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True Detective | Recensione 2×08 – Omega Station

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True Detective | Recensione 2×08 – Omega Station

Carissimi addicted, prima di iniziare questo season finale vi faccio una premessa: se la noia dovesse uccidermi prima di arrivare alla fine di quest’ora e mezzo, vi prego, seppellite con me i miei cofanetti e i miei gadget di Harry Potter. Sbrigata questa incombenza, tuffiamoci senza ulteriori indugi in questo doppio episodio…

Allora, già partiamo malissimo. Il pippone iniziale ormai si sa che è di stretta competenza di Frank. Ani non ha la stessa verve da sedano appassito e la stessa lodevole capacità di trovare l’importanza metafisica nelle macchie di umidità sul soffitto. Male, molto male, sono già estremamente delusa.
A parte questo, terminato il momento di intimità fisica, la Bezzerides non si barrica di nuovo dietro la sua maschera strafottente e impenetrabile, ma decide di aprirsi e di condividere con Ray il momento più traumatico del suo passato. Una scelta che segna un ulteriore passo in avanti sulla via della maturazione del personaggio che forse ha saputo trarre maggiore giovamento dall’indagine in cui è stata coinvolta.
Velcoro, dal canto suo, ricambia la sua fiducia raccontandole dell’omicidio compiuto in passato e del madornale errore che ha commesso.
Inizialmente ero un po’ scettica su questa coppia, ma non mi stancherò mai di dire quanto mi sono ricreduta. Insieme potrebbero sembrare un pessimo abbinamento, entrambi così pessimisti e autodistruttivi, ma forse, proprio per questo, sono destinati ad essere l’una la salvezza dell’altro. Ammesso e non concesso che sopravvivano alla prossima ora, è chiaro.

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Ora, io ho preso l’abitudine di scrivere le recensioni durante la visione dell’episodio, in modo da poter mettere nero su bianco le mie impressioni prima di dimenticarmi tutto. Non so che effetto ha fatto a voi la promessa di Frank di raggiungere la moglie in due settimane, ma se c’è una cosa che ho imparato da anni e anni di serie televisive è che quando un personaggio fa questo genere di discorsi, uno dei componenti della coppia finisce per schiattare in maniera impietosa. Spero davvero di sbagliarmi, perché il personaggio di Jordan, questa donna fedele e indomabile, è uno dei miei preferiti, ma temo che se ci sarà qualcosa di rosso sul petto di Semyon sarà sangue e non una rosa.

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Burris informa Ray della morte di Paul e gli fa capire che la farà ricadere sulla sua testa. Cerca poi di attirarlo in un incontro, ma l’altro intuisce la trappola e chiude la conversazione.
Velcoro informa Ani della loro perdita e il dialogo che segue mi permette di dilungarmi su una piccola riflessione sulle battute che abbiamo sentito nel corso di questa stagione. Era proprio necessario servirsi di frasi fatte del tipo “Stava per diventare padre” ed “Era il migliore di noi”? Se ne sentiva davvero così tanto il bisogno? Una delle maggiori pecche di questo arco di episodi è stata proprio la scrittura di alcuni scambi, che sono risultato troppo spesso stereotipati, ridondanti e sopra le righe.
Passato velocemente il momento di cordoglio, Ray convince Ani del fatto che Lenny Tyler, il fotografo incontrato sul set del film di cui Caspere era produttore, potrebbe essere il secondo dei bambini della rapina alla gioielleria avvenuta nel novantadue. Tramite gli archivi del sindacato, il detective spera di riuscire a mettere le mani su un indirizzo a cui rintracciarlo.
Prima però offre alla compagna la possibilità di mollare tutto e mettersi in salvo. Ho già detto quanto mi piacciono questi due insieme? Permettetemi di ribadirlo. La Bezzerides ovviamente rifiuta, non è certo il tipo da rinunciare alla possibilità di fare giustizia e mettere le mani sul vero colpevole, vendicando l’assassinio di Woodrugh.

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A casa di Lenny i due trovano la maschera a forma di corvo indossata dall’aggressore di Ray durante la perquisizione all’appartamento di Caspere, diverse foto che testimoniano che Lenny era perfettamente a conoscenza delle persone coinvolte nell’uccisione dei suoi genitori e la sorella del ragazzo, Laura, ammanettata.
La donna si dimostra incline a collaborare e racconta agli agenti di essere entrata nel giro delle feste grazie a Tasha. In seguito, dopo aver visto le foto dei diamanti e aver incontrato il consigliere, che ricordava per le visite che faceva a sua madre, aveva capito e aveva fatto in modo di farsi assumere da lui. In questo modo era anche riuscita a trovare un impiego al fratello sul set del film.
Inizialmente la loro intenzione era stata solamente quella di convincere Caspere a fornire ulteriori informazioni sulla fantomatica rapina, ma Lenny si era lasciato trasportare e aveva ucciso l’uomo. In seguito aveva imprigionato sua sorella, colpevole di aver tentato di trattenerlo dall’incontrare Holloway per usare l’hard disk come merce di scambio e uccidere il funzionario. Quello che Holloway non sa è che l’hard disk, protetto da password, si è cancellato istantaneamente quando i  ragazzi hanno maldestramente cercato di accedervi e quindi è ormai inservibile.

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Frank decide di cominciare la sua vendetta da casa Chessani, ma scopre di essere arrivato tardi: Tony infatti si è già liberato del padre e Betty, la figlia dell’ormai defunto sindaco, sembra essere scomparsa nel nulla.
Semyon riceve poi una telefonata da Velcoro, che ha capito che entrambi sono stati incastrati e che devono unire le forze se vogliono avere la possibilità di uscirne.

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Ray cerca di dissuadere Lenny dall’uccidere Holloway, ma fallisce. Lo convince però a permettergli di sostituirsi a lui nello scambio e di registrare l’incontro. Riesce a estorcere al capo diverse informazioni interessanti, compreso il motivo dell’esecuzione dei gioiellieri: la moglie, amante di Caspere, sapeva troppo e, quando lui aveva manifestato la sua intenzione di lasciarla, aveva cercato di minacciarlo. Nel corso della conversazione, Lenny apprende una spiacevole verità: Laura, sua sorella, è in realtà figlia di Ben. La rivelazione lo sconvolge al punto di aggredire Holloway, facendo saltare il piano di Velcoro.
Durante la sparatoria, il registratore viene sfortunatamente distrutto e sia Lenny che Holloway rimangono uccisi.

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Frank propone a Ray di partecipare alla rapina al ranch e di fuggire poi in Venezuela. Lui accetta, sia perché ha bisogno di soldi per uscire dal paese, sia perché vuole vendicare Paul.
Semyon, che evidentemente non ha visto abbastanza telefilm, centuplica il suo già notevole carico di sfiga incaricando Ani di consegnare un messaggio alla moglie nel caso gli dovesse succedere qualcosa… figlio mio, sarai pure un gangster, ma di narrativa, evidentemente, non capisci un fico secco.
L’incursione, contro ogni previsione, sembra avere successo e Frank riesce anche a liberarsi di Osip, ormai suo nemico giurato.
I due amici (perché ormai è questo che sono diventato l’uno per l’altro) si spartiscono il ricavato del furto e si separano, con la promessa di ritrovarsi in Venezuela. Velcoro, però, non sembra così convinto…

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Anche Ray e Ani, evidentemente, han proprio voglia di andarsela a cercare e si lanciano in un dialogo che sa tanto di sfida alla disgrazia. Mai, mai, mai e ripeto MAI pronunciare frasi del tipo “Sto arrivando” o “Corri da me” quando ci si trova in una situazione di pericolo, è come un invito ad attirarsi in capo ogni possibile genere di sciagura (per dirla alla maniera Dothraki, è saputo).
Velcoro, poi, non pone limite al peggio e commette l’ennesima stupidaggine: sulla via del ritorno si ferma vicino alla scuola di Chad per cercare di vederlo un’ultima volta prima di partire.
Scoprire che il ragazzo porta ancora con sé il distintivo di suo padre gli dona finalmente serenità e gli da la forza di separarsi da lui nella convinzione che nulla potrà mai oscurare l’affetto del figlio.
Il prezzo per questo senso di sicurezza, però, è forse troppo alto, perché adesso i suoi nemici gli stanno con il fiato sul collo. Consapevole di essere spacciato, Ray cerca di assicurarsi che almeno Ani riesca a espatriare e a mettersi in salvo, poi, con un ultimo messaggio di addio e di scuse per Chad, schiaccia il piede sull’acceleratore e comincia una fuga da cui è sicuro di non uscire vivo (e questo mi fa sperare che forse, e dico forse, qualche piccola possibilità di portare a casa la pellaccia potrebbe ancora averla).

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Le speranze sembrano essere altrettanto esigue per Semyon, caduto vittima di un’imboscata dei messicani, leggermente risentiti per il fatto che i loro affari siano andati letteralmente in fumo.
Inizialmente le cose sembrano destinate a risolversi, ma alla fine i suoi nemici lo abbandonano ferito nel bel mezzo del deserto. Le prospettive per Frank non sono decisamente rosee, ma il suo orgoglio e la sua incrollabile determinazione lo spingono comunque ad incamminarsi verso la città, pur tormentato dai fantasmi del suo oscuro passato.

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Velcoro, così come aveva previsto, muore nel tentativo di liberarsi dei suoi inseguitori, capitanati da Burris, ma se ne va comunque con la consolazione di aver messo in salvo almeno Ani. Riempie di amarezza il fatto che il suo tentativo di inviare al figlio le sue ultime parole fallisce miseramente e il suo cellulare rimane ai piedi di un albero, ignorato da tutti.

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L’enorme forza di Semyon non basta comunque a sostenerlo e alla fine l’uomo si arrende, non prima però di aver incontrato per l’ultima volta l’amore della sua vita, sia pure sotto forma di allucinazione.

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Il tempo passa e i cattivi sembrano aver trionfato.
Il test di paternità, ironia della sorte, ha confermato che Chad è veramente figlio di Ray, un premio tardivo e forse inutile per l’amore perseverante e testardo che l’uomo ha sempre nutrito nei confronti del bambino.
Ani, unica sopravvissuta della task force, affida al reporter del Times che aveva dato il via a tutto quanto la sua storia, perché in qualche modo sia fatta giustizia.
Quanto a lei continuerà la sua fuga assieme a Jordan e al figlio avuto in seguito a quell’unica notte con Ray.

Nonostante la tentazione fosse forte, fin dal principio mi sono astenuta dal fare paragoni fra la prima e la seconda stagione di True Detective. A sorpresa, non ho intenzione di cominciare ora. Valuterò questo arco narrativo per quello che è, non per le aspettative che avrebbe dovuto soddisfare.
A dispetto del ritmo lento e macchinoso, il mio giudizio finale rimane complessivamente buono, anche se la serie non raggiunge quei picchi di eccellenza che avrebbe potuto facilmente guadagnare con un cast e un comparto tecnico di tale levatura.
Mi ha lasciato piuttosto insoddisfatta la soluzione troppo prevedibile dell’omicidio di Caspere, mentre ho apprezzato enormemente il finale dal sapore quasi catastrofista, con Frank e Velcoro morti e le loro donne, forti e letali come le lame che Ani porta sempre con sé, costrette a una vita in fuga, lontane dalla propria patria e fedeli e determinate nel loro tentativo di rendere giustizia ai loro compagni.
Mi viene però da chiedere se questa mattanza finale abbia davvero fondamenta narrativamente valide o sia solo il tentativo tardivo di dare un ritmo e risollevare l’appetibilità di un prodotto per certi aspetti mal concepito fin dal principio. In sostanza quindi True Detective è una serie che non avrei fatto a meno di vedere e che per certi versi consiglierei anche, ma che di sicuro non mi ha coinvolto abbastanza da spingermi in un futuro a un eventuale rewatch,

E ora che abbiamo finalmente tirato le somme, amici addicted, vi ringrazio di avermi tenuto compagnia in questo viaggio. Alla prossima!

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Nata come Elisa, fin da bambina dimostra un’inquietante e insopprimibile attrazione per i telefilm e per il bad boy di turno. Le domeniche della sua infanzia le trascorre sfrecciando con Bo e Luke per le stradine polverose della sperduta contea di Hazzard. Gli anni dell’adolescenza scivolano via fra varie serie, senza incontrarne però nessuna che scateni definitivamente il mostro che dorme dentro di lei. L’irreparabile accade quando un’amica le presta i DVD di Roswell: dieci minuti in compagnia di Michael le bastano per perdersi per sempre. Dal primo amore alla follia il passo è breve: in preda a una frenesia inarrestabile comincia a recuperare titoli su titoli, stagioni su stagioni, passando da “Gilmore Girls” fino ad arrivare a serie culto quali “Friends” ed “ER”. Comedy, drama, musical… nessun genere con lei al sicuro. Al momento sta ancora cercando di superare il lutto per la fine di “Sons of Anarchy”, ma potrebbe forse riuscire a consolarsi con il ritorno di Alec in quel di Broadchurch…

2 COMMENTS

  1. hanno ucciso tutto il cast maschile in pratica, quanto ci sono rimasta male però!
    avevo scommesso sulla morte di Frank e c’ho azzeccato, ma non avrei mai previsto quella di Ray 🙁
    quella di quest’ultimo è stata resa ancora più tragica dal fallito tentativo di mandare l’ultimo messaggio al figlio, ecco lì m’è preso un magone che non ti dico!!

    la scena che mi ha fatto più irritare di questo finale è l’ex moglie di Ray che guarda il test di paternità e scopre che era davvero il padre di Chad, e piange!
    chi è causa del suo mal…scusate ma per quel poco che s’è vista non l’ho mai retta!!

    Grazie a te per le tue recensioni che hanno districato la matassa di questa s2 🙂

    Ciao!!!

    • Idem, l’ex moglie di Ray mi stava sulle croste in maniera indicibile -.-‘ Anche io ero convinta che Frank ci avrebbe lasciato le penne, povero, la sua figura mi ricorda molto quella di Icaro, in un certo senso… e mi spiace la brutta fine della relazione fra lui e Jordan, che adoravo ç_ç

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