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Wicked City | Recensione 1×02 – Running With The Devil

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Wicked City | Recensione 1×02 – Running With The Devil

Ricordate una settimana fa, quando sostenevo che recensire un pilot fosse difficile e ve ne elencavo anche tutti i motivi? Ecco, oggi sono qui a rendervi noto che questo secondo episodio mi ha lasciata ancora più confusa. Ci piace Wicked City? Non ci piace? Gli diamo fiducia e lo promuoviamo, o ci portiamo avanti e lo bocciamo in partenza? Non chiedetelo a me, non possiedo la risposta a nessuno di questi quesiti, ed è francamente frustrante. Avevo tantissime aspettative su questa serie, mi piacciono i crime che seguono un caso a stagione, li trovo molto più coinvolgenti rispetto a quelli che seguono la pattern del caso settimanale e, soprattutto, mi piacciono i crime che ci offrono anche il punto di vista dell’assassino, in cui è lui il vero protagonista. Quindi è ovvio che nutrissi più di una speranza su Wicked City, aggiungiamoci nel mix Ed Westwick – un po’ come Tom Felton in Murder in the First – e sarebbero dovuti scoppiare i fuochi d’artificio. E invece no, ho guardato il pilot, ho guardato il secondo episodio, e sono qui seduta di fronte a una pagina di word a chiedermi cosa dovrei pensarne.

Embrace it.

Avevamo lasciato Kent e Betty con tale Mallory K., un po’ straniti all’idea che fosse già giunta l’ora del battesimo del sangue per Betty e che il detective Roth, Karen e tutto il resto del mondo avessero già dato una sorta d’identità all’assassino. Plot twist (illudiamoci che lo fosse): Kent in realtà non ha nessuna intenzione di compiere l’omicidio in presenza di Betty, ma vuole coinvolgerla solo nei “preliminari” – chiamiamoli così – e deliziarci con una scena estremamente disturbante che a mio parere non ha rappresentato nulla. Cosa doveva essere? Una threesome in allegria? Un viaggio alla scoperta di nuove emozioni per Betty? La rappresentazione delle fantasie più nascoste e perverse di Kent? Il build up della scarica di adrenalina che precede l’omicidio? Breaking news, non è stata nessuna di queste cose. Pessima regia, pessimo montaggio, l’unico aspetto che salvo è la mimica facciale di Ed Westwick che ci ha mostrato perfettamente come Kent sia in grado di eccitarsi solo nel momento in cui la sua vittima partner sessuale non emette nemmeno un respiro, come la magia venga interrotta quando questa si permette anche solo di sospirare e come le sue mani morissero dalla voglia di afferrare il coltello e ficcarglielo in gola, per poi riuscire a scaricare su di lei – ormai cadavere – tutta la propria frustrazione sessuale. Questo, Ed Westwick è riuscito a dipingerlo benissimo con la sola mimica facciale. Tutto il resto è un grande no, posso capire la scelta di non mostrare, ma nel momento in cui abbiamo a che fare con un serial killer dalle precise manie sessuali, allora o si taglia la scena prima lasciando intuire ciò che sta per accadere, o la si monta e la si gira un pochino meglio.

-What are you hiding?
-Absolutely nothing.

10203La scelta di Kent di non andare fino in fondo in presenza di Betty, fa scattare la doppia caccia a Mallory: da un lato c’è Kent che deve trovarla per salvaguardarsi, dall’altro c’è il dipartimento di polizia che deve trovarla prima di Kent per riuscire a prevenire un altro omicidio. Questa scelta fa scattare anche un primo punto di rottura fra Kent e Betty – dove dico “primo”, perché secondo me nel corso della stagione ce ne saranno molti altri. Kent ha bisogno di trovare Mallory, dicevamo. Una parte di lui incolpa Betty di quel casino, Betty che l’ha in un certo qual modo costretto a rimanere con lei quei cinque minuti in più che l’hanno fatto addormentare, Betty che lui non ritiene ancora pronta a conoscere tutta la verità. Betty dal canto suo non si pone il triliardo di domande che dovrebbe, e si comporta come una bambina alla quale è stato rubato il lecca lecca, e qui mi riservo il diritto di sentirmi scettica perché insomma… Nello scorso episodio avevamo una donna profondamente disturbata che si sentiva attratta da Kent perché entrambi nascondevano un lato oscuro, qui invece per tre quarti di episodio abbiamo avuto una donna resa cieca dalla gelosia, una donna il cui unico scopo nella vita sembra essere quello di tenersi il proprio uomo. Si risolleva in extremis verso la fine, quando prende il coraggio a quattro mani e affronta di petto Kent, quando Kent le dice “So come with me, let me show you” e le promette che le mostrerà ogni singola parte di sé. Ma se da un lato c’è Betty che si risolleva, dall’altro c’è Kent che precipita. Kent che la implora di seguirlo, Kent che sembra più preoccupato di rientrare nelle sue grazie che della ragazza imbavagliata che ha nel baule della macchina, Kent che piagnucola e che le promette il mondo – con un discorso che in un altro contesto probabilmente mi avrebbe anche fatto scendere la lacrimuccia – e che poi la include nella sua vita lasciandola a fare da spettatrice all’omicidio di Mallory K. In fondo nessuno a questo mondo vuole stare solo, per cui non dovrei accanirmi contro Kent, del resto mica ti capita tutti i giorni di trovare una persona così complementare a te, quando l’essere complementari implica il provare piacere nell’infliggere dolore agli altri (e non solo).

10201Un rapporto che invece mi è piaciuto molto in questo episodio, è stato quello fra Kent e il detective Roth. Sono sempre più convinta del fatto che Kent abbia dei conti in sospeso con lui, non riesco a capire di che tipo – visto che Roth sembra non avere idea di chi lui sia – ma la maniera con la quale il nostro killer cerca Roth va ben oltre il semplice rapporto morboso che si instaura fra cacciatore e preda. Lo vediamo quando Kent lascia il locale in macchina e non può fare a meno di mostrarsi compiaciuto mentre sfila di fianco a Roth, che sta organizzando la caccia all’uomo. Lo vediamo quando capisce di essere braccato – durante la telefonata al compagno di stanza di Mallory – e allora decide di lasciare un regalino al suo detective preferito, con tanto di bigliettino d’auguri e di buona vita. Kent vuole che Roth gli dia la caccia, Kent vuole che sia proprio lui a inciampare nel suo omaggio, Kent prova una sorta di strano piacere perfino nel condurre la sua ricerca di Mallory praticamente in parallelo a Roth. Questo è forse il punto più interessante della serie per ora: cosa li lega? Roth davvero non ha idea di chi sia Kent, o nel momento in cui avrà un nome lo vedremo sbiancare e perdere dieci anni di vita? Perché proprio Roth, perché lui?

In questo episodio abbiamo capito anche che lui – Jack Roth – è il classico detective che lascia che i casi che segue prendano il sopravvento sulla sua vita. Lo capiamo mentre lo vediamo preparare la colazione ascoltando il rapporto del coroner, lo capiamo dalle parole della moglie e dagli sguardi della figlia. Un po’ cliché, come dicevo settimana scorsa, come un po’ cliché il fatto che il suo caso si scontri con quello che sta seguendo la sua amante, rischiando a ogni minuto di mandare all’aria la copertura di lei. Riusciranno i nostri amanti a vincere contro le stelle avverse?

10204

Inizia a delinearsi anche il suo rapporto con Contrerars. Continuano a rimanere due personaggi con due etiche che stanno agli antipodi, ma hanno dimostrato di essere in grado di trovare un compromesso e riuscire a lavorare spalla a spalla per l’obiettivo comune. Penso che questi due ci mostreranno dinamiche molto interessanti in futuro, senza contare il fatto che dobbiamo ancora far luce su cosa sia successo esattamente al precedente partner di Roth, Vince.

Purtroppo mi ritrovo a dover confermare la mia prima impressione su Karen, mi sembra troppo arrendevole per una il cui sogno è fare la giornalista e scrivere qualcosa di importante. Poi un po’ come Betty, settimana scorsa sembrava pronta a tutto for a story, perfino a fidarsi ciecamente di un completo estraneo, mentre a sto giro era I’m not risking my life for a story. Okay, ci sta come reazione a caldo, perché ci sta. Ma addirittura voler scappare via lontano, lasciare la città? Un’ultima scopata in allegria e poi me ne vado per sempre? Non mi convince la scrittura di questo personaggio, ed è un grandissimo peccato perché non stanno riuscendo a sfruttare il potenziale della Farmiga.
Come avevo ipotizzato settimana scorsa, Karen si è ritrovata in mezzo a due fuochi e ora entrambe le parti cercheranno di usarla a loro vantaggio, spero che questa situazione la porti a darsi una sonora scrollata e a iniziare a prendere in mano il proprio destino come si deve. Speriamo.

Mi trovo invece a riconfermare il mio giudizio positivo riguardo alle ambientazioni. Dai locali di malaffare, alle tavole calde in cui ci si guadagna da vivere sgobbando, ai set di MTV che trasudano miseria e nobiltà, alle strade di L.A. in generale, quella era la Hollywood dei primi anni ottanta. E anche la colonna sonora è stata di nuovo azzeccatissima, anche se avendo avuto meno scene nei locali della Sunset Strip, è stata molto più blanda rispetto a quella del pilot. Eccovi l’elenco delle canzoni:

  • Anything Goes – Frank Sinatra
  • Shout At The Devil – Motley Crue
  • Photograph – Def Leppard
  • The Passenger – Iggy Pop

Ora non ci resta che attendere settimana prossima con un paio di sani interrogativi: se il cadavere ritrovato da Roth non è quello di Mallory, allora di chi si tratta? Come reagirà Betty alla scena alla quale ha dovuto assistere? (My guess: sbattendo Kent al muro?) Karen riuscirà finalmente a tirare fuori un po’ di sana personalità? Ci daranno qualche indizio sul legame fra Kent Grainger e Jack Roth? Perché c’è, io lo so che c’è e vi dico pure di più: rimarrei estremamente delusa se non ci fosse perché sarebbe solo altro potenziale sprecato.

Nell’attesa vi lascio con il promo!

-Elsa

 

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

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