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Vintage Addicted | 3 Soundtrack per “Roswell”

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Vintage Addicted | 3 Soundtrack per “Roswell”

La mia tesi sul potere della musica non è mai cambiata. Da sempre infatti, credo che la musica possa rappresentare l’esperienza che più si avvicini per noi a un autentico viaggio nel tempo, mettendo in moto misteriosi ingranaggi nella nostra mente capaci di farci vedere e vivere i ricordi più chiaramente. Una canzone appartenente al nostro passato, se riascoltata ora, potrebbe avere il potere [o almeno per me spesso lo ha] di farci rivivere con straordinaria precisione un momento che con il tempo ha perso definizione, i cui contorni normalmente ci apparirebbero inevitabilmente labili e sfumati, ma con la musica giusta e con le parole che spesso l’accompagnano, improvvisamente quel ricordo riprende vita, riprende spessore e non solo nella forma ma anche in tutte quelle emozioni che abbiamo provato la prima volta che abbiamo ascoltato quella determinata canzone.

Per molti Telefilm Addicted i ricordi legati alle serie tv non sono necessariamente un problema grazie a quella potente arma di distruzione di massa chiamata “Rewatch” ma paradossalmente il nostro legame con la musica e con i momenti che è in grado di richiamare alla memoria diventa ancora più profondo perché esistono canzoni che, anche dopo anni di nuovi telefilm e svariati riutilizzi, anche dopo numerosi rewatch e nuove consapevolezze, resteranno sempre legate a una particolare serie, a una scena, a un personaggio o a una relazione ma soprattutto sono canzoni che ci ricorderanno a imperitura memoria tutto quello che abbiamo provato la prima volta che la scena a cui facevano da cornice è entrata nella nostra vita.


Oggi quindi voglio parlarvi di una ridotta selezioni di 3 canzoni [tra le TANTE meravigliose presenti nella serie] che per me introdurranno sempre e soltanto una serie tv, un piccolo cult direttamente dai primi anni duemila, una storia che ancora oggi è in grado di emozionarmi e che ha rappresentato il punto di partenza per numerosi attori ora sulla cresta dell’onda del panorama seriale. Sto parlando di “Roswell”, di uno show semplice, puro, romantico ma anche misterioso e intrigante al tempo stesso, dalla vita forse troppo breve ma che in tre stagioni ha saputo raccontare storie intense, affascinanti e toccanti con incredibile naturalezza, senza ricorrere a esagerazioni o a fronzoli narrativi. Queste sono dunque le mie 3 scelte:

 

  1. “Here with me” – Dido

Lo so, è scontato, ma che persona terribile sarei stata se non avessi scelto questa canzone in un pezzo che intende elogiare le soundtrack di “Roswell”? Credo infatti che si possa affermare a furor di popolo che questa canzone abbia firmato una delle sigle più belle, famose ed emozionanti che siano mai state create per una serie tv, una di quelle sigle che non potresti dimenticare neanche se volessi perché, episodio dopo episodio, entrava dentro di te, sotto la pelle, e ti permetteva di intensificare sempre di più il legame con la serie e con tutte le sue storie. Le sfumature inizialmente quasi misteriose della musica accostate alla voce profondamente dolce, limpida e morbida di Dido sembrano sposarsi perfettamente non solo con l’anima affascinante e romantica della serie ma anche con i colori contrastanti della sigla, in cui il tenue ma caldo giallo paglierino che richiamava un po’ i deserti del New Mexico si incontrava e si perdeva nel blu profondo di un cielo stellato o di un universo lontano.




Ma oltre ad aver accompagnato per tre anni ogni episodio della serie, “Here with me” rappresenta anche il primo traguardo dello show, diventando la cornice perfetta per il season finale della prima stagione. Insinuandosi dolcemente nelle ultime scene dell’episodio, questa canzone segna in qualche modo quello che sembrava il triste destino di Max & Liz. Personalmente infatti ho sempre riconosciuto nelle parole di “Here with me”, nel sentimento inarrestabile e unico che quel testo descriveva, lo stesso amore travolgente, passionale, impossibile e romantico che legava in maniera quasi cosmica i due ragazzi. “I won’t go, I won’t sleep, I can’t breath until you’re resting here with me”, sono parole che sembrano quasi destinate a Max & Liz, a due adolescenti di già adulti disposti a lottare insieme contro il mondo intero pur di non separarsi, per difendere un amore che toglie il fiato e che prova a resistere a tutte le intemperie, a superare ogni ostacolo anche a costo della vita se serve. Ma nelle ultime scene di quel finale di stagione, mentre Dido chiude con la sua voce un primo cerchio di storie, Max & Liz si ritrovano costretti a separarsi per colpa un destino che sembra ormai già scritto e che questa volta li vedrebbe inesorabilmente sconfitti in una battaglia troppo grande da affrontare.

  1. “Walk On” – U2

Anche questa volta, la soundtrack in questione è tratta da un season finale, in questo caso quello della seconda stagione. Ci ritroviamo nuovamente alle battute finali dell’episodio, alla rivelazione del più grande tradimento vissuto da tutti i ragazzi, senza distinzione di specie. Tess si era presentata fin dalla prima stagione come una proverbiale “spina nel fianco” per Liz e per la sua storia con Max ma purtroppo diventava progressivamente innegabile quanto il suo arrivo a Roswell con Nasedo avesse permesso ai tre alieni di fare luce sulla propria identità e su quella verità che ancora ignoravano come ricordi bloccati in zone remote delle loro menti. Col proseguire della storia nella seconda stagione quindi, Tess diventava sempre di più la chiave di ogni evoluzione narrativa ma soprattutto anche lei cominciava a mostrare segni di umanità, in particolar modo nel suo rapporto con la famiglia Valenti. Per questo motivo il finale della seconda stagione si rivela, dopo le distanze, i drammi, le lacrime e le indagini, come una risposta che sconvolge ma anche l’unica che trova effettivamente la collocazione perfetta in tutta la storia, fin dall’inizio. Il “team umano”, composto da Liz, Maria e Kyle, riesce a fermare appena in tempo il viaggio di ritorno di Max, Isabel e Tess per Antar, svelando il vero volto di Tess e soprattutto le sue machiavelliche motivazioni. Lasciando dunque Tess sola nel suo ritorno a casa, i protagonisti si ritrovano nuovamente insieme dopo essere stati divisi dalla tragedia della morte di Alex e dagli inganni di chi l’aveva ucciso, e mentre Michael torna al fianco di Maria ancora prima di scoprire la verità scegliendo la sua vita sulla Terra, Max decide finalmente di formare il suo stesso destino senza condizioni e di farlo partendo dall’unico punto fermo della sua vita: Liz. Con una nuova missione davanti a sé: ritrovare suo figlio. “Walk on” rappresenta per me la perfetta colonna sonora di quel momento perché proprio come viene descritto nelle parole della canzone, “And if the darkness is to keep us apart, and if the daylight feels like it’s a long way off, and if your glass heart should crack, And for a second you turn back, Oh no, be strong, Walk on, Walk on, What you got, they can’t steal it, No they can’t even feel it”, nonostante diverse forme di oscurità abbiano provato a dividere tutti loro, nessuno avrebbe mai potuto portar via il sentimento che legava quei ragazzi così diversi eppure così simili, perché in tanti non l’avrebbero mai neanche capito.

  1. “Save Yourself” – Sense Field

Ancor più di “Here with me”, questa canzone racchiude per me tutti ciò che “Roswell” è stato ed ha significato. Ascolto questa canzone e improvvisamente ritorno poco più che adolescente, durante le prime fasi del mio essere addicted, mentre capivo, episodio dopo episodio, quanto il mondo delle serie tv aprisse scenari e mondi inimmaginabili, colmi di possibilità e sogni. “Save Yourself” rappresenta il MIO “Roswell”, è la canzone che ha su di me quell’effetto “viaggio nel tempo” perché ricordo perfettamente la prima volta in cui ho guardato l’episodio “Chant Down Babylon” a cui fa da colonna sonora, la prima volta in cui ho visto Liz “avvertire” la pseudo morte di Max solo per avere la conferma da Maria poco dopo, la prima volta in cui ho assistito alla sua disperazione silente per aver perso l’amore della sua vita. “Save Yourself” segna per me una delle storyline più belle e strazianti di “Roswell” nonché una delle più realistiche per la caratterizzazione di Liz in quanto nonostante avesse finalmente ripreso la sua storia con Max superando le vicende legate Tess, è stato particolarmente intenso scoprire che in una parte recondita di se stessa lei ancora non avesse perdonato del tutto Max per averla “tradita” e per essere andato avanti con Tess, al punto da aspettare un figlio da lei. Quel risentimento celato nei suoi confronti l’aveva logorata così tanto nel tempo da esplodere poi improvvisamente portando con sé un potere legato proprio a questa verità. Ma solo di fronte alla fatale consapevolezza di non poter più immaginare un futuro con Max, nella disperazione, Liz riesce davvero a superare il suo rancore, perdonando Max e permettendogli di tornare “in vita” e in controllo del suo corpo. “Save Yourself” apre e chiude perfettamente questa realizzazione, riportando Max & Liz a Roswell, l’uno sulla strada dell’altra, pronti a ricominciare per davvero e consapevoli di non voler più permettere a niente e nessuno di mettersi ancora tra di loro.



 

Infine, come degna conclusione, menzione d’onore anche per Majandra Delfino e per la sua versione da brividi di “In the air tonight” di Phil Collins.

 

 

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

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