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A Soundtrack For… The Doctor – Doctor Who

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A Soundtrack For… The Doctor – Doctor Who

Eccoci nuovamente qui con i nostri telefilm preferiti e la musica che amiamo.
Questa settimana vi parlerò della storia televisiva più longeva di sempre, che ha altresì fatto la storia della televisione. Il telefilm che è il cult dei cult, il quale ha unito e unisce generazioni da quasi cinquantadue anni.
Lo avete capito, vero? Questa settimana vi parlerò di “Doctor Who”.

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Parlare di tale storia, come tutti sapete, non è certo facile. “Doctor Who” è incredibilmente complesso e profondo, ha commosso milioni e milioni di persone per quello che letteralmente è quasi l’arco di una vita intera e non vi nascondo che anche in questo momento, mentre scrivo ascoltando la mia playlist “Doctor Who” con i brani dello show, i miei occhi sono pieni di lacrime.
La grande tristezza della sua storia è che Il Dottore è davvero un grande uomo, che meriterebbe molto di più di quanto abbia e invece lui è destinato a perdere quasi tutti coloro che ama, amici o amori romantici, perché non sono immortali… e lui potenzialmente sì. E quindi eccolo qui, quest’uomo meraviglioso, partito dal suo pianeta per vivere un’avventura, inseguire le stelle, ritrovatosi a doversi assumere le responsabilità più terribili e gravose, The Oncoming Storm, il Salvatore di Mondi.

I brani che ho scelto di presentarvi, poiché li ritengo particolarmente adatti a questa storia, sono due: “Run Boy Run” di Woodkid e un mix realizzato per il tributo a Eleven, composto da “Let It Rock” di Kevin Rudolf feat. Lil Wayne, “Bring Me to Life” degli Evanescence e “My Way” dei Limp Bizkit.

Partiamo da “Run Boy Run” di Woodkid.

https://www.youtube.com/watch?v=WYowpK9UmFc

Sin dalla prima volta che ho sentito questa canzone, ascoltandone il testo ho pensato che si adattasse perfettamente alla storia del Dottore, l’uomo che ha iniziato a correre per realizzare il suo sogno infantile di vedere le stelle, che corre incontro alle cose prima che esse scompaiano, perché ogni angolo dell’Universo è, per l’appunto, solo un angolo in un luogo infinito in continua espansione e lui è affamato di conoscenza, che brama come un essere umano brama l’ossigeno per respirare.

“Run boy run! This world is not made for you
Run boy run! They’re trying to catch you
Run boy run! Running is a victory
Run boy run! Beauty lays behind the hills
Run boy run! The sun will be guiding you”

Il Dottore è “scappato” dal suo pianeta, un mondo che fondamentalmente gli stava stretto, non solo per l’evidente dolore che gli arrecava, ma anche e soprattutto per la sua rigidità, per le sue regole che egli non condivideva e che viveva come una gabbia in cui i Signori del Tempo cercavano di imprigionarlo.

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“Run boy run! They’re dying to stop you
Run boy run! This race is a prophecy
Run boy run! Break out from society”

Tuttavia, diversamente dalle sue intenzioni, questa corsa si è trasformata in qualcosa di molto più profondo, complicato e pericoloso.
Il Dottore ha continuato a correre non solo per andare incontro alla conoscenza, ma anche per fuggire dal dolore che ha iniziato a divenire sempre più vasto, man mano che incontrava compagni, lungo il suo viaggio, persone che amava e che una dopo l’altra, in un modo o in un altro, perdeva, situazione che è destinato a vivere e rivivere in continuazione, come una maledizione. La maledizione di un Signore del Tempo.
E, come se ciò non bastasse, la sua corsa lo ha portato a fare ciò che i Signori del Tempo avevano anticamente giurato di non fare mai, ovvero intervenire nell’evolversi degli eventi.
1d73_thinkgeek_exclusive_9th_doctor_dd“Solo osservare, mai intervenire” aveva solennemente giurato la sua specie. E forse è facile farlo, quando osservi dalla sicurezza del tuo pianeta, ma come si fa a rimanere impassibili quando ci si trova in mezzo a persone che sono in serio pericolo e che potrebbero salvarsi, se solo si intervenisse? Come rimanere meri osservatori quando si hanno i mezzi per impedire la morte di innocenti? Come si fa a restare indifferenti e negare il proprio aiuto, quando tale aiuto viene richiesto, quando si è consapevoli di potersi opporre ai carnefici? Come si fa a non intervenire quando ci si imbatte nei più antichi nemici della propria specie, il cui unico scopo è annientare qualsiasi altra forma di vita, giunti proprio per portare la loro distruzione e morte, oppure in specie determinate a schiacciare gli abitanti di un mondo, per desiderio di conquista? E soprattutto: in questi casi è giusto restare meri osservatori?
La risposta è chiara e Il Dottore, nonostante le sue iniziali intenzioni, non ha potuto essere solo un osservatore, per quanto lo avrebbe voluto, poiché consapevole di essere in grado di difendere chi ne aveva e ne ha bisogno e se ne è assunto la responsabilità.
Trovo che gli si adatti perfettamente una frase di Harry, dalla saga di “Harry Potter”: “Io non vado in cerca di guai. Sono i guai che trovano me.”
I guai lo hanno trovato in ogni angolo dell’Universo e del Tempo che ha visitato, sulla Terra innumerevoli volte, e per questo col passare dei secoli il suo nome si è diffuso attraverso le galassie e la sua fama è cresciuta, nel bene e nel male, sino a divenire sinonimo di speranza per alcuni (gli innocenti) e terrore per altri (i carnefici); le fila dei suoi nemici sono andate ingrossandosi sempre più e, pertanto, anche i rischi di morte, per lui.
Inoltre, dopo la Guerra del Tempo, i suoi innumerevoli segreti sono divenuti ancora più importanti e 53bdb2c8e3e3349607ae6971pericolosi e per questo alcuni hanno deciso che non doveva essergli permesso di vivere. E così, la sua corsa è divenuta una profezia, per quella domanda, la prima domanda, la più antica dell’Universo, nascosta in piena vista, alla quale mai si sarebbe dovuto dare risposta e Il Dottore ha continuato a correre, braccato dai suoi nemici, che in tutti i modi hanno cercato di abbatterlo.

“Tomorrow is another day
And you won’t have to hide away
You’ll be a man, boy!
But for now it’s time to run, it’s time to run!

Run boy run! This ride is a journey to
Run boy run! The secret inside of you
Run boy run! This race is a prophecy
Run boy run! And disappear in the trees”

Quello che tali nemici, però, non avevano correttamente considerato, è che non solo hanno a che fare con un Signore del Tempo, ma con IL Signore del Tempo, colui in merito al quale tutte le storie che si narrano non sono storie, ma verità. L’uomo in grado di radunare eserciti alla sola pronuncia del suo nome, al quale praticamente tutto l’Universo deve la vita, il genio dei dei geni, in grado di rivoltare contro chi lo attacca le armi puntate contro di lui, per poi sparire e nascondersi ai loro occhi… e continuare la sua corsa verso nuove mete, perché nessuno riuscirà mai a metterlo in gabbia e nessuno che abbia a cuore la propria sopravvivenza dovrebbe anche solo tentare di farlo. L’unica cosa che si può fare quando ci si imbatte in lui, se se si è suo nemico, è scappare.
Per quanto riguarda gli altri… l’unica cosa possibile è guardarlo correre. E, se si è davvero molto fortunati, per un po’ si può correre con lui.

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Il mix: “In The Name Of The Doctor”“Let It Rock” di Kevin Rudolf, “Bring Me to Life” degli Evanescence e “My Way” dei Limp Bizkit.

Ho adorato questo mix (e il video) sin dal primo istante e questo non solo perché è un meraviglioso tributo a Eleven, ma soprattutto perché si adatta al Dottore in generale; ancora una volta, infatti, i testi delle varie canzoni usate sembrano narrare la sua storia, rappresentare la sua personalità e ciò che lui significa per coloro che hanno la fortuna di incontrarlo. Non ha alcuna importanza, invero, quale Incarnazione di lui si preferisca, si tratta sempre dello stesso uomo; il suo aspetto potrà anche cambiare, ma la sua meravigliosa essenza, con i suoi difetti e i suoi tanti pregi, rimane inalterata. E’ Il Dottore, colui che brucia al centro del Tempo, ed è meraviglioso.

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E infatti, come potete vedere nel video sono presenti il War Doctor, Nine e Ten.
La versione estesa di questo video, non presente su youtube, inizia con la magnifica e sconvolgente scena di “The Name Of The Doctor”, nella linea temporale del Dottore, su Trenzelore, il confronto tra le due Incarnazioni del Dottore, quella passata e quella presente, e l’iniziale dialogo con Clara: “But who is he?”“He’s me. There’s only me here, that’s the point, now let’s get back.”“But I never saw that one. I saw all of you. Eleven faces, all of them you, you’re the Eleventh Doctor.”“I said he was me. I never said he was The Doctor.”“But I don’t understand.”“Look, my name, my real name… that is not the point. The name I chose is The Doctor. The name you choose it’s like… it’s like a promise you make. He’s the one who broke the promise.” / “He is my secret.”“What I did, I did without choice.”“I know.”“In the name of peace and sanity.” “But not in the name of The Doctor.”

“I see your dirty face
High behind your collar
What is done in vain
Truth is hard to swallow
So you pray to God
To justify the way you live a lie
Live a lie
Live a lie

And you take your time
And you do your crime
Well you made your bed
I’m in mine”

E veniamo immediatamente portati a Gallifrey, il simbolo della storia del Dottore, che sì, ha il viso (oltre che le mani) sporco del sangue di moltissimi, caduti per la salvezza di tutti. Una verità che lui ha cercato di negare, di nascondere, dalla quale è fuggito e che però lo perseguita costantemente, per la quale non si perdona e si odia più di quanto lo possano odiare i suoi nemici e così prega “il suo Dio”, potremmo dire la voglia di conoscenza (poiché ancora non abbiamo avuto risposta a quell’interessantissima domanda postagli da Amy, “In cosa crede un Signore del Tempo?”), per giustificare il modo in cui lui vive la sua bugia, ovvero cercare di nascondersi di aver dovuto prendere le decisioni più terribili, di aver commesso quelli che altri definiscono “crimini”, fingere di essere solo “Un pazzo con una cabina che gira per l’Universo”, il tutto al fine di salvare se stesso e non soccombere al profondo dolore che si cela in quei grandi occhi tristi e che potrebbe rompere gli argini da un secondo all’altro.

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“Because when I arrive
I, I bring the fire
Make you come alive
I can take you higher
What this is, forgot?
I must now remind you
Let It Rock
Let It Rock
Let It Rock”

Ma quello è solo il modo, errato, in cui lui vede se stesso, la verità è tutt’altra. La verità è che quando lui arriva, la vita delle persone viene completamente sconvolta e destinata a non essere mai più come prima, perché quando Il Dottore arriva da te, ti offre tutto lo Spazio e il Tempo, tutto ciò che è stato e mai sarà e ti offre un viaggio che non sarà sicuro (anzi, sarà molto pericoloso), ma che sarà il viaggio della vita.
Quando Il Dottore arriva nella tua vita, che sia nella sua forma da “eccentrico zio” (il Quarto), da enigmatico folletto (il Settimo), da affascinante gentleman di altri tempi (l’Ottavo), da burbero e allo stesso tempo simpaticissimo “man in black” (il Nono), da romantico cavaliere in Converse (il Decimo), da giovane professore di Oxford apparentemente mansueto ma in realtà pronto a far saltare in aria chiunque lo faccia irritare (l’Undicesimo), o da altero e nuovamente burbero signore in abiti che alcuni hanno definito da “mago” (ora, il Dodicesimo), quando il Dottore arriva, dicevo, porta il fuoco e rende la vita una fantastica avventura, facendo sentire le persone vive come non mai, spingendole con semplicità e senza forzare (tendenzialmente) a compiere gesta incredibili, mostrando loro meraviglie oltre ogni più florida immaginazione e spronandole a credere in se stesse, a essere migliori, più coraggiose, più intelligenti, più giuste. E la verità è che anche pochi minuti condivisi in tal modo con lui valgono una vita intera.
“So let it rock!”

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“This time I’m a let it all come out
This time I’m a stand up and shout
I’m a do things my way,
It’s my way
My way or the highway”

Traducibile, in verità, in “My way or the hard way”. Nessuno deve mai dimenticare, però, che quando Il Dottore interviene, è meglio fare come dice lui, poiché quando si decide di andare contro la sua diplomatica proposta, difficilmente si sopravvive o se ne esce completamente integri. Lui è il fuoco e come tale può ridurre in cenere.
E come si sa, mai scherzare col fuoco, soprattutto se è quello del Signore del Tempo per antonomasia.

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“Now that I know what I’m without
You can’t just leave me
Breathe into me and make me real
Bring me to life

(Wake me up)
Wake me up inside
(I can’t wake up)
Wake me up inside
(Save me)
Call my name and save me from the dark
(Wake me up)
Bid my blood to run
(I can’t wake up)
Before I come undone
(Save me)
Save me from the nothing I’ve become ”

E non fa alcuna differenza che il compagno di viaggio di turno sia solo un amico o sia qualcosa di più, in quanto per ogni persona, nella cui vita è entrato Il Dottore, stare senza di lui è una tortura; quando se ne va è come se la luce si spegnesse. Ogni suo amico, ogni sua amica, ogni donna che lo ha amato, tutti loro si sono sentiti persi anche solo al minimo accenno di fine del viaggio e questo non solo per Il Dottore in se stesso, ma per tutto ciò che lui ha apportato in quelle vite; proprio perché il suo arrivo ha fatto sentire vivi come mai era accaduto prima, ha innalzato le persone da una situazione di grigiore e le ha rese straordinarie, perderlo è come ripiombare nell’oscurità. Qualcuno è riuscito a prendere la coraggiosa decisione di fermarsi e lasciarlo andare, eppure non c’è nessuno che non l’abbia rimpianto e, infatti, nessuno si è distaccato dal tipo di vita alla quale lui aveva dato inizio.
E nessuno, nessuno ha mostrato meno che folle gioia nel rivederlo, nel vedersi offrire la possibilità di un altro viaggio, un’altra avventura al suo fianco, poiché tutte le persone che lo hanno accompagnato e che lui ha amato, ricambiato, in verità sono come Il Dottore e con lui condividono lo stesso sogno: uscire a riveder le stelle.

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E così, The Oncoming Storm, A Hero To Many, Il Salvatore di Mondi, che infine ha trovato il modo di divenire il salvatore anche del proprio, continua a correre, sempre affamato di conoscenza, pronto a prestare aiuto a chiunque ne abbia bisogno, a ergersi in difesa di tutti, ma ora il suo non è più un semplice andare in giro per l’Universo.
Ora Il Dottore sa dove sta andando.
A casa.
Passando solo per la strada più lunga.
Run, boy, run.

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Sam
Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

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