The Walking Dead | Recensione 5×09 – What Happened and What’s Going On

Clizia Germinario

12 Febbraio 2015

The Walking Dead | Recensione 5×09 – What Happened and What’s Going On

“What Happened and What’s Going On” dovrebbe segnare il grande ritorno di The Walking Dead dopo le storyline non troppo riuscite di Terminus e del Grady Memorial, e invece si rivela un episodio delirante e riempitivo in attesa di non si sa cosa. Gli autori oggi più che mai sembrano smarriti e dubbiosi su che direzione dare ad uno show che è l’ombra di ciò che era e poteva essere.
Rick, Michonne, Glenn e Tyreese accompagnano il giovane Noah a Shirewilt Estates, dove il ragazzo spera di trovare ancora in vita alcuni membri della propria famiglia. L’impresa volge ben presto al drammatico, poiché l’avamposto è ormai in rovina e invaso dai walkers, uno dei quali morde il buon Tyreese causandogli una lenta agonia fatta di ricordi e allucinazioni.
Questa 5×09 gioca indubbiamente sull’effetto sorpresa: avevamo appena perso Beth, chi mai avrebbe immaginato un’altra morte? La dipartita di Tyreese arriva certo inaspettata, ma non per questo si può dire riuscita. The Walking Dead, spesso, pare avere il brutto vizio di fare fuori personaggi che hanno appena iniziato a mostrare delle potenzialità: così è stato, ad esempio, per Merle, Garrett, Beth ed ora è per Tyreese. L’uomo aveva giusto cominciato a non essere solo il babysitter della piccola Judith ed ecco che è stato ucciso senza pietà (e forse senza riflettere più di tanto).
Ad ogni modo, per quanto affrettata, la sua morte ha avuto una forte valenza simbolica: questo gigante buono, così diverso dal suo alter-ego del fumetto, altri non è che l’uomo comune che dinanzi ad un dramma non riesce a mutare la propria natura. È, insomma, il rappresentante di una buona fetta di umanità. Difatti, mentre Rick ed altri sono riusciti ad evolversi e ad entrare in un modus vivendi che li vuole – all’occorrenza – spietati, Tyreese si è sempre dimostrato restio ad abbracciare uno stile di vita animalesco.
Salvo questa riflessione, la buona regia e i più che discreti effetti speciali, l’episodio si rivela deludente e un po’ inconcludente. E anche il ritorno sotto forma di allucinazioni di molti volti noti della serie non contribuisce a migliorare il risultato. I nostri sono ancora schegge impazzite in attesa di trovare un rifugio sicuro che, non ci vuole poi molto a capirlo, avrebbero potuto trovare nel Grady Memorial. Eliminata Dawn, l’ospedale aveva tutti i requisiti per essere un punto di sosta (se non addirittura di arrivo) sicuro e fornito: poliziotti armati, medicinali, provviste, elettricità ed un dottore… Cosa chiedere di più? Certo “the show must go on”, ma fa quantomeno sorridere che nessuno si sia ribellato all’ennesima discutibile decisione di Rick ed abbia cercato di deviare il gruppo verso questa concreta possibilità di salvezza.
Insomma, ancora una volta viene da chiedersi dove stiamo andando. Dopo la sconfitta del Governatore, The Walking Dead ha perso la bussola e – sfortunatamente – non l’ha ritrovata neppure grazie alla ghiotta storyline su Terminus, maldestramente liquidata in un pugno di episodi. Che ci aspetta adesso? Forse l’arrivo del big bad Negan? Staremo a vedere.