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10 modi in cui le serie tv ci rovinano le giornate

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10 modi in cui le serie tv ci rovinano le giornate

Ciao addicted,

la top 10 di questa settimana è frutto di giorni e giorni in cui, per circostanze varie, mi sono nutrita di spoiler, news e maratone telefilmiche che hanno finito per rovinarmi le giornate. E così ho pensato a quante volte, durante l’anno, ci svegliamo felici e contenti e poi, ci guardiamo una puntata del nostro telefilm et voilà che l’Incredibile Hulk prende possesso di noi e saremmo disposti a staccare la testa alla vecchietta in fila alla posta perché è troppo lenta nel pagare la bolletta. Ok, forse sto un po’ esagerando ma a quanto pare l’eccessiva partecipazione emotiva alle nostre serie tv preferite, si è rivelata in grado di influire sul nostro umore in maniera preoccupante.

E così, ho radunato le mie cellule cerebrali ed ho buttato giù, tutta per voi, una bella lista di 10 casi in cui il MIO umore viene rovinato inevitabilmente da storie fittizie, su personaggi fittizi che fanno cose fittizie e che quindi non avrebbero alcun diritto di storcere la mia luna!

Ah! Vi avverto, farò degli esempi per cui potrebbero essere presenti degli spoiler su The 100, Hart of Dixie, GoT, Arrow, Bones…etc.

CASO 1: Lo spoiler/la news che proprio non avremmo voluto leggere

new informationIn questa categoria rientrano due diversi sotto casi: la news sgradita e lo spoiler indesiderato.

In quanto addicted, siamo affamati di news che ci rassicurino circa i nostri personaggi preferiti. E così ci mettiamo alla frenetica ricerca di articoli che ci dicano tante cose belle, soprattutto dopo i vari panel o interviste in giro per il globo. Purtroppo, spesso, ci diamo la zappa sui piedi. E così leggiamo cose tipo: “Un personaggio morirà“, “Tizio/tizia avrà un nuovo interesse amoroso“, “Un incidente ostacolerà Caio” e così via. Ci ritroviamo, quindi, catapultati in un ormai familiare senso di paura e ansia, che ci porta a trascorrere le ore successive fantasticando circa le disgrazie che possono accadere. Non aiuta il fatto che esistano altri come noi, che usano queste meravigliose (sarcasm mode on) idee per ricamarci su producendo commenti catastrofici sui social network, quando non addirittura, intere one-shot di fanfiction.

noooooooIl secondo caso è probabilmente legato a uno dei gironi dell’Inferno 2.0: lo spoiler. A chi di voi non è capitato di incappare in uno spoiler?Personalmente ho perso il conto. Il peggiore mi ha rovinato una serata qualche annetto fa, quando – decisamente non in pari di Game of Thrones, che allora era all’inizio della quarta stagione – lessi chiaro come una luce di Las Vegas: «Tizio Muore» in calce ad una conversazione sulla famigerata 3.09. Io stavo allora recuperando la SECONDA STAGIONE. Inutile dire che da lì in poi mi sono imposta di disaffezionarmi dal Tizio in questione (e di smettere di aprire le finestre di commento agli episodi di GoT).

CASO 2: Quando uccidono/torturano (fisicamente e non)/feriscono gravemente un personaggio a te caro

destroy your happinessÈ una verità universalmente nota che ci sono personaggi la cui Sfiga è grande quanto l’iceberg del Titanic. La sfortuna – nostra – è che spesso li amiamo proprio in virtù di ciò. La forza e il coraggio con cui affrontano le numerose sfide che gli sceneggiatori infliggono loro, è ciò che li rende eccezionali ai nostri occhi ed è pertanto logico che, quando li vediamo maltrattati, soffriamo con loro. Facciamo qualche esempio: Reven Reyes e Lincoln (“The 100”), Callie Torres (“Grey’s Anatomy”), gli Stark (“GoT”), e chi ne ha più ne metta. La serie che ha più spesso preso a calci i miei feels è stata “Bones” che nell’arco di 11 stagioni ha: ucciso 2 personaggi da me molto amati, trasformato uno in un serial killer ed un altro è – SPOILER paralizzato. Uno pensa che ci sia un limite alla jella…e invece no. E così ogni volta eccomi davanti allo schermo che esclamo “E che cavolo!” con l’energia di un ultras dopo il fischio dell’arbitro.

how would you like to dieUn sottocaso a parte è riservato alle morti telefilmiche. Ce ne sono alcune dalle quali non ci riprenderemo mai, altre che (unico caso in cui lo spoiler è gradito) ho preferito non vedere, altre che colpiscono a scoppio ritardato, altre che ci fanno piangere oceani di lacrime facendo preoccupare parenti e amici, pronti a chiamare la neuro per evidenti transfert emozionali fuori luogo.

CASO 3: Quando un personaggio prende una decisione totalmente assurda e incondivisibile aka “tse propri un balengo” (dal piemontese)

I was rooting for youLe serie tv sono piene di decisioni assurde, qualche esempio:

  • il tizio/tizia che si avventura in luoghi pericolosi armato solo di determinazione e ottimismo, esempio Jessica Fletcher che veniva salvata ogni volta dall’arrivo della polizia.
  • il bel giovanotto/bella fanciulla che finalmente ha coronato il suo sogno d’amore con il personaggio meraviglioso che un po’ tutti adoriamo e decide di nascondere un segreto inconfessabile: aka male incurabile, figlio segreto (sì, Oliver Queen sto parlando di te!), divorzio non riuscito (Ross Geller di “Friends” docet), ex fidanzata non poi così ex, trasferimenti subitanei in Botswana e via dicendo.
  • spegnere/nascondere il proprio cellulare mentre il proprio amico/amica/fidanzato/parente/collega sta rischiando la pelle…e lo si sa.
  • la tua OTP si lascia perché uno dei due è convinto di dover difendere l’altro da qualcosa (di nuovo, Oliver Queen sto parlando di te);

Inutile dirvi che vorrei entrare nello schermo e mollargli/mollarle un sonoro ceffone sperando che rinsavisca.

CASO 4: Quando l’angst della tua OTP si può tagliare con un machete

I just have a lot of feelingsNon per nulla, su Tumblr qualche tempo fa lessi il termine «pangst» (pain + angst). Ma cos’è l’angst?

Secondo lo Urban Dictionary è: «l’insopportabile anelare della vita che si nutre della speranza di superare un’impossibile situazione» (speranza è la parola chiave). Nel caso delle ship è l’insieme di quegli elementi di cui ci nutriamo noi fan delle coppie telefilmiche: sguardi intensi, frasi cruciali, contatti fisici di ogni tipo (OMG, gli ha sfiorato il gomito! Sicuramente lo ama!) e via dicendo. Facciamo qualche esempio di situazione odiosa:

  • il “Ti amo ma non posso” di Oliver Queen a Felicity all’inizio della terza stagione;
  • Clarke Griffin (“The 100”) che prima dice “Non posso perderti” a Bellamy e poi lo spedisce in una missione suicida perché “Love is weakness”: JRothenberg, ti odio;
  • Juliette Barnes (“Nashville”) che decide di impegnarsi per salvare il suo matrimonio quando Avery decide di chiederle il divorzio;
  • l’intera love story (se così si può definire) fra Tony DiNozzo e Ziva David di “NCIS”;
  • il pessimo tempismo romantico di Zoe Hart in “Hart of Dixie”

In realtà ci sarebbero altri MILIONI di esempi ma la lista sarebbe troppo lunga per cui ho scelto i primi 5 che mi sono venuti in mente. Campioni della disciplina del pangst sono le coppie del passato: Ross e Rachel di “Friends”, Harm e Mac di “JAG- Avvocati in divisa”, David e Maddie di “Moonlighting” (ok, qui siamo molto indietro ma Bruce Willis da giovane è Bruce Willis da giovane), Elliot e JD di “Scrubs”. Menzione d’onore per “Grey’s Anatomy” che ha fatto dell’angst fra le ship il proprio cavallo di battaglia.

PS. Nel caso aveste dubbi sull’esatto significato di «angst» vi consiglio un film molto carino del 2015, “Scrivimi ancora – Love, Rosie”: la sensazione che proverete durante l’intera visione è proprio l’angst. Ma ne vale la pena, oh se ne vale la pena!

CASO 5: Quando due personaggi litigano furiosamente solo perché non sanno comunicare.

you 2 exaust meNon so voi ma io proprio non sopporto quando due personaggi molto uniti, litigano perché non si parlano chiaramente.

Di solito si parte da una situazione di dubbio di qualche tipo instillata da insicurezze varie, a ciò si aggiunge il progressivo crollo della fiducia nella capacità di comprensione dell’altro, uniamo al tutto circostanze esterne che impediscono di fatto il parlare l’uno con l’altro e la presenza di una terza persona che è a conoscenza del segreto et voilà che la lite arriva al culmine. I due personaggi litigano furiosamente, non si parlano per giorni/settimane e tutto perché non sono riusciti a comunicare. Livello di frustrazione: 10+++++

Il top dei top viene poi raggiunto quando il terzo elemento mette zizzania. L’esempio più lampante è – SPOILER – Theo nell’ultima stagione di “Teen Wolf” che ha alimentato la distanza crescente fra Stiles e Scott. Ora che ci penso probabilmente lo odio di più per aver provocato la spaccatura fra i due che per aver tradito l’intero pack, averne fabbricato uno tutto suo pieno di chimere e continuare a rompere le…uova nel paniere.

CASO 6: Quando quel personaggio di cui ti fidavi tradisce la fiducia di tutti. Soprattutto la tua.

bAck stabbingQuando una persona di cui ti fidi ti tradisce è devastante e recuperare la fiducia persa è un lavoro veramente difficile, a volte anche impossibile. Questo nella vita vera. Abbiamo tuttavia accertato che guardare una serie tv equivale e vivere di riflesso le emozioni dei personaggi, ad affezionarci a loro, a tifare per loro e per chi li supporta. Inutile dire, quindi, che quando il tradimento (in amicizia, amore, lavoro che sia) si verifica, la rabbia prende il sopravvento ed è facile trovarsi ad affrontare le fatidiche fasi dello:

  • shock: cosa????? Dimmi che non è vero! Dimmi che non l’ha fatto! Nooooooooo!
  • rabbia: figlio di una zanzara di facili pungiglioni! Come ha potuto! Tifavo per lui! Contavo su di lui! Dov’è Emily Thorne che ho bisogno di una truce REVENGE?!?!?!?!?!
  • tentativo di analisi psicologica: ok, deve esserci una spiegazione al tradimento. Segue analisi degli episodi trascorsi, psicologia del personaggio e della sua storia personale, recriminazioni di vario genere, eventuali studi psicanalitici dei rapporti familiari.

Di solito la fase 3 è seguita da due soluzioni:

  1. Ha sbagliato ma ci sta soffrendo. Ha dovuto farlo. Aveva le sue motivazioni, se potesse tornare indietro non lo rifarebbe. Mi devo sforzare di perdonarlo. Es. Wade Kinsella di “Hart of Dixie” che ho perdonato dopo 3 episodi e non perché girasse le scene a torso nudo. NB. Unica eccezione alla regola: la commander Lexa di “The 100”: capisco perché ha fatto quel che ha fatto (diciamo che il fine era buono, erano i mezzi ad essere sbagliati) ma non la perdonerò mai…e spero non lo faccia Clarke.
  2. Non mi interessano le sue ragioni. Erano meschine e egoiste. Seguono auspici di vendetta multiformi.

CASO 7: Quando le shipwar arrivano a livelli da ghetto.

what is wrong with youIo odio i triangoli amorosi. Chi mi conosce, lo sa. I triangoli (che a volte sono quadrati, pentagoni, dodecagoni) sono uno dei mezzi narrativi che amo di meno. Il motivo, in realtà, è molto semplice. Se da un lato non amo l’incertezza di chi gioca – consapevolmente o meno – con i sentimenti altrui, dall’altro odio ciò che, soprattutto negli ultimi anni, crea nello stuolo dei fans.

La guerra Stelena vs Delena è l’esempio più noto del primo caso in cui io abbia visto la situazione raggiungere livelli simili alle guerre tra bande. Roba che mi aspettavo che facessero un remake di “West Side Story” con le due fazioni in lotta.

Ma non è l’unico caso, ogni shipper fa parte di fandom e sa quanto spesso si degeneri nelle discussioni.

Non dico che sia uno spasso vedere la tua OTP soffrire ma vorrei che si guadagnasse una maggiore prospettiva e ci si rendesse conto che si tratta di situazioni di fantasia in cui a perdere è in primo luogo la bellezza della storia, spesso accantonata. Un conto è esprimere il proprio punto di vista con convinzione e numerose argomentazioni, un conto è arrivare ad insultare gli altri.

CASO 8: Quando quel personaggio di cui pensavi di esserti liberato, torna in gioco.

janiceCi siamo. Alcuni personaggi proprio non li digeriamo, vuoi perché sono malvagi, vuoi perché sono lagnosi, vuoi perché le loro disgrazie sono fonte di disgrazie per chi sta loro vicino (ogni riferimento a Marissa Cooper di “O.C.” è tutt’altro che casuale), vuoi perché rovinano le nostre OTP; in tutti i casi, vorremmo disperatamente vederli sparire. Un bellissimo buco nero che li inghiotta e PUFF non ci sono più. Seguono trenini, feste, champagne, ricchi premi e cotillon.

Per episodi (o stagioni) ci godiamo la loro assenza, vediamo scorrere le storyline e loro diventano solo un lontano – odioso – ricordo finché PAMPAMPAM (inserire musichetta da colpo di scena) eccoli che ricompaiono, pronti a distruggere il mondo fatato che ci stavamo godendo.

janice OHMYGODQuello di Janice, probabilmente, è il ritorno più leggendario ma non me la sentirei di inserirlo fra i più odiosi perché, a dire il vero, di personaggi odiosi in Friends, non ce ne sono mai stati.

Se dovessi fare almeno un esempio di chi non avrei mai voluto veder tornare, penserei a Pelant in “Bones”: il serial killer che compariva, scompariva, terrorizzava la qualunque. Ancora ora, quando in teoria dovremmo essere al sicuro da un suo ritorno, temo che possano decidere di riportarlo in ballo. Un plauso va ai meravigliosi sceneggiatori che sono riusciti a renderlo così terrificante, ma la mia salute mentale è più stabile da quando ce ne siamo liberati.

Pelant è solo uno degli esempi, sono sicura che qualche altro nome vi sia sicuramente venuto in mente in questo momento.

CASO 9: Quando gli sceneggiatori/produttori giocano con i nostri feels come fa il gatto col topo

Questo punto è tutto dedicato a coloro che sanno tutto e giocano con i feels di noi fans con maestria, stuzzicando la nostra curiosità, creando il nostro hype, dandoci informazioni dosate, calcolate e ambigue al punto da suscitare da un lato una frustrazione notevole dall’altro la mia più profonda ammirazione e stima.

feeelsPer quanto riguarda il mio personalissimo panorama di frustrazione, il primo posto dei torturatori con patentino è occupato dal produttore di “The 100”, mia recente passione/ossessione. La pagina twitter di Jason Rothenberg è uno specchietto per le allodole: i suoi tweet sono perfettamente calibrati, mai chiari, volutamente ambigui. Riescono a suscitare la mia curiosità e la mia fervida fantasia e a disattendere le migliori/peggiori previsioni, riuscendo sempre a sorprendermi.

Inutile dire che lo adoro e lo odio al tempo stesso.

Ma Rothenberg non è il solo. Ogni buon producer e showrunner che si rispetti ha la meravigliosa abilità di depistarci con stupendi messaggi che riescono a sollevare le nostre migliori speranze e peggiori incubi in pochi secondi.

…rovinando le nostre giornate quando diventano la prima cosa che leggiamo aprendo la pagina web.

CASO 10: Quando vuoi disperatamente completare il binge watching ma il Destino te lo impedisce.

pissin' meHai appena scoperto una serie nuova della quale ti hanno tutti parlato ininterrottamente per mesi e non vedi l’ora di lasciarti risucchiare nel buco nero dei suoi episodi?Netflix ha appena messo disponibile quella serie tv della quale aspettavi con ansia il ritorno?L’ultimo episodio della serie tv che hai guardato è finito con un enorme cliffhanger e tu stai spasimando disperato alla ricerca di tempo in cui proseguire col resto della stagione?Ecco, stai pur sicuro che nell’arco di 24 ore si verificherà qualcosa che ti renderà impossibile conseguire i tuoi obiettivi.

Matrimonio di parente? Pulizie di casa? Esame difficilissimo in arrivo? Imprevisto lavorativo? Devi salvare il mondo?

Non importa cosa sia, è sempre qualcosa, e quel qualcosa ti impedisce di recuperare/continuare il binge watching e ti ritrovi a sfoderare tutte le tue ben nascoste abilità di equilibrista-ninja-spia per evitare spoiler pericolosi che possano rovinarti la festa, passando la giornata in sfrigolio (sì, esatto, l’immagine della cipolla in padella è quella corretta) fino a che non riuscirai a metterti davanti al pc.

Ma vogliamo parlare della gioia di quando, dopo aver salvato il mondo, puoi sprofondare nel divano con copertina e snack, e goderti la tua serie tv? Bellissimo!

congaLa mia lista è finita qui ma noi fan sappiamo che le serie tv sono in grado anche di rendere le nostre giornate migliori e di stampare sulla nostra faccia un sorriso a 54 denti accompagnato dal famoso sfarfallio nello stomaco, regalandoci anche emozioni positive, quindi. Parlo di momenti in cui godiamo della gioia dei nostri personaggi, in cui qualcosa di bello o dolce succede alla nostra OTP, in cui la puntata ci regala momenti di humor che ricorderemo durante la nostra giornata (e a volte anche oltre) e racconteremo ai nostri amici.

È inutile, essere telefilm addicted significa anche questo: farci coinvolgere emotivamente nelle vicende di personaggi a cui finiamo per affezionarci e che, nonostante ci facciano soffrire, arrabbiare e ci deludano, non abbandoniamo se non quando proprio non ne possiamo più. Ed in fondo, non mi dispiace poi così tanto essere così emotivamente coinvolta, mi ricorda quanto è bello farsi prendere da una bella storia e concedersi di sognare…anche se solo per 40 minuti.

E voi? Quali sono gli eventi che influiscono sul vostro umore? Quali spoiler vi hanno fatto imbestialire?
Vi aspetto nei commenti.

That’s all folks!

6 COMMENTS

  1. Bellissimo articolo! Da fuori si crede che la vita dei telefilm addicted sia rose e fiori. Seeee. Noi viviamo in stato di perenne ansia!
    La mia peggiore volta è stata con un blind item di ausiello: non si capiva una cippa (ovvio), ma io ho sentito che era diretto a me personalmente e ho avuto per mesiiii un oscuro presentimento, rivelatosi vero. Ecco. Mai più!!
    Complimenti ancora!

  2. questo articolo è semplicemente perfetto! hai riassunto in pieno i 10 momenti clou della mia dipendenza! complimenti! xx

  3. Ciao! Bravissima! Mi ci ritrovo pienamente in questo articolo. Ognuno ha il suo modo di combattere contro il logorio della vita moderna e il lasciarmi coinvolgere dalle serie tv è uno dei miei preferiti. E poco importa se la mia salute mentale sia messa a dura prova tra cliffhanger, plot-twist, otp separate, notp unite, decessi inaspettati, maledetti hiatus e chi ne ha più ne metta. Ne vale sempre e comunque la pena. 😉

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