Home Recensioni This Is Us 2×03 – Tu pensa se deve farmi piangere anche Stallone…

This Is Us 2×03 – Tu pensa se deve farmi piangere anche Stallone…

0
This Is Us 2×03 – Tu pensa se deve farmi piangere anche Stallone…

“Nessuno può colpire duro come fa la vita, perciò andando avanti non è importante come colpisci, l’importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti. Così sei un vincente!”

Inizio il mio commento da questa citazione presa direttamente da uno di quei film che noi figli degli anni ’80 conosciamo praticamente a memoria nelle scene, esattamente come i membri della Famiglia Pearson: Rocky.

Questo episodio segue di fatto tre filoni narrativi, come sempre intrecciati tra loro: Jack e i suoi sforzi di ritrovare se stesso (e quindi sua moglie), l’arrivo della figlia adottiva (Deja) nella famiglia di Randall e Beth, e infine Kevin (e Kate) e il ricordo (o meglio il desiderio di non ricordare) del padre.

Parto proprio da quest’ultimo punto perché ancora volta ecco come capiamo quanto il personaggio di Kevin sia tutt’altro che il ragazzino borioso, menefreghista e senza cervello che si potrebbe pensare.

Kevin usa la sua ironia per creare una barriera, un muro tra se stesso e il resto del mondo, come fosse uno scudo. Per anni (praticamente da sempre) ha giocato alla parte che lui stesso si è cucito addosso: il bello e dannato. Nella sua famiglia c’era il fratello sensibile e intelligente, soddisfazione di mamma e papà (Randall), la sorella fragile da proteggere (Kate) e poi lui, che non sapeva chi essere, ma che voleva essere qualcuno. E così si è messo una maschera, e ha nascosto dietro essa tutta la sua fragilità, tutto il suo dolore, perché suo padre per lui era un eroe, un modello da seguire, e quando se ne è andato si è portato via una parte di lui. Ed è bello vedere come sia proprio la sorella gemella a cercare di tirargli fuori tutto questo dolore, poiché è un dolore da vivere, da sentire fino in fondo e da gridare al mondo.

Così, il parallelismo che nasce tra Kevin e il padre è davvero emozionante: quando cerchi di sembrare impassibile, perfetto in ogni tuo aspetto e comportamento, parlare di ciò che ti stringe lo stomaco, ciò di cui ti vergogni, è la cosa più difficile del mondo.  (BTW io credo che Kevin stesse solo prendendo degli antidolorifici… quel ginocchio deve fargli un male cane, quindi, KEEP CALM.)

Onore al merito al discorso di Stallone quando dice a Kevin che non esiste il “tanto tempo fa“, esistono solo ricordi che vale la pena ricordare e altri da dimenticare. È realmente così: se un fatto ti ha colpito (nel bene o nel male) ti rimane marchiato nella testa e nell’anima; ma ancora una volta quello che ci vogliono far capire attraverso le parole di Sly è che bisogna vivere ogni emozione, bisogna prenderla per mano e fare un viaggio con lei.

Questa è stata anche la puntata delle debolezze di Jack, dei suoi tentativi di riconciliarsi con se stesso (prima) e poi con Bec. Incredibilmente devo dire che ho molto apprezzato Rebecca: in questi momenti difficili per il marito non solo gli è stata accanto, ma ha saputo rispettare i suoi tempi e le sue richieste spronandolo e supportandolo.

E così facendo è riuscita a riaprire una porta nel cuore di quest’uomo che ha un unico grande difetto: il non accettarsi senza difetti. Questo non per troppa boria, o perché troppo sicuro di sé, tutt’altro, perché donando se stesso agli altri incondizionatamente vuole essere per loro quel modello che loro vedono in lui. Una cosa di cui da sempre sono convinta è che i genitori, i compagni, i mariti, i fratelli prima di avere questo ruolo sono PERSONE, e come tali hanno il loro carattere, i loro pregi, i loro difetti. E allora, direte voi? Ebbene, come figlia devo sempre ricordarmi che mia madre è mia madre, ma come persona posso essere consapevole di non avere nulla a che vedere con lei, caratterialmente, moralmente. Non è che se mi metti al mondo allora ti spetta un qualche privilegio particolare, te li devi comunque guadagnare come tutti. I genitori, i parenti in generale non si scelgono, ma possiamo scegliere che rapporto avere con loro.

Non bisogna mai dimenticarsi la PERSONA dietro al ruolo.

Infine veniamo a Randall. Randall è un uomo davvero eccezionale, e le parole che riserva a Deja sono state da LACRIME (stranamente): in quelle parole c’era tutto se stesso.

Quello che ha cercato di dire a Deja è che loro non vogliono sostituirsi alla sua famiglia, ma vogliono far sì che la sua famiglia si unisca alla loro (in un certo senso) per creare un tutt’uno che la sostenga e le dia forza, per creare un legame che le consenta di sentirsi amata, al sicuro. Sicuramente non sarà facile e la prova sta nel fatto che tutto quello che lui ha letto (perché ovviamente lui prima ha studiato) non coincide con la realtà che sta vivendo, ma ciò nonostante è incredibile vedere come riesca ad abbracciare la situazione e tirare fuori esattamente quello che serviva per risolverla. Più o meno. Mi sono chiesta, infatti, perché non aspettare qualche giorno a dire alla ragazza della madre; va bene la sincerità, però poteva almeno creare una simile breccia nel muro che c’è tra di loro.

E allora ecco che, riprendendo il film di Rocky, credo non ci sia frase più azzeccata di questa per descrivere il percorso di questi uomini (Randall, Jack e Kevin) e il loro atteggiamento nei confronti delle botte prese dalla vita:

QUESTO E QUELLO…

Quando ti rendi conto che Sly è più implasticato (non credo nemmeno esista questa parola, ma rende bene il concetto!) che vecchio capisci che non c’è limite al peggio.

Questa cosa che il film preferito di Jack sia proprio “Rocky” è davvero emozionantemente imbarazzante: Milo era il figlio (adulto) di Rocky nel sesto film della saga, RABBRIVIDIAMOOOO.

William… e gli occhi subito a cuore. Annie è stata il motivo per cui aveva deciso di rimanere, quanta saggezza in un esserino così piccolo. Più William per tutti BTW.

Conoscendo gli Americani non oso davvero immaginare come fosse quel “bolognese“… io adoro il ragù, ma ho quasi paura a chiedere come fosse stato cucinato quello provato da Beth (e cucinato da Randall…). Faccio un applauso alla bellissima frase “adoro quando cucini i tuoi sentimenti“… molto poetica ed emblematica.

Vi lascio con il promo del prossimo episodio, intitolato “Still There“:

E, mi raccomando, se volete essere sempre aggiornati sulle ultime news della serie non dovete far altro che passare da questa meravigliosa pagina:

This is us Italia

Previous article Arrow 6×01 – Un ritorno esplosivo
Next article How To Get Away With Murder 4×02-03 – Annalise contro il sistema
Avatar photo
Nata negli anni 80, grazie al suo papà clone di Magnum P.I., cresce a pane e “Genitori in blue jeans” (dove si innamora di Leonardo di Caprio che troverà poi in quei film tanto amati come "What's Eating Gilbert Grape" o “Total eclipse”), l’uomo da 6 milioni di dollari, l’A-Team, Supercar e SuperVicky. L’adolescenza l’ha trascorsa tra Beverly Hills 90210, Santa Monica e Melrose Place..il suo cuore era sul pianeta di Mork e alle Hawaii..anche se fisicamente (ahimè) era sempre e solo nella provincia bergamasca. Lettrice compulsiva fin dal giorno in cui in prima elementare le hanno regalato Labirinth è appassionata di fantasy (Tolkien è il suo re, Ann Rice e Zimmer Bradley le sue regine) e di manga (Video Girl AI in primis per arrivare a Paradise Kiss e Nana), anche se ultimamente è più orientata a letture propedeutiche pediatriche! Ama studiare (tra laurea, dottorato e master ha cominciato a lavorare a 28 anni!!) ed imparare, ma non fatela arrabbiare altrimenti non ce ne è per nessuno!

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here