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A ciascuno il suo episodio – Christmas edition!

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A ciascuno il suo episodio – Christmas edition!

Praticamente in ogni show americano è tradizione inserire degli episodi dedicati alla celebrazione delle principali festività (in genere Halloween, il giorno del Ringraziamento, Natale e San Valentino), episodi che spesso diventano memorabili fra i fan della serie in questione, che li ricordano con affetto anche a distanza di anni.

Lo staff ha quindi deciso di percorrere con voi questo specialissimo viale dei ricordi e di raccontarvi quali sono, secondo la nostra modesta opinione ed esperienza personale, i migliori episodi a tema natalizio mai raccontati.

Grandma Got Run Over by a Reindeer (Grey’s Anatomy, s02e12)

“There’s an old proverb that says you can’t choose your family.
You take what the fates hand you.
And like them or not, love them or not, understand them or not,
you cope.
Then there’s the school of thought
that says the family you’re born into is simply a starting point.
They feed you, and clothe you, and take care of you
until you’re ready to go out into the world
and find your tribe.”

Chiariamoci subito, Grey’s Anatomy non è mai stato uno dei miei show preferiti. Certo, è stato uno dei primi, forse quello che mi ha veramente spinto ad affacciarmi sul variegato mondo dei fandom, nel bene, nel male e nella loro totale follia.
Devo però ammettere che il dodicesimo episodio della seconda stagione, Grandma Got Run Over By a Reindeer, racchiude in sé tutto le note positive che caratterizzavano i primi anni di questa longevissima serie.
Parlo sostanzialmente del fantastico rapporto che legava tutti gli specializzandi, quel senso di famiglia “per scelta” che Meredith riassume tanto bene nella riflessione di questo episodio, il sentimento di empatia e comunione che c’erano prima, prima dei tradimenti, prima degli abbandoni, prima delle morti e delle strade separate e che è andato disastrosamente perso man mano che le stagioni si susseguivano inesorabili.

La scena finale dell’episodio è, a mio parere, la somma perfetta di tutto quello che ho cercato, seppur malamente, di esprimere prima ed è ciò che più di tutto, a distanza di più di dieci anni, lo mantiene ben saldo al primo posto nella mia personale classifica di gradimento degli episodi a tema natalizio. – MooNRiSinG

Last Christmas (Doctor Who)

Ci sono serie tv che per me “profumano” innegabilmente di Natale. Che sia a causa di un’atmosfera particolare che aleggia nello show o per via di quel puntuale appuntamento in ogni stagione con l’episodio speciale dedicato alla festività, per quanto mi riguarda queste serie tv definiscono il mio Natale ogni anno, tra eterni rewatch e nuove puntate, diventando la mia personalissima tradizione. E inevitabilmente ormai, da tempo il mio Dicembre ha soltanto un nome, quello di “Doctor Who”. Scegliere solo un episodio a tema natalizio della serie sarebbe quasi come scegliere a quale figlio voler più bene, essendo “Doctor Who” uno dei telefilm più legati all’immancabile ricorrenza ogni 25 Dicembre, ma io, che sono una “madre” degenere, so esattamente di amare Clara Oswald più di chiunque altro e per questo la mia scelta è ricaduta senza troppi dubbi amletici su “Last Christmas”, speciale natalizio del 2014, a cavallo tra l’ottava e la nona stagione. [Per la verità quando si tratta di “Doctor Who” e Clara Oswald proteggo il mio “angolo” come i peggiori pusher]

Fin dai primi minuti, l’episodio è totalmente immerso nell’atmosfera natalizia che esplode violentemente dopo pochi istanti con l’arrivo sulle scene del celeberrimo Babbo, meglio conosciuto come “beardy weirdy”, accompagnato da due elfi un po’ saccenti. Ma a parte quella sensazione di straniamento che si respira in tutto l’episodio, con parole non dette e tagli assurdi spiegati solo nel momento in cui la trama si rivela per quello che è in realtà,  ciò che più amo di questo episodio è la centrale tematica del sogno, che va oltre gli inevitabili intrecci made in Moffat, e si mostra secondo me nella sua essenza più autentica, ossia quella del desiderio più profondo, radicato in ogni parte del nostro subconscio ma anche della nostra anima.

La travolgente Shona voleva solo avere qualcuno accanto, voleva sentirsi parte di un gruppo guidato da un obiettivo importante, e per questo motivo è proprio lei l’ultima a svegliarsi tra gli ospiti dell’episodio, non prima di aver cercato di scambiare il numero di telefono con persone che non avrebbe neanche ricordato; Bellows voleva riappropriarsi di ciò che aveva perso nella vita di tutti i giorni, ossia il controllo sul suo corpo e la possibilità di essere ancora utile per una causa; Ashley forse voleva solo un’avventura, qualcosa di diverso dalla sua quotidianità, qualcosa che rappresentasse una sfida; mentre il Dottore e Clara … beh mi sembra chiaro che il Dottore e Clara volessero l’un l’altra, volevano semplicemente tornare insieme.

“Do you really believe in Santa Claus?”

Quando incontriamo Clara Oswald in questo speciale, il suo modo di fare e di essere mi ricorda esattamente quello delle personalità sfumate e non davvero definite che popolano la realtà onirica. Da una parte infatti lei è ancora fortemente segnata dal dolore di aver perso Danny, ma dall’altra poi all’improvviso sembra voler provare a reagire, tornando la persona che è sempre stata, soprattutto al fianco del Dottore. Significativo ed emblematico da questo punto di vista è, secondo me, proprio il momento iniziale dell’episodio, rivisto e riletto alla luce di quella che è la chiave interpretativa della figura di Babbo Natale, perché se beardy weirdy rappresenta in fondo la speranza e la possibilità di vivere il sogno anche oltre la dimensione onirica, simbolo di un desiderio talmente ardente da allontanarci dalla realtà concreta, la domanda retorica che lui pone a Clara sull’aver smesso di credere alle favole trova in quell’istante l’unica risposta che conta, perché oltre il suo sguardo spento, Clara dimostra inconsciamente di avere ancora fiducia nella magia di un sogno e delle favole nel momento in cui il TARDIS si materializza alle sue spalle, diventando la realizzazione dell’unico desiderio che ha silenziosamente espresso.

E anche il Dottore dal suo canto non sembra disposto a lasciarla più andare perché nonostante per lui il tempo non conti e lei appaia sempre uguale ai suoi occhi, nel finale rimpiange il tempo perduto quando crede di essere arrivato troppo tardi e decide invece di approfittare di ogni singolo istante che gli sarà concesso quando capisce di poter ancora vivere al fianco di Clara Oswald le sue mille avventure nello spazio e nel tempo.

“Please, don’t even argue …”

Walkerita

White Christmas (Black Mirror)

L’episodio che preferisco dell’intera serie e, sbilanciandomi, potrei dire addirittura il mio episodio preferito dell’intero mondo telefilmico. Non è esattamente il classico special di Natale: come da tradizione di Black Mirror, non c’è troppo spazio per i buoni sentimenti, ed i concetti di famiglia, amore, solidarietà vengono completamente stravolti per spingere ad una riflessione profonda sull’effetto di una tecnologia esasperata in una società malata. Un’ora di loop angosciante che fa rimpiangere tutti i pranzi con i parenti serpenti e le musichette polifoniche che accompagnano le corse dell’ultimo minuto al centro commerciale.

https://www.youtube.com/watch?v=zQdHwz3c4sM

Chi l’ha detto che a Natale siamo tutti più buoni? – Al

Symphony of Illumination (HIMYM, s07e12)

Quando penso a episodi natalizi che mi hanno lasciato un ricordo indelebile torno sempre a una delle mie serie preferite, che mi ha saputo tenere incollata alle vicende dei suoi protagonisti per ben nove anni principalmente grazie alla sua capacità di farmi rotolare a terra dalle risate e allo stesso tempo di farmi riflettere e spesso anche commuovere. Ed essendo il periodo natalizio uno di quelli che naturalmente invitano alla riflessione e si ammanta spesso di quel retrogusto nostalgico, non posso non menzionare “Symphony of Illumination” tra gli episodi natalizi per me indimenticabili di HIMYM.

Dovendo sceglierne uno solo sono stata combattuta per un po’, perché mi piace moltissimo anche “How Lily Stole Christmas” (2×11) per motivi del tutto diversi: è un episodio dalla trama apparentemente più leggera ma per quanto mi riguarda ha giocato sulle corde giuste per via del focus sulla profonda amicizia che lega Ted a Lily, spesso data per scontata. In “Symphony of Illumination” invece abbiamo Robin come protagonista, che non posso definire il mio personaggio preferito della serie e, proprio per questo, sono la prima a sorprendermi di quanto abbia amato un episodio con lei al centro della narrazione. Il cardine di questo episodio è una notizia che sconvolge Robin, da sempre granitica nella sua convinzione di voler perseguire la propria carriera a discapito di una futura famiglia con figli. Eppure, come afferma lei stessa, “un conto è non voler fare una cosa e un altro è sentirsi dire che NON PUOI”.
Molti trovano la scena finale, con le illuminazioni allestite da Ted nel loro appartamento con l’inedito sottofondo degli AC/DC, il vero fulcro emotivo della narrazione; per quanto mi riguarda, invece, i minuti immediatamente prima sono i più dolorosi, quando scopriamo che i futuri figli di Robin sono frutto della sua immaginazione, li vediamo sparire nella neve e rimane solo lei da sola a bere eggnog nel parco… anche quando, ad anni dalla prima messa in onda, non c’è più quel vago senso di sorpresa tipico delle rivelazioni finali di HIMYM è solo grazie a quei pochi istanti che mi aprono costantemente i condotti lacrimali che mi godo il monologo finale di Ted sulle note di “Highway to Hell” (“there was one thing [she] never was: she was never alone”) senza il solito retrogusto amaro che ormai mi danno tutti i grandi gesti di Ted per Robin, in cui finisco sempre mio malgrado per leggere sottintesi romantici anche dietro plateali affermazioni di disinteressata amicizia. In quel momento un Ted che le sta vicino senza assillarla per sapere cosa la turba e apparentemente senza alcun secondo fine è tutto quello di cui lei ha bisogno… e il più bel regalo.

The Chrismukk-huh? (The O.C., s04e07)

Parlando di atmosfera nostalgica, tra i miei episodi natalizi preferiti mi sento di menzionare anche uno degli episodi incentrati sulla festività inventata da Seth Cohen per fondere Natale e Hanukkah… ciascuno a suo modo particolare, ma quello della quarta stagione è il mio preferito dei tanti perché, nonostante io sia sempre stata una fiera oppositrice della coppia Ryan/Marissa e questa puntata è intrisa di Marissite fino al midollo, in realtà alla fine vediamo anche un ulteriore avvicinamento tra Ryan e Taylor, che invece a me piacevano insieme.
Il motivo principale per cui l’ho adorato però è che mi piace il tema della realtà alternativa per esplorare il mondo in assenza di un personaggio (in questo caso come gli abitanti di Newport Beach che abbiamo imparato a conoscere per quattro anni sarebbero stati se Ryan non fosse mai arrivato): un topos utilizzato in diversi show e narrazioni in generale e che mi incuriosisce sempre, che oltretutto in questo caso è anche un palese richiamo a un classico dei film di Natale come La Vita è Meravigliosa.

E nonostante il mio già menzionato astio scarso apprezzamento per il personaggio di Marissa, la scena dell’addio di Ryan è commovente: è il suo lasciarsi finalmente alle spalle quella storia e anche il latente senso di colpa per la morte della ragazza, constatando che in realtà l’avere Ryan intorno le ha addirittura prolungato la vita di almeno un paio d’anni. Bellissimo inoltre l’epilogo dopo il risveglio di Ryan e Taylor, con tutti riuniti per celebrare il Chrismukkah all’ospedale, in maniera semplice e diversa dai piani originali di tutti, ma senz’altro più significativa in quanto in compagnia di coloro che si possono realmente considerare famiglia. Ale

Cosa ne pensate delle scelte del nostro staff? Siete d’accordo con la scelta di episodi che abbiamo selezionato per voi? Fatecelo sapere nei commenti!

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