Avete presente quella sensazione dolce-amara di quando volete sapere come va a finire una stagione, ma al tempo stesso, non volete che la stessa finisca?! Ecco, non ha niente a che vedere con quello che provo io ogni giovedì quando guardo Under The Dome. L’unica cosa che sento è dolore e mi chiedo “ma quando finisce” già dal secondo episodio. Ieri, poi, non ne parliamo: un inizio così deprimente non l’ho mai visto, tra Melanie moribonda, la Cupola che si contrae e Lyle che prega per la sua morte, attendendola ed esaltandola come una liberazione, è un miracolo che mia madre non mi abbia trovata con una lametta posizionata sulle vene.
Tutto ruota intorno a Melanie e all’uovo. I due sono legati e senza l’uovo la ragazza sta male. Questo riporta in vita gli scontri Julia vs. Rebecca, una fortemente convinta del potere sovrannaturale della Cupola, l’altra troppo razionale per crederci. Le frecciatine e le battute acide tra le due, come al solito, le ho trovate fuori luogo ed inutili in un momento della narrazione, in cui, ormai, erano (quasi) affiatate.

Ma poi, in maniera del tutto frettolosa e approssimativa, del tutto in linea con lo stile di questa stagione, Rebacca è passata da fiera paladina della scienza a pecorella in piena crisi mistica!!!
Peccato, perché se devo rinunciare anche alla sua lezione di scienze settimanale non credo di potercela fare. Signori, stiamo parlando di una che analizza il sangue con le lenticchie. Non so voi, ma io mi esalto.
Tornando a Melanie, come dicevo, le sue condizioni di salute sembrano essere legate all’umore dell’uovo, e questo non è un buon segno, perché sappiamo che sa essere capriccioso più di una donna in piena sindrome premestruale. A questo punto,i cittadini di Chester’s Mill sono disposti a giocarsi ogni carta e Barbie sceglie quella della pietà: contatta paparino tramite Hunter e usa Mel come scusa per convincerlo a riportare l’uovo sotto la Cupola. Il fatto che per Barbie non lo avrebbe fatto, ma per la figlia si è, per gli autori, un fatto così poco rilevante che, non lo sottolineano in alcun modo. Non lo so, io resto sconvolta.
Ad ogni modo, in un primo momento sembra basti la volontà di Don di collaborare perché Melanie si riprenda e la Cupola smetta di contrarsi, poi, quando l’uomo mette realmente le mani sull’uovo, questo diventa nero e Melanie peggiora ancora.

Uovo brutto e cattivo. 😐

Ma, come se non bastasse, Santa Julia da Chester’s Mill, a questo punto, va a pregare la Cupola per Melanie e, addirittura, in un raptus di altruismo la implora di prendere lei (prendi me, scegli me, ama me…vi ricorda niente?) al posto della ragazza, salvo battersela a gambe levate quando la Cupola sembra in procinto di esaudire la sua richiesta.

Intanto Jim, perfettamente coerente nella sua incoerenza, si mostra già pentito di aver salvato Lyle, nuovamente geloso del suo rapporto con Pauline e nuovamente desideroso di riconquistare sua moglie. Bè, niente male, no? A lui va, però, il merito di spingere Pauline a disegnare: così, senza più l’influenza dell’uovo, la bionda riesce comunque a finire la sua tela. Quello che appare è un modo per salvare Melanie attraverso le 8 mani. I due si attivano subito per riunire gli interessati, che man mano si accodano creando un gruppo numeroso, quasi fossero dei gladiatori pronti ad entrare nell’arena per combattere. Il più caratteristico di tutti è sempre Lyle, che col suo “è un bel giorno per fare qualcosa di meraviglioso” mi ha fatto pensare al Dr. Stranamore e al suo motto “è un bel giorno per salvare una vita”. Quindi, una volta giunti nel bosco, nel luogo “visto” da Pauline, posizionano Melanie per terra e si mettono tutti intorno a lei. 7 mani, però, non bastano. Ma niente panico, noi abbiamo RebeccaPedia che ci spiega che Melanie vale per due perché è la stessa persona in due momenti diversi, passato e presente. E la fisica quantistica dice che un oggetto può essere in due posti contemporaneamente. E se lo dice la fisica quantistica, chi sono io per smentirlo.  🙄
Allora bisogna prendere entrambe le mani a Melanie: una la prende Junior e l’altra Sam. Alè, l’incesto è completo. Zio e nipote in contemporanea. Fa molto sogno erotico delle poveracce!
Quello che succede è sconvolgente: Melanie scompare in un vortice, ma fin qui, ci può stare. Quello che non capisco è perché Big Jim e Pauline si dichiarano amore eterno poco prima che lei muoia per mano di Lyle, che dal canto suo, non vuole nient’altro che essere ucciso per ricongiungersi con l’amata in Paradiso. Big Jim ovviamente lo accontenta. Quando si dice cornuto e felice.

Io mi chiedo, perché? P – E – R – C – H – È ??? Da quando è tornata, Pauline non ha fatto altro che sottolineare quanto non potesse più stare con Jim. Cosa è successo in un minuto mistico che le ha fatto cambiare idea? E poi, che vuol dire che la Cupola voleva che si sacrificasse? Io sono più confusa, e schifata, di prima.

Come al solito, una puntata caratterizzata da incongruenze e contraddizioni, lontana anni luce dal concetto della coerenza e da una scrittura sensata e lineare.
Speriamo, almeno, che nel prossimo (egrazieadioultimo) episodio diano un po’ di risposte.

Unica nota positiva, la canzone finale, che sono impazzita per trovare perché Shezam non me la riconosceva. Ho dovuto attivare tutte le mie doti da detective e ho scoperto che si tratta di “Turn! Turn! Turn!” di Sara Niemietz, cover dell’ originale dei The Byrds. Andatevela ad ascoltare, perché ne vale la pena. E se lo dico io, vi potete fidare. 😀 

Noi ci risentiamo la prossima settimana, per l’ultima volta, nel frattempo ricordatevi di passare dalla pagina facebook Under The Dome Italia per essere sempre aggiornati!