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The Walking Dead 8×04 – Il Re È Morto, Lunga Vita Alla Regina!

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The Walking Dead 8×04 – Il Re È Morto, Lunga Vita Alla Regina!

Questa settimana The Walking Dead regala un episodio meno dispersivo, concentrando gran parte dell’azione su un unico fronte, e credo di aver apprezzato di più questo risvolto proprio perché, in un contesto alquanto confusionario come può essere questo piano in più step per eliminare Negan e Salvatori, un minor altalenare tra un posto e l’altro come abbiamo visto finora (posti dove fondamentalmente vediamo solo un gran casino di sparatorie a oltranza) è senz’altro un cambiamento ben accetto.

 

Limitando il raggio di osservazione al solo fronte che vede interessato il gruppo di ricognizione di Ezekiel e Carol abbiamo anche la possibilità di esplorare maggiormente i personaggi a livello più introspettivo, il Re in primis. Ora, confesso che Ezekiel, dopo un iniziale momento wtf alla primissima comparsa (avevo essenzialmente la stessa faccia di Carol quando se l’è trovato davanti la prima volta) si è fatto via via più intrigante ai miei occhi, solo per tornare all’inizio di questa stagione a un neutro meh per colpa di schemi comportamentali e dialoghi ripetitivi (che ok, è parte del personaggio – personaggio inteso anche in senso letterale all’interno della trama visto che quella del Re è, per sua stessa reiterata ammissione, una maschera – ma a lungo andare mi stava dando a noia). Questo in teoria avrebbe dovuto rendere questo episodio (incentrato perlopiù su di lui, sul suo background e sull’immediato seguito dell’attacco subito nell’ultima frazione di secondo dello scorso episodio) un tantino tedioso ai miei occhi, eppure sorrido l’ho tutto sommato apprezzato. Innanzitutto perché Khary Payton è un interprete eccezionale, e sicuramente doveva esserlo per entrare efficacemente nei panni del Re, ma soprattutto perché a livello introspettivo viene fatto un buon lavoro di transizione, anche ricorrendo ai flashback (in questo episodio usati con maggiore coerenza rispetto al caos più totale visto nella premiere), che porta Ezekiel a un graduale abbandono della posizione costruitosi, a gettare la maschera accuratamente creata.

 

C’è un abisso tra la sicurezza (sicuramente perlopiù ostentata, in linea con il solito modus operandi del personaggio) del discorso iniziale, prima di lasciare il Regno, e il Re zoppicante, insanguinato, solo e sconfitto che torna a fine episodio, e per arrivare a questo punto abbiamo visto i vari passaggi (non ci sono stati raccontati o addirittura solo fatti intendere vagamente, lasciati alla libera interpretazione di ciascuno): il montaggio iniziale (nella sua semplicità molto a effetto) tra il discorso d’incitazione, con l’evocativo “We are one” subito controbilanciato dall’immagine dell’intera squadra sterminata; Ezekiel ferito che deve strisciare a terra e mettersi in salvo dai suoi stessi uomini convertiti a zombie; l’intera sequenza con il tizio con gli occhiali che lo tiene ostaggio (personaggio di un’insulsaggine unica e irritante come pochi, ma fondamentalmente sta lì a dar voce ai pensieri di sconfitta del Re, quindi mi faccio andar bene l’utilizzo metatestuale e amen); e per finire la perdita della fidata Shiva.
Il mio ragazzo mi diceva che lui ad esempio ha trovato quei due minuti finali, il rientro sommesso alla base, francamente evitabili, a me personalmente invece sono sembrati un voluto specchio per la nota ottimista dell’inizio, un buon bilanciamento narrativo. Da un mero punto di vista di scrittura, quindi, questo “Some Guy” risulta a mio parere migliore della confusione sperimentata nei tre episodi precedenti.

Sono particolarmente felice della centralità data alla figura di Carol, che personalmente apprezzo molto in quanto uno dei personaggi (se non IL personaggio) con la crescita più marcata all’interno del gruppo originale dei Survivor, e forse quella su cui ricadrà ora il compito di risollevare il Re caduto. Poi per carità, rivederla in versione CarolHulk come nella 5×01 mi suscita sempre quel mix di sentimenti contrastanti perché da un lato la adoro a prescindere ma dall’altro, oggettivamente, metà delle cose che fa sono poco realistiche (ma d’altronde, così come Rick più tardi – anzi Rick ancora più platealmente – continua a essere aiutata dalla Sindrome dello Stormtrooper che, come dicevo nella scorsa recensione, è dilagata stile pandemia tra le fila dei Salvatori: non ce cojono manco per sbaglio), però nel complesso l’ho trovata una sequenza ben orchestrata, specialmente la parte nel parcheggio, con il suo bluff prima, l’apertura dei cancelli per far entrare gli zombi a creare un po’ di scompiglio poi e, last but not least, la scelta di aiutare Ezekiel e Jerry invece di finire i due Salvatori con le armi pronte al trasporto. Certo, se i due l’avessero fatta franca la scelta avrebbe avuto senz’altro un peso emotivo molto più gravoso, ma in fondo anche far arrivare molto convenientemente sul posto Rick e Daryl in quel preciso istante non mi è dispiaciuto troppo: il rombo della moto di Daryl a distanza ha fatto parecchio atmosfera. Poi la scena dell’inseguimento è stata molto da film action, ho pure riso un po’ nel momento in cui Rick si è affiancato ed è saltato sul fuoristrada del Salvatore in corsa in pieno stile Vin Diesel che fa cose (cit.) Fast and Furious, ma tutto considerato la salvo: livello di figaggine appropriato (anche se come ha fatto Daryl a rialzarsi in mezzo secondo da una caduta dalla moto a 150 all’ora quando io mi sarei sfragagnata il 70% del corpo pure cadendo da ferma un giorno lo capirò… ma vabbè, si sa, Daryl tutto può).

In definitiva, una puntata che si colloca facilmente il cima alla lista di gradimento degli episodi andati in onda finora in questa stagione, un po’ perché è come dire che tra me e Kaley Cuoco lei è la più impaccata di soldi (ti piace vincere facile), ma in parte anche perché si è dimostrato che spesso e volentieri meno è più, che non serve far strabordare un episodio di azione (soprattutto se gran parte di quell’azione è basata sul nulla cosmico e/o sulla confusione più totale) quando a volte uno svolgimento più lineare, se ben gestito come in questo caso, riesce a offrire uno spunto di riflessione e character development molto più interessante e coinvolgente.

TOP ONE: Jerry che continuava a rivolgersi a Ezekiel alternando i formali ‘Your Majesty’ a “cadute di stile” come ‘dude’. Jerry è una forza, btw, e non solo perché ha spaccato il tipo con gli occhiali in due con un’ascia.

FLOP ONE: non perché mal realizzato o altro ma semplicemente perché mi ha prosciugato i condotti lacrimali: la morte di Shiva. Quanto posso reputarmi una brutta persona se ho sofferto più per la tigre che la settimana scorsa per Eric?
Correzione: in effetti anche perché un po’ mal realizzata, perché realisticamente Shiva è stata sopraffatta da quattro zombie scheletrici, una situazione da cui perfino il mio gatto sarebbe riuscito a svincolarsi con nonchalance, figuriamoci una tigre che pesa venticinque volte il mio gatto. Però vabbè, limito i criticismi perché, realistico o no, io stavo lì così

Vi ringrazio come sempre per aver seguito questo commento, vi do appuntamento alla prossima settimana con il quinto episodio, di cui trovate il promo qui di seguito. Non dimenticate di dirmi la vostra qui sotto nei commenti e di passare dai nostri amici di

The Walking Dead ITA
Andrew Lincoln Italy
Jeffrey Dean Morgan Italia

per rimanere sempre aggiornati sullo show e i suoi interpreti.
Alla prossima!

https://www.youtube.com/watch?v=urhaft2F4qg

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

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