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The 100 | Recensione 3×16 – Perverse Instantiation (2)

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The 100 | Recensione 3×16 – Perverse Instantiation (2)

“Season finale” è una delle parole più temute dai telefilm addicted. Quando schiacciamo “Play” ci ritroviamo sempre a sperare che niente di troppo orribile succeda, che tutti i nostri personaggi preferiti stiano bene e che il cliffhanger di quest’anno non ci distrugga troppo emotivamente. Se siete fan di Game of Thrones, ogni speranza è vana, ma anche questa serie ha dimostrato di essere più che capace di tenerci sul filo del rasoio e cambiare le carte in tavola nel giro di poco.
Prima di commentare questo finale, però, voglio ringraziare The Lady And The Band, che mi ha sostituita nelle ultime tre settimane e ha fatto un lavoro ottimo! Sapevo già, dai commenti che ci scambiavamo dopo ogni episodio, che avevo lasciato questa serie in ottime mani, e non mi sono sbagliata! Grazie ancora!
Tornando all’episodio, io avevo una grossa, tremenda paura: che Jasper morisse. Non è stata una stagione positiva, per lui, annientato dal dolore, fragile, preda della sua rabbia e dell’odio verso tutti, per Clarke in particolare. Era ormai l’ombra di se stesso, e quando lo abbiamo visto riprendersi, in realtà era sotto il controllo di A.L.I.E. E’ stato difficile rivederlo in questo stato, durante questi sedici episodi, specialmente quando abbiamo avuto di fronte gli altri Cento, pronti ad andare avanti, anche se zoppicando, nelle loro vite. Ma Jasper, alla fine, è libero dalla City of Light e può riprendere ad avere pieno controllo della sua vita. Bravissimo Devon Bobstick: il suo sguardo sofferente verso la fine dell’episodio spezza davvero il cuore. E’ stato capace di far percepire il tormento del suo personaggio e di farci vedere i suoi demoni interiori anche solo con uno sguardo. E’ commovente anche vederlo abbracciare Monty, finalmente in pace con lui. La loro riappacificazione, lo scusarsi per tutto quello che si sono fatti, è un vero sollievo. Sono finiti insieme sulla Terra per un crimine che avevano commesso, si sono sostenuti a vicenda quando erano da soli, durante le prime settimane, hanno superato assieme la prigionia a Mount Weather, si conoscono meglio di chiunque altro, e vederli di nuovo amici, vedere superato tutto quello che li aveva divisi, è davvero una delle poche gioie che gli autori ci hanno concesso questa stagione. Ho scritto apposta “superato” e non “cancellato” perché dubito che l’uno o l’altro dei due possa rimuovere quanto è successo, ma, come dice Monty, possono superarlo, insieme, e il fatto che Jasper abbia accettato quest’idea lo porta sulla buona strada per la guarigione completa.

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E un altro che deve convivere con quanto gli è successo, ma che ormai è sulla retta via è Bellamy: lo abbiamo visto sfogarsi con Clarke, ammettere di aver sbagliato a dare retta a Pike, di essersi convinto di essere nel giusto per i motivi sbagliati. So che molti non hanno apprezzato la sua alleanza con Pike, ma io credo gli autori abbiano preso una buona decisione, quando hanno ideato per lui la storyline con Pike ad Arkadia, perchè quello che ha vissuto lo ha provato, ma lo ha fatto crescere. E’ passato attraverso un periodo oscuro, ma ha saputo risvegliarsi e ora non nega i suoi errori, ma li comprende e cerca di conviverci. Lui e Clarke hanno capito che è insieme che riescono a superare tutto, e non è un caso che sia proprio a lui che Clarke dice che l’umanità è in pericolo, quando torna dalla City of Light. Bello il dialogo con la sorella, quando le consiglia di non lasciarsi guidare dalla vendetta, come ha fatto lui.

 

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Clarke è un altro personaggio che ha attraversato un periodo oscuro. E’ stata per molto tempo tormentata da quello che aveva fatto, in lotta con se stessa, divisa dai Cento e da Bellamy, ma ha mostrato, nell’ultima parte della stagione, di non aver dimenticato del tutto chi è: una guerriera coraggiosa, pronta a prendere decisioni difficili, ad affrontare il peso del mondo (letteralmente) sulle sue spalle senza indietreggiare. E’ lei a rischiare, ad andare di persona nella City of Light per affrontare A.L.I.E. e lo fa con la la sicurezza e lo spirito di sacrificio che hanno sempre fatto di lei una buona leader.
Dopo averne tanto sentito parlare, finalmente abbiamo potuto vederla un po’ più attentamente, questa City of Light: è strano vedere i protagonisti in una città che è uguale a una di quelle della nostra epoca; una di quelle che, nella serie, sono state spazzate via dalla guerra nucleare.
E’ un buono modo chiudere la storia, decidere che A.L.I.E. venga sconfitta proprio nel posto che lei stessa ha creato, e proprio lì, Clarke viene messa di fronte a una scelta impossibile, di nuovo: tirare una leva per sconfiggere un nemico, ma rischiare di distruggere l’umanità. Non c’è Bellamy, questa volta, e deve prendersi da sola tutta la responsabilità, decide, quindi, di sperare negli esseri umani, nella possibilità che, insieme, trovino un rimedio. Quando Clarke ha capito che non deve più stare da sola, ha capito anche quante possibilità abbiano, le persone, quando lavorano insieme. In questa stagione, sono stati tutti in lotta: Sky People contro Grounder (ma quello era già successo nella prima), ma, soprattutto, Sky People contro se stessi, e le conseguenze sono state devastanti. Adesso, Clarke sceglie di fidarsi della forza di tutti, dell’unione, delle alleanze.
Pur non essendo una fan della coppia, sono stati molto toccanti anche i momenti dedicati a Clarke e Lexa. L’ho già scritto: hanno imparato molto l’una dall’altra, si assomigliano e si capiscono, e hanno avuto l’occasione di combattere insieme l’ultima volta. Clarke ha avuto l’opportunità di salutarla, di dirle che l’amava, di rivederla. Sta ancora soffrendo per la sua perdita e si capisce dal modo in cui, quando vede, tra la folla, una ragazza che le somiglia, le si illuminano gli occhi, e da ogni sguardo che le lancia. E’ davvero crudele che questa ragazza sia costretta, per la seconda volta, a dire addio a una persona che ama.

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E, in tema di persone amate a cui bisogna dire addio, Octavia decide di vendicarsi, uccidendo Pike ed esaudendo i desideri di tutti noi. Pike è riuscito a farsi odiare a morte non solo per aver diviso i Cento, e tutti gli Sky People in generale, ma anche per aver portato i Blake ad allontanarsi e per aver ucciso Lincoln. Mentre Bellamy ha saputo guardarsi dentro e ammettere i proprio errori, Pike non ha fatto neanche un passo indietro, non è disposto ad ammettere di aver scelto la strada sbagliata ed è convinto che i suoi metodi fossero giusti. Neanche quando Bellamy e lui si confrontano si smuove dalla sua posizione. Forse si sente in colpa con Octavia, e la salva riconoscendo di averle strappato il suo grande amore; o, forse, quell’istinto gli viene dal non essere completamente cattivo, quanto, piuttosto, convinto di dover usare determinati metodi per proteggere la sua gente. Sull’Arca l’abbiamo visto preoccupato per quei ragazzi mandati sulla Terra da soli, e abbiamo visto in lui un’umanità che ad Arkadia era sparita. Nonostante questo, Pike resta uno di quei personaggi per cui non si riesce proprio a provare simpatia, e vederlo morto non toglie il sonno quasi a nessuno. Octavia non ha mai avuto intenzione di risparmiarlo e lo mostra al’inizio dell’episodio, quando lo ferisce a una gamba, e quel desiderio di vendetta, contro cui Bellamy cerca inutilmente di metterla in guardia, non l’abbandona fino alla fine. Anche se ha cercato di trattenersi mentre erano tutti in pericolo, ha finito col cedere, e uccidere la persona che aveva giustiziato Lincoln davanti ai suoi occhi. La sua morte, però, anche se chiude un cerchio, non risolve tutto: Octavia se ne va, lascia il fratello e i Cento, come Clarke aveva lasciato Camp Jaha nel finale della seconda stagione, e se ne va convinta di non avere una casa, di non appartenere a nessun popolo. Il prossimo anno, per lei sarà decisivo. Ha fatto un bel percorso, dal pilot, è diventata una donna indipendente, è sopravvissuta alla perdita del suo primo amore e al tradimento del fratello; ora ha bisogno di riassestare la sua vita, di decidere quale vuole che sia la sua casa, e deve lasciare fare al dolore il suo corso. Un giorno, si riappacificherà con Bellamy, ma questo non avverrà tanto facilmente, né tanto presto. Per quanto sia straziante vedere Octavia andare via sapendo che tra lei e suo fratello le cose non si sono ancora sistemate, al momento questo è quello che deve succedere.

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Raven è immensa. E’ stata grandiosa tutta la stagione: anche lei provata, indebolita, ha avuto un momento di debolezza e ha ceduto ad A.L.I.E, ma ha saputo rendersene conto, è stata l’unica a ribellarsi, l’unica a cui A.L.I.E. abbia riconosciuto una forza enorme, al punto da dover piegare la sua volontà per riuscire a controllarla definitivamente. Bravissima Lindsey Morgan. Lei e Devon Bobstik hanno dato davvero il meglio, quest’anno. E si merita un bel po’ di stima anche Monty: non tanto il suo attore, perché Christopher Larkin è una spanna sotto i suoi colleghi, ma il suo personaggio ha dimostrato carattere e un animo da vero guerriero. Ha perso sua madre, uccidendola per salvare una dei suoi, ha combattuto contro il suo migliore amico e non si è lasciato sopraffare dalla guerra.
Menzione d’onore per Murphy, con il suo sarcasmo e le sue battute taglienti. Questo ragazzo ha uno spirito di adattamento incredibile: dopo aver tenuto tra le mani un cuore umano e averlo pompato per dare a Clarke sangue a sufficienza (non sono neanche sicura che si possa fare: se c’è qualche medico che sta leggendo, per favore, chiarisca i miei dubbi) il suo commento è “Un altro giorno sulla Terra”. Meritatissimo il posto tra i regular, e c’è ancora tanto che può dare, in futuro.
Un po’ tutti i Cento sono da lodare: sono ragazzi che, nonostante le avversità, i momenti di debolezza, le prove tremende che hanno dovuto affrontare e le perdite subite, hanno trovato il modo di andare avanti, e anche se hanno sbagliato, hanno saputo riconoscere i loro errori e tornare sui loro passi.
E, infine, arriviamo ad A.L.I.E, il grande nemico di questa stagione. E’ cresciuta pian piano, diventando una minaccia sempre più importante. Si è insinuata tra gli Sky People prima, i Grounder poi, ha dato battaglia fino all’ultimo ai protagonisti, usando tutti i mezzi a sua disposizione, colpendoli nel profondo, costringendoli a vedersi aizzare contro amici, familiari, innamorati. La storia tra Harper e Monty, sbucata dal nulla, doveva servire a dare più dramma al dilemma di Monty, che vede il suo migliore amico minacciare la sua ragazza, ma tutto quello che ha fatto A.L.I.E. negli scorsi episodi, specialmente a Raven, l’ha qualificata come una cattiva diabolica, subdola, incapace di capire di avere una distorta visione del modo in cui bisogna proteggere l’umanità. Il che, a ben pensarci, è stato il tema ricorrente della stagione: Pike, A.L.I.E. e Jaha attraverso di lei avevano una loro visione di quello che è necessario fare per proteggere le persone, ma hanno finito col rappresentare una minaccia. Ottima mossa anche il colpo di scena finale: A.L.I.E. sa che l’umanità è a rischio, che entro sei mesi le radiazioni renderanno di nuovo inabitabile la Terra, e la City Of Light è il suo rimedio alla morte di tutti i terrestri. Sconfiggerla è una vittoria, ma non salva  definitivamente tutti.

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E’ stata una stagione piena di conflitti interiori, di guerre interne, di continui cambi al potere. Chi sarà Heda, adesso? Ora che questo nuova minaccia incombe su tutti, Grounder e Sky People collaboreranno? Tutti quanti dovranno convivere con quello che hanno fatto, sia mentre erano sotto il comando di Pike, sia mentre erano sotto il controllo di A.L.I.E. e nessuno di loro avrà vita facile, in questo senso. Molti rapporti si sono quasi distrutti per questo, e tante persone sono morte. Non è la prima volta che qualcuno minaccia sia gli Sky People che i Grounder, ma è possibile che, stavolta, abbiano imparato la lezione, e che tutto quello che hanno vissuto serva loro per capire che è soltanto uniti, che potranno sopravvivere.
E’ stata una bella stagione, emotivamente intensa, in cui le carte in tavole cambiavano nel giro di un episodio. Questa serie è cresciuta, ha mantenuto un buon ritmo e quest’anno non ha deluso le aspettative; anzi, ha saputo intrattenere. Sono state sedici settimane intense, e mi mancheranno questi ragazzi. Mi aspetto grandi cose, da tutti loro, l’anno prossimo. E’ stato un piacere commentarle con voi. Ero contentissima quando Luca mi ha assegnato questa serie e sono veramente onorata di aver avuto la possibilità di dire la mia. Grazie a tutti quelli che hanno seguito le recensioni e commentato, e un grazie infinito va alle pagine The 1oo italia e The 100 – Bellarke italia fan page per la gentilezza. Non dimenticate di visitarle e mettere “Mi piace” per rimanere sempre aggiornati: ci aspettano mesi di attesa, e, in fondo, sappiamo che li passeremo facendo rewatch e tenendo gli occhi bene aperti per sapere il prima possibile tutte le novità sulla nuova stagione.

May we meet again!

1 COMMENT

  1. Ciao!
    Innanzitutto GRAZIE A TE per esserti fidata di me. È stato un enorme piacere recensire per 3 settimane questa serie che adoro e della quale adoro straparlare. Infatti ti chiedo scusa per il papiro che sto per scriverti.

    Ma sai che sono arrivata così carica di aspettative causa articoli e interviste varie che all’inizio l’episodio non mi era poi così piaciuto? Probabilmente, siccome avevano girato due finali differenti nell’eventualità che Berlanti non rinnovasse lo show, l’altro finale (di serie) avrebbe dato un senso diverso.
    Ora, invece, devo dire che ho cambiato idea. Perché se è vero che il season finale della seconda stagione era decisamente su un altro livello, è anche vero che questo non è stato poi così male.
    Ha avuto un ritmo quasi perfetto: ad un certo punto mi è caduto l’occhio sulla barra dei minuti ed ho esclamato: ma come?Di già?
    E poi mi è piaciuto come ha chiuso diverse storyline.
    Sono d’accordo con te su Devon e Lindsey: sono stati bravissimi.
    Sono contenta anche io che Jasper non sia morto e che stia meglio. Non tornerà mai più il ragazzino coi goggles ma vederlo accettare il dolore e cercare di superarlo mi da speranza. In maniera obbiettiva, ucciderlo dopo l’anno difficilissimo che ha vissuto sarebbe stato veramente ingiusto. Ognuno merita di recuperare.
    E, a questo proposito, Pike: sono d’accordissimo con tutto ciò che hai scritto e mi permetto di dire che ho trovato, però, bellissimo e simbolo del personaggio stesso, la sua scelta di chiamare Octavia a fine battaglia ed accettare la sorte. Forse una piccola parte di lui ha compreso che uccidere Lincoln non è stato giusto per nulla e che quell’insegnante dell’Arca è ancora lì da qualche parte dentro di lui.

    La cosa che mi è piaciuta di più del finale è che è stato più corale dei passati: le altre volte gli altri delinquents non facevano altro che preparare il terreno perché Clarke (e Bellamy nella seconda stagione), tirassero le fila. In questo, anche se è stata giustamente Clarke ad andare nella City of Light, ognuno degli altri ha svolto un ruolo fondamentale: Bell ha guidato il gruppo che ha protetto la sala del trono mentre Raven (con Monty e il tifo di Harper)hanno aiutato Clarke nella CoL. Quel corvo sulla botola mi ha fatto esultare!
    Credo che la chiave stessa di questo finale sia proprio che l’Unione fa la Forza e che solo together possano farcela.
    Su Octavia: sono curiosissima di vedere che percorso farà la prossima stagione. Il suo personaggio è molto cresciuto dal pilot ad oggi ma è ancora intrappolato in quella visione bianco/nero che purtroppo mal si concilia col mondo complicato in cui vivono.
    Bellissimi gli abbracci finali, soprattutto Kane e Abby (bella anche la scena iniziale fra madre e figlia) e John ed Emori. Murphy è stato mitico perché se a volte ha fatto da comic relief altre sapevamo perfettamente la sua serietà.
    E, a proposito di comic relief, piccolo momento di silenzio su Bellamy che scherza sull’essere stato appeso a testa in giù in MW.

    Mi mancheranno tantissimo questi delinquenti e sono molto fiduciosa che la prossima stagione sarà diversa e bella quanto questa. Non posso fare a meno di sperare di vedere tutti più uniti, soprattutto i due cari co-leaders che hanno passato più tempo separati che insieme. Li voglio vedere guidare il popolo insieme, interagire il più possibile e non solo perché li shippo come non ci fosse un domani ma soprattutto perché insieme sono una forza della natura.
    Infine, sono contenta che abbiamo potuto salutare Lexa nel modo in cui lo abbiamo fatto. Se la morte è stata indegna della grandezza della Heda (per quanto io continui a reputare geniale la scelta del proiettile vagante come mezzo), la sua scomparsa dalla CoL è stata grandiosa.
    Grazie delle tue recensioni e a presto!!!

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