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The Walking Dead | Recensione 4×02 – Infected

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The Walking Dead | Recensione 4×02 – Infected

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Premessa: seguo “The Walking Dead” dalla prima stagione e non ne ho mai perso un episodio. In questi anni ho imparato ad affezionarmi (più o meno) ai personaggi e ad apprezzare i pregi dello show e i suoi bravi interpreti. Il che non mi ha impedito di notare anche grosse pecche: da episodi filler a comportamenti insensati dei personaggi, passando per momenti di vuoto – leggi: noia – nella trama imputabili, più che all’esigenza di trasmettere una sensazione di dramma e vacuità post-apocalittica, al tentativo di allungare il brodo. Insomma, è una bella serie che ha alternato alti e bassi, ma che forse non merita tutto il clamore e il successo che sta avendo. Parere personale e, probabilmente, impopolare.

PREVIOUSLY ON THE BORING WALKING DEAD: l’arguto RiNck, unico uomo che in un mondo post-apocalittico dominato dagli zombies decide – pur avendone una – di andare in giro senza pistola, incontra nei boschi una donna sconosciuta che, per comodità chiameremo Faccia di Muschio (solo io ho notato il suo colorito verdastro?). Intanto, nel porcile messo su nella prigione, la maialina Violet muore improvvisamente e a nessuno viene in mente di chiedere un consulto ad Hershel, un tempo veterinario e fattore. Ma bravi! Sul finire dell’episodio il figlio illegittimo di Woody Allen azzoppa la testa cadendo e muore. Dopo circa 5 secondi tornerà come walker, battendo il record di trasformazione più veloce che fu di Shane.

Ma passiamo alle cose serie. La RECENSIONE.

Con “Infected” entriamo nel vivo dell’azione: se nella scorso episodio la prigione era un rifugio, adesso, con i suoi spazi angusti, infected1diventa una trappola. Ora, come annunciato dagli autori, il pericolo viene dall’interno, complici una sconosciuta pandemia e qualcuno che ha preso troppo in simpatia i walkers, tanto da iniziare a nutrirli. Avevamo lasciato il povero Patrick, morto dopo una caduta, risvegliarsi come walker e così lo ritroviamo. Preso dall’istinto di nutrirsi si reca nel blocco dove dormono Karen e un gruppo di sopravvissuti e ne attacca uno nel sonno, trasformandolo a sua volta in un non morto, con il quale fa una mezza strage e crea il panico causando non poche vittime. Tra queste vi è anche Ryan che, prima di morire, affida le sue piccole Lizzie e Mika a Carol, uno dei personaggi rivelazione della serie. La parte iniziale della puntata, con la carneficina annunciata, è carica di pathos e di tensione: un inizio davvero coinvolgente che ha visto anche una buona dose di sano splatter/horror, indispensabile in infected4un prodotto come questo. E dopo il massacro ci si trova di fronte ad un’incognita: dare o no ai bambini gli strumenti per sopravvivere in questo nuovo mondo anche se ciò significa privarli della loro ingenuità e dell’infanzia? E Carol, a questa domanda, risponde giustamente di sì: insegnando in segreto ai più piccoli come usare un coltello e poi dando la possibilità a Lizzie e Mika di porre fine alle sofferenze del loro papà, la donna non fa altro che dimostrare come ha preso coscienza che le cose non sono più come prima. E anche Rick, a fine episodio, dovrà darle ragione.

In questa seconda puntata fa la sua prima vera comparsa il Consiglio, sostanzialmente composto dai veterani della serie: Rick, Carol, Daryl, Glenn, Hershel e la novellina Sasha, si trovano a discutere su come contenere il virus che sta evidentemente colpendo e mettendo in serio pericolo il loro gruppo allargato di sopravvissuti. Questa nuova minaccia porta una ventata di novità nello show e si dimostra, se possibile, più temibile dei walkers: se i non morti possono essere battuti con delle semplici armi, contro questo nemico servirà molto di più. E si sa, in un mondo post-apocalittico, dottori e medicine scarseggiano….

E finalmente, dopo una premiere un po’ fiacca dal punto di vista dell’azione (salvo una poco riuscita scena al centro commerciale), ecco che il pericolo walkers torna a farsi più insistente che mai: complice qualcuno dall’identità ancora sconosciuta che li nutre, i non morti iniziano a stazionare sempre più spesso vicino alle recinzioni che cingono la prigione, fino a cercare di farle crollare ammassandosi contro di esse e spingendo. Solo il provvidenziale aiuto di Rick salva – almeno per il momento – la situazione: l’uomoinfected5 utilizza i pochi maiali del loro porcile per allontanare la minaccia. Ma sarà stata una poi così brillante idea?  I maiali erano così pochi che i walkers si sono allontanati solo di pochi metri, non un gran vantaggio per i nostri, tutto sommato. Ma tant’è e, dopo aver commesso un piccolo “massacro” di suini, il leader dei sopravvissuti brucia il porcile e la sua camicia per contenere il rischio d’infezione e accetta di restituire la pistola al figlio e di riprendersi la sua arma. Rick, che vediamo provato in tutta la sequenza dell’uccisione degli animali, ha capito che non è il momento di giocare a fare il contadino e che tutti, dal più piccolo al più anziano, devono avere i mezzi per potersi difendere. E sempre per evitare contagi, il Consiglio decide di isolare coloro i quali mostrino possibili segni di aver contratto il virus: Karen e David vengono messi in quarantena, ma qualcuno pensa bene di liberarsi cruentemente di loro per non correre rischi. Chi sarà stato? E’ forse lo stesso pazzo che ciba i walkers?

In conclusione, questo secondo episodio di “The Walking Dead” si dimostra nettamente superiore alla premiere di stagione e mostra una buona mescolanza tra horror e dramma e cioè quello che questo show AMC dovrebbe sempre avere. Difatti, sebbene questa serie non sia e non voglia certo essere un film di Romero (come alcuni pervicaci sostenitori giustamente fanno notare), stiamo pur sempre parlando di un telefilm che parla di zombies: e quindi o gli autori si focalizzano per davvero sulla psicologia dei personaggi o puntano, oltre che sul lato drammatico della vicenda, anche sull’horror puro. Piccola nota a margine: questa puntata ci dà anche un piccolo e succulento indizio su quello che deve essere stato il passato di Michonne prima della fine del mondo. Da come ha reagito all’idea di occuparsi della piccola Judith e per come poi l’ha stretta a sé, si direbbe che non è la prima volta che ha a che fare con un bambino piccolo. Forse aveva un figlio che ha perduto a causa dei walkers? Chissà se mai lo sapremo, fatto sta che “The Walking Dead” avrebbe bisogno di qualche flashback in più per farci capire meglio chi erano i nostri sopravvissuti prima del tracollo dell’umanità. Questo aiuterebbe a comprendere di più la loro psicologia e ad affezionarsi maggiormente ai vari personaggi.

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