qualunque.

Questo comporta degli effetti psicologici non indifferenti, su una persona già piegata dalle circostanze, e cioè la sensazione terribile di pensarsi innocente (senza averne la certezza), ma trovarsi di fronte a un muro di diffidenza, perché quasi nessuno sembra crederle. Ora, non so voi, ma se devo vivere tra maschere che mi appaiono nei momenti più inaspettati, attacchi di panico al solo tentare di riprendere in mano la mia vita e pure gente che pensa che mi sono infilata da sola nella cassa ad annegare, ne avrei abbastanza per diversi cicli di reincarnazione.

Emily è più contenuta. Non è più la vittima tenuta in cattività che perde il controllo reagendo in modalità di sopravvivenza a ogni stimolo avverso, quando fiuta il pericolo che si aspetta in ogni angolo, condizionata in questo dalla brutalità della prigionia (il flash in cui mangia dalla scodella lasciata per terra esprime perfettamente il livello di bestialità raggiunto e mi ha colpito più profondamente delle scene in cui veniva picchiata). Sta cercando di far riaffiorare l’essere umano che era prima della vicenda, e che merita di essere. Ma vedo in lei ancora degli strascichi di un sistema di pensiero “da vittima”, soprattutto quando si aggira quasi scusandosi di essere tornata e dar fastidio, come se non fosse certa di essere accolta in modo positivo e di essere degna di essere amata. Le apre gli occhi lo psichiatra, quando le chiede “Sì, ma tu che cosa vuoi, Emily?”. Lei non si stava chiedendo che cosa volesse, perché non è più abituata a pensare di valere qualcosa o di essere proattiva rispetto alla sua vita, che è stata dominata da un sadico.

L’unico che la inonda di amore è il padre, che io amo di amore assoluto. Io voglio farmi adottare da quest’uomo pieno di affetto, calore, che la fa sentire amata, accettata ed è dalla sua parte e glielo dimostra con una naturalezza da farla finalmente sciogliere.

La scena con il figlio è essenzialmente creata per farci venire voglia di mandarlo fuori a spaccare la legna a mani nude, così magari impari qualcosa dalla vita. Quanta tenerezza fa Emily che arriva pronta a farsi massacrare il cuore di nuovo, tenendo anche conto del casino che è la sua intera vita e tu, che hai nove anni, ti permetti di trattarla così? Questa è stata la mia prima reazione. Rivedendo la puntata, ho pensato due cose. 1. Come possono lasciare queste due persone da sole? Come mai nessuno si occupa dell’equilibrio emotivo di un bambino? Perché non è presente uno psicologo che faccia da facilitatore? Flynn è sempre chiuso in camera, nessuno si allarma, padre assente, seconda madre al telefono e “Tieni, questa è tua madre, fate da soli”. È ingiusto per entrambi. 2. Flynn non è così indifferente e ostile, visto che si accorge del turbamento di Emily quando guarda la tazza e le riaffiora il trauma, e le chiede se sta bene. Quindi, non tutto è perduto, è dotato di empatia, sono fiduciosa.

Nick. Ecco, Nick ha bisogno di una certa riflessione. Indubbiamente è in una posizione difficile, si continua a dirlo e lo ammette lui stesso quando afferma di avere la sensazione di tradirle entrambe. Questo atteggiamento però lo sta portando alla paralisi e anche a una certa lontananza emotiva. Quando entrambe le donne si avvicinano a lui, vulnerabili, per ricevere un minimo di conforto, lui si allontana. Ripeto, è una situazione tremenda, vive nel caos e in più c’è un caso da risolvere, ma nel tentativo di fare la cosa giusta per tutti, rimane fermo sul posto. Emily si rivolge a lui rispettando certo la sua nuova condizione familiare, ma cercando un confronto più intimo, che mi pare normale, se prima era suo marito, e magari amico e compagno. Lui però non può offrirle conforto.
Alice, d’altro canto, è un personaggio maltrattato. D’accordo, non è un genio quando esce di casa insieme al labrador di guardia, lasciando il figlio addormentato, la porta aperta, e magari pure una freccia luminosa a indicare un’abitazione posta ai confini del mondo e abbastanza spettrale, vista da fuori. Può anche essere una donna meno complessa o sagace di altre, ma ha (aveva) la sua vita, ormai distrutta, ed è una donna dolce e affettuosa e perfino paziente e bendisposta in una situazione in cui potrebbe essere lei l’esclusa. C’è bisogno di trattarla come una scema? Mi riferisco a quando, con tono condiscendente e infinitamente irritante, Nick le dice “Su, dai, avrai avuto le visioni, sarà stato il cane del vicino”. Scusami tanto se c’è un killer a piede libero che cava gli occhi alla gente e la tua prima moglie è tornata dal regno dei morti. Idem quando le dà metaforicamente un buffetto sulla testa, sempre con quel tono paterno, per convincerla che “tra poco le cose torneranno normali”. No, tesoro, tu stai sognando. Quale normalità? Alice gli offre costantemente affetto quando, in sostanza, si prende solo porte in faccia e un vago ammonimento a “essere compassionevole”. Non sarà la vittima numero uno, ma anche per lei la situazione è tremenda.

Nota: adoro Tommy, il modo spettinato che ha di far sentire viva Emily e farla reagire, come se fosse una persona adulta e autonoma e non qualcuno da dover indirizzare come una bambina, come fa Nick di tanto in tanto, anche se lei comincia a mostrare segni di un carattere tenace ed energico. Tommy è un personaggio schietto, forse un po’ grezzo nelle rifiniture, ma assolutamente azzeccato nel suo ruolo.

In ultimo vorrei sottolineare l’incredile scena ad alta tensione psicologica del faccia a faccia tra Emily ed Harlow, estremamente inquietante, disturbante e molto ben condotta. E il cliffhanger finale? Non me lo aspettavo!

In conclusione, trovo ben equilibrata la parte thriller con quella “famigliare”, perché si dà importanza all’analisi psicologica, senza tralasciarla o trattarla in modo frettoloso. Il ritmo è sempre incalzante a suggerire che la situazione deve essere risolta in fretta, prima che precipiti. Amo le atmosfere noir che ben si adattano e accompagnano i turbamenti dei personaggi e, se vogliamo, l’unica pecca è che vorrei ingurgitare tutte le puntate di colpo, nell’ansia di vedere finalmente Emily libera, scagionata e insieme al detective.

Alla prossima!

– Syl

4 COMMENTS

  1. Ed eccomi subito qui a “condividere” pienamente tutto quello che hai scritto. Nooo, non è piaggeria, è solo invidia,chissà cosa darei per scrivere così, anche la metà di così! Comunque tra Nick e Emily non ho visto neppure l’ombra di una minima “chemistry”, per ora, e faccio anch’io il tifo per il detective! A’ la prochaine!

    • Tommy è suuuuper hot XD
      Il marito è aihmé in una posizione molto delicata e infelice, davanti alla quale implode, e in effetti non è che possa fare molto.
      Alls prossima!

  2. Sono onesto e spero lo apprezzerai quando affermo di trovare questa recensione inferiore alle tue solite. Ti sei trattenuta, ci hai messo meno te stessa perdendo un pochino della tua identità. E’ la mia impressione. Così fosse, non farlo più, per favore, sarebbe uno sbaglio.
    Quanto al telefilm, non mi sono ancora fatto un’idea chiara. Ho delle perplessità vaghe che non riesco a definire. Devo schiarirmi le idee, sono un po’ confuso.
    Nell’attesa, l’unico punto saldo è la bravura di Stana e credo di essere obiettivo, anche se di parte. D’altronde, se lo sono è perché lei mi ci ha fatto diventare.

    • Ciao! Ogni recensione che faccio decido prima come impostarla, in base a quello che per me è importante trasmettere rispetto alla trama/tono della puntata in questione. Questa puntata, per me, aveva bisogno di questo tipo di analisi e struttura. È un telefilm che si fa complesso ed è molto cupo, oltre a presentare storie archetipiche pure. Qui per me era necessario questo registro. Non si tratta di quanto mi lascio andare o meno, ma di quello che la puntata necessita, ovviamente a mio giudizio e naturalmente può non piacere al pubblico. La prima puntata ha avuto e cercato un fortissimo impatto emotivo che ho voluto rendere. La seconda si è assestata su un ritmo diverso, anche e soprattutto per dare il passo della narrazione (come ho scritto, spesso le seconde puntate sono meno intense e devono farlo) e la recensione lo ha voluto rispecchiare. Alla prossima

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