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5 Nuovi amori da 5 nuove serie tv

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5 Nuovi amori da 5 nuove serie tv

Raggiunto il traguardo di metà stagione e il conseguente hiatus festivo che mi costringerà ad affrontare tutti gli arretrati che adesso sono obbligata a recuperare senza più scusanti, ho deciso di prendermi innanzitutto un momento di pausa per tracciare un bilancio provvisorio di ciò che ho visto in questa prima tranche del percorso annuo di ogni addicted. Al di là del mio rinnovato e sempre costante odio per Jay Halstead, oltre gli incendi domestici che NON ho appiccato a casa di Matt Casey, ciò che più amo stilare in questa fase dell’anno è la lista dei miei nuovi “protetti”, quei personaggi che ho scelto o che mi hanno scelta come loro agente / bodyguard / scudo umano contro tutti i mali del mondo.

Pronta a scendere in battaglia per difenderli come uno stoico gladiatore e a regalare a ognuno di loro un maglione natalizio con la rispettiva iniziale come la migliore Molly Weasley, vi presento i miei ultimi 5 amori telefilmici provenienti esclusivamente dalla nuova stagione seriale.

 

Juliet Higgins – Magnum P.I.

Non che sia sempre così facile separare il personaggio dal volto che indossa, non posso certamente negare il personale e positivo bias causato dall’interprete di Juliet Higgins nell’ennesimo reboot inaugurato quest’anno, quello del celeberrimo Magnum P.I.. Ma se Perdita Weeks è stata senza ombra di dubbio l’unica ragione che mi ha spinto a dare almeno una possibilità a una serie tv che mi appariva come la versione più banale e scontata di un crossover tra Die Hard e Fast & Furious, devo ammettere che la leggerezza della narrazione e della caratterizzazione dei personaggi mi ha convinto tanto da portarmi ad aspettare quasi con ansia l’arrivo del nuovo episodio ma soprattutto mi ha permesso di perdere del tutto la testa per Juliet Higgins.

Contrariamente a quanto mi aspettassi, Juliet è in realtà il tipo di personaggio che credevo sarebbe stato il protagonista Magnum: carismatica, sorprendente, misteriosa, ironica e assolutamente irresistibile. Quotidianamente insofferente all’ego smisurato e ribelle di Thomas Magnum, che cerca di ridimensionare ad ogni occasione disponibile, anche con l’aiuto dei fedeli compagni Zeus e Apollo, Juliet emana ad ogni passo un puro fascino britannico sfumato con equilibrio dal lifestyle statunitense, presenta un background che viene solo accennato in ogni episodio ma che ti permette di scorgere un passato che meriterebbe uno spin-off tutto per sé.


Ogni episodio di Magnum P.I., per quanto abbia cominciato ad apprezzare davvero lo show nella sua totalità, diventa per me una possibilità di conoscere un po’ di più Juliet, di assistere alla sua sorprendente empatia e insolita sensibilità da una parte e di testimoniare il suo adorabile e insofferente sarcasmo nei confronti di Magnum dall’altra. Juliet Higgins è una costante sorpresa, è il classico personaggio che sulla carta rischia di rasentare lo stereotipo dell’agente segreto in grado di fare qualunque cosa ma che invece sulla scena si rivela una donna dalla capacità straordinarie, non eccessive e da scoprire episodio dopo episodio, corredate da una classe puramente british che rende tutto migliore.

 

Lauren Bloom – New Amsterdam

Anche in questo caso non intendo mentire affermando che il volto di Lauren Bloom non abbia influito affatto, almeno inizialmente, sul mio amore innato per il personaggio ma per coerenza anche in questo contesto vi spiego perché Lauren ha fatto breccia nella mia anima.

Lauren si presenta al principio come uno dei pochi medici del New Amsterdam che ancora resta fedele al giuramento prestato, seppure in maniera quasi indipendente e freelance, abituata o rassegnata ormai agli standard sanitari di un ospedale glorioso caduto in disgrazia. Ma nonostante in apparenza Lauren rispecchi in parte il disordine e il caos che regnano al New Amsterdam, la sua etica del lavoro non conosce protocolli e distanze. Intuitiva, sveglia, energica, Lauren passa troppo spesso inosservata e inascoltata, come se in fondo non fosse mai davvero abbastanza. Max Goodwin è forse il primo che pone davvero una luce su Lauren e sull’impegno quotidianamente profuso in ospedale, che inizia ad ascoltarla, che riesce a vederla nel suo straordinario eroismo.

Ciò che di Lauren non si nota esteriormente però è quanto il suo legame con la professione medica non sia solo “semplice” dedizione ma il fulcro della sua intera esistenza, in un rapporto che a volte rischia di diventare deleterio a causa proprio dell’estrema importanza che assume nella vita di Lauren. Pericolosamente sola, infatti, di Lauren Bloom non conosciamo molto fuori dall’ospedale ma sappiamo che proviene da un background socialmente benestante da cui fugge pur di non viverlo in solitudine, sappiamo che detesta essere respinta perché forse è successo fin troppe volte e che preferisce mettere a tacere le sue voci interiori con un sorriso di circostanza, una bugia o tuffandosi a capofitto nel lavoro più di quanto il suo stesso organismo sia in grado di sopportare e reggere.

Lauren Bloom è entrata nel mio team di preferiti senza neanche chiedere il permesso perché racchiude alcuni degli aspetti che più amo in un personaggio, tra cui quella celata vulnerabilità che contrasta una determinazione evidente e che la rende umanamente sfaccettata e imperscrutabile, soprattutto per quelle persone che più allontana e più vorrebbe avere accanto.

 

Maddie Kendall Buckley – 9-1-1

Maddie era per me, sulla carta, l’incubo peggiore. Perché? Perché andava a prendere il posto del mio personaggio preferito di 9-1-1, il mio alter ego Abby Clarke, persa in qualche parte recondita del mondo alla ricerca del suo meritato “Mangia Prega Ama”, dopo aver sacrificato buona parte della sua vita accudendo sua madre. Il casting di Jennifer Love Hewitt, che è sempre un piacere ritrovare sul mio piccolo schermo, ha certamente favorito le premesse del suo personaggio ma la verità è che fin dal suo primo episodio, Maddie è diventata per me l’unico personaggio in grado di sostituire davvero Abby.

Intelligente, matura, affettuosa, con lampi di adorabile sarcasmo, Maddie si rivela immediatamente come la sorella maggiore che ci si aspetta da un ragazzo come Buck, diametralmente opposta a lui nel carattere ma con la stessa bontà innata che caratterizza i Buckley, ben più profondi e sorprendenti di quanto siano disposti a mostrare in apparenza.

Anche Maddie infatti, come suo fratello, cela a fatica un lato di sé che purtroppo ancora la definisce e se per Buck in realtà si trattava di un’inaspettata capacità di maturare, per Maddie si tratta di cicatrici vive, letterali e metaforiche, promemoria costante di un passato infernale da cui è fuggita a stento. Se è vero che ogni episodio di 9-1-1 non fa prigionieri e non ti lascia mai ad occhi asciutti, è anche vero che ha fatto quasi fisicamente male vedere Maddie trascorrere la notte sempre all’erta, sussultando ad ogni rumore sospetto, con una mazza da baseball al suo fianco, per poi crollare esausta solo quando la luce del giorno rende tutto più rassicurante.

Eppure, nonostante i suoi incubi quotidiani, Maddie riesce ancora a trasmettere quella stessa speranza e quella luce che spesso non ritrova in se stessa, rivelandosi quasi destinata al servizio call center del 9-1-1, essendo infatti il tipo di persona di cui vorresti ascoltare la voce anche nel momento più difficile della tua vita.

 

Saanvi Bahl – Manifest

Il difetto maggiore di questo personaggio al momento è che troppo spesso resta ancora sullo sfondo o in secondo piano, non comparendo affatto in almeno due episodi. Ma nonostante questa sua presenza in parte ridimensionata, Saanvi è stata fin dal pilot il volto che più mi ha rapito, il personaggio di cui volevo conoscere tutto, che volevo veder evolvere davanti ai miei occhi, di cui volevo imparare a riconoscere la voce e il pensiero. Attraverso la piccola finestra che hanno aperto su di lei finora, Saanvi si rivela come una donna capace di conciliare l’antitesi maggiore, quella tra scienza empirica e fede (non obbligatoriamente religiosa) in qualcosa di inspiegabile, qualcosa di cui ora anche lei fa parte. Ma la sua fiducia nelle conoscenze scientifiche è pari in realtà a quella che concede anche al lato migliore dell’umanità, un lato che lei riesce a riconoscere proprio perché è una parte intrinseca di sé.

Saanvi crede nel mondo razionale ma non rifiuta l’ormai concreta possibilità che possa esistere molto di più ed è pronta a indagare e vivere questa scoperta fianco a fianco con i fratelli Stone, tra cui sembra aver trovato il suo posto ideale.

 

Ryan Sinclair – Doctor Who

Volendo considerare l’undicesima stagione di Doctor Who una sorta di reboot interno alla serie stessa, chiude la mia Top 5 di nuovi amori seriali Ryan Sinclair, il companion che dalle premesse doveva lasciarmi indifferente e che invece si è rivelato l’unico a rapirmi davvero il cuore, nel suo piccolo.

In una stagione in cui, nonostante fossero in tre, i Companion hanno occupato in realtà un ruolo fin troppo marginale nell’effettiva azione delle avventure nello spazio e nel tempo, Ryan Sinclair è riuscito lì dove, secondo me, ha purtroppo fallito Yasmin Kahn pur avendo tutte le luci puntate su di sé, ossia si è affermato in una personalità definita, tridimensionale, indipendente dal suo rapporto con il Dottore o con Graham, in una caratterizzazione che, seppure non perfetta, riusciva a distaccarsi in parte dalla parola scritta e cercava di reggersi autonomamente. Afflitto da una condizione fisico-neurologica come la disprassia (che nel proseguo della stagione viene un po’ dimenticata) che rende problematici e maldestri i suoi movimenti, Ryan appare tante volte come un bambino intrappolato nel corpo di un ragazzo adulto, goffo e dolce al tempo stesso, arrabbiato e ribelle a modo suo, gentile e leale senza limiti.

Ultima ruota del carro dell’opinione pubblica, Ryan è stato per me uno degli aspetti migliori dell’undicesima stagione di Doctor Who, l’unico ad aver abbracciato con modestia il ruolo del Companion.

Questi sono dunque i miei 5 nuovi amori telefilmici, ma adesso tocca a voi: chi vi ha rapito recentemente l’anima nel vasto panorama delle serie tv emergenti? Fatecelo sapere nei commenti!

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

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