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The Walking Dead | Intervista a David Morrissey

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The Walking Dead | Intervista a David Morrissey

[ATTENZIONE SPOILER!!! Non continuate nella lettura se non avete visto l’ultimo episodio]

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L’episodio di domenica scorsa è stato brutale. Il virus si è dato da fare e ha iniziato ad uccidere persone, che a loro volta si sono trasformate in zombie per ucciderne ancora di più. Per poco non abbiamo perso Glenn e Sasha, ma il momento che senza dubbio ha fatto più scalpore è stata l’ultima ripresa, che ha mostrato il tanto atteso ritorno del Governatore. Abbiamo visto il cattivo di Woodbury fissare la prigione da lontano, ma questo cosa significa? Dov’è stato? E cosa succederà ora? Ho parlato con l’uomo dietro la benda sull’occhio, David Morrissey, per avere qualche risposta.

Entertainment Weekly: bene, signore. Vedere il Governatore che spiava la prigione è stato davvero un segnale infausto. Il tipo non ce la fa proprio a lasciar perdere, eh?
Morrissey: sta cercando protezione, e la caratteristica principale della prigione è che è sicura. In un’apocalisse zombie è un po’ l’alternativa al nostro mondo. La prigione è un luogo sicuro, non un luogo di prigionia. Ecco perchè la guarda.

EW: quindi non è una vendetta personale?
Morrissey: Direi che più che le persone che ci sono dentro, sta guardando l’edificio. Anche se le persone all’interno rappresentano un problema, perchè si frappongono tra lui e la sua sicurezza. Gli interessa più l’edificio in sé che le persone.

EW: quindi immagino che presto scopriremo cosa gli è successo dopo che l’abbiamo visto massacrare i suoi stessi uomini e sparire con due soldati, e so che vedremo un po’ di flashback che mostreranno cosa gli sia successo in seguito. Cos’altro puoi dirci riguardo a quello che vedremo?
Morrissey: Quello che avete potuto vedere alla fine dell’ultimo episodio è che sta bene, è in forma e in salute, quindi è pronto per confrontarsi con gli altri in qualsiasi modo si riveli necessario. Vengono in mente molte domande alla fine del quinto episodio, e avremo risposte nel sesto. Vedremo un po’ di più di quello che ha passato in questi mesi. Credo sia il caso di dire che alla fine della terza stagione lo avevamo lasciato in una situazione piuttosto scomoda. Si è scagliato contro la sua stessa gente e non è stato piacevole per lui. Non l’ha fatto con premeditazione, è tutto scaturito da un attacco di rabbia incontrollato. È come se una nebbia rossa gli avesse offuscato i sensi e credo che ciò che vedremo nei prossimi episodi sarà un uomo che verrà a patti con la nuova persona che abbiamo visto alla fine della terza stagione, sia che accetti questo nuovo sè o che lo combatta. Ecco cosa vedremo. È cambiato; molto cambiato, bisogna dirlo. Vedremo dove l’ha portato questo cambiamento.

EW: nella scorsa stagione, quando ci è stato presentato il Governatore, l’abbiamo visto prima rispetto al fumetto, in termini di evoluzione del personaggio. Poi pian piano l’abbiamo visto evolversi nel corso della stagione. Che ne è stato di questa evoluzione?
Morrissey: è ancora l’uomo che conosciamo. Non si può certo cancellare il suo passato o cambiare completamente il personaggio. Adesso è un uomo consapevole di sé stesso. Credo che il Governatore all’inizio della terza stagione fosse un uomo che stava costruendo un futuro. Aveva un futuro per Woodbury, aveva dei piani e questi piani sono andati in frantumi. E ovviamente i piani che aveva per sua figlia, e gli esperimenti sulla cura che stava conducendo con Milton… bè, sono andati. L’abbiamo lasciato da solo con due tirapiedi, ha perso tutto. È un uomo che ha perso tutto. Credo che ora vedremo come ha convissuto con questa perdita. È ancora un uomo pericoloso, e sa di esserlo. Sa che è capace di atti pericolosi e come ho già detto, ora la questione è se accetterà di essere quell’uomo o no. La questione è: che personaggio vuole diventare? Che personaggio sta cercando di diventare? Lo vediamo fuori dalla prigione e non sappiamo se è venuto in pace o no; non lo sappiamo ancora. Dovremo aspettare i prossimi episodi per capirlo. Potrebbe essere tornato indietro sui suoi passi, ma non lo sappiamo. Va detto che ora è un uomo consapevole delle sue capacità.

EW: C’è sempre l’annosa questione: un cattivo pensa a sé stesso come cattivo? Si riconosce nel ruolo o no? Da quel che dici sembra che stia facendo il punto della situazione e cerchi di capire dove è arrivato e cosa è diventato.
Morrissey: Credo sia abbastanza intelligente da capire che ci sono cose che possono sovrastarlo, non credo sia del tutto felice delle capacità che ha mostrato. Non era nei suoi piani andare contro la sua gente e la perdita della figlia ha giocato terribili scherzi al suo cervello. È questo che sta combattendo. Credo che una volta che qualcuno commette un atto del genere, si rende conto di ciò che è capace e tutto sta nel capire se si è in grado di controllarsi. Perchè adesso lo sa, è il classico ”non vuoi vedermi arrabbiato”, adesso sa dove può portarlo la rabbia. Questa è la sua battaglia, e lo sarà per tutta la quarta stagione.

EW: so che hai utilizzato The Rise Of The Governor di Kirkman per aiutarti nel costruire un background per il personaggio. Ora sono usciti altri due libri sul Governatore, verranno esplorati nella serie? Li hai usati come strumento in attesa di questa nuova stagione?
Morrissey: tutto ciò che scrive Kirkman è utile, perchè è molto bravo. Consiglio vivamente di leggere tutti e tre i romanzi piuttosto che la serie a fumetti. Ma perchè è più nel mio genere: preferisco i romanzi alle graphic novels. Ho imparato molto dai suoi libri, ma dovrete aspettare per sapere se li abbiamo usati per questa stagione. Però posso dire che ho preso molto dagli scritti di Robert per aiutarmi ad interpretare il Governatore. Come ho già detto, dovrete aspettare per sapere se li abbiamo usati per la serie, ma forniscono una caratterizzazione così ricca che posso dirvi che in quel senso io li ho usati.

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